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Il capitale umano

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Re: Il capitale umano

Messaggioda flaviomob il 16/10/2016, 16:17

Questi sindacati non possono far nulla se a protestare per i rinnovi contrattuali sono gli over 40 / 50 delle solite categorie (in cui prevalgono i lavoratori dipendenti "classici"). La Cgil ha da decenni uno sportello (Nidil) per i lavoratori "atipici" (precari, interinali, etc., quelli che oggi tra i giovani sono al contrario diventati "tipici"). Se si indice, per esempio, uno sciopero contro il jobs act e su un centinaio di dipendenti di un'azienda X nessuno di quelli under 40 aderisce (il mio esempio fa riferimento alla realtà), poi le conseguenze sono queste...


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Re: Il capitale umano

Messaggioda mariok il 17/10/2016, 9:50

Se in Italia ci sono gli stipendi più bassi d'Europa e se dilaga il lavoro nero, oltre che i governi, i sindacati qualche responsabilità dovranno pure averla.

O è sempre e solo colpa di renzi?

E non lo dico per difenderlo, ma per diffidare dalla facile convinzione che basti mandarlo a casa per risolvere tutti i problemi.

Molto probabilmente il 4 dicembre la santa alleanza grillo-brunetta-d'alema-bersani-salvini ecc. riusciranno nell'intento, ma che le cose volgeranno al meglio nessuno non dico che sia in grado di dimostrarlo, ma nemmeno ipotizzarlo.
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Re: Il capitale umano

Messaggioda Robyn il 17/10/2016, 11:47

Il sindacato è un corpo intermedio che non và disintermediato ma modernizzato perche necessario ad una moderna democrazia.Adesso pare che Cgil Cisl Uil anche se conservano ognuno la propria autonomia sembrano più uniti ed è un bene per i lavoratori
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Re: Il capitale umano

Messaggioda mariok il 17/10/2016, 14:25

Va però riconosciuto un cambiamento di situazione rispetto alla sinistra degli anni sessanta settanta.

A quei tempi si trovava più seguito perché (sfruttato o meno) il posto di lavoro era abbastanza garantito ed era più facile aderire a un sindacato o aderire ad azioni di lotta.

Oggi, aderire ad un sindacato o ad azioni di lotta, significa ritrovarsi sul lastrico in un batter d'occhio visto che licenziare è facile come girare l'interruttore della luce.

Come fare sindacato, come istituire azioni di vera lotta in questa situazione è un problema ancora assolutamente irrisolto ed è per questo che il sindacato (e la sinistra in genere) fa presa solo sui pensionati e gli statali (neanche tutti perché, anche nello stato, la precarietà comincia a diffondersi).


E' certamente vero, ma spiega solo in parte la perdita di autorevolezza del sindacato.

Ricordiamoci, per esempio, che la battaglia del sindacato contro il jobs act (che pure c'è stata) era incentrata quasi unicamente sull'art. 18; posizione debole, in quanto l'abuso che se ne era fatto rendeva la protesta poco difendibile, ed ingiusta perché si occupava solo dei garantiti e non anche dei più deboli.

Oggi, per esempio, scopriamo che alcune norme hanno addirittura peggiorato la legge Fornero eppure, quando Landini impazzava nei talk show, di questi aspetti non si è mai parlato.

Questo succede quando la politica prende il sopravvento su un approccio più vicino ai problemi magari di dettaglio, ma più concreto.

Si potrebbe dire con una battuta che quando Di Vittorio organizzava le lotte dei braccianti non c'erano poi così tante garanzie.

Ma è solo una battuta, che però nulla toglie al fatto che il sindacato negli ultimi anni, oltre a perdere credibilità per una questione morale che non riguarda solo i politici, ha dissipato la sua autorevolezza, che pure aveva, in una serie di battaglie di retroguardia, chiaramente destinate al fallimento come quella appunto per l'art. 18 e per il mantenimento di certi privilegi nel pubblico impiego.

