[GARGONZA:9085]
Mobiglia  Giovedi`, 06 Luglio 2000

GAY PRIDE: LA STAMPA INTERVISTA MARCO PANNELLA 
 Da "La Stampa" del 2 luglio 2000 
PANNELLA CONTROCORRENTE «BATTAGLIE FATTE 30 ANNI FA» 
«Non sfilo con chi un tempo cacciò Pasolini dal partito» 

di Aldo Cazzullo
SCUSI Pannella, i leader di Rifondazione e del Partito dei comunisti
italiani difendono il Gay Pride, annunciano la loro presenza alla parata, e
lei che fa? 
«Lo chieda ai 700 mila ascoltatori di Radio Radicale, o ai manifestanti che
lunedì sera sono sfilati sul ponte Sant'Angelo con una fiaccola in mano.
Noi, però, questa battaglia l'abbiamo ingaggiata più di trent'anni fa,
quando comportava grandi costi e grandi fatiche. Se lo ricorda il caso
Braibanti?». 
L'intellettuale che finì sotto processo per plagio? 
«Lui. La battaglia per la libertà sessuale noi l'abbiamo fatta
serissimamente, a livello internazionale, e con successo. Ora qualche gruppo
editoriale e qualche politico si è messo a fare campagna sul Gay Pride, e
vorrebbero che io facessi marchette. Ma io le lascio fare a Cossutta. La
nostra strategia è alternativa alla demagogia e ai conformismi». 
Chi sono i conformisti tra i politici? 
«Gli atteggiamenti variano tra i fustigatori alla Pedrizzi (responsabile
delle politiche per la famiglia di An, nda), che ci sono pure a sinistra, e
quei leader comunisti, che vengono dal partito che cacciò Pasolini ma ora si
affollano e sono pronti a mettersi i tacchi a spillo». 
Cossutta in tacchi a spillo? 
«Perché sono rimasti indietro: non sanno che ormai da vent'anni gli
omosessuali preferiscono baffi e barbe...». 
E i gruppi editoriali che cosa c'entrano? 
«"Panorama" ha cercato di coinvolgermi nella sua campagna sugli "outing".
Vorrebbero che facessi marchette. Mi vogliono in tacchi a spillo. Siccome
rifiuto, cercano di farmi passare per puritano. A me. Puritani sono i
giornali. Vuole che le faccia un esempio?». 
Prego. 
«In piena campagna elettorale, ricordai a Bossi il suo feeling con
Milosevic. Lui replicò con il suo consueto garbo, dicendo: "Meglio Milosevic
che Culosevic". Nessuno lo scrisse. E io sono andato in tv e a Radio
Radicale a segnalare a più riprese di essere stato ribattezzato "Culosevic".
Questo perché non si pensi sia facile mettermi in imbarazzo». 
Allora andrà anche lei l'8 luglio alla parata dei 250 mila (e di Cossutta e
Bertinotti)? 
«Vedremo, ne parleremo. Il problema non esiste. Sono felicissimo che il Gay
Pride si tenga regolarmente, che abbia successo. Io non faccio la mosca
cocchiera, non l'ho mai fatta. Noi non siamo tra coloro che esprimono
solidarietà. Noi facciamo parte di coloro ai quali si deve esprimere
solidarietà». 
L'atteggiamento di Rutelli l'ha delusa? 
«Niente affatto. Per deludersi bisogna prima illudersi. E io non mi sono mai
illuso: perché non posso chiedere a uno come Rutelli di fare il leader
radicale. Quello di oggi non è il Rutelli che candidammo nell'88, chiedendo
ai romani di chiudere il secolo come l'avevano aperto, con un sindaco
radicale, un nuovo Nathan. Rutelli non ha mai detto di essere questo, perché
è il sindaco dell'area del centrosinistra. Che ha fatto un lavoro decoroso,
e ora sul Gay Pride si trova in difficoltà». 
Il Gay Pride la mette in contrasto anche con Papa Wojtyla, di cui lei aveva
apprezzato molte posizioni, dall'anticomunismo all'ex Jugoslavia. 
«Provo molto affetto verso il Papa. Come persona è impossibile non amarlo.
Però si è fatto portavoce delle posizioni più retrograde. Il proibizionismo
vaticano in tema di amore ha conseguenze gravissime sul piano demografico e
biogenetico. Occorre prendere coscienza della gravità dello scontro tra il
liberalismo e il clericalismo, che colora di sé gran parte del mondo laico,
non soltanto quello che ben conosciamo del cattocomunismo, e dargli forma di
lotta politica e civile». 
***
Mah, io credo che alla fine Pannella ci sara', questa polemica mi pare pero'
datata e un po' pretestuosa.
Spero che la Bonino ragioni piu' serenamente, e' il momento di unirsi "per"
e non dividersi "contro".

***
Dalla CGIL:

Circolare storica la CGIL al corteo

Sabato 8 luglio dal piazzale antistante la stazione Ostiense (piazzale dei
Partigiani), partirà alle ore 14,30 il corteo organizzato dalle
organizzazioni omosessuali e transessuali a cui la CGIL parteciperà
ufficialmente.

