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L’Italia si sta suicidando per proteggere la sua mediocrità

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

L’Italia si sta suicidando per proteggere la sua mediocrità

Messaggioda franz il 19/08/2018, 9:57

L’Italia si sta suicidando per proteggere la sua mediocrità
Importiamo braccia, esportiamo cervelli: fa male dirlo, ma il declino del Belpaese si fonda su questo scambio. A sua volta indotto dalla nostra incapacità di valorizzare il merito. E dalla nostra difesa a oltranza del parassitismo e delle rendite di posizione
di Michele Boldrin

L’editoriale di Francesco Cancellato ( https://www.linkiesta.it/it/article/2017/08/29/grande-invasione-la-verita-e-che-siamo-un-paese-da-cui-la-gente-scappa/35338/ ) mi induce ad ulteriori riflessioni. Non, questa volta, in contraddizione con le sue ma in aggiunta. Sono convinto da decenni che i flussi umani da/per l’Italia siano, al contempo, il miglior indicatore del declino (come lo chiamammo su noiseFromAmerika dal 2006 in avanti) ed uno dei suoi motori principali.

Francesco riporta una frase del president del Ciad: «Perdiamo persone, perdiamo braccia valide» notando che Gentiloni avrebbe potuto dire altrettanto. Vero, ma con un distinguo importante: avrebbe dovuto sostituire “braccia” con “cervelli”. Ed è lì che sta il punto: l’Italia importa braccia ed esporta cervelli. Dove, meglio chiarirlo subito, con “cervelli” non si intende solo (neanche principalmente) ricercatori o aspiranti professori universitari ma, invece, persone dotate di capacità professionali e motivazioni superiori alla media in ogni campo di attività, dalla medicina all’architettura, dalla ristorazione all’ingegneria e financo al giornalismo, passando ovviamente per l’accademia.

I “quantificatori” vanno usati con cura in questa discussione. Non è vero che tutti gli eccellenti emigrano: in ogni data professione molti, o alcuni, rimangono. Ma son sempre meno e, in certi campi, sono oramai una minoranza. Non è nemmeno vero che importiamo solamente “braccia con poco cervello”: fra gli immigrati, che invece di transitare per l’Italia alla ricerca di più verdi pascoli vi son rimasti, ci sono anche moltissimi capaci che hanno contribuito professionalità ed imprenditorialità al nostro paese. Ma sono una minoranza e, in assenza di statistiche su cui confidare, sono troppi gli indizi che segnalano la loro diminuzione in percentuale degli immigrati che rimangono. Insomma, l’Italia esporta skilled emigrants ed importa unskilled immigrants: proviamo a chiederci perché e quali effetti questo abbia.

Per farlo adotto una metafora economica – quella della funzione aggregata di produzione – che, quando usata con un po’ di disciplina, può essere utile. Pensate al Pil italiano come al frutto di un mischiarsi di milioni di fattori di produzione: le macchine, i terreni, le professionalità individuali, le conoscenze tecnologiche, il lavoro puro e semplice, eccetera. Tale complessa “convoluzione” avviene secondo regole legali, norme culturali, istituzioni ed altri criteri che definiscono il “sistema economico” e ne caratterizzano l’efficienza oltre che distribuirne il prodotto a questo o quell’altro fattore. È abbastanza intuitivo pensare che l’insieme delle regole socio-economiche e le caratteristiche dei fattori di produzione preponderanti determinino effetti di complementarietà o attrazione verso certi fattori e di repulsione verso altri. Un paese con tanti campi fertili attira agricoltori, uno con tante buone università attira aspiranti ricercatori ed uno con tanti anziani sussidiati attira ... badanti. D’altro canto, un paese dove il merito non viene compensato e dove chi chiede d’esserlo più della media – perché fa e produce sopra di essa – viene guardato malamente, tenderà ad allontanare questo tipo di persone. Insomma, è la parte centrale della distribuzione delle capacità (quella di gran lunga maggioritaria) che – assieme alle regole del gioco ed ai criteri di compensazione individuale – determina chi viene e chi va in un sistema economico.

L’italiano medio (l’80% della popolazione se devo dare ascolto ad inchieste, intenzioni di voto e programmi dei partiti) ha deciso di costruire e difendere un sistema che espelle ed espellerà le eccellenze in praticamente tutti i campi, premiando invece le mediocrità. Questo processo ha il suo motore immobile nella politica: mai, credo, si era vista in parlamento una peggior masnada di incompetenti, chiacchieroni, arruffoni, faccendieri, svitati, ignoranti, bugiardi, arrampicatori sociali e megalomani. Costoro non sono stati scelti né da Merkel né da occulte potenze straniere ma dalla maggioranza del popolo italiano che, evidentemente, in essi si riconosce.

