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L’inguaribile tara genetica della sinistra

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

L’inguaribile tara genetica della sinistra

Messaggioda ranvit il 27/07/2017, 12:00

Coglioni, pagherete per questo! :mrgreen:



http://www.affaritaliani.it/politica/re ... 92281.html



Renzi, Pisapia & co.: la sinistra sta facendo di tutto per perdere le elezioni
L’inguaribile tara genetica della sinistra spinge Renzi verso la disfatta
Di Gianni Pardo
Renzi, Pisapia & co.: la sinistra sta facendo di tutto per perdere le elezioni
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Ok della Camera a taglio vitalizi parlamentari, ecco cosa cambia
Presto bisognerà votare, e poi un governo bisognerà pure costituirlo. Ma le prospettive non sono rosee. Il M5s, non raggiungendo ovviamente il 51%, sarà ancora una volta lo spettatore che fischia. Il centrodestra, se riuscisse a presentarsi unito, potrebbe anche vincere, ma non è detto che lo farà. Mentre il Pd, di questo passo, sembra condannato alla sconfitta. L’ovvia condizione, per scongiurare questo esito, è che si presenti unito alle elezioni. Ma questa “ovvia condizione” – per quanto ne sappiamo - sembra una “ovvia impossibilità”. Il tentativo di Giuliano Pisapia di rabberciare un’unione è sempre più improbabile e l’orizzonte è buio. Da sola, l’estrema sinistra è condannata all’insignificanza, ma rimane irriducibile.

Né è più comprensibile l’atteggiamento di Renzi, il quale non sembra rendersi conto del pericolo. È vero che il Mpd non ha nessuna possibilità di vincere, ma ha ancora la possibilità di far perdere il Pd. Sembra che tutti si sparino sui piedi. Quando qualcuno va contro il proprio interesse, c’è qualcosa che non quadra e le ipotesi impazzano. Può darsi che, per ignoranza o per stupidità, quel tale non sappia distinguere i vantaggi dagli svantaggi, insomma che abbia perduto il contatto con la realtà. Può darsi che sia in ballo qualcosa di più forte dello stesso interesse, tanto che si è entrati nella cosiddetta “economia di guerra”, in cui si considera desiderabile un proprio danno, se si è certi di infliggere al nemico un danno ancor più grande. Infine può darsi che quell’uomo creda, sacrificando un bene proprio, di procurarne uno più grande alla collettività o alle persone cui tiene. Bruto e Cassio non progettarono di uccidere Cesare perché lo odiavano: concepirono l’agguato per salvare le libertà repubblicane. Sapevano anche perfettamente che correvano dei rischi, perché Cesare aveva amici che avrebbero potuto vendicarlo. Come di fatto poi avvenne.

Ma – appunto – Bruto e Cassio non agivano nell’interesse proprio, speravano di salvare Roma dalla tirannide. Nel caso di tutti coloro che hanno lasciato il Pd, il primo interesse non sembra essere quello di tornare a governare, quanto quello di impedire che lo faccia il Pd, se guidato da Matteo Renzi. Il possibile movente di questo atteggiamento negativo è innanzi tutto di “budella”. Squisitamente emotivo. La molla principale della scissione è dunque un odio viscerale e implacabile verso il Segretario del Partito. Infatti molti commentatori non esitano a scrivere che, per un’azione comune, la condizione sostanziale posta dall’estrema sinistra è che Renzi sia messo da parte. Ma questa motivazione vergognosa è, per così dire, inconfessabile. Maiora premunt. La grande politica e gli interessi della nazione dovrebbero contare infinitamente di più delle simpatie e delle antipatie personali. E tuttavia i sentimenti si possono soltanto nascondere, non eliminare. L’odio per Renzi è un fatto.

La decenza richiede però motivi più plausibili. Ed infatti i fuorusciti sostengono che Renzi, forse per convinzione, forse per pragmatismo, ha spostato l’asse del partito “troppo a destra” ed essi si sarebbero resi autonomi soltanto per recuperare i valori tradizionali del marxismo. Così si vantano di voler ripristinare l’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, di fare più spazio ai sindacati, e di spingere per l’adozione di altri provvedimenti secondo le ricette del comunismo d’antan. Quanto pesi l’odio e quanto pesi l’ideologia, Dio solo lo sa. Ma questo riguarda i partiti e non è il dubbio principale. Il dubbio principale è la misura in cui queste argomentazioni peseranno nelle cabine elettorali.

La disaffezione delle “regioni rosse” nei confronti di Renzi è un campanello d’allarme, ma, dinanzi alle urne, quando si renderanno conto che, votando per un partito diverso dal Pd, condanneranno la sinistra a perdere, può darsi che le regioni rosse e molti vecchi “comunisti” siano indotti a turarsi il naso e votare per Renzi. L’inguaribile tara genetica della sinistra è uno scissionismo che tende alla polverizzazione. Questa tendenza rischia di fare un grande danno alla politica italiana e a tutti coloro che si sentono di sinistra. Renzi sarà pure insopportabile, ma i rappresentanti dell’opposizione interna avrebbero fatto bene a non lasciare il partito. Se proprio dovevano condurre una guerra contro Renzi, avrebbero dovuto condurla dall’interno. C’è sempre modo di liberarsi di un capo scomodo, in democrazia, e in vista delle elezioni il principio giusto è: prima vincere la guerra, poi regolare i conti. Qui invece sembra che tutti – anche negli altri partiti – preferiscano regolare i conti e perdere la guerra.

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Re: L’inguaribile tara genetica della sinistra

Messaggioda pianogrande il 27/07/2017, 19:30

Il concetto di vincere o perdere dipende da quali sono gli scopi (gli obiettivi).

Se uno perde potere e poltrone in un partito e ne fonda un altro che gli permetta di conservarsi un potere e una poltrona, anche se questo significa far vincere il nemico, quello lì ha vinto.

Chi fa il gioco del nemico per proprio vantaggio personale può essere definito con una sola parola: traditore.
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Re: L’inguaribile tara genetica della sinistra

Messaggioda mariok il 29/09/2017, 19:15

Massimo Cacciari: "A sinistra del Pd?
Non c'è niente"

Per il filosofo ex sindaco di Venezia le divisioni sono quelle di sempre e non porteranno a superare il 5%. Nessuna speranza per una leadership di Pisapia, dice. E anche Prodi appare disincantato. Servirebbero progetti di riforma veri da proporre agli elettori
di Alessandro Franzi
Renzi contro D'Alema. D'Alema contro Renzi. Pisapia che cerca un ruolo. Prodi che viene tirato in mezzo. Intorno, una serie confusa di sigle e simboli che cercano di primeggiare l'uno sull'altro. Tanto che alla fine sembra risolversi tutto in un gioco di figurine, in una guerra di posizione lontana dagli elettori. Ma che cosa sta succedendo alla sinistra del Pd? Niente. Almeno a sentire Massimo Cacciari, filosofo, ex sindaco di Venezia, che sulla politica italiana userebbe, se potesse, una sola parola: "Chiacchiere".

Professore, mancano pochi mesi alle elezioni Politiche e la sinistra italiana è divisa in mille fazioni...
E che novità è? Non è una novità, è divisa da anni...

Diciamo che allora mai come questa volta cerca di unirsi ma non ce la fa.
No, è solo che la sinistra è da sempre divisa ma questa volta appare più divisa. Si tratta solo di una formalizzazione di questa divisione, è come se fossero andati dal notaio a metterlo per iscritto.

Insomma, è pessimista sul fatto che a sinistra del Pd si realizzi davvero qualcosa.
E' puro realismo, il mio. Non pessimismo. E poi perché dovrei essere ottimista se avesse anche successo una sinistra senza un'idea? L'unità ha valore solo se c'è una strategia, se c'è un programma.

Che ne pensa del ruolo di Giuliano Pisapia, che sta cercando questa unità?
Penso che Pisapia non sarà mai leader di niente. Non ha il phisique du role per fare il leader. E poi la sinistra alla sinistra del Pd può prendere, secondo me, al massimo il 5%. Dopodiché questo 5% potrà magari essere importante in un sistema proporzionale, ma si ferma lì.

Non vale nemmeno la carta di Romano Prodi come padre nobile, per una riedizione dell'Ulivo?
Macché. Prodi ci crede quanto ci credo io, alla riedizione dell'Ulivo. Che cosa può dire d'altronde Prodi? Dall'alto del suo monumento non può che predicare l'unità, il vogliamoci bene. Ma penso che anche lui sia disincantato, anche per un motivo molto semplice.

