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Ichino: Proposta per la prossima Festa del lavoro

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Ichino: Proposta per la prossima Festa del lavoro

Messaggioda ranvit il 03/05/2016, 9:53

MI associo totalmente!! Basta con la retorica!




Proposta per la prossima Festa del lavoro: al centro il lavoro, non le chiacchiere
Come organizzare una giornata non retorica nella quale i lavoratori non scompaiono ma si prendono la scena
di Pietro Ichino | 03 Maggio 2016 ore 06:15


Mi sarebbe tanto piaciuto che l’altro ieri, per il Primo Maggio, il ministero del Lavoro fosse rimasto aperto. Per festeggiarlo davvero, il lavoro, recuperando almeno uno dei trecento giorni di ritardo con cui il quell’amministrazione prevede di adempiere un debito che lo Stato ha assunto verso tutti quelli che il lavoro lo stanno cercando: il debito di mettere in funzione l’ANPAL. E’ l’agenzia istituita dal Jobs Act, con la missione di assicurare a chi il lavoro non ce l’ha servizi efficaci per trovarlo o ritrovarlo: a sette mesi di distanza ancora insabbiata in sonnacchiose pastoie burocratiche indegne di un paese civile, atte soltanto a garantire regolarità formale e impedire l’efficienza sostanziale. In tema di lavoro c’è poi un altro debito dello stato inadempiuto: l’assegno di ricollocazione destinato ai disoccupati. E’ lo strumento promesso loro per pagare i servizi di assistenza nel mercato svolti dalle agenzie private che essi stessi potranno scegliere tra quelle accreditate: secondo il Jobs Act, avrebbe dovuto incominciare già nel settembre scorso a essere erogato a chi è disoccupato da più di quattro mesi, ma la macchina non si è ancora messa in modo.

ARTICOLI CORRELATI Addio lotta di classe. La sinistra alla prova della più importante mutazione genetica Festeggiare il lavoro facendo la festa alle imprese: un nonsense italiano D’accordo, dall’Istat vengono buone notizie: l’occupazione e le retribuzioni nell’ultimo anno sono cresciute, la disoccupazione è diminuita, è aumentata la quota delle assunzioni stabili; ma questo è merito in parte del ritorno alla crescita, in parte della riforma legislativa. La parte che avrebbe dovuto svolgere l’amministrazione ancora non si è vista. Governo e legislatore hanno bruciato le tappe, ma l’amministrazione non lo sta davvero assecondando. Così stando le cose, qualcuno mi sa dire che cosa avevano da festeggiare, il Primo Maggio, i 7.172 impiegati e, soprattutto, i 159 dirigenti del ministero del Lavoro?

La Festa del Lavoro è stata anche quest’anno festa soltanto di chi questo bene prezioso ce l’ha, e se lo tiene stretto. In cento piazze, i sindacati di chi ce l’ha, hanno fatto i loro comizi: dovunque li si sono sentiti denunciare le retribuzioni troppo basse, rivendicare il rinnovo del contratto che tarda, paventare la chiusura di questa o quell’azienda, invocare la “politica industriale”, intesa sempre soltanto come rilancio degli investimenti statali (mai che si chiedano quale politica industriale possano fare loro, i sindacati stessi, contribuendo ad aprire il paese ai piani industriali migliori, guidando i lavoratori alla scommessa comune su quei piani con le multinazionali che li propongono). Ma, se si esclude la voce isolata di un dirigente della Cisl, non c’è stata una sola piazza in cui un leader di prima grandezza, ma neppure uno di seconda o di terza, abbia speso una parola sullo stato di abbandono e inefficienza totale in cui – tranne poche lodevoli eccezioni – versano i Centri per l’Impiego, fino a ieri gestiti (si fa per dire) dalle Province, ora dalle Regioni, ma quasi sempre privi di direzione, di formazione, di attrezzature, persino della carta per la stampante del computer, quando pure ne abbiano uno che funzioni. Del resto, si è mai sentito di uno sciopero, o anche soltanto un sit-in promosso da un sindacato, per i servizi nel mercato del lavoro? Neanche uno in mezzo secolo.

Ma poi, a ben vedere, quale festa e di quale lavoro? Quando a uno il Primo Maggio tocca comunque di lavorare – che sia all’azienda del gas, in un ristorante, in un cinema o altrove – sono guai: se il turno incomincia al mattino, a fine giornata non hai l’autobus o la metropolitana per tornare a casa; se incomincia di pomeriggio o di sera sei messo ancora peggio. Si può andare con la propria auto, ma se accade un incidente è impossibile trovare un vigile. Se poi nell’incidente ci si frattura un femore, Festa del Lavoro significa camere operatorie chiuse: un giorno in più di sofferenze infernali o di morfina.