Questa la realtà con cui l’italiano medio si rifiuta di fare i conti: se, per proteggere te stesso e la tua scarsa voglia o capacità di competere, premi ovunque e sempre mediocrità, fancazzismo e parassitismo diffuso, la minoranza che fancazzista e mediocre non è cercherà di andarsene mentre i furbetti, i fancazzisti ed i mediocri che stanno fuori accoreranno all’Eldorado

E siccome la mediocrità riproduce e premia se stessa, quella politica, da “sopra”, e quella dell’elettorato, da “sotto”, hanno concorso in questi decenni ad imporsi in ognuna delle professioni che determinano l’immagine verso l’estero ed il funzionamento interno del paese: dal giornalismo all’accademia, dalla burocrazia pubblica all’imprenditoria privata sino alla produzione culturale ed alle professioni. Mediocrità, disdegno per la competenza, parassitismo congenito e ricerca di favori sulla base di connessioni politiche o familiari sono le regole che dominano quella “convoluzione” dei fattori di produzione che menzionavo prima e ne seleziona, quindi, natura e qualità.

È dell’altro ieri l’ennesima imbarazzante affermazione del presidente di Confindustria – uno che dovrebbe dedicarsi a fomentare innovazione, concorrenza, iniziativa imprenditoriale, lungimiranza e propensione al rischio – il quale chiede 10 miliardi di sussidi pubblici per creare 900mila posti di lavoro! Chissà da quale cappello politico ha estratto quel numero, non poteva chiedere 11 e fare conto tondo imitando la sparata berlusconiana d’un ventennio fa? Ma questo è solo un esempio fra i mille possibili. Ho scoperto da poco che, nel programma ministeriale per dare una piccola mancia ai dipartimenti universitari eccellenti esiste la clausola di salvaguardia della mediocrità diffusa: ogni singola sede universitaria ha per definizione almeno un dipartimento da premiare come “eccellente” sul piano nazionale! Folle? Evidentemente non per il parlamentare, funzionario e docente universitario medio italiano: la regola sta lì da tempo e nessuno protesta.

Questa la realtà con cui l’italiano medio si rifiuta di fare i conti: se, per proteggere te stesso e la tua scarsa voglia o capacità di competere, premi ovunque e sempre mediocrità, fancazzismo e parassitismo diffuso, la minoranza che fancazzista e mediocre non è cercherà di andarsene mentre i furbetti, i fancazzisti ed i mediocri che stanno fuori accoreranno all’Eldorado. Tutto questo non lo risolvi di certo con gli incentivetti fiscali per il ritorno dei cervelli (!) né imprecando contro questi immigranti di m.... che così tanto ti assomigliano!

Tutto questo, caro concittadino medio, lo puoi risolvere, nei decenni a venire, solo mettendo da parte i mediocri per lasciar spazio agli eccellenti. Comincia ora, comincia da te che forse è già troppo tardi.

https://www.linkiesta.it/it/article/201 ... ita/35347/
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Re: L’Italia si sta suicidando per proteggere la sua mediocr

Messaggioda franz il 19/08/2018, 10:00

L'articolo, già linkato sopra, di Francesco Cancellato era di un anno fa.


Grande invasione? La verità è che siamo un Paese da cui la gente scappa (ed è molto peggio)
Abbiamo più gente che emigra di Messico e Afghanistan e gli stranieri che arrivano in Italia voglio subito andarsene, per trovare un lavoro altrove. In altre parole, abbiamo un problema opposto a quello che pensiamo di avere: siamo un Paese che si svuota
di Francesco Cancellato

29 Agosto 2017 - 10:01

Magari fossimo un Paese di destinazione dei flussi migratori. Magari ci fosse, se non un’invasione, perlomeno un flusso consistente di migranti diretti verso l’Italia. Magari.

Una provocazione? Sì, ma nemmeno troppo. Lo diciamo consapevoli che il senso comune porta in direzione ostinata e contraria, quella di un Paese che si sente vittima di una sostituzione etnica e culturale. Che si sente curiosamente vittima di un problema opposto a quello che effettivamente ha. Ma lo diciamo con assoluta cognizione di causa. Leggendo le cronache della conferenza di Parigi sulla crisi migratoria dall’Africa, ad esempio, in cui Angela Merkel, senza troppi giri di parole, ci ha identificato per quello che siamo: un Paese di transito, al pari di Niger, Ciad e Libia. L’ultimo, l’unico sull’altra sponda del Mediterraneo, il più semplice da attraversare, ma comunque un Paese di transito: «L'Italia e la Libia sono elemento fondamentale come interfaccia», ha detto ringraziando Sarraj e Gentiloni. Interfaccia, come la Libia. Capito, no?

