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la Rai TV non è libera

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: la Rai TV non è libera

Messaggioda Robyn il 08/08/2016, 8:46

Il pd stà rischiando una chiara involuzione antidemocratica.Secondo la Boschi quelli della min dem hanno posizioni diverse sul referendum per conservare i posti,quindi secondo la Boshi non è per ragioni di merito e quindi si accingerebbe ad estrometterli.In parlamento non si può più contare sulla min dem nè per i voti di fiducia nè per altri provvedimenti il pd deve trovare la maggioranza con Ala.In merito alla min dem si potrebbe fare un partito e metterci una rosa come simbolo e come riferimento programmatico il laburismo britannico.La Boschi non stà bene a fare politica starebbe meglio a fare la ballerina
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Re: la Rai TV non è libera

Messaggioda gabriele il 08/08/2016, 9:07

mariok ha scritto:Voglio vedere chi se la prende un'azienda con 13.000 dipendenti (altro che gli stipendi dei vertici) che dovrebbe competere con Mediaset che ne ha 4.000, in un'epoca in cui le vacche grasse della pubblicità sono irrimediabilmente finite (per effetto soprattutto della concorrenza della rete).


Quando qualcuno vorrà risolvere il problema, sarà un bagno di sangue per chi ci lavora. Ora il salasso tocca a chi contribuisce. A maggior ragione, venga almeno criptato il segnale.
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Re: la Rai TV non è libera

Messaggioda flaviomob il 09/08/2016, 0:42

Francesca Fornario: "Vietato fare satira su Renzi, il mio programma su Radio Rai è stravolto"

L'autrice e conduttrice di "Mamma non Mamma", su Radio Due, costretta ad eliminare tutti gli elementi di humor legati al premier

di Cristiano Sanna

"Ce lo avevano detto già alla fine della precedente stagione" dice la Fornario, "nonostante i buoni ascolti. Niente battute sul premier e su sua madre, e siccome è un programma che parte dalle madri per parlare dei figli celebri e raccontare l'Italia, tutto cambia. So che per quanto ho detto probabilmente non verrò confermata a settembre. Ma dovevo farlo".

8 agosto 2016

http://spettacoli.tiscali.it/cultura/ar ... radio-rai/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: la Rai TV non è libera

Messaggioda gabriele il 10/08/2016, 9:13

flaviomob ha scritto:Francesca Fornario: "Vietato fare satira su Renzi, il mio programma su Radio Rai è stravolto"

L'autrice e conduttrice di "Mamma non Mamma", su Radio Due, costretta ad eliminare tutti gli elementi di humor legati al premier

di Cristiano Sanna

"Ce lo avevano detto già alla fine della precedente stagione" dice la Fornario, "nonostante i buoni ascolti. Niente battute sul premier e su sua madre, e siccome è un programma che parte dalle madri per parlare dei figli celebri e raccontare l'Italia, tutto cambia. So che per quanto ho detto probabilmente non verrò confermata a settembre. Ma dovevo farlo".

8 agosto 2016

http://spettacoli.tiscali.it/cultura/ar ... radio-rai/


E' una questione di...MinCulPop
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Re: la Rai TV non è libera

Messaggioda Robyn il 10/08/2016, 11:24

In genere è nelle dittature che non è tollerata la satira
Il problema non è se rendere o meno privata la Rai ma come rendere un servizio pubblico libero anche perche il servizio pubblico c'è in tutta europa e in tutta europa c'è il canone.Questo è possibile solo se i membri del trust sono scelti per concorso ogni quattro anni.Poi il trust eleggerà il suo presidente
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Re: la Rai TV non è libera

Messaggioda mariok il 10/08/2016, 12:42

Di Battista attacca: «Gli squadristi dal doppio mento continuano le epurazioni». Miguel Gotor (minoranza Pd) chiede: «Il presidente Maggioni, il dg Campo dall’Orto, i consiglieri amministrazione non hanno nulla da dire?».

E ti pareva che Di Battista e Gotor non sparavano a zero! :lol:

Che poi i 5S si ergano a paladini della libertà di critica, questo sì che è comico.


