Pare sia una palla, ... e lo dicono i Comites
Comites Berlino: "La Germania non sta cacciando gli italiani senza lavoro"
Simonetta Donà, presidente dell'ente di riferimento degli italiani in Germania: "A nessuno verrà imposto di lasciare il Paese. Sarà vietato l’accesso a sussidi sociali e a una copertura sanitaria che vada oltre le emergenze"
By Andrea D'Addio
GETTY IMAGES/ISTOCKPHOTO
"La Germania non sta cacciando dai propri confini gli italiani senza lavoro". A sostenerlo è Simonetta Donà, presidente del Comites di Berlino, comitato italiani all'estero, organo di rappresentanza della nostra comunità nella circoscrizione che raggruppa la capitale tedesca, il Brandeburgo, la Sassonia, l'Alta Sassonia e la Turingia. "Non solo noi di Berlino non siamo stati contattati da nessun italiano lamentando la ricezione di un provvedimento d'espulsione, ma anche, chi nella Renania Settentrionale-Vestfalia o nel Baden-Württemberg, ha ricevuto comunicazioni del genere può stare relativamente tranquillo , differentemente da quanto sostenuto nel recente servizio di Radio Colonia ripreso da diverse testate italiane. A nessuno verrà imposto di lasciare il Paese entro 15 giorni se non avrà trovato un lavoro. Ciò che gli sarà vietato è l'accesso a sussidi sociali e ad una copertura sanitaria che vada oltre le emergenze. Il tutto fin quando non avrà trovato un lavoro o avrà dimostrato di essere economicamente autonomo".
Simonetta Donà è anche avvocato comunitario e docente di diritto italiano all'Università Humboldt di Berlino: "Il servizio di Radio Colonia usa una terminologia inesatta. Secondo la legislazione vigente in Germania un cittadino europeo può essere espulso dai confini tedeschi solo se reputato un pericolo pubblico per la salute o per la sicurezza pubbliche. Parlando solo di questo ultimo aspetto, una persona per essere espulsa deve essere stata condannata in Germania, ad esempio, ad una pena di più di tre anni di detenzione ed avere ricevuto un'analisi specifica del proprio caso che tenga conto di quanto e come la sua vita sia radicata al territorio tedesco".
"Le lettere di minaccia di espulsione ricevute recentemente da italiani residenti in Germania non sono un'invenzione giornalistica, ma è fondamentale chiarire che non rappresentano un vero e proprio provvedimento di espulsione. Sono comunicazioni minatorie da parte di uffici amministrativi che sperano così di persuadere qualche straniero senza il diritto ai sussidi sociali a lasciare il Paese. Oltre a comunicare la negazione all'accesso al welfare nazionale non hanno però nessun vero valore. Se un cittadino europeo volesse fare il senzatetto in Germania nessuno glielo vieterebbe".
La legge sull'accesso ai sussidi sociali a cittadini europei in Germania è cambiata il 20 luglio 2017. Se prima si accordavano i sussidi sociali a chiunque vi risiedesse da almeno tre mesi, ora l'accesso è garantito solo a chi ci vive da almeno cinque. Si parla non di sussidi di disoccupazione o di assegni parentali, ma di aiuti a disoccupati di lungo corso o persone che non hanno mai lavorato in Germania.
"Nelle recenti lettere ricevute da alcuni italiani si può senza dubbio scorgere un indirizzo politico dei singoli stati federali. Si vogliono chiudere i rubinetti ai tanti che, negli ultimi anni, da varie parti d'Europa, si sono trasferiti per sfruttare il sistema, un fenomeno da arginare che ha portato la Germania a porre diverse interrogazioni a Bruxelles. Posso parlare solo per la comunità italiana, ma è indubbio che tra il 2008 e il 2012 diversi nostri connazionali si siano trasferiti in Germania sulla scia di servizi giornalistici che raccontavano questo paese come un Paradiso dove si potesse vivere bene anche senza fare nulla anche se non era esattamente così. Ad ogni modo, chiunque riceva lettere del genere può rivolgersi ai Comites del loro territorio e ai diversi patronati italiani della zona di residenza. È importante frenare la psicosi generata in queste ultime ore e promuovere la diffusione di un'informazione corretta".
https://www.huffingtonpost.it/2018/09/2 ... _23538998/
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)