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Quante bugie sull'europa

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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda flaviomob il 27/06/2016, 10:58

E allora "tutto va bene, Madama la Marchesa".

Viviamo nel migliore dei mondi possibili.


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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda pianogrande il 27/06/2016, 11:53

flaviomob ha scritto:E allora "tutto va bene, Madama la Marchesa".

Viviamo nel migliore dei mondi possibili.


Viviamo sempre nel migliore dei mondi possibili perché se fosse possibile un mondo migliore questo esisterebbe.

Non viviamo nel migliore dei mondi immaginabili ma le due cose non vanno confuse perché è così che si diventa distruttivi rispetto alla realtà che, se non ci piace, basta demolirla.
Troppo facile.
La realtà va accettata e gestita al meglio e i miglioramenti costano tempo e fatica.

Nessuno dice che tutto va bene.
L'esistente, però, è l'unico materiale che abbiamo a disposizione per costruire qualcosa di meglio.

Se lo buttiamo via in questo modo, poi ci rimane il mondo dei sogni e delle chiacchiere.
Lì sì, si possono fare grandi e rapidi miglioramenti.
Praticamente non c'è limite.
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda trilogy il 27/06/2016, 16:02

A sky tg c'era una discussione surreale dove l'Unione Europea veniva accusata di togliere il credito agli artigiani e piccole imprese tramite le regole di Basilea. Peccato che il comitato di Basilea non sia una istituzione europea ma un G10 finanziario
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda flaviomob il 27/06/2016, 23:43

La Ue ha le sue colpe, ma di fatto i progetti più innovativi vengono bloccati dai veti incrociati. Tuttavia bisogna riscontrare che la peggior classe dirigente europea (delle singole nazioni e continentale) dal 1945 si è trovata a dover gestire gli effetti di una crisi economica così grave da avere conseguenze socioeconomiche paragonabili a una guerra mondiale.


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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda mariok il 28/06/2016, 9:35

Mi sembra il festival degli apprendisti stregoni.

Idee poche, ma confuse. Chiacchiere in libertà ad libitum. E purtroppo non sono i soli!

Il piano del M5S targato Di Maio: portarci in un “euro del Sud”
Un ddl grillino: consultazione popolare, poi moneta dei Paesi più deboli
LAPRESSE
Luigi Di Maio: «Dobbiamo preferire l’euro 2 o monete alternative». Ma la strada delle monete alternative non è chiara

28/06/2016
JACOPO IACOBONI

A marzo del 2015 Alessandro Di Battista, uno dei membri del direttorio M5S, disse non solo che bisognava lasciare l’euro, ma l’Europa; usò parole forti, «bisogna lasciare il nazismo centrale nordeuropeo che produrrà sempre più schiavi a danno dei paesi del sud Europa». Oggi dice che «l’Europa è un’opportunità importantissima che è stata rovinata da burocrati e banche». Al netto della giravolta, il Movimento ha sempre giocato sull’ambiguità tra euro ed Europa, dicendo tutto e il contrario di tutto, ma proviamo a prendere per buona la posizione ufficiale di questo momento: no all’uscita dall’Europa, sì alla richiesta di un referendum sull’euro (Luigi Di Maio ha detto che voterebbe a favore dell’uscita dall’euro). Ammesso e non concesso che un referendum di tale natura sia concepibile giuridicamente (la Costituzione italiana non prevede che i trattati internazionali possano esser sottoposti a consultazione popolare), mentre un referendum solo consultivo sarebbe politicamente non vincolante, quale sarebbe il piano una volta usciti dall’euro?

LEGGI ANCHE Il M5S non vuole più lasciare l’Europa e l’Euro

Perché un piano, bisogna ricordarlo, esiste da un po’, anche se sta ad ammuffire negli archivi del Senato. Per quanto strampalato, prevede in sostanza la creazione di una seconda moneta parallela - un euro B, che qualche volta nelle riunioni ristrette viene chiamato «euro del sud» - che vedrebbe l’Italia capeggiare, non si sa bene come, un plotoncino di paesi tra i quali la Grecia e la Spagna, della sponda meridionale europea. Il disegno di legge di iniziativa popolare fu presentato l’8 luglio 2015 da Vito Crimi in Senato, accompagnato da una raccolta di duecentomila firme, con la richiesta (bocciata) di procedura d’urgenza. La domenica precedente, il 5 luglio, la Grecia aveva respinto con un referendum il piano di aiuti anti-crisi dei creditori. Solo la Lega appoggiò quella richiesta del M5S, il testo prese poi la via ordinaria e finì presto impantanato tra la tante stramberie che affollano le nostre camere.

