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Lasciate ogni speranza o voi che entrate ...

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Re: Lasciate ogni speranza o voi che entrate ...

Messaggioda trilogy il 13/06/2016, 10:12

Pelaggi, l’avvocato innocente scagionato solo dopo tre anni
La Procura della Cassazione avvia un’indagine disciplinare sui magistrati


Ci sono voluti tre anni, 32 mila pagine da leggere, cinque mesi di prigione, un figlio piccolo da ingannare («Dov’è papà?» «All’estero…») e una moglie da consolare, prima che un tribunale, questa volta di Roma, iniziasse a rendere giustizia a Luigi Pelaggi, avvocato granitico, una carriera brillantissima prima in Confindustria e poi come capo della segreteria tecnica del Ministero dell’Ambiente con Stefania Prestigiacomo, stroncata una fredda mattina del gennaio 2014 da un ordine di cattura richiesto dalla Procura di Milano per un’accusa di corruzione rivelatasi completamente inesistente. E i cui estremi d’insussistenza erano già contenuti nelle stesse carte dell’inchiesta, un gigantesco faldone composto appunto da 32 mila pagine, all’interno del quale campeggiava una relazione della Guardia di finanza di “appena” 800 pagine dove era chiarissimo che i 700 mila euro di corruzione di cui veniva accusato Pelaggi non erano mai finiti a lui ma erano semplicemente il frutto di una manovra finanziaria infragruppo tra privati. Pelaggi aveva avuto la disgrazia di finire in un’intercettazione nella quale il suo nome veniva incautamente accostato ad una cifra: «700».

Ora la Procura generale della Cassazione sul caso ha aperto un procedimento. Si vuole capire come mai, pur agli atti, la relazione della Gdf che proscioglieva Pelaggi, non sia mai stata presa in considerazione dai magistrati e dai giudici che si sono succeduti nella trattazione del caso: dai 4 pm milanesi che hanno svolto l’inchiesta, ovvero l’allora aggiunto Robledo e i sostituti Basiloni, Filippini e Pirrotta, ai gip che hanno emesso il provvedimento restrittivo e lo hanno convalidato (respingendo ben tre richieste di scarcerazione) ai giudici del tribunale del Riesame. [..]

fonte: http://www.lastampa.it/2016/06/11/itali ... agina.html
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Re: Lasciate ogni speranza o voi che entrate ...

Messaggioda pianogrande il 13/06/2016, 14:04

L'indipendenza della magistratura non può significare che possano combinare qualsiasi malefatta.

Se un innocente è stato in galera ed era chiaramente innocente, il magistrato responsabile non può passarla liscia.

La magistratura ha organi di autogoverno; ma funzionano?
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Re: Lasciate ogni speranza o voi che entrate ...

Messaggioda flaviomob il 13/06/2016, 23:31

Che sia innocente lo vedremo, dato che è indagato ancora per abuso d'ufficio e reati ambientali.

L'ingiusta detenzione è altra faccenda.


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Re: Lasciate ogni speranza o voi che entrate ...

Messaggioda pianogrande il 14/06/2016, 0:49

flaviomob ha scritto:Che sia innocente lo vedremo, dato che è indagato ancora per abuso d'ufficio e reati ambientali.

L'ingiusta detenzione è altra faccenda.


Se l'articolo non è pieno di stupidaggini inventate, direi che l'innocenza è fuori dubbio.

Se poi è indagato anche per altri reati, l'articolo non lo dice e parla solo di soldi che non ha preso ma ci si è trovato dentro per caso (per una intercettazione in cui si faceva il suo nome).

Cerchiamo di procedere con ordine.
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Re: Lasciate ogni speranza o voi che entrate ...

Messaggioda flaviomob il 14/06/2016, 14:18

Quell'articolo no, altri sì.


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La certezza della pena.

Messaggioda pianogrande il 17/06/2016, 19:49

Decine di migliaia di sentenze non eseguite

http://napoli.repubblica.it/cronaca/201 ... f=HREC1-11

Ci sarà anche scarsità di personale ma che pena la certezza della pena.
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Re: Lasciate ogni speranza o voi che entrate ...

