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Di Pietro attacca Napolitano

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda incrociatore il 14/02/2009, 13:27

a me il discorso di Di Pietro è parso chiaro nello stesso momento che l'ha pronunciato.... e non sono un "fenomeno" soprannaturale... cerco solo di non sentire solo ciò che vorrei ascoltare o perché penso già di sapere cosa uno sicuramente dirà.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda guidoparietti il 14/02/2009, 13:53

incrociatore ha scritto:a me il discorso di Di Pietro è parso chiaro nello stesso momento che l'ha pronunciato.... e non sono un "fenomeno" soprannaturale... cerco solo di non sentire solo ciò che vorrei ascoltare o perché penso già di sapere cosa uno sicuramente dirà.

O forse viceversa ignori la gravità di un attacco a napolitano perché sei d'accordo nel merito, come tanti altri del resto?
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda incrociatore il 14/02/2009, 14:08

visto che l'archiviazione dimostra che attacco non c'è stato, evidentemente anche tu sei tra quelli che non crede di dover tener in nessun conto dei pronunciamenti della magistratura, come tanti del resto.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda guidoparietti il 14/02/2009, 14:49

incrociatore ha scritto:visto che l'archiviazione dimostra che attacco non c'è stato, evidentemente anche tu sei tra quelli che non crede di dover tener in nessun conto dei pronunciamenti della magistratura, come tanti del resto.

l'archiviazione dimostra che non c'è stato reato. E ci mancherebbe. Non ho mai sostenuto che si trattasse di un reato.
Confondere l'assenza di un reato con una scusante per qualsiasi comportamento politicamente idiota, come tanti fanno, è assai controproducente, anche per la magistratura a lungo andare.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda incrociatore il 14/02/2009, 15:55

penso che sia controproducente e politicamente molto pericoloso trasformare il diritto di critica verso chiunque, sia esso un magistrato e fin anche il Presidente della Repubblica, come un comportamento idiota allorquando non si riesce a dimostrare il vilipendio.

L'assenza della critica è la cartina tornasole di un regime.

Io sono mosso dai princìpi di Voltaire e del suo "non sono daccordo con ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo" e niente nella linea dell'“Ad abolendam diversarum haeresum pravitatem” di Papa Lucio III e dei suoi "illustri" successori.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda franz il 14/02/2009, 18:35

incrociatore ha scritto:L'assenza della critica è la cartina tornasole di un regime.

Allora l'Italia è a posto. Nessun regime in un paese in cui l'unica ocupazione è la critica all'operato altrui.
Tutti criticano tutto e tutti ma a parte questo (anzi, grazie a questo) i problemi rimangono.
La cosa infatti non sorprende perchè compito della politica, quella "Del Fare" che tanto piaceva, e sicuramente piace ancora, a Prodi è cambiare le cose, non criticare in una costante logorrea di critica a chiunque.
Se tutti sono impegnati a criticare invece di costruire, è ovvio che le cose rimangono immutate o peggiorano.
Unico baluardo che mi sembra giusto tener fuori dall'agone politico e dalle critiche (per quanto istituzionalmente fatto o non fatto) è il Presidente della Repubblica per il ruolo super partes che ha. Il fatto che le critiche fatte da Di Pietro a Napolitano non fossero penalmente rilevanti (e ci mancherebbe altro) non significa che fossero politicamente corrette, auspicabili, condivisibili e a loro volta politicamente criticabili.
Intanto il paese va a rotoli ed ipolitici passano il tempo a criticarsi.
Ciao,
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda guidoparietti il 14/02/2009, 18:37

incrociatore ha scritto:penso che sia controproducente e politicamente molto pericoloso trasformare il diritto di critica verso chiunque, sia esso un magistrato e fin anche il Presidente della Repubblica, come un comportamento idiota allorquando non si riesce a dimostrare il vilipendio.

L'assenza della critica è la cartina tornasole di un regime.

Io sono mosso dai princìpi di Voltaire e del suo "non sono daccordo con ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo" e niente nella linea dell'“Ad abolendam diversarum haeresum pravitatem” di Papa Lucio III e dei suoi "illustri" successori.

è un fatto che dopo la "critica" di Di Pietro a Napolitano, critica che lo ricordiamo verteva sulla sua inefficienza come custode della costituzione, SOLO POCHI GIORNI DOPO, ci si sia trovati tutti a dover difendere Napolitano contro i tentativi di prevaricazione del cav. Non per caso la voce di Di Pietro e compagnia è rimasta afona in quest'occasione, ma il danno è andato bene al di là di Di Pietro. Indebolire attaccandole in modo insultante le istituzioni di garanzia quando invece dovremmo tenercele care è politicamente stupido. L'attacco a napolitano era ingiustificato di fatto, insultante nei modi e controproducente sia in sé che per il momento in cui è stato portato. Asserire che siccome Di Pietro non è stato condannato per vilipendio (cosa che nessuna persona sensata ha mai pensato potesse accadere, e tantomeno DOVESSE accadere) allora tutto ciò non è vero o non conta significa essere ancora più ciechi rispetto ai fatti.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda pierodm il 14/02/2009, 19:02

Se discutiamo tanto su questo fatto, certamente non è per amore verso Di Pietro, ma perché in questo caso si è manifestato in modo virulento una volontà-incapacità di accettare una critica nel merito, e in via subordinata la tendenza ad aggrapparsi al pretesto di una non dimostrata "forma" per trasformare la critica in "insulto" e "vilipendio".