LEGGI ANCHE “Siamo in Europa”. No, “l’Ue cambia o muore”. Le giravolte di Grillo e dell’europeista Di Maio

Il quesito referendario immaginato dal ddl recita: «Ritenete voi che si debba adottare una nuova moneta nell’ordinamento nazionale in sostituzione dell’euro, rimanendo nell’Unione europea come Paese membro “con deroga” ai sensi dell’articolo 139 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea?». Ritenete che «a tale scopo si debba delegare il governo ad adottare le disposizioni e le misure necessarie per l’introduzione della nuova moneta nell’ordinamento nazionale, assumendo le iniziative necessarie per la determinazione del tasso di cambio al quale la nuova moneta subentrerà all’euro e la relativa data di decorrenza, e disponendo l’abrogazione delle norme incompatibili?». Sul sito di Beppe Grillo - senza nessun riferimento sul carattere del tutto ipotetico di questa iniziativa, e sulle sue difficoltà giuridico costituzionali - si scrisse, in modo assertivo: «Il referendum si terrà probabilmente in un periodo compreso tra il dicembre 2015 e il gennaio 2016».

LEGGI ANCHE Marco Canestrari: “M5S tradito: c’era una comunità. Ora solo una guerra per il potere”

Luigi Di Maio, a Ballarò di recente, ha aumentato la confusione dicendo che all’euro «dobbiamo preferire l’euro 2 o monete alternative». La strada delle monete alternative non è chiara; quella delle monete “complementari” meno che mai. A marzo il Corriere riferì, non smentito, che Di Maio - a 28 diplomatici dei paesi Ue nell’incontro organizzato nella residenza dell’ambasciatore olandese a Roma - disse nientemeno (suscitando sconcerto): «Proporrei due euro, due monete diverse: una per i paesi del nord e l’altra per il sud dell’Europa». Non è mai stato chiaro come si articolerebbe, Italia a parte, questo «euro del sud», con quali paesi, quali iniziative geopolitiche e diplomatiche, ma dopo la finanza creativa di Tremonti, si profila adesso, all’orizzonte della sfinita Italia, la moneta creativa.
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda pianogrande il 28/06/2016, 12:12

Ce l'avevamo già l'euro del sud.
Era la lira.
Si svalutava a piacere ottenendo anche tutta l'inflazione possibile anche senza bisogno di Draghi o altri rompiscatole.
Poi l'inflazione si inseguiva con la contingenza e i contratti di lavoro e, per chi poteva, coi BOT a sei mesi

Hanno fatto l'Euro che non si può svalutare (moneta anti furbi).

Adesso tutti i furbi e loro sodali combattono l'Euro.
Adesso si vuole l'Euro ma anche l'inflazione.

Insomma, le cose cambiano anche ma se le teste rimangono le stesse è un cambiamento solo di facciata.

Ormai è chiaro i grillini da che parte stanno; dalla parte dei furbi (mica solo loro ma è per sottolineare che le teste non cambiano).
Bellissima posizione dove non si vive male ma che ha un solo difetto e cioè che non c'è posto per tutti.
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda mariok il 28/06/2016, 12:26

Ora che è sotto pressione perché si dimetta, Juncker mi è diventato più simpatico.

http://video.repubblica.it/dossier/brex ... 671/244733
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda flaviomob il 28/06/2016, 14:01

Juncker l'ubriacone ormai non conta più una cippa raggrinzita. Il pallino è in mano a Merkel.


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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda mariok il 28/06/2016, 14:18

Già, l'alternativa sono i razzisti alla Farage.
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Re: Quante bugie sull'europa

Messaggioda flaviomob il 28/06/2016, 16:26

Farage ha vinto un referendum grazie all'inettitudine della classe politica britannica ed europea. Juncker ormai conta come il due di picche e ormai il pallino rimane in mano ai tedeschi, che devono giocarsela bene perché la storia non li perdonerà per la terza volta. La Merkel è ancora forte mentre Hollande e Renzi sono in forte crisi interna.

UK è fondamentale per l'economia europea, importa dalla UE più di quanto esporta (soprattutto da Germania Olanda e Francia) e Merkel lo sa benissimo; inoltre alimentare le tensioni e lasciar partire le isole britanniche significa rischiare un effetto a catena, a partire dall'Olanda e dalle estreme destre europee che pure in Francia, Ungheria, Nord Italia e nella stessa Germania iniziano a tirare la corda. Juncker è sacrificabile.


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