Messaggioda flaviomob il 18/06/2016, 10:40

http://www.antimafiaduemila.com/home/ma ... iberi.html


Il giudice in ritardo non scrive la sentenza. I mafiosi tornano liberi
Dettagli Pubblicato: 16 Giugno 2016

La Calabria in un baratro giudiziario, ma la politica tace
di Giuseppe Salvaggiulo

Nel silenzio della politica e delle istituzioni (anche togate), dei professionisti e dei dilettanti dell’antimafia, la Calabria sprofonda in un baratro giudiziario. Solo negli ultimi giorni sono scivolati inosservati, come fossero normali, alcuni casi clamorosi. La scarcerazione di alcuni ’ndranghetisti condannati in primo grado e in appello, ma salvati da un giudice che a 11 mesi dalla pronuncia della sentenza non ha ancora depositato le motivazioni; il ritardo di cinque anni con cui ricomincia un altro processo per mafia; l’agonia del processo ai caporali di Rosarno, scaturito sei anni e mezzo fa dalle testimonianze dei migranti e non ancora arrivato nemmeno alla sentenza di primo grado.

LE REAZIONI - Il ministro Orlando manda gli ispettori sul caso del giudice ritardatario in Calabria

«Cosa mia»
La vicenda più grave riguarda il processo «Cosa Mia», nato nel 2010 da un’indagine della procura di Reggio Calabria, allora retta da Giuseppe Pignatone oggi procuratore a Roma, sulle famiglie della piana di Gioia Tauro, protagoniste di una sanguinosa guerra di mafia negli Anni 80-90, con 52 omicidi e altri 34 tentati. L’inchiesta aveva svelato il controllo delle cosche sui lavori dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, con una tangente del 3% imposta alle imprese sotto la voce «tassa ambientale» o «costo sicurezza».

Il processo si è svolto con relativa celerità, considerando l’ampiezza della materia da trattare, il numero di imputati e alcune rilevanti difficoltà logistiche. Basti pensare che la polizia penitenziaria, intimorita dalla caratura degli imputati, si rifiutava di trasportarli nell’aula del processo. Per garantire lo svolgimento del processo, il ministero fu costretto a mobilitare i reparti speciali, usati in genere solo per sedare le rivolte nelle carceri.

Nel 2013 la corte d’assise commina 42 condanne per complessivi trecento anni di carcere, con una sentenza monumentale di 3200 pagine. Impianto sostanzialmente confermato nella sentenza d’appello, pronunciata a fine luglio dell’anno scorso.

A questo punto, non resta che il passaggio in Cassazione, il più celere. Dato che la durata massima della custodia cautelare è di sei anni e i boss furono arrestati nel giugno 2010, il calcolo è semplice. La corte d’appello avrebbe dovuto depositare le motivazioni entro 90 giorni (quindi entro fine ottobre 2015), poi gli avvocati avrebbero avuto 45 giorni per presentare il ricorso in Cassazione. Ai supremi giudici sarebbero rimasti sei mesi, fino alla scadenza del termine della carcerazione preventiva, per chiudere il processo con la sentenza definitiva. Un tempo più che sufficiente: in Cassazione è prassi anticipare i processi per i quali sta maturando la prescrizione (fu così per il caso Berlusconi, frode fiscale, nell’agosto 2013) o stanno per scadere i termini di carcerazione degli imputati.

Liberi tutti
Invece in questo caso i termini sono scaduti la scorsa settimana senza che la Cassazione abbia nemmeno ricevuto le carte del processo, ancora ferme nella corte d’assise di Reggio Calabria perché il giudice Stefania Di Rienzo non ha ancora depositato le motivazioni della sentenza. Scaduto il primo termine di 90 giorni, aveva chiesto una proroga: altri tre mesi. Spirati invano. Di mesi ne sono trascorsi undici e delle motivazioni non c’è traccia.

E così tre imputati, a dispetto della doppia condanna per associazione mafiosa, nei giorni scorsi sono usciti dal carcere. Altri dieci erano tornati liberi precedentemente, sempre per scadenza dei termini della custodia cautelare. Il danno processuale è enorme, quello sociale maggiore. Il ritorno alla libertà degli ’ndranghetisti ne rafforza il potere e scoraggia chiunque (sia dentro che fuori dal sodalizio criminale) dalla collaborazione con la giustizia.