Assentarsi dal lavoro il Primo Maggio è un diritto, non un obbligo. Mi piacerebbe che qualcuno incominciasse a celebrare la Festa del Lavoro non facendolo sparire, il lavoro, ma riappropriandosene e rendendolo più visibile, magari regalandolo alla cittadinanza, a chi ne ha più bisogno. Nulla impedirebbe, per esempio, che i conducenti dei mezzi pubblici festeggiassero il Lavoro andando al lavoro, previo accordo con l’Azienda municipale sulla circolazione gratuita dei cittadini per tutta la giornata. Che i vigili urbani quel giorno stupissero la cittadinanza presidiando strade, piazze e musei fino a tarda notte. Che i chirurghi lo festeggiassero aprendo le sale operatorie anche se il Primo Maggio cade di domenica; i dipendenti di un pastificio donando il frutto della loro giornata di lavoro ai campi profughi; i dipendenti del ministero del lavoro mostrando, col lavorare un giorno di più, di essere consapevoli degli intollerabili ritardi della propria amministrazione; tutti i dipendenti pubblici regalando alla cittadinanza sportelli aperti mattina e pomeriggio, invece delle solite striminzite quattro ore mattutine e facendo registrare, almeno quel giorno, un tasso di assenza per malattia pari a quello del settore privato.

Vuoi mettere quanto si sentirebbero più festeggiati, in questo modo, il lavoro e tutti i lavoratori, forse persino quelli che finora ne sono stati esclusi? Vuoi mettere con quanto maggiore interesse la gente ascolterebbe i resoconti della festa nei giornali radio e tv, invece che sentir parlare dei soliti concertoni, del solito sventolio di bandiere, dei soliti cortei sempre più autoreferenziali e sparuti dietro i loro striscioni, dei soliti comizi, dai toni tanto più stentorei quanto più flebili sono gli applausi che li concludono?

Pietro Ichino è giuslavorista, senatore del Pd
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Re: Ichino: Proposta per la prossima Festa del lavoro

Messaggioda franz il 03/05/2016, 21:01

secondo me il migliore.
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Re: Ichino: Proposta per la prossima Festa del lavoro

Messaggioda flaviomob il 04/05/2016, 1:30

Retorica vuota e inconsistente, infantile e velleitaria. Che le retribuzioni sono cresciute lo vada a raccontare a quei giovani diplomati o laureati che vengono assunti come stagisti full time a 300 euro (quando li pigliano) al mese.
"Assentarsi dal lavoro è un diritto ma non un obbligo"? Una frase senza senso, delirante.


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Re: Ichino: Proposta per la prossima Festa del lavoro

Messaggioda mariok il 04/05/2016, 15:21

Retorica a parte, la denuncia delle condizioni in cui versano i cosiddetti centri per l'impiego e della completa indifferenza dei sindacati verso l'inesistenza di qualunque politica attiva del lavoro, mi semra sacrosanta.

Per il resto, c'è più retorica (che pure c'è) nelle proposte di Ichino su come festeggiare il primo maggio o nella kermesse sindacale con tanto di interminabile concerto?
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Re: Ichino: Proposta per la prossima Festa del lavoro

Messaggioda pianogrande il 04/05/2016, 15:49

Ma possibile che ognuno non possa festeggiare il primo maggio come gli pare?

Possibile che ci si debba appropriare anche di un giorno festivo per far fare alla gente qualcosa di diverso da quello che aveva in mente?

Ci ha provato anche il berlusca col 25 aprile che voleva trasformare in una "festa della libertà"; roba da matti.

Il primo maggio è un giorno festivo e se i servizi non funzionano come dovrebbero bisogna prendersela con i responsabili dei servizi e non con il primo maggio.

Perché; a natale funziona tutto?
E a capodanno?

E se alla gente piace il concerto la vogliamo colpevolizzare?
Stiamo un po' rilassati.
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Re: Ichino: Proposta per la prossima Festa del lavoro

Messaggioda mariok il 04/05/2016, 18:14

Ovviamente nessuna colpevolizzazione della "gente". Resta il fatto che Ichino (che mi è tutt'altro che simpatico) non è il solo a ricorrere alla retorica.

