L'avevo già anticipato da qualche parte un po' di tempo fa. C'erano indicatori che facevano supporre che avessimo toccato un tetto. I dati ora confermano, finalmente ci sono riusciti. A forza di austerità, aumento delle tasse, aumento della povertà, la gente muore prima. Ma tranquilli l'aspettativa di vita degli italiani continuerà a crescere "per legge" almeno fino al 2021
Rapporto Istat: dopo 10 anni arretra la speranza di vita alla nascita
Un focus specifico sulla sanità: i tumori e le malattie del sistema circolatorio sono le patologie per cui è più frequente il ricovero. Bene gli stili di vita: nel 2014 si riducono i consumatori di alcol a rischio, i fumatori e le persone obese
«Secondo le prime stime relative al 2015, per la prima volta negli ultimi 10 anni la speranza di vita alla nascita arretra, con un decremento di 0,2 punti per gli uomini (80,1) e 0,3 per le donne (84,7). E nel Mezzogiorno i valori si confermano al di sotto della media nazionale», lo scrive l’Istat nel Rapporto “Noi Italia” 2016 presentato oggi con cui scatta a 360 gradi una fotografia del nostro Paese.
Morte per tumori e malattie del sistema circolatorio
I tumori e le malattie del sistema circolatorio sono le patologie per cui è più frequente il ricovero ospedaliero; tuttavia il ricorso al ricovero è in progressiva riduzione. Nel 2013 i ricoveri per le malattie circolatorie e i tumori si confermano più elevati nelle regioni del Centro. In Italia la mortalità per tumori e malattie del sistema circolatorio è inferiore alla media europea. Nel Mezzogiorno la mortalità per tumori è inferiore alla media nazionale, mentre è più elevata quella per malattie del sistema circolatorio. Il tasso di mortalità infantile, importante indicatore del livello di sviluppo e benessere di un paese, continua a diminuire; nel 2013 in Italia è di 2,9 per mille nati vivi, tra i valori più bassi in Europa.
Lo stile di vita continua a migliorare
Buone notizie sugli stili di vita degli italiani che continuano a migliorare. Nel 2014 si riducono i consumatori di alcol a rischio (15,5%), i fumatori (19,5%) e le persone obese (10,2%). A livello territoriale la quota più alta di consumatori di alcol si ritrova nel Centro-Nord mentre l’obesità è più diffusa nel Mezzogiorno. I fattori di rischio riguardano più gli uomini, con differenze rispetto all’età: i fumatori raggiungono i valori più alti nelle fasce di età centrali, il consumo di alcol a rischio è più diffuso tra i 65-74enni. Rispetto all’obesità, il nostro è tra i paesi con i valori più bassi insieme a Svezia e Paesi Bassi; all’estremo opposto Ungheria, Grecia ed Estonia.
Spesa pubblica sanitaria inferiore a Francia e Germania
Nel documento Istat si evidenzia come nel 2013 la spesa sanitaria pubblica italiana si attesta intorno ai 2.400 dollari pro capite a fronte degli oltre 3.000 spesi in Francia e Germania. La quota di spesa sanitaria privata è pari al 22,6% del totale, inferiore di oltre un punto percentuale rispetto a quella tedesca ma superiore a quella francese. Riguardo l’offerta di posti letto ospedalieri, l’Italia si colloca al 21° posto e continua ad essere al di sotto della media Ue28 (5,3 posti letto ogni mille abitanti).
Ci si sposa poco e si fanno pochi figli
Continua a diminuire il numero medio di figli per donna, nel 2014 si attesta a 1,37 mentre occorrerebbero circa 2,1 figli per garantire il ricambio generazionale. Con 3,2 matrimoni ogni mille abitanti, l’Italia rimane anche uno dei paesi dell’Ue28 in cui ci si sposa meno. L’Italia presenta una bassa incidenza di divorzi, 8,6 ogni 10mila abitanti nel 2014; a livello europeo solo Irlanda e Malta registrano valori inferiori (anno 2013). Per le separazioni si sta verificando una convergenza tra le varie aree del Paese (14,8 e 14,6 ogni 10mila abitanti nel Centro-Nord e nel Mezzogiorno) mentre il divario Nord-Sud per i divorzi rimane ancora evidente (rispettivamente 9,8 e 6,6).
L’Italia è anche un Paese «di anziani»: al 1 gennaio 2015 - secondo il rapporto Istat diffuso oggi - ci sono 157,7 anziani ogni 100 giovani. E 55,1 persone in età non lavorativa ogni 100 in età lavorativa; valori in continua ascesa negli ultimi anni.