Non è un caso isolato. In questi giorni si celebra a Catanzaro l’appello del processo Revenge, con sette imputati di mafia. Peccato che sarebbe dovuto partire nel 2011, ma sono stati necessari cinque anni per formare un collegio di giudici. E sei anni non sono bastati ad arrivare a sentenza nel processo ai caporali di Rosarno.

Il panorama
Fotografie di una resa giudiziaria nella regione con il record di Comuni commissariati per infiltrazioni mafiose e in cui, recita l’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia (Dia), la ’ndrangheta opera un «atavico, asfissiante strangolamento del territorio» e rappresenta «un pesante fattore frenante per lo sviluppo economico e sociale» grazie alla capacità di «fare sistema» attraendo «nella propria sfera di influenza soggetti legati al mondo dell’imprenditoria, della politica, dell’economia e delle istituzioni».

Non ce n’è abbastanza perché Csm e commissione antimafia se ne occupino?
(Ha collaborato Gaetano Mazzuca)

Tratto da: lastampa.it


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Siamo un paese marcio.

Messaggioda pianogrande il 18/06/2016, 11:13

Ce n'è abbastanza per mettere in discussione la stessa esistenza della commissione antimafia e del CSM.

Non dico di eliminarli e basta ma di cercare di sostituirli con organi reinventati e dati in mano ad altra gente.

Il marcio trionfa e la mafia trionfa e la gente ha paura e lo stato la passa liscia e forse se la gode.

Ecco perché qualsiasi movimento anti trova subito un grande seguito anche se si rivela solo un ulteriore modo di lucrare sul marcio.

Siamo messi bene.
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Re: Lasciate ogni speranza o voi che entrate ...

Messaggioda flaviomob il 18/06/2016, 15:52

Se è vero quanto riportato, questo giudice Di Rienzo deve cambiare mestiere.

Se però si leggono altre fonti, le conclusioni sono ribaltate.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06 ... i/2837042/

Conferenza stampa dei giudici della corte d'Appello di Reggio Calabria in difesa del magistrato che doveva depositare le motivazione della sentenza. I magistrati hanno sottolineato "l'univocità di una situazione di grandissima difficoltà, le condizioni di lavoro assolutamente eccezionali per la quantità e la qualità dei processi"

...“La collega di Rienzo – ha detto Roberto Lucisano – con grandissima dedizione, ha deciso di proseguire anche durante le ferie il lavoro sulle sentenze. Tutt’altro, quindi, da com’è stato scritto in maniera a dire poco imprecisa, che avere trascurato il proprio impegno. Un atto meritevole direi che testimonia come tutti i magistrati di questo distretto lavorino in maniera indefessa”...


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Re: Lasciate ogni speranza o voi che entrate ...

Messaggioda pianogrande il 18/06/2016, 21:05

flaviomob ha scritto:Se è vero quanto riportato, questo giudice Di Rienzo deve cambiare mestiere.

Se però si leggono altre fonti, le conclusioni sono ribaltate.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06 ... i/2837042/

Conferenza stampa dei giudici della corte d'Appello di Reggio Calabria in difesa del magistrato che doveva depositare le motivazione della sentenza. I magistrati hanno sottolineato "l'univocità di una situazione di grandissima difficoltà, le condizioni di lavoro assolutamente eccezionali per la quantità e la qualità dei processi"

...“La collega di Rienzo – ha detto Roberto Lucisano – con grandissima dedizione, ha deciso di proseguire anche durante le ferie il lavoro sulle sentenze. Tutt’altro, quindi, da com’è stato scritto in maniera a dire poco imprecisa, che avere trascurato il proprio impegno. Un atto meritevole direi che testimonia come tutti i magistrati di questo distretto lavorino in maniera indefessa”...


Ma se questi sono i risultati a cosa serve non fare le ferie?
Se c'è un ritardo di undici mesi su un lavoro così importante e questa signora non fa le ferie, cosa significa, che tutti gli altri lavori sono in ritardo di anni?
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