pagheca ha scritto:Sto dicendo che il rischio insito in qualsiasi tipo di attivita' puo' essere ridotto alla somma di tanti prodotti del tipo:
(probabilita' di incidente) x (entita' dei danni)
Mi pare incompleto.
nell'analisi ci vuole anche una dimensione temporale, direi. E del territorio sotto esame.
Concretamente la "probabilità" non nasce da nulla se non dalla conta effettiva dei casi in una certa unità di tempo in un certo luogo.
Prendiamo un annno. E prendiamo il pianeta intero, visto che il rischio nucleare riguarda tutti.
In un anno quanti morti per incidenti stradali ci sono? (nel pianeta, intendo).
Quanti per incidenti sul lavoro?
Quanti morti per incidenti aerei?
Quanti morti per problemi legati alla combustione dei fossili (tumori polmonari, malattie respiratorie)?
Quanti morti per incidenti nucleari?
Mah forse un anno è troppo poco.
Prendiamo dieci anni. E ricominciamo.
Siamo costretti forse a trovare un periodo di 30 anni, per comprendere l'unico incidente serio (chernobyl) ma ce ne sono stati altri.
O possiamo calcolare gli stessi dati in 50 anni o dalla data della prima centrale nucleare (prima la comparazione non ha senso).
Se ci basiamo su quanto avvenuto realmente nel passato in 50 anni, vedremo la vera dimensione dei morti per incidenti stradali, aerei, sul lavoro, per l'inquinamento da combustione di fossili, per gli incidenti nucleari.
E possiamo anche considerare che proprio per la storia di questi 50 anni in ognuno di questi settori sono stati fatti, nel mondo, grandi progressi sulla sicurezza. Salvo il mondo del lavoro, soprattutto da noi.
Se invece calcoliamo le probabilità future le cose sono piu' aleatorie.
Nessuno ha la palla di vetro ma da un lato abbiamo "possibilità" remote e dall'altro "certezze".
La certezza è che bruciare combustibili fossili è una delle cose piu' stupide, critica che non ci verrà risparmiata per i prosssimi secoli. Il danno prodotto dai fossili combusti non è un complesso calcolo delle probabilità ma è una garanzia, una certezza e riguarda milioni di persone che vivono nei grandi centri urbani.
Io ritengo che la formula (probabilita' di incidente) x (entita' dei danni) sia corretta ma che la combustione dei fossili dia come esito un numero nettamente superiore; quindi ritengo che qualsiasi operazione che sostituisca l'uso di energie fossili con altre sia un fattore immensamente positivo.
Qui per me il nucleare non è affatto escluso, malgrado i suoi contro. Che sono innegabili.
Ciao,
FR
PS: se comprendiamo nel calcolo anche i morti per fame e sete in 50 anni sulla Terra, ci rendiamo conto che i nostri calcoli di probalità di morti per un incidente nucleare sono decisamente fuorvianti.
Quasi uno strabismo cinico da curare per vie psichiatriche.
Le priorità per miliardi di esseri umani, sono ben altre.
Il fatto che piu' di 850 milioni di persone soffrano la fame è una certezza, non una probabilità.
Stime piu' accurate su chi muore per fame non ci sono (perché nessuno li conta ed i morti per fame non bucano i nostro TG).
Ma leggo che ogni giorno 164'000 bambini muoiono di fame. Che devo aggiungere? Devo aggiungere "probabilmente"? cosi' siamo piu' tranquilli? Sono quasi 60 milioni. Ogni anno. E parliamo solo dei bambini.