Stiamo parlando di un Paese, l’Italia, da cui emigra più gente di quanta ne emigri dal Messico o dall’Afghanistan. 171mila anime, secondo Ocse, 285mila secondo il centro studi Idos e Confronti, soprattutto giovani. Che noi li chiamiamo expat, per addolcire la pillola: «Perdiamo persone, perdiamo braccia valide». L’ha detto Idriss Deby, presidente del Ciad, giusto ieri , ma avrebbe potuto benissimo dirlo Gentiloni
E anche i dati sui diecimila minori non accompagnati sbarcati in Italia, peraltro, certificano questa conclamata evidenza. Ne scrive La Stampa di oggi, raccontando come ce ne siano 31mila irrintracciabili, 9 mila dei quali scappati dai centri di accoglienza. La maggioranza dei quali, è più che un ipotesi, se ne sono andati per raggiungere i loro parenti nel nord Europa, o per trovare lavoro in Germania. Quelli che vogliono restare qui sono una minoranza.

E del resto, stiamo parlando di un Paese, l’Italia, da cui emigra più gente di quanta ne emigri dal Messico o dall’Afghanistan. La diciamo in un altro modo: ogni cento migranti nel mondo, 2,5 sono italiani. 171mila anime, secondo Ocse, 285mila secondo il centro studi Idos e Confronti, con un crescita esponenziale negli ultimi dieci anni. Soprattutto giovani. Che noi li chiamiamo expat, per addolcire la pillola. Di certo sono giovani che abbiamo istruito e che vanno a ingrossare il prodotto interno lordo altrui: «Perdiamo persone, perdiamo braccia valide». L’ha detto Idriss Deby, presidente del Ciad, giusto ieri, ma avrebbe potuto benissimo dirlo Gentiloni.

Negli Stati Uniti, in Francia, in Germania, Paesi d’attrazione dei flussi migratori, non funziona così. Per carità, i problemi di gestione delle migrazioni ci sono, e sono molto più seri che da noi, ma sono l’effetto di economie attraenti e in salute, di sicuro più della nostra. E non atterranno su società vecchie, stanche, impoverite e incazzate come la nostra. Nè minacciano, come da noi, un sistema previdenziale che salterà in aria come una santabarbara, se non troviamo il modo di aumentare il numero di giovani che lavorano rispetto a quello dei pensionati. Non sarà il migliore dei mondi possibili, ma è meglio una grande invasione, di questa grande fuga. Meglio un Paese che si riempie, di un Paese che si svuota.
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Re: L’Italia si sta suicidando per proteggere la sua mediocr

Messaggioda pianogrande il 19/08/2018, 13:04

Il paese si svuota e chi è finalmente arrivato al potere seminando odio e ignoranza si ritroverà ad amministrare un popolo impreparato e di una età media da ospizio.

Perché un paese prosperi ci vogliono le menti giuste ma andare in degrado e in rovina è un fenomeno che avviene spontaneamente.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: L’Italia si sta suicidando per proteggere la sua mediocr

Messaggioda franz il 19/08/2018, 13:34

Ci vogliono le menti giuste ed il terreno di coltura per farle crescere e proliferare.
Non pervenuto.
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Re: L’Italia si sta suicidando per proteggere la sua mediocr

Messaggioda trilogy il 23/08/2018, 22:10

Certo che con le ultime dichiarazioni di Dimaio il quadro è desolante. "la gara dell'ilva è illegittima ma non si può annullare". Poi sui migranti "se l'ue non decide non verseremo più i soldi". Veramente patetico, un adolescente che spara la prima cazzata che gli viene in mente con gli amichetti sulla chat.
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Re: L’Italia si sta suicidando per proteggere la sua mediocr

Messaggioda franz il 23/08/2018, 22:33

trilogy ha scritto:Certo che con le ultime dichiarazioni di Dimaio il quadro è desolante. "la gara dell'ilva è illegittima ma non si può annullare". Poi sui migranti "se l'ue non decide non verseremo più i soldi". Veramente patetico, un adolescente che spara la prima cazzata che gli viene in mente con gli amichetti sulla chat.

Ho lavorato tutto il giorno dalle 5 di mattina alle 9 di sera e mi pare di capire (correggetemi se sbaglio) che lo stesso Di Maio che tuonava contro la segretazione delle concessioni autostradali tra Stato e privato sarebbe lo stesso che ora sta segretando la decisione dell'Avvocatura! Anzi !!11!+!
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Re: L’Italia si sta suicidando per proteggere la sua mediocr

Messaggioda trilogy il 24/08/2018, 6:11

Si, non l'ha resa pubblica, anche perché stando al resoconto di Dimaio l'avvocatura smentirebbe se stessa. Nel parere a Calenda aveva detto che i rilanci economici non si potevano fare, ora direbbe il contrario...
Vedi:
https://www.nextquotidiano.it/di-maio-ilva-avvocatura/
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Re: L’Italia si sta suicidando per proteggere la sua mediocr

Messaggioda franz il 24/08/2018, 7:27

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