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Fukushima: mutazioni negli alberi

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Fukushima: mutazioni negli alberi

Messaggioda flaviomob il 16/04/2016, 9:49

Dopo cinque anni!!!

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03 ... di/2530996

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Il 4 marzo scorso l’ong ambientalista Greenpeace ha pubblicato un rapporto, Radiation Reloaded, che fa luce sulle conseguenze della fuga di sostanze radioattive dal sito di Daiichi sull’ambiente naturale circostante — boschi e fiumi, in particolare — e quelle più a lungo termine sull’uomo. Nel rapporto vengono citati recenti studi scientifici che hanno rivelato, tra l’altro, mutazioni probabilmente dovute all’esposizione alle sostanze radioattive nei tronchi degli abeti e infine alti livelli di cesio, sostanza radioattiva prodotta dalla fissione dell’uranio, in ampi tratti di costa nei pressi degli estuari dei principali fiumi che attraversano la provincia di Fukushima.

Sono proprio le aree boschive, di cui la provincia di Fukushima è ricca, a costituire una sorta di “magazzino” di radioattività. E questo, dice il rapporto, potrebbe causare rischi sul lungo periodo per la salute della popolazione locale. Soprattutto perché le sostanze radioattive potrebbero essere “liberate” da incendi o tifoni — comuni in Giappone soprattutto verso la fine dell’estate — e interessare anche zone lontane da Fukushima.

“Il massiccio programma di decontaminazione intrapreso dal governo non avrà alcun impatto sulla riduzione della minaccia ecologica posta dall’enorme quantità di radiazioni sprigionate nell’ambiente dal disastro nucleare di Fukushima”, ha spiegato Kendra Ulrich, attivista anti-nuclearista di Greenpeace. Tokyo ha infatti fin qui ripulito solo parte delle aree residenziali interessate dalle fuoriuscite di sostanze radioattive dalla centrale Daiichi.

Secondo l’attivista di Greenpeace, inoltre, “il governo Abe continua a sostenere il mito secondo cui a cinque anni di distanza dall’incidente di Fukushima tutto sia tornato normale”. Una retorica strumentale al ritorno del Sol levante al nucleare a livelli pre-2011. Dopo la riattivazione di due reattori a Sendai, nel sud dell’arcipelago ad agosto del 2015, da pochi giorni è tornato in funzione il reattore 4 della centrale di Takahama, Giappone centro-occidentale. Questo nonostante il governo giapponese, come ricorda Greenpeace, sia ben lontano dall’aver risolto il nodo Fukushima.

Sono circa 160mila le persone che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione all’indomani dell’incidente nucleare del 2011; 100mila coloro che ancora oggi vivono in stato di evacuazione in alloggi temporanei o in case popolari. Oltre 30mila i km quadrati di terreni contaminati dalle fuoriuscite. Enormi i costi: quasi 110 miliardi di euro, ha stimato Kenichi Oshima della Ritsumeikan University di Kyoto in un intervista al Financial Times, oltre la metà dei quali è andata in indennizzi alle aziende e agli evacuati. Ci sono poi i costi dei lavori dello smantellamento del sito di Daiichi e della bonifica dell’area interessata dalle fuoriuscite (entrambi pari a più di 25 miliardi di euro).

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