Ciò comunque nulla toglie alle sue legittime critiche alla politica dei sindacati in tema di lavoro.
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Re: Ichino: Proposta per la prossima Festa del lavoro

Messaggioda pianogrande il 04/05/2016, 19:28

Ogni libertà di critica è sacra, ci mancherebbe; anche la mia.

Anzi, sulle critiche ai sindacati mi accodo con le mie.

Ormai, entrare in una sede sindacale non fa molta differenza con l'entrare in un burocraticissimo pubblico ufficio.
E non conosco solo una sede.

Nessuno a cui chiedere un consiglio, magari confidenziale; a cui raccontare un problema tanto per sentire un parere.
No.
Se non ce l'hai, subito la tessera e poi ufficio legale.

Ufficio legale, patronato, CAF; sale di attesa.

Adesso che, con il pre compilato, i CAF andranno un po' in crisi, mancherà anche una fonte di finanziamento e non so che aria si respirerà in quelle stanze.
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Re: Ichino: Proposta per la prossima Festa del lavoro

Messaggioda ranvit il 05/05/2016, 10:40

Pianogrande sei contraddittorio....come hai scritto i sindacati sono diventati burocraticissimi e il concertone del 1° Maggio è di una retorica spaventosa: ecco perchè la sinistra non prende piu' voti.....la gente che pure va volentieri al concertone perche è gratis, poi distingue la retorica dai reali problemi quotidiani che vorrebbe risolti, coi fatti (collaborando con chi al governo cerca di farlo) non con le chiacchiere su quanto Renzi sia piu' o meno vicino a Berlusconi o se Verdini è un gaglioffo piu' di tanti altri politici o no (ma che garantisce l'azione del Governo per ammodernare l'Italia).
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Re: Ichino: Proposta per la prossima Festa del lavoro

Messaggioda Robyn il 05/05/2016, 12:39

Adesso non stà bene neanche più il primo maggio
Il primo maggio non si esaurisce nel concerto ma è una giornata di completo rilassamento c'è chi và in una città d'arte chi preferisce andare in montagna chi al concerto è un momento in cui ci si slega completamente dall'attività lavorativa.Dire che il 1 maggio stare a casa è un diritto è non un obbligo e un non senso perche non si può costringere chi vuole riposare ad andare a lavorare,non si può mettere il 1 maggio al servizio della produttività,naturalmente anche durante il primo maggio alcuni servizi devono funzionare perche la scelta di fare l'autista di mezzi pubblici o di medico comporta conoscere in anticipo quali sono i pregi e i difetti del lavoro che si sceglie è facile che il 1 maggio ad un'autista di mezzi pubblici gli tocchi lavorare e magari l'anno successivo no.Degli scritti di Ichino molte cose le condivido altre no il liberalismo sà che non tutto può essere libero
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Ichino: Proposta per la prossima Festa del lavoro

Messaggioda pianogrande il 05/05/2016, 16:17

ranvit ha scritto:Pianogrande sei contraddittorio....come hai scritto i sindacati sono diventati burocraticissimi e il concertone del 1° Maggio è di una retorica spaventosa: ecco perchè la sinistra non prende piu' voti.....la gente che pure va volentieri al concertone perche è gratis, poi distingue la retorica dai reali problemi quotidiani che vorrebbe risolti, coi fatti (collaborando con chi al governo cerca di farlo) non con le chiacchiere su quanto Renzi sia piu' o meno vicino a Berlusconi o se Verdini è un gaglioffo piu' di tanti altri politici o no (ma che garantisce l'azione del Governo per ammodernare l'Italia).


Non credo di essere contraddittorio.
Più che altro seguo la mia logica cercando di non essere solo di parte.
Non so quanto il voto della gente, nel bene e nel male, sia influenzato dal concertone.
La gente ha bel altri parametri nella testa ed è libera di andare a tutti i concertoni che desidera anche semplicemente per goderseli.
Quanto ai sindacati (sono stato sindacalista in una parentesi della mia vita ma mai a tempo pieno) li critico sopratutto da quando, come pensionato, ho conosciuto molto meglio la loro facciata pubblica non di fabbrica.
Anche qui non vedo contraddizioni.
Una cosa va bene finché va bene.
Quando non va bene più lo dico e non significa che mi rimangio quello che pensavo prima (il che poi non sarebbe neanche da condannare se fatto con onestà intellettuale).
Quindi, a prescindere dalle critiche sul ministero del lavoro o sulla retorica o sull'autobus che possono trovare benissimo altra collocazione, il primo maggio è un giorno di festa e nessuno può pretendere di stabilire come vada passato se non il singolo per se stesso.
Fotti il sistema. Studia.
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