[GARGONZA:9010] R: "Furono uno strumento di lotta politica"
Piero DM  Domenica, 25 Giugno 2000


----- Original Message -----
From: Rolando Alberto Borzetti

> Relazione Ds sulle stragi
> ROMA - I Democratici di sinistra abbandonano il buonismo e, in una
relazione
> sulle bombe degli anni Settanta, presentata alla Commissione stragi,
> rilanciano la tesi che le bombe degli anni di piombo furono "stragi di
> Stato" collegate a trame atlantiche e di cui uomini della destra sono
stati
> esecutori. E come se non bastasse, dicono i parlamentari Ds della
> Commissione, ci sono uomini dell'ex Msi, come il presidente dei senatori
di
> An Giulio Maceratini che "fino al 1997 ha avuto contatti e legami politici
> con personaggi della destra eversiva già inquisiti e, talora, condannati
con
> sentenze definitive". ...
>... La reazione del Polo comunque non scompone i dirigenti della Quercia.
"Il
> nervosismo degli esponenti della destra - ha detto Carlo Leoni,
responsabile
> giustizia del partito di Veltroni - è tipica di chi vuole chiudere gli
occhi
> e rifiutare un confronto sulla storia del nostro paese. La relazione sulle
> stragi presentata oggi non è il frutto di una ricostruzione arbitraria, ma
> dei risultati di atti processuali noti ormai da tempo".

Un grazie a Rolando, che ci propone puntualmente un argomento interessante,
che si colloca in una tendenza molto positiva della lista a privilegiare i
temi di contenuto piuttosto che le questioni di coalizione (pena di morte,
libertà sessuale, innovazione, debito estero, etc).

Quando ho appreso della denuncia dei DS ho provato un grande senso di
rabbia, mista a rassegnazione: diciamo che nell'insieme mi è sembrata una
scemenza - o, se si preferiscono i toni più soft, una "iniziativa
inopportuna e fuori tempo".
Il motivo di questa mia immediata reazione è presto detto, e viene ben
spiegato dall'ultima frase di Carlo Leoni - "...atti processuali noti ormai
da tempo". Aggiungiamoci anche che, politicamente e moralmente, da ancora
più tempo (diciamo da sempre?) non c'è mai stato alcun bisogno di atti
processuali per sapere quali e quanti siano i legami di uomini del MSI-AN
con l'eversione nera, le bombe, i picchiatori, le stragi, i servizi e alcuni
ambienti militari assai poco trasparenti.
Un consapevolezza che somiglia molto a quella che riguarda Andreotti e i
suoi amici siciliani, e a quella che riguarda Berlusconi, la sua corte di
traffichini e "avvocati", i suoi stallieri, e i suoi lunghi anni piuttosto
opachi (ma non poi così tanto ....) di costruzione delle proprie prime
fortune, etc.

Ci si potrebbe chiedere, a questo punto, perché mai dev'essere giudicato
"inopportuno" un documento che proclami una ben nota verità.
Ebbene, il nostro partito, l'intera sinistra nel suo complesso ha commesso
una delle peggiori azioni che la politica possa prevedere - peggiore nel
senso di più inopportuna, insensata, sciocca, che induce alla confusione e
alla perdita di significato del contenuto stesso dei propri giudizi.

Non è lecito infatti alimentare (giustamente, anche se con qualche
semplificazione di troppo) per anni una rigida opposizione al fascismo e al
neo-fascismo, e all'eversione nera, per poi passare disinvoltamente ad un
indiscriminato "sdoganamento" dell'intera classe dirigente del MSI-AN, e
alle curiose velleità di "pacificazione" di Violante, e poi ancora ritornare
(senza alcun apprente motivo contingente, oltre tutto) a scoprire l'acqua
calda dell'eversione nera, etc.
Quello che stupido e imopportuno, evidentemente, non è la durezza
dell'opposizione, prima, e neppure in fondo in fondo lo sdoganamento, ma
l'oscillazione, questo assurdo rimbalzare da una posizione all'altra,
riuscendo in una botta sola a dare due impressioni negative: una, di non
avere una posizione chiara e netta, profondamente radicata; due, di assumere
una o l'altra posizione a seconda delle convenienze o del momento, peccando
cioè di opportunismo.

Le questioni che riguardano il MSI-AN sono di grande importanza, o almeno
sono certamente di un'importanza potenziale, incombente, nel caso di
un'eventuale assunzione di responsabilità prolungata e diretta di governo di
quegli uomini.
Ma ancora più immanente e pressante è apparsa e appare in questi anni la
questione-Berlusconi, il suo conflitto di interessi non limitato soltanto
all'azienda, e la presenza nel suo staff di figuri francamente loschi, di un
genere forse peggiore di quello di un Maceratini o di un Rauti.

Questo ondeggiare, questa mancanza di senso dell'opportunità, di senso
politico, appare quindi molto preoccupante, sia in via di principio, sia in
via pratica e politica.
Tanto peggio poi, se si pensa che nell'intera coalizione di centro-sinistra
è soltanto la sinistra - sia pure con tutti i suoi errori appena esaminati -
che s'incarica di avere in qualche modo e ad intermittenza una funzione
censoria verso queste aberrazioni.
Forse - in aggiunta ad elaborazioni ideologiche e a corpose ricerche di
identità, a documenti sul terzo millennio e sugli stravolgimenti della
new-economy, etc - non farebbe male alla sinistra convincersi che una
qualche forma di nettezza e di fermezza (nel tempo e nello spazio) su queste
"scoperte dell'acqua calda" sarebbe di grande utilità: magari non per
"conquistare voti al centro", ma per conservarsi quelli della gente di
sinistra, e di tutti quelli che non ci stanno a questi giochetti.

La cosa più sconfortante è che, per capire tutto questo, non serve
necessariamente un genio della politica, uno statista, ma è sufficiente un
normalissomo e modestissimo buon senso.
Probabilmente, qualcosa più del buon senso serve per impedire che un amico
dei mafiosi diventi Ministro dell'Interno, o un corruttore di giudici,
chissà, Ministro della Giustizia, o rifondatore della Costituzione in una
commisione bicamerale: se non ci si riesce, è inutile illudersi di metterci
una pezza facendo la mossa di scoprire l'acqa calda ...anche perché
quell'acqua era stata scoperta da tempo, e ormai si è raffreddata, insieme a
molti entusiasmi.

= Piero DM =




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