I popoli si sono ribellati alle dittature comuniste dell'Est quando il regime ha mostrato delle crepe. Essendo però una forma di impero russo mascherato da democrazie popolari "satelliti", solo l'ingerenza militare sovietica ha salvato nel '56 e nel '68 i regimi di allora a Praga e Budapest. Quando è entrata in crisi la stessa Russia, tutti i regimi comunisti in Europa sono crollati. Non mi pare quindi che la fine del comunismo sovietico sia ascrivibile a una rivolta popolare, ma piuttosto a declino economico, elevata corruzione (a proposito di dittature e Scalfari), iper burocratizzazione.
Il sistema di potere mafioso è molto diverso. E' nascosto ma consolidato e radicato in alcune regioni da 150 anni: sono cambiati statuti e costituzioni, governi e parlamenti, persino una dittatura che inizialmente diede l'impressione di sradicare la mafia (e ogni potere concorrente) ma in breve tempo si alleò con i soliti "notabili". Ciò che è evidente è l'esistenza di un blocco di potere con gangli ai livelli più elevati, in grado di allearsi con altri poteri occulti del paese (eversione, P2, finanza parallela, persino lo Ior) con cui anche la politica è costretta a trattare in posizione di inferiorità, quando non di totale collusione.
150 anni sono il doppio della vita dell'Unione Sovietica, sono sette volte la durata del fascismo. Quando gli "eredi" del PCI presenti nel PD vengono scoperti a gestire un sistema di potere mafioso nella Capitale dimostrano palesemente due cose: la mafia oggi è in grado di allearsi con qualsiasi forza politica, senza "diversità" com'era in passato (relativamente a forze schierate all'opposizione); l'espansione della mafia nel centro-nord è un processo continuo e consolidato.
Di fronte a una forma pervasiva e totalizzante di potere "illegale" e antidemocratico, sanguinario e retrogrado che dura dai tempi dell'Unità d'Italia, il cittadino da solo che cosa può fare?