IL CASO
Il caso Radio Rai, tra accuse di censura e smentite

La comica Francesca Fornario, voce di «Mamma non Mamma» su Radio2: satira politica vietata, vado via. Ma la sua collega Federica Cifola: non è vero. Convocata la Vigilanza
di Renato Franco

Non si è mai discusso così tanto di Radio2. Ieri una nuova pagina tra accuse di censura e convocazioni in Vigilanza. Ad accendere un’altra miccia Francesca Fornario, voce — o meglio ex voce — con Federica Cifola di Mamma non Mamma e pronta a sostenere che Radio2 le ha dato indicazioni ben precise: «Niente battute su Matteo Renzi, niente politica, niente satira, niente imitazioni». Motivo per cui ha deciso di lasciare il programma. Una denuncia che stride però con l’altra metà di Mamma non Mamma. L’altra conduttrice Federica Cifola assicura che le cose stanno diversamente: «Non c’è stata nessuna censura. Io faccio anche Blackout con Vaime da 7 anni e ho sempre fatto imitazioni di personaggi politici senza che nessun direttore sia mai intervenuto sui contenuti. Sabato andrò in onda... nessuna censura, nessun bavaglio».
La difesa
Nel frattempo però era già intervenuto Roberto Fico, presidente della Commissione di Vigilanza Rai, che ha assicurato di voler convocare quanto prima i vertici di RadioRai «per chiarire quello che è emerso, nessuna censura sulla satira è accettabile». La direttrice Paola Marchesini spiega subito: «A Radio2 non esiste la parola censura. Se differenziare la programmazione significa mettere il bavaglio, allora alzo le mani». Tiene la porta aperta alla conduttrice auto-esclusa e chiarisce il ruolo del direttore artistico Carlo Conti: «Non c’entra assolutamente niente, l’idea di non fare satira politica ma di costume in quel programma risale a più di un anno fa».
Le reazioni
In tv invece è Luca Mercalli ad alzare il volume. Il conduttore e climatologo, un tempo anche volto di Che tempo che fa di Fazio, si sente silurato: «Abbiamo trattato argomenti che sono scomodi per il governo Renzi. Non a caso, lo scorso anno, il senatore del Pd Stefano Esposito ha presentato un’interrogazione in Vigilanza contro i “22 minuti di propaganda ai No Tav” all’interno della trasmissione». Da viale Mazzini filtra invece che le cose stanno diversamente: il programma non è stato rinnovato per motivi editoriali (leggi ascolti: Scala Mercalli viaggiava intorno al 4%) e Rai3 sta lavorando a un nuovo programma sui temi dell’ambiente. I commenti politici corrono su Twitter. Il cinquestelle Di Battista attacca: «Gli squadristi dal doppio mento continuano le epurazioni». Miguel Gotor (minoranza Pd) chiede: «Il presidente Maggioni, il dg Campo dall’Orto, i consiglieri amministrazione non hanno nulla da dire?».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
9 agosto 2016 (modifica il 10 agosto 2016 | 09:23)
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Re: la Rai TV non è libera

Messaggioda gabriele il 10/08/2016, 13:50

mariok ha scritto:Da viale Mazzini filtra invece che le cose stanno diversamente: il programma non è stato rinnovato per motivi editoriali (leggi ascolti: Scala Mercalli viaggiava intorno al 4%)


E te pareva che venivano fuori i motivi tecnici. :lol:

Queste cose ricordano tanto i tristi e famosi raffreddori sovietici

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“Scala Mercalli” sale di share: un successo per l’informazione ambientale
Di admin -
9 marzo 2015

«É un ottimo risultato per l’informazione ambientale l’aumento di share della trasmissione Scala Mercalli, condotta e ideata da Luca Mercalli, membro del Comitato Scientifico di Fima, salita in una settimana dal 4,97% al 5,33%. – afferma Mario Salomone, Presidente di Fima – Si tratta di una tendenza opposta a quella che di solito vede il picco alla prima puntata e una discesa a quelle successive, cosa che ratifica l’esigenza da parte degli italiani di un’informazione ambientale che vada oltre la denuncia, ma che coniughi l’informazione sui fenomeni ambientali alle soluzioni per un futuro sostenibile.

Scala Mercalli se la è cavata benissimo anche a confronto con trasmissioni più blasonate quali Ballarò e diMartedì che hanno fatto la settimana scorsa rispettivamente, il 6,45% e il 6,10% e ha battuto Servizio Pubblico, che giovedì scorso aveva in collegamento Roberto Saviano e ha fatto uno share del 4,36%. L’aumento di share ha portato gli spettatori da 1.145 milioni a 1.209 milioni, con un guadagno netto di 64mila spettatori i quali hanno trovato l’ecologia e l’ambiente più “appetibili” rispetto ad altre proposte che pure il sabato sera non mancano. E si tratta di un risultato che ha finalmente spazzato la convinzione di molti “addetti ai lavori” che da tempo sostengono l’impossibilità di comunicare in maniera efficace e autorevole le tematiche ambientali in televisione».