Quale sarebbe?
Che il Partito Democratico è nato proprio perché si era capito che l'Ulivo era stato un fallimento, guardiamo come sono finiti proprio i governi guidati da Prodi.

Quindi, in questa prospettiva, resta ancora in piedi solo il Pd?
Beh, intanto finché c'è Renzi, è Renzi che ha i voti. Chi ha i voti, in Italia, oggi sono Renzi, Berlusconi, Salvini e Grillo. Punto. Gli altri sono fantasmi.

Però la crisi dei partiti di centrosinistra sta colpendo in tutta Europa, qualcosa dovrà succedere anche in Italia...
Sì. Ma è da trent'anni, non da oggi, che la sinistra avrebbe dovuto capire che il mondo è cambiato e che quindi anche lei deve cambiare. Purtroppo, invece, la sinistra è rimasta bloccato nel conservatorismo. Anche per conservare se stessa. E' non c'è miglior modo per perdere.

Intanto ne stanno giovando partiti, in molti Paesi Ue, che non fanno parte della tradizione di sinistra.
Penso che questa situazione di persone che stanno sempre peggio prima o poi esploderà. A destra come a sinistra. Ma temo soprattutto a destra.

Da che cosa dovrebbe ripartire una forza di sinistra?
Dovrebbe anzitutto avere un progetto di riforma radicale dell'assetto istituzionale europeo. In Germania invece i socialdemocratici sono stati succubi della Merkel. Altrove sono addirittura andati a ruota della destra. Mentre in Italia c'è ancora un europeismo di facciata.

E poi?
E poi bisognerebbe fare riforme istituzionali davvero utili ai cittadini, anche a livello amministrativo, intervenendo sui testi unici, il sistema degli appalti. Non riforme da chiacchiericcio sul Senato sì o il Senato no. Solo se si ottengono risorse da una macchina dello Stato efficiente, si possono diminuire le tasse o finanziare politiche del lavoro serie. La sinistra, insomma, deve innescare questo circolo virtuoso.

Se parliamo di riforme, da uomo di sinistra del Nord crede che i due referendum consultivi sull'autonomia della Lombardia e del Veneto del 22 ottobre prossimo abbiano messo in imbarazzo la sinistra?
Ma no, quei due referendum sono stupidaggini, lasceranno tutto com'è adesso, al di là di come andranno. Servono solo per rassicurare una certa base nostalgica della Lega. Non ci crede nemmeno Salvini, solo Maroni e Zaia cercano un po' di voti per se'.

@ilbrontolo
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Re: L’inguaribile tara genetica della sinistra

Messaggioda pianogrande il 29/09/2017, 21:36

E purtroppo è così.

Con tutto il da fare che c'è; con tutti i problemi giganteschi da risolvere; la "sinistra" risponde con "chiacchiere" e la destra con "stupidaggini".

E' così vero che la gente finirà per votare per dei buffoni incompetenti.

Davvero un bel panorama.
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Re: L’inguaribile tara genetica della sinistra

Messaggioda mariok il 03/10/2017, 19:56

Tra i vari commenti quello più divertente ed appropriato mi sembra questo:
Operazione che si chiama imeneplastica, ovvero la ricostruzione chirurgica dell'imene, per recuperare l’illibatezza perduta.
Sganciamento iniziato
Il viceministro Bubbico si dimette. Articolo 1 esce dalla maggioranza e va verso l'appoggio esterno: "Mani libere"
03/10/2017 19:10 CEST

L'operazione di "sganciamento" dalla maggioranza è iniziata. Alla fine della riunione coi senatori di Mdp, Roberto Speranza tira le conclusioni: "Non voteremo il Def. Da adesso, siamo fuori dalla maggioranza. Mani libere. Valuteremo provvedimento dopo provvedimento". E annuncia una raccolta di firme "nel paese" su sanità, lavoro. E tutte le questioni su cui si aprirà un negoziato duro sulla manovra, dall'esito non scontato: "Dipende da quale richieste accolgono". Pochi minuti Filippo Bubbico, viceministro dell'Interno, ha annunciato che lascia il governo. È, di fatto, quello che una volta si sarebbe chiamato "appoggio esterno": nessun vincolo di maggioranza, nessun membro del governo, si valuta caso per caso.

Lo sganciamento andrà in scena domani, giorno di votazioni delicate sui conti pubblici. La prima votazione è sull'autorizzazione allo scostamento di medio termine del deficit, che richiederebbe la maggioranza assoluta (161). E dunque, senza il voto di Mdp, non passerebbe, con la conseguente apertura della crisi di governo. Su questa votazione il sì era di fatto acquisito da ieri, quando Pisapia lo ha detto al premier Gentiloni. L'altra votazione è sulla nota di aggiornamento al Def, che richiede la maggioranza dei presenti e dunque consente un po' di gioco parlamentare. Sia alla Camera sia al Senato i parlamentari di Mdp e di Pisapia non voteranno la Nota: "La relazione di Padoan – dice Speranza – è insufficiente, su sanità, pensioni e le questioni sollevate. Ha solo detto che incontrerà le forze di maggioranza per una interlocuzione politica".

Tira un'aria pesante a sinistra. Riunioni a Montecitorio la mattina. Riunioni a palazzo Madama al pomeriggio, dove in senatori bersaniani sono spaventati dall'ipotesi della rottura estrema. "Non possiamo farci bollare come i nuovi Bertinotti, facendo cadere il governo". È questo l'oggetto delle riunioni dei gruppi, tese. Perché in questi casi la forma e il meccanismo parlamentare sono sostanza. Al Senato dichiarare l'astensione equivale a votare contro. Il pallottoliere dice che, a quel punto, il governo sarebbe a rischio. Dice un senatore a microfoni spenti: "Alla fine si è deciso di non partecipare al voto, non di partecipare e astenerci perché così il governo non cade ma usciamo dalla maggioranza". Lo spettro di Bertinotti si aggira tra gli ex Pd: apparire "settari", "gruppettari", "irresponsabili", il famoso "non ci capirebbe nessuno". Elisa Simoni, toscana tosta, la spiega così: "Questa mossa è perfetta. Perché ci consente di spiegare al paese quello che vogliamo, di esserci insomma. E di preparare lo smarcamento definitivo se il governo non ascolta". Poco più un là Arturo Scotto è soddisfatto: "Chiarezza è fatta, ora si apre un'altra fase".
http://m.huffingtonpost.it/2017/10/03/s ... mg00000001
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Re: L’inguaribile tara genetica della sinistra

Messaggioda pianogrande il 03/10/2017, 22:33

Se fanno cadere il governo, più che nuovi Bertinotti sarebbero Bertinotti e basta perché la parola "nuovo" messa davanti a quella congrega di mummie sarebbe davvero a sproposito.

Ormai i traditori stanno andando fino in fondo nella loro azione perché, in questo modo, tradirebbero anche il paese oltre che il partito al quale e per fortuna non appartengono più.

Basta guardare la faccia di Speranza per farsi una idea sul destino di un paese che si deve basare su questi geni dello sgambetto.
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Re: L’inguaribile tara genetica della sinistra

Messaggioda ranvit il 04/10/2017, 7:47

Queste teste di rapa non vogliono capire che nel Paese non contano un cazzo :lol: :lol: :lol:
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Re: L’inguaribile tara genetica della sinistra

Messaggioda pianogrande il 04/10/2017, 10:05

D'Alema è divisivo.

Se ne è accorto anche Pisapia che forse comincia a capirci qualcosa e cerca di mediare in mezzo a quelle teste che risentono (ognuno in modo diverso) sia delle fasi lunari che dei giorni pari o dispari ma anche del pasto della sera prima.

http://www.repubblica.it/politica/2017/ ... P1-S1.8-T1
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Re: L’inguaribile tara genetica della sinistra

Messaggioda ranvit il 04/10/2017, 11:27

Il punto è che anche Pisapia è divisivo.... 8-)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: L’inguaribile tara genetica della sinistra

Messaggioda Robyn il 04/10/2017, 14:24

Perche adesso Mdp non vota il DEF? ah ho capito perche ci sono misure per i senza fissa dimora destinate a centri specializzati che si occupano del recupero.Il superticket per chi è?se è oltre una certa fascia di reddito in genere alta và bene oltre questa fascia ci si può fare l'assicurazione.Quello che serve nel DEF è la web tax per diminuire gli oneri non contributivi sul costo del lavoro e aumentare da 1,4% a 2% il costo dei contratti a termine
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