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La balla dei poveri che diventano sempre più poveri

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

La balla dei poveri che diventano sempre più poveri

Messaggioda franz il 28/03/2016, 14:27

La balla dei poveri che diventano sempre più poveri
Sul Fatto Quotidiano
di Fabio Scacciavillani
28 marzo 2016

Per celebrare Pasquetta arriva la terza puntata nella serie dedicata a smontare, dati alla mano, le fandonie più pervicacemente incistate nelle menti credule.

I mestatori politici hanno l’esigenza pressante di fornire quantità sempre maggiori di carburante elettorale al motore dello spreco pubblico, spacciato ovviamente per redistribuzione del reddito. Pertanto adottano il metodo più efficace e sbrigativo nell’Italia dall’altissimo tasso di analfabetismo funzionale e soprattutto dalla radicata allergia per statistiche e dati: spacciare assurdità inventate di (mal)sana pianta che risuonino come Verità Rivelate tra i neuroni saturi di metadone ideologico e adusi all’apprendimento di slogan semplici e martellanti.

Questo post è dedicato ad una assurdità di stratosferico successo, che si declina nell’assunto che i poveri diventano sempre più poveri (in tandem con l’assunto che i ricchi diventano sempre più ricchi). Non passa giorno senza che venga ripetuta tale litania in decine di trasmissioni radio e TV per rimbalzare poi tra giornali, web e omelie gesuitiche.

I dati sulla povertà nel mondo vengono raccolti dalla Banca Mondiale nel database relativo ai Millennium Goals.
I dati completi li trovate a questo link. http://databank.worldbank.org/data/repo ... ment-goals

Estraiamo i dati sulla percentuale della popolazione che vive con meno di 1,9 dollari al giorno a parità di potere d’acquisