da pierodm il 10/02/2009, 21:14
Paolo dice e ripete: "siamo sicuri che questo... siamo sicuri che quest'altro".
Ebbene sì, Paolo, siamo sicuri.
Io almeno sono sicuro. Tu regolati come meglio credi, naturalmente.
Del resto, non staimo parlando di ipotesi azzarsate o eventi futuribili: parliamo di cose dette e cose fatte, chiare, semplici ed evidenti. O ci piacciono o non ci piacciono, se siamo capaci di avere uno straccio di idea chiara su quello che siamo e quello che è la decenza.
Piuttosto, devo fare un mea culpa. Mi sbagliavo.
Mi sbagliavo, anni fa, molti anni fa, quando era uso comune tirare fuori l'accusa di "fascismo" con facilità che mi sembrava davvero eccessiva. Ho tante volte discusso animatamente per questo, per sostenere cioè che bisognava non esagerare con questo tipo di linguaggio e di accuse distribuire con leggerezza.
Mi sbagliavo, anche se avevo ragione nell'immediato: abbiamo coltivato troppo fascismo latente, in questo paese, e una troppo ottimistica illusione che sotto la pelle sottile della democrazia formale fosse crescita una sostanza solida di democrazia e di decenza intellettuale. Soprattutto di decenza intellettuale.
Anche io - sebbene consapevole del tasso di fascismo latente nella nostra cultura - sono caduto nell'errore di pensare che fosse una questione tutto sommato chiusa, e che quel tasso di fascismo fosse confinato in aree particolari e limitate della società, incapaci di tornare ad avvelenare il clima politico generale.
Mi sbagliavo.
Indipendentemente da ciò che succederà a livello istituzionale, quello che si fa e si dice in questi ultimi anni - dalla cricca al governo ma anche da tante gente comune - segna di per sé il passaggio ad una fase molto diversa e direi piuttosto infame del clima socio-culturale del nostro paese: chi dice che non è "fascismo" ha ragione. E' peggio.
E' peggio, perché al tempo delle leggi razziali fasciste, la maggior parte della gente era analfabeta e ignorante, disinformata e agnostica, mentre adesso l'infamia si consuma nell'era di Internet, delle dieci televisioni, dei viaggi, della "modernità" e dell'istruzione di massa.
E, per favore, risparmiamoci le discussione sulle eventuali "ragioni" - leggasi "giustificazioni" - delle leggi infami e delle dichiarazioni, delle idee, dei sentimenti vergognosi.
Per una volta - una sola - siamo capaci di dare un giudizio chiaro, netto, inequivocabile su qualcosa in questo paese di gesuiti?