Anche sposando la tesi di Franz, che fa differenza tra il giudizio "meditato" del tribunale e quello "immediato" della piazza, il fatto che anche dopo un paio di settimane di "meditazione" e al calduccio della propria casa alcuni (non pochi) di noi continuano a vedere insulti e vilipendi nelle parole di DP significa si vuole per forza vedere quello che non c'è.
La verità è che non è un problema di meditazione - come dice giustamente Incrociatore che ha capito nel senso giusto senza meditare - ma di avere una certa idea invece di un'altra: in questo caso infondata, e continuare a tenere duro prima, durante e dopo la meditazione.

E poi, se vogliamo, possiamo discutere della tesi di Franz.
Verissimo che nei discorsi di piazza e di televisione contano le suggestioni, l'uso di parole-chiave indipendentemente dalla consecutio temporum, gli accostamenti modulati con la sonorità, etc.
Ma nemmeno questo mi sembra ricorrere nel nostro caso, a meno di non voler dire che quella piazza era strenuamente distratta e superficiale.
Quello che invece mi sento di ammettere senza difficoltà - lo dico anzi da sempre - è che DP ha una brutta dialettica e usa spesso riferimenti inopportuni, fuori posto ed esagerati.
In questo caso la "mafiosità" non c'entrva una mazza, nè riferita ad un se stesso silente, né a chiunque altro, Presidente compreso. C'erano una decina di altri termini e concetti assai più congrui per definire un silenzio colpevole o politicamente criticabile.
Lo stesso genere di inopportunità e di mediocrità dialettica che c'è nei riferimenti allo "stalinismo" o agli "antichi vizi della sinistra parolaia" in certi discorsi, tanto per intenderci.
Ma DP è questo, dovremmo saperlo. Non è votato perché fine dicitore. Non lo era nemmeno da PM.
Definire però il suo discorso un "vilipendio" significa cadere nella sua stessa mediocrità dialettica, con l'aggravante della meditazione, che ormai è diventata pre-meditazione.

Dopo l'invio del post, vedo che Guido ha aggiunto nel frattempo il suo, e quindi faccio una veloce noticina.
Le premonizioni su quello che dovrà accadere fra qualche giorno non rientrano nei doveri di chi fa un discorso critico.
ma, a parte questo, giustamente non bisogna stere qui a fare chiacchiere e critiche superflue: non capisco perché Guido perda tempo nel forum - a criticare delle nullità come noi siamo - invece di darsi da fare al fronte, là dove fischiano le palle.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda franz il 14/02/2009, 19:38

pierodm ha scritto:il fatto che anche dopo un paio di settimane di "meditazione" e al calduccio della propria casa alcuni (non pochi) di noi continuano a vedere insulti e vilipendi nelle parole di DP significa si vuole per forza vedere quello che non c'è.

No, visto che qui nel forum nessuno, per quanto ho letto, sostiene che Di Pietro abbia insultato o villipeso Napolitano, quello che vede cio' che non c'è sei tu.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda incrociatore il 14/02/2009, 19:43

franz ha scritto:La cosa infatti non sorprende perchè compito della politica, quella "Del Fare" che tanto piaceva, e sicuramente piace ancora, a Prodi è cambiare le cose, non criticare in una costante logorrea di critica a chiunque.

personalmente ho un'idea della politica molto diversa da Di Pietro... la prospettiva di una persona che ha la proprietà intellettuale, e non solo, di un Partito mi sconvolge... ma ciò non toglie che non possa riconoscergli la facoltà di dire ciò che pensa e che pensano milioni di italiani e, in qualche caso, me compreso.

È troppo facile e ingiusto catalogare la critica in questione come la solita abitudine dell'italietta inconcludente, qui, la questione è proprio il contrario... ritenere che proprio il "non fare" abbia caratterizzato alcuni atti specifici del Presidente.

Ogni persona di buon senso vede che l'art. 3 della nostra Carta è stato vilipeso dal cosiddetto "Lodo Alfano"... rivendico il mio diritto di critica al Presidente per non aver nemmeno provato a sollevare dubbi di Costituzionalità, evidenti a milioni di suoi concittadini e al buon senso... appunto.

Qui la critica è per non aver fatto, non per il contrario.

Per anni, ormai, nel tentativo di divenire un "Paese normale" vengono provate strade di non belligeranza che intendono creare un "clima collaborativo" non avendo ancora imparato che continuando ad esistere l'anomalia Berlusconi, questo è impossibile. Il pianista da night fa puntualmente uso strumentale di ogni "apertura" e finisce per utilizzarla come strumento per screditare i suoi avversari... aveva cominciato con D'Alema ed ora conclude con Veltroni... Con Prodi il giochetto gli è riuscito a metà... ha dovuto insultarlo e sbeffeggiarlo ma, nonostante ciò, il nostro lo ha battuto 2 a 0.

Di questa teoria della "collaborazione" s'è fatto prendere anche il Presidente, che ha a sua discolpa un ruolo istituzionale che glielo impone, ma non certo fino al punto di mettere in secondo piano anche il suo ruolo di garante della Carta.

Mi sembra, anche se il paragone può sembrare all'apparenza azzardato o incomprensibile, quell'atteggiamento che tende a giustificare in qualche modo lo stupratore perché... insomma, non si può andare in giro così in minigonna...

E infatti lo stupratore... appena può... stupra... e difatti, appena il suo ruolo di garante della Carta, il Presidente ha deciso di non poterlo mettere più in secondo piano, lo stupratore ha scatenato i buttafuori del suo "privé".
Ultima modifica di incrociatore il 14/02/2009, 19:46, modificato 1 volta in totale.
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