Città metropolitane, M5S avanti a Torino e Roma ma senza maggioranza
Vittorie del centrosinistra nel voto a Milano e Bologna. Anci, rivolta dei sindaci pentastellati: “È un club del Pd, pronti a uscire dall’associazione”
di MAURO FAVALE e DIEGO LONGHIN
Governare senza avere la maggioranza: Virginia Raggi e Chiara Appendino saranno "anatre zoppe" nei rispettivi consigli delle Città metropolitane, gli enti che hanno sostituito le Province e che sono andate al voto domenica. Il risultato, per Roma e Torino, è un'inedita situazione in cui i 5 Stelle esprimono il sindaco metropolitano ma sono minoranza in Assemblea.
Già, perché l'elezione "di secondo livello" (alla quale possono partecipare soltanto i consiglieri comunali) ha dato vita, nei due capoluoghi governati dal M5s, a un consiglio così composto: a Roma su 24 seggi, 9 vanno ai 5 Stelle, 8 al centrosinistra e 7 al centrodestra. A Torino, invece, il centrosinistra è primo partito e supera 8 a 7 l'M5s, che pareggia grazie al seggio "automatico" della sindaca Appendino. Il centrodestra conquista tre poltrone. Il balzo dei grillini c'è stato ma non tale da assicurare loro la maggioranza assoluta.
Così accade anche a Napoli, dove Luigi De Magistris governerà un consiglio in cui le forze di opposizione messe insieme superano i consiglieri legati al primo cittadino. Più liscia la situazione di Milano (dove il centrosinistra ha la maggioranza: 14 seggi su 24), Bologna (Pd primo partito, 13 consiglieri su 18) e Bari-Andria-Trani (dove si è imposto Nicola Giorgino, centrodestra, eletto presidente col 76%).
La novità, però, riguarda Roma e Torino dove i 5 Stelle, per la prima volta, saranno costretti a cercare sponde a destra o a sinistra, a cominciare dalle presidenze di commissione per finire all'approvazione del bilancio, l'atto più importante che licenzia la Città metropolitana. A dettare la linea del M5s sulle elezioni di domenica, come sempre, è il blog di Beppe Grillo che parla di "presa in giro: si scrive Città metropolitane e si legge Province. Questi enti inutili rimangono cambiando solo nome".
In Campidoglio così commentano l'esito del voto che tiene l'M5s lontano dalla maggioranza: "È l'effetto di quando alle urne vanno i politici e non i cittadini ". E in caso di mancata approvazione del bilancio hanno già a chi dare la colpa: "Se voteranno contro, centrodestra e centrosinistra si prenderanno l'onere di far commissariare l'ente. "Governeremo - dice sicura la Raggi - governeremo sui temi".
A Torino la situazione non è molto diversa. Appendino è in missione a Dubai, tornerà giovedì. Per ora non commenta, lasciando spazio ai suoi neo consiglieri metropolitani: "Abbiamo ottenuto un ottimo risultato, ci assumeremo la responsabilità di governare", dicono. Non cercheranno accordi di governo, ma voti in aula.
Intanto i 5 Stelle hanno dato una sorta di aut aut all'Anci, l'associazione dei Comuni che si riunisce domani a Bari per eleggere i suoi nuovi vertici (strafavorito proprio il sindaco Pd del capoluogo pugliese Antonio De Caro). "L'Anci doveva essere un "sindacato" dei Comuni - attacca Luigi Di Maio - per difendersi dai tagli governativi ai servizi essenziali. Si è trasformato in un club del Pd. Se entro gennaio non cambiano le cose, i 37 sindaci 5 Stelle se ne vanno".
http://www.repubblica.it/politica/2016/ ... ef=HREC1-2
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Che paparocchio insulso.
PS
Questo è preassaggio di riforma costituzionale.
Se vincesse il m5s o la destra, il senato sarebbe comunque a maggioranza PD.
Alla faccia della governabilità