«Questo fenomeno è un sintomo evidente di quanto manchi in prima serata e in televisione l’informazione ambientale, scientificamente coerente e al contempo appetibile al grande pubblico e di come gli spettatori siano disponibili, come noi di Fima ripetiamo da tempo, a “imparare ad accogliere” argomenti complessi, cosa quindi che non giustifica la logica del continuo ribasso del livello dei contenuti “perchè il pubblico non capisce”. – replica Marco Fratoddi, segretario generale di Fima – La trasmissione di ieri, inoltre, ha “svelato” un’eccellenza italiana come Rhome, la casa campione del mondo nell’efficienza energetica, che è stata realizzata e progettata a Roma da uno staff tutto italiano coordinato da una donna italiana: Chiara Tonelli. Un progetto che oltre a essere a favore dell’ambiente è anche contro la crisi e che deve essere comunicato». Nella terza puntata di Scala Mercalli, in onda su Rai 3 sabato 14 Marzo, si parlerà di ritiro dei ghiacciai, aumento del livello marino e dei profughi climatici,acidificazione degli oceani, sovrappopolazione e resilienza, con una esclusiva intervista a Johan Rockstrom dello Stockholm Resilience Center che da sola vale un manifesto politico per l’intera umanità.

Federazione Italiana Media Ambientali

http://www.inchiostroverde.it/scala-mer ... mbientale/

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Terza nello share la prima puntata di Scala Mercalli

di Envi.info · 3 marzo 2016

Successo per la prima puntata della seconda edizione di Scala Mercalli. Il programma condotto dal noto meteorologo Luca Mercalli su Rai Tre ha fatto registrare 1 milione e 149 mila spettatori, pari al 5,07% di share, risultando il quarto programma più visto della serata, dietro C’è Posta per Te e Ballando con le stelle, e il terzo come share, superando nella seconda parte della serata anche le proposte di Rai Due e i due film sulle emittenti Mediaset Rete 4 e Italia 1.

Per chi volesse rivedere la prima puntata è disponibile lo streaming a questo indirizzo.

Roberto Cavallo, rifiutologo di Scala Mercalli e ospite fisso con una rubrica sull’economia circolare, ricorda: “se ognuno di quelli che hanno visto la prima puntata convince anche solo 2 amici a fare altrettanto arriviamo a #3milionixscalamercalli”. Il prossimo appuntamento è per sabato 5 marzo alle 21,30!

http://www.envi.info/blog/2016/03/03/te ... -mercalli/
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Re: la Rai TV non è libera

Messaggioda mariok il 10/08/2016, 19:07

Sinceramente non so bene cosa significhi servizio pubblico. Ma non credo possa essere concepito come un luogo in cui chiunque abbia uno spazio nel palinsesto ne diventa proprietario a vita.

Oggi la Berlinguer è un'eroina perché è stata sostituita nella direzione del Tg3, non licenziata: avrà altri spazi né più né meno come è accaduto ad Antonio Di Bella che, senza tanti clamori, le ha ceduto il posto e ad altri prima di lui.

Che azienda è quella in cui i vertici non possono fiatare né in materia di linea editoriale né di scelta dei ruoli chiave?

Ovviamente la critica è rivolta alle ingerenze del capo del governo che starebbero dietro a queste decisioni. Ma fino a prova contraria si tratta solo di illazioni, ben diverse dagli editti pubblici ai tempi di berlusconi che portarono alla proscrizione da tutte le reti pubbliche (e non solo) di giornalisti e comici.

Non voglio certo dire che renzi sia un cherubino estraneo alle pratiche che da lunghissimo tempo caratterizzano i rapporti tra politica e rai.

Ma tutto questo clamore, proveniente da personaggi che sono parte pienamente coinvolta nel sistema, è alquanto sospetto ed appare funzionale più alle lotte politiche che ad un serio ripensamento del cosiddetto servizio pubblico e ad una sua riforma.

E non mi sembra che in questa vicenda la figura della berlinguer, e tanto meno quella dei personaggi minori che guarda caso hanno colto il momento giusto per porsi anche loro all'attenzione, ne esca come quella della vittima che ha pagato un prezzo per la sua libertà.

Maurizio Guandalini
Giornalista, editorialista di Metro e saggista

La Berlinguer ponga fine al dibattito ipocrita sul suo licenziamento
Pubblicato: 04/08/2016 12:14 CEST Aggiornato: 04/08/2016 12:14


Quando si nominano nuovi amministratori in Rai si chiede loro gentilmente di non fare nomine. E sempre, proprio sempre, appena si cambia un direttore di Tg (per quelli di rete niente clamore) cade il mondo a seconda di chi ha deciso a prendere le parti per quello predestinato a essere tolto dalla direzione. Assurdo. Se fosse vero il principio della vietata sostituzione il direttore del tg sarebbe una carica ereditaria o dello Spirito Santo. Invece rientra nel pieno delle facoltà dei nuovi amministratori cambiare, togliere, licenziare, rivoluzionare (poco), anche fare editti (bulgari o non bulgari). Sappiamo com'è la tv di Stato, 90% in mano al Tesoro e quindi al governo, insomma l'editore di riferimento quello è, non c'è nulla di strano se l'editore esercita le sue facoltà fino in fondo, anche se Renzi dice (ma che doveva dire di diverso?) di non aver nulla a che fare con questa tornata di nuovi direttori.

Sul "licenziamento" della Berlinguer (licenziamento? Siamo seri, i licenziamenti sono altra cosa: la Berlinguer continuerà a star dentro in Rai e farà un altro lavoro di certo sempre prestigioso, non la scariolante) naturalmente la minoranza delle minoranza Pd si è buttata a capofitto per l'ennesima polemica contro Renzi che vale la pena ricordare è il segretario dello stesso partito dove militano Speranza e Bersani. Ma ormai queste uscite non fanno più testo ma solo testimonianza. Così come le tante testimonianze di affetto verso la Berlinguer sui giornali con editoriali e commenti spassionati verso la "Bianca pasionaria", una novella Giovanna d'Arco: a pensare male si fa peccato però poi ci si prende, infatti questi che fanno i coccodrilli sono tutti coloro che erano in pianta stabile invitati ai vari talk del tg o nello stesso tg. Tant'è. La democrazia e la libertà di stampa può essere anche à la carte. Niente di male.

Stupisce che in questo spettacolo Bianca Berlinguer rimanga in silenzio. Dovrebbe sapere come va nel mondo del lavoro tra l'altro di una categoria privilegiata come i direttori dei giornali. Qual è il problema? Provi a chiedere la Berlinguer al direttore che ha sostituito lei qualche anno fa se era contento o se, per caso, la libertà di stampa era entrata nel ciclone pericoloso del bavaglio. Proprio per questi e altri motivi, dovrebbe essere la stessa Bianca Berlinguer a sottrarsi da questo dibattito ipocrita (oggi riguarda lei, domani troveranno un'altra icona pronta all'uso delle battaglie di bandiera, di partito o che altro) dicendo che come dipendente della tv pubblica accetta ogni decisione che la riguarda, senza problemi, e che la libertà di stampa non sarà in pericolo.

Suvvia, ci pare veramente un dibattito minuscolo che interessa un granello di italiani: è una discussione tutta attorcigliata tra coloro che operano in pianta stabile nel mondo dell'informazione, della politica e dintorni. Un circolo appassionato e lezioso impegnato h24 a impartire codici di comportamento sull'inverso mondo, basta naturalmente che nessuno tocchi loro e i loro posti di comando.
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Re: la Rai TV non è libera

Messaggioda gabriele il 10/08/2016, 23:14

mariok ha scritto:Sinceramente non so bene cosa significhi servizio pubblico.


Sinceramente la difesa di alcuni con inutili giri mentali e scusanti imbarazzanti mi sembra un arrampicarsi sugli specchi.

Il dover inventarsi scuse finte (vedi il caso Mercalli) solo per togliere possibili fonti avverse e posizionare uomini chiave, ovvero signor sì, asserviti ovviamente al colui che li ha posizionati (ovvero Renzi), che hanno il compito di traghettare il governo verso un sì al referendum di ottobre in un clima di controllo assoluto dell'informazione pubblica. Questa è la RAI. Un ente al servizio di chi comanda.

Come detto: meglio privatizzare, nel frattempo mi va di denunciare lo schifo, tanto più che la Rai la pago.
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Re: la Rai TV non è libera

Messaggioda flaviomob il 11/08/2016, 1:29

Tre reti Rai schierate per il sì al referendum, con le voci "fuori dal coro" messe a tacere. Nemmeno Berlusconi era arrivato a tanto (ma lui aveva Mediaset). BulgaRai.


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