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Rolando Alberto Borzetti  Martedi`, 27 Giugno 2000

Giustizia. Magistrati ancora una volta nella bufera dopo la clamorosa
assoluzione dei quattro imprenditori rinviati a giudizio, con
pesantissime imputazioni, dall'Ufficio Istruzione del tribunale di
Palermo e assolti ieri dalla prima sezione della Corte d'Assise di
Bari.  La sentenza dei magistrati baresi, oltre a far luce sul merito
delle accuse contestate ai quattro imprenditori, si pronuncia con
severita' anche sulla professionalita' dei magistrati inquirenti per la
"censurabile leggerezza con cui si e' provveduto alla denuncia degli
imputati".
Un giustizialismo preconcetto, e probabilmente non alieno da
motivazioni politiche, che ha rischiato di gettare una macchia
irreparabile sull'onore e la liberta' di quattro cittadini che - come
tutti ora sono costretti a riconoscere - escono dalle aule di giustizia
senza che nulla sia emerso nei loro confronti. Al clima di vero e
proprio linciaggio civile in cui le indagini si sono svolte fa
d'altronde espresso riferimento la sentenza che parla di una
"situazione psicologica e suggestiva cui non era certo facile
sottrarsi, solo cosi' infatti puo' spiegarsi il rinvio a giudizio dei
predetti". Sulle "rivelazioni" del "pentito", da cui avevano attinto a
larghe mani gli inquirenti, la sentenza e' altrettanto esplicita: "La
Corte non puo' che sanzionare con il marchio dell'assoluta
inattendibilita' l'intero contenuto delle deposizioni del soggetto, al
quale del tutto immeritatamente e' sta ualifica di supertestimone".
Vicenda chiusa, dunque, per quanto riguarda la - ormai possiamo ben
dirlo - fantomatica organizzazione criminale su cui per quasi un anno
si e' levato il battage della stampa di sinistra. Incerta, a questo
punto, la sorte dei magistrati che hanno impegnato la loro credibilita'
professionale su un'inchiesta nata male e su delle accuse infondate;
secondo alcune voci il responsabile dell'Ufficio Istruzione, Cesare
Terranova, mediterebbe di darsi alla politica. Ma al di la' di tutto
questo resta il valore positivo di questa vicenda che ha dimostrato
come la giustizia italiana, nonostante le intemperanze "politiche" di
alcune sue frange estreme, nel complesso funzioni. Ne e' prova l'esito
finale di questo drammatico caso giudiziario, che non ha visto alla
fine quattro "delinquenti" portati via fra il flash dei fotografi e lo
sferragliare delle manette ma quattro innocenti cittadini uscire a
testa alta dalle aule di giustizia. Anche se non sara' facile superare
il trauma di questa brutta avventura per Salvatore Riina, Bernardo
Provenzano, Calogero Bagarella e Luciano Leggio.
Qui Bari, sono le undici e trenta di lunedi' ventisei giugno 1969,
nient'altro da aggiungere sul processo, a voi studio.

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Italiani. Una ragazza di diciannove anni e' stata aggredita da un
italiano che ha tentato di violentarla pubblicamente, poco dopo
mezzogiorno, nella centralissima via Capo le Case, a pochi metri da
piazza di Spagna. Dei numerosi italiani presenti, nessuno e'
intervenuto per aiutare la ragazza che si divincolava e chiedeva aiuto.
La ragazza e' stata salvata, ferita, con gli abiti a pezzi e in grave
stato di choc, dall'intervento di due agenti motociclisti che passavano
per caso.  Solo dopo che i poliziotti hanno bloccato e ammanettato
l'aggressore, gli italiani hanno cominciato ad inveire contro
quest'ultimo e a cercar di aggredirlo. "Mi prudevano le mani" ha
motivato il suo gesto l'aggressore, Alessandro Piazzino, incensurato,
ventotto anni. "Convinto che stessero scherzando" ha dichiarato uno
degli italiani, Angelo Bruzzi. "Sembravano ragazzate di studenti in
vacanza" ha detto un altro spettatore italiano, il giovane Luca
Grimondi. Ai lavavetri di Roma: fra un semaforo e l'altro, fatemi la
cortesia di dare un'occhiata in giro, amici miei: casomai ci fosse
qualche ragazza in difficolta', voi che non avete ancora imparato a
essere "europei".

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Candidature. Massimo Moratti per sindaco di Milano. Bello: Sarti
Burgnich e Facchetti al Comune, la grande milano Internazionale d'una
volta che torna a vincere allegramente in tutt'Europa.  Purtroppo,
"questo" Moratti e' uno che per prima cosa si e' messo a fare l'elogio
di Albertini.

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Tesoro. Ventimila miliardi in entrata per le licenze dei nuovi
telefonini. Settantamila miliardi in uscita per l'evasione fiscale
delle imprese.

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Tesori. I commercianti di Roma minacciano lo sciopero delle tasse per
protestare contro i vu' cumpra', che non pagano le tasse.


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Borsa. Un quarto delle azioni trattate alla borsa di Milano, alla fine
degli anni Settanta, aveva in qualche modo relazione col banchiere di
Cosa Nostra, Michele Sindona (personalmente garantito, di fronte agli
inquirenti americani, da Andreotti). "La mafia e' entrata in borsa",
denuncio' Falcone nel 91. "Cosa Nostra e' sui mercati finanziari e
utilizza anche l'e-commerce per ripulire i soldi sporchi" ha scritto il
procuratore Grasso di Palermo pochi mesi fa. Non sono novita',
naturalmente: qui abbiamo sempre saputo che il mafioso che spara e'
solo l'ultimo anello della catena. Ma perche' non se ne parla piu'?
(Chi paga chi non ne parla piu'?).