Pertanto invitiamo tutte le nostre delegazioni a raccogliersi nel piazzale
insieme alla delegazione nazionale.

Ogni struttura è invitata a portare striscioni e bandiere riprendendo i temi
contenuti nell'o.d.g. approvato dal Direttivo Nazionale che vi alleghiamo.
Siete pregati di farci avere notizie in merito tempestivamente.

Cordiali saluti

p. Il Dipartimento Organizzazione
(Sergio Sinchetto). 
...
Dipartimento Diritti di Cittadinanza
Ufficio Nuovi Diritti

Per la CGIL la partecipazione a tutte le celebrazioni del 28 giugno,
anniversario della storica rivolta dello Stonewall Inn, ha rappresentato una
straordinaria occasione politica di riaffermazione di diritti e di libertà e
la testimonianza dell'impegno politico e dell'attività svolta da oltre dieci
anni a livello nazionale e territoriale con tutti i gruppi e le associazioni
gay, lesbiche e transessuali in Italia e a livello internazionale a tutela
di gay, lesbiche e transessuali sul posto di lavoro e non solo. 

Il tema dei diritti umani e civili in relazione all'orientamento e
all'identità sessuale mette in primo piano il rispetto per la persona, la
necessità di informare e creare cultura, di sconfiggere integralismi,
ignoranza, pregiudizi e di riappropriarsi di una concezione laica e plurale
dello Stato. Nel 1969, nel bar del Greenwich Village di New York, lesbiche,
gay e transessuali si erano ribellati a prepotenze e violazioni e i tempi
sono evidentemente poco cambiati dato che ancora oggi continua ovunque nella
quotidianità di tante persone un clima di attiva discriminazione sociale, in
molti Paesi esiste il reato di omosessualità che porta al carcere e alla
perdita dei diritti civili e in alcuni è prevista persino la pena di morte. 

Assistiamo pertanto indignati ai veti, alle menzogne, alle resistenze e ai
tentativi di imporre pretese subalternità che caratterizzano il dibattito in
atto a proposito della celebrazione del World Pride 2000, un contraddittorio
che va bel oltre la circostanza e offende la democrazia poiché evidenzia
pesanti contraddizioni e limiti sulle questioni che attengono al progresso
civile e alle libertà individuali, alle convinzioni sulla battaglia contro
le discriminazioni e le esclusioni e, in particolar modo, mette in gioco
l'autonomia e la laicità dello Stato.

Il diritto delle organizzazioni omosessuali e transessuali e di tutti i
cittadini a manifestare è previsto e garantito dalla democrazia, dalla
Costituzione e dalle regole della convivenza civile. Riteniamo che questa
sia un'occasione per le forze democratiche di far valere il proprio ruolo di
trasformazione sociale e che si possa aprire un percorso nuovo per compiere
un passo avanti verso un livello di civiltà più avanzato. L'8 luglio del
2000 deve essere pertanto la giornata in cui sfilare tutti noi, per la pace
e l'uguaglianza, per la fine delle discriminazioni, contro la pena di morte
e le torture, contro lo sfruttamento minorile e gli abusi sessuali, contro
ogni tipo di violenza integralista, istituzionale e razzista. 

Confermiamo l'impegno politico della CGIL di questi anni e auspichiamo che,
anche a seguito delle mozioni del Parlamento Europeo, questa sia l'occasione
per riprendere la discussione parlamentare sui disegni di legge in merito
alle norme antidiscriminatorie fermi in Commissione Affari Costituzionali. 

Nel dichiarare la nostra più convinta solidarietà agli organizzatori del
World Pride, ai movimenti omosessuali e transgender e nel confermare la
nostra adesione e la nostra partecipazione al corteo e alle altre iniziative
in programma, auspichiamo pertanto che le forze democratiche sappiano
sostenere il sereno svolgimento delle manifestazioni in programma e che il
Governo e gli organi istituzionali facciano sì che la democrazia sia
pienamente rispettata anche in questa occasione.

Roma, 3i maggio 2000
***
La partecipazione ufficiale della CGIL aderisce bene al significato della
manifestazione. Ottimo.
***
http://www.espressoedit.kataweb.it/online/chiesa/chiesa_000705.shtml

Teologia e omosessualita'.

All'interno del cattolicesimo il consenso sulla valutazione morale
dell'omosessualità è già venuto meno da alcuni decenni; è un fatto
largamente diffuso, che va dal modo di pensare e agire di molti fedeli fino
alle riflessioni dei teologi. Per questo proponiamo che le autorità
ecclesiastiche si facciano carico di tale dissenso e lo affrontino col
dialogo e la ricerca comune, sia all'interno della Chiesa, sia con altre
Chiese che non sostengono la medesima dottrina di quella cattolica.

La radice del dissenso cattolico si trova nell'insegnamento stesso della
Chiesa. Infatti, da una parte essa rivendica una visione pienamente
rispondente alla realtà della persona e ne deduce una morale sessuale sempre
valida, indipendentemente dalla cultura, dalle scoperte scientifiche, dalle
condizioni personali (cfr. Homosexualitatis problema 2; Persona humana 3-5);
dall'altra afferma che la genesi psichica (dell'omosessualità) rimane in
gran parte inspiegabile (Catechismo, 2357). Da questa contraddizione
derivano vari problemi.
[..]

Problemi teorici.

1) La Chiesa pretende di definire l'omosessualità partendo dagli effetti:
poichè è una tendenza che inclina a compiere atti sessuali intrinsecamente
disordinati, anch'essa deve essere analogamente definita intrinsecamente
disordinata. Però, se la biologia dimostrerà che la tendenza sessuale può
indifferentemente orientare la persona verso direzioni opposte (etero o
omo), non si capisce più per quale motivo la tendenza omosessuale debba
essere definita disordinata, quando invece non viene definita disordinata la
tendenza ad essere mancini!

2) L'errore della Chiesa risiede, da una parte, nel voler imbrigliare negli
schemi teologici una realtà biologica, che non può essere oggetto di
comprensione teologica; dall'altra, nel voler dare una valutazione morale
sulla natura di tale realtà biologica e non teologica.

3) Il difetto dell'argomentazione della Chiesa consiste nel qualificare una
tendenza biologica per via analogica - a partire dal giudizio morale dato ai
suoi effetti - attraverso un ragionamento, fondato su questo principio:
naturale, ordinato, morale, ciò che noi empiricamente vediamo accadere in
natura. Ma se è naturale soltanto ciò che empiricamente osserviamo nella
natura e in base a questa osservazione stabiliamo ciò che è morale e ciò che
è immorale, dobbiamo riconoscere che: poichè i capelli crescono
naturalmente, è contro natura e immorale tagliargli! Per questo, riteniamo
che se la Chiesa vuole parlare seriamente dell'omosessualità, deve
distinguere il concetto di natura dal concetto di naturalità, per non cadere
in fuorvianti confusioni e in conclusioni affrettate.

Cosa dice la Bibbia?

La Bibbia tace sulla natura dell'omosessualità. In pochissime brevi frasi
disapprova gli atti omosessuali. La Bibbia non da una valutazione morale
dell'omosessualità, nè carica di significati simbolici ogni singolo atto
omosessuale: E' l'interpretazione della Chiesa ha farlo. Una domanda: E'
oggetto della rivelazione divina condannare ogni singolo atto omosessuale
indipendentemente dalla conoscenza della sua origine (sconosciuta dalla
Bibbia)? Quasi sicuramente no. 

Allora, come possiamo essere profeti?

Da una parte dobbiamo tener conto che ancor oggi non disponiamo di risultati
scientifici sicuri per conoscere l'omosessualità, dall'altra non possiamo
aspettarci molto dall'interpretazione biblica della Chiesa, ancora
impregnata di un banale ma efficace conservatorismo non scientifico.
Tuttavia, quel poco che sappiamo (biologia, storia delle religioni, esegesi)
è già sufficiente per mostrare che la dottrina cattolica non gode più di
quelle solide basi di un tempo. Quindi, se è vero che essa deve essere
mantenuta come guida verso ulteriori approfondimenti, è ugualmente vero che
non può più essere riproposta tale e quale. Non facciamo oggi un altro
errore simile a quelli fatti in passato: donne bruciate, Galilei, schiavitù,
libertà di coscienza, e tante altre assurdità teologiche! Per questo,
crediamo che la Chiesa dovrà prendere sul serio anche gli apporti della
biologia, se vorrà affrontare bene la questione omosessuale.

Verso una nuova cura pastorale.

Noi religiosi per primi avremmo bisogno di un clima più disteso. Molti tra
noi presentano tendenze omosessuali: non è un problema. Ma di fronte al
mostro dell'omosessualità, quanti seminaristi, suore e frati sono alienati
da se stessi, non vivono autenticamente la vocazione e si rifugiano in falsi
spiritualismi disincarnati! In base alla nostra esperienza, sappiamo che
pochi preti l'hanno interiorizzata e ne sono liberi. In proposito vogliamo
ricordare che non tutti i sacerdoti sono in grado di poter aiutare chi
presenta tendenze omosessuali. Non è sufficiente conoscere la dottrina e
ripeterla. Occorrono anche altre conoscenze di tipo psicologico e una
sensibilità personale non comune. Ma soprattutto è necessaria una libertà
interiore, derivante sia dall'aver risolto positivamente le paure inconsce
che l'omosessualità risveglia in tutti, sia dall'essersi, eventualmente,
accettati come gay: è una libertà che pochissimi sacerdoti hanno. Per
questo, gay e lesbiche dovrebbero abbandonare il confessionale se vengono
maltrattati, se viene presentata loro la porta dell'inferno: è il confessore
che ne ha paura, al punto da non essere capace di mostrar loro la via al
paradiso.
[..]
(Prometeus) 
....
La pena che i buoni devono scontare per l'indifferenza alla cosa pubblica è
quella di essere governati da uomini malvagi (Platone)

Visita questi siti: http://www.amnesty.it 
http://www.thehungersite.com/index.html 
http://www.emergency.it 
http://www.mysmallpart.com/index.html


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