Il distacco delle maggiori confederazioni "storiche" dai luoghi di lavoro, ha poi fatto il resto, con la proliferazione di sindacati autonomi che portano avanti rivendicazioni addirittura ridicole, come quella dei ferrovieri della circunvesuviana di Napoli, in lotta per il mantenimento dei biglietti gratis ai familiari dei dipendenti.

16 ottobre 2016 - 19:58
I compensi minimi di Foodora? La colpa è del Jobs Act
di La Redazione


di Maria Vinciguerra*

Il ministro Poletti manda gli ispettori del Lavoro in Foodora per verificare se la protesta dei giovani fattorini, che chiedono migliori condizioni lavorative e retributive, sia fondata. Foodora viola la legge? E’ questo che dovranno verificare gli ispettori.

Secondo quanto si apprende, i fattorini di Foodora risultano collaboratori coordinati e continuativi. Non sono lavoratori subordinati bensì “autonomi” nello svolgimento della prestazione, anche se non titolari di Partita Iva. Qualcuno ricorderà (anni ’90) il caso dei pony express.

Anche loro co.co.co, i pony express rivendicavano la subordinazione. La Cassazione diede loro torto, ritenendoli lavoratori autonomi: il mezzo utilizzato era di loro proprietà (come i fattorini di Foodora), il compenso era pari alle consegne (come avviene ora in Foodora) e non vi erano vincoli di orario.

Se assimilati ai pony espress (e la similitudine appare azzeccata), i fattorini di Foodora avranno difficoltà a dirsi “subordinati”, a meno che dimostrino di essere assoggettati alle direttive dei loro superiori gerarchici.
Ma non è questo che emerge dalla protesta: i fattorini protestano semplicemente perché chiedono un compenso dignitoso (sacrosanta richiesta) e lamentano che alle loro comprensibili istanze l’azienda li depenni brutalmente dal gruppo whatsapp.

E’ difficile dare torto a questi ragazzi eppure il problema è che la legge nulla dice che possa consentire di dare loro ragione.

Perché se gli ispettori del Lavoro accertano che sono co.co.co, i fattorini possono chiedere le stesse civili tutele del rapporto subordinato solo se la loro prestazione si svolge nei tempi e luoghi di Foodora (ma così sembrerebbe non essere ma lo verificheranno gli Ispettori).
La triste verità è che il legislatore del Jobs Act, nell’abolire il contratto di co.co.co a progetto ha, come si dice, buttato via il “bambino con l’acqua sporca”. Non solo non ha davvero abolito le collaborazioni coordinate e continuative (tanto è vero che esistono i fattorini di Foodora) ma ha eliminato quello che di buono era stato introdotto dalla Riforma Fornero, migliorando la legge Biagi.

La Riforma Fornero aveva stabilito che il compenso dei co.co.co non poteva essere inferiore alle retribuzioni minime previste dai CCNL applicati nel settore ai lavoratori subordinati con mansioni equiparabili alle prestazioni dei co co co.

Se quella norma fosse rimasta in vita, i fattorini di Foodora avrebbero potuto con diritto oggi rivendicare lo stesso dignitoso compenso minimo dei lavoratori subordinati a cui, peraltro, solitamente i CCNL escludono la retribuzione a cottimo “pieno”, imposta invece da Foodora.
Cancellata la norma della Riforma Fornero, gli ispettori non potranno disquisire sul compenso dei fattorini che è poi il sostanziale motivo del malcontento. Però, se il Ministro Poletti è sceso in campo ad ascoltare questi ragazzi c’è da sperare che la loro protesta possa servire a trovare una soluzione.

*Avvocato giuslavorista
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Re: Il capitale umano

Messaggioda pianogrande il 17/10/2016, 19:21

flaviomob ha scritto:Come, volevate tanto la "sinistra liberista" e ora che ce l'avete (al governo) vi lamentate?

Per fare un sindacato i lavoratori devono unirsi, essere coesi, non ragionare solo per categorie, età anagrafica, problematiche specifiche. Ci avete detto per trent'anni che il sindacato era il male e ora che è assolutamente impotente e che ognuno ragiona individualmente (e quindi è indifendibile e indifeso contro il grande capitale, ma anche contro il piccolo datore di lavoro) avete raggiunto l'obiettivo prefissato... Facciamo festa?


"Avete raggiunto l'obiettivo" spero che sia ironico o provocatorio.

Ho detto che adesso è più problematico fare sindacato e che il problema va risolto ma non che dobbiamo tornare indietro agli anni settanta.

I problemi vanno affrontati e la soluzione non può mai essere tornare indietro; troppo facile.

Come fare sindacato nella attuale situazione di precarietà?

Chi è bravo risponda; dia suggerumenti; perché questa è la situazione; questa è l'evoluzione.
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Re: Il capitale umano

Messaggioda Robyn il 17/10/2016, 20:05

La prima è la diminuzione del cuneo fiscale perche la precarietà è dovuta essenzialmente al fatto che il datore di lavoro utilizza forme atipiche di lavoro che costano meno.La seconda è eliminare il contratto a tutele crescenti e ristabilire le formule della Biagi ma facendole costare di più in modo tale che siano utilizzate solo se necessario e dotarle di tutte le tutele necessarie.Il job act si compone di più parti e non è da respingere in pieno perche ad esempio la semplificazione di norme e traducibili in inglese l'estensione degli ammortizzatori sociali anche alle piccole imprese sono cose positive.In merito all'art 18 formularlo in modo tale che non impedisca la flessibilità ,ma che non permetta nessuna fessura all'ingiustizia.Limitare la prova ad un anno.Per ex l'art 18 potrebbe essere formulato in modo da non lasciare spazio all'incertezza interpretativa.Dopo tre warning "infrazioni disciplinari" in un'anno si può licenziare ma il lavoratore può sempre fare ricorso.In caso di gmo inesistente ci può essere la reintegrazione.Tuttavia il giudice può stabilire di dare l'indennizzo al posto della reintegrazione valuta lui ,per ex nel caso di rapporti di lavoro deteriorati e questo nel caso che il lavoratore abbia diritto alla reintegrazione.Altra cosa è diminuire i tempi troppo dilatati del processo del lavoro due o tre mesi massimo per ex stabilendo un autorità terza nel processo civile e del lavoro che accetti o respinga il ricorso sia del lavoratore che del datore di lavoro.Il problema che rimane è la differenza tra piccole e grandi aziende.Alle piccole attualmente l'art 18 non si appilca determinando due livelli diversi nel mecato del lavoro,garantiti,non garantiti.Allora quale formula estensibile è possibile alle piccole aziende?la soluzione è tutta da ricercare.Infine fare in modo che il lavoratore flessibile che lavora con la Biagi guadagni di più per ex facendo defluire risorse anziche al cuneo sul reddito
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Re: Il capitale umano

Messaggioda Robyn il 17/10/2016, 20:40

Attualmente nel caso delle piccole aziende in caso di discriminazione c'è la reintegrazione per direttissima al pari delle grandi aziende eccetto che il lavoratore opti per l'indennizzo.In caso di disciplinari e gmo nelle piccole aziende si applica solo l'indennizzo.Il giudice intima la reintegrazione ma la piccola azienda può optare per l'indennizzo.Allora si potrebbe pensare che in caso di licenziamento giustificato si applica l'indennizzo normale,in caso di licenziamento illegittimo in cui il giudice intima la reintegrazione si può aumentare di un terzo l'indennizzo se la piccola azienda non fà la reintegrazione e opta per l'indennizzo
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Re: Il capitale umano

Messaggioda mariok il 17/10/2016, 21:03

Penso che il sindacato debba tornare a stare "sul pezzo", meno negli studi televisivi o nelle stanze della politica.

La politica della concertazione ha snaturato la sua funzione; i sindacalisti hanno pensato di essere diventati un'istituzione, una sorta di terza camera, con la quale il governo era tenuto a concordare le sue decisioni.

Ormai dentro le aziende è come se non ci fossero e non credo che sia solo perché non ci sono più tutele.

Il loro interlocutore, nel bene e nel male, pensano debba essere sempre e solo il governo; il confronto/scontro a livello aziendale o territoriale quasi non esiste più. Le camere del lavoro sono diventate degli enti burocratici dove si fanno solo le conciliazioni davanti agli uffici provinciali del lavoro, che in molti casi sono anche occasioni di patteggiamenti come minimo poco trasparenti.

L'oscillazione tra acquiescenza totale e posizioni ideologiche/massimaliste (come l'esempio Fiat) ha prodotto spaccature ed una grave perdita di credibilità.

La democrazia interna praticamente non esiste e gli interessi che ruotano intorno ai patronati, alla gestione di ingenti asset patrimoniali e giri di denaro, a forme di vera e propria cogestione in molti enti pubblici, sono al di fuori di ogni controllo democratico, talvolta addirittura occasioni di corruzione e di arricchimenti personali.

La crisi del sindacato è forse ancora più grave e profonda di quella dei partiti, anche se se ne parla molto meno.

Occorrerebbe, in entrambi i casi, una radicale rifondazione.
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Re: Il capitale umano

Messaggioda pianogrande il 17/10/2016, 23:07

D'accordissimo sulla "radicale rifondazione".

Il sindacalismo ha vissuto troppo di rendita ed ora è orientato alla burocrazia ed alla prestazione di servizi a pagamento quasi non contasse nulla avere una tessera ed essere dei militanti è espressione che sta perdendo significato pratico.

Sono arrivato a chiedermi (da pensionato) se quando parlo col patronato sto parlando con l'INPS o col mio sindacato.

Siamo, insomma, alla crisi di identità.

Ripeto, comunque, che la combattività dei lavoratori è troppo compromessa dalla precarietà e che questo problema è in attesa di soluzione ma comincio a pensare che il sindacalismo preferisca vivere di rendita facile su pensionati e statali e prestazione d'opera a pagamento (CAF, ufficio legale, associazioni consumatori, patronati e quant'altro).

Provate ad entrare in una sede sindacale e cercare qualcuno che vi dia semplicemente un consiglio; una dritta; che semplicemente vi ascolti senza che ci siano dietro le entità dette sopra.

Ecco cosa sta diventando il sindacalismo; sta scomparendo per diventare un'impresa come un'altra.
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Re: Il capitale umano

Messaggioda Robyn il 18/10/2016, 0:32

Mi pare di capire che il sindacato fà pagare dei servizi anche ai suoi iscritti in particoilare ai pensionati.Probabile che dipenda dal fatto che mancano risorse del lavoro dipendente perche i lavoratori non si iscrivono e con i proventi del tesseramento forse sarebbe possibile offrire servizi gratuiti agli iscritti e ai pensionati.L'altro fatto del perche i lavoratori non si iscrivono non dipende solo dall'art 18 che manca ma molti non si iscrivono perche non vogliono fare la lotta di classe molti si iscriverebbero se non fosse così,se esistesse un'altra concezione del sindacato ,altri non si iscrivono per pura e semplice scelta e il sindacato difende anche i non iscritti.In altri paesi per sopperire alla carenza di iscritti il sindacato ha cominciato ad offrire dei servizi,per ex se sei iscritto ti consiglia un'assicurazione a basso costo oppure ti dà una tesserina che ti dà un bonus di risparmio sù determinati acquisti.Poi c'è tutto il tema della trasparenza e il fatto che non deve difendere nullafacenti e privilegi.Il sindacato è un'importante riferimento che non può mancare
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