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Renzo Foa, ex direttore dell'Unita', adesso e' una colonna del Giornale
di Berlusconi. Lamenta la crisi culturale e politica della sinistra e,
quanto a se', dichiara di "non essere un bolscevico". Nessuno pretende
tanto. Ma fosse almeno un signore: il buon gusto l'avrebbe aiutato.

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Tempi moderni. I costruttori romani  Caltagirone sono entrati
nell'internrt e si son fatti il portale e tutto il resto. Per la
pubblicita' hanno scelto una torma di mouse che s'affollano su un cacio
a modo di sorcetti. "A Fra', che te serve?" era il motto dei
Caltagirone (Fra' era il tesoriere di Andreotti) della mia generazione.
Adesso siamo al rosicchiamento virtuale.


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Immortalita'. C'era un pittore che passo' alla storia come il
Braghettone perche' un papa clericale gli fece pittare foglie di fico
su tutti i nudi di Michelangelo. Rutelli - se e' vero che ora vogliono
"vestire" tutti i cavalli delle carrozzelle di Roma - fra i sindaci
romani sara' ricordato come er Mutandaro.


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Pena di morte. E' giusto uccidere i colpevoli? E' giusto uccidere gli
innocenti? Un'inchiesta universitaria ha dimostrato che, fra il 73 e il
95, la maggior parte dei condannati a morte che avevano i soldi per
ricorrere in appello sono riusciti a salvarsi la pelle: le accuse, nei
due terzi dei casi, non reggevano a un esame appena un po'
approfondito.  Alla prima domanda gli americani continuano a rispondere
senza dubbio alcuno di si'. Alla seconda, ci stanno pensando.


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Exodus. La storia del cargo Medstar, tredicimila tonnellate e carico
misto, equipaggio di Mindanao, armatore di Gibilterra, broker italiano,
bandiera delle Antille, capitano croato, rotta dal Golfo Persico
all'India e quindici o venti clandestini a bordo che stanno fuggendo
dal Kurdistan in cerca d'un paese che li lasci vivi. I clandestini che
salgono su dalla stiva ad uno ad uno, gli uomini che si affollano -
"siamo armati, dirottate la nave!" - in coperta, il capitano che lancia
il "pirati a bordo", l'arrivo dei guardacoste, il sole dell'Oceano
Indiano: non sapremo mai i nomi ne' le storie di questi uomini, ne' se
siano liberi, adesso, o morti o in qualche carcere o campo-profughi
turco o europeo o indiano. I giornali hanno voltato pagina,
semplicemente, dopo averne dato notizia quasi un mese fa; e non c'e' un
Conrad per i poveri, nel Duemila.


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America. In una sola stagione, l'antitrust stronca tre dei piu' potenti
monopoli del paese: Microsoft, Visa e MasterCard. In Italia,
l'Autorita' delle Comunicazioni riconosce che sia la Rai che Mediaset
hanno ampiamente sfondato i limiti di legge, e tuttavia non interviene
perche' questo e' "fisiologico". In italiano, la parola america si
traduce semplicemente "affari nostri".


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Pedofobi. Un bambino su sei, nei paesi "ricchi", vive in condizioni di
poverta'; tredici milioni e mezzo, solo negli Stati Uniti. La
percentuale va dal tre per cento dei paesi scandinavi al novanta per
cento di Polonia e Ungheria: passando per il trentasei per cento
dell'Italia e il ventinove per cento dell'Inghilterra, dove la poverta'
minorile e' triplicata dall'inizio dei governi Thatcher in poi. Gli
adolescenti possono essere legalmente uccisi, in caso di gravi reati,
in Cina, Nigeria, Arabia Saudita e Stati Uniti.

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Quinto Stato. Succedono cose storiche anche in Italia e anche ora. Il
corteo degli emigranti a Roma, la settimana scorsa: cinquantamila a
sfilare con cartelli scritti a mano per le vecchie strade di Roma, le
stesse dove una volta, per rivendicare se stessi, sfilavano
gl'italiani.  Ho un paio di amici, i cui nomi non faccio perche' Bava
Beccaris potrebbe metterci il muso anche domani, che hanno organizzato
le prime - timide - riunioni davanti ai cantieri, scritto i primi
volantini, predicato l'unione: ai pakistani e ai bengalesi, ora, come
ai veneti e ai siciliani di tanti anni fa. Li vedi ora in testa al
povero corteo - una giacca gettata sulla spalla, un giro di ombre e
luci sul viso, una donna che chiede loro qualcosa. Il quadro di Pelizza
da Volpedo, che sta a prendere polvere in una sala di Milano, adesso e'
roba loro.


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Addio a Piero Pratesi, giornalista. Nell'84 dirigeva Paese Sera ed ebbe
il coraggio di pubblicare integralmente l'edizione straordinaria dei
"Siciliani" dopo l'assassinio di Giuseppe Fava. Nell'88 fu tra i
fondatori del libero e felice giornale dei primi anni Novanta,
l'"Avvenimenti" di Claudio Fracassi, Sergio Turone, Alfredo Galasso,
Piergiorgio Maoloni, Diego Novelli, padre Ernesto Balducci e Lidia
Menapace. Vestiva all'inglese e parlava a bassa voce; non aveva - caso
rarissimo per un giornalista italiano - il minimo gusto del potere.
Comunista e cattolico, ha vissuto lucidamente il tramonto di un mondo
che amava. Nel suo Cristo e nel suo socialismo lui ci credeva davvero,
mitemente; scriveva onesto e chiaro e mai da cattedra; non credo abbia
mai odiato o disprezzato nessuno. E' morto un uomo buono, hanno scritto
di lui; ed io non ho da aggiungere altro.


Saluti mesti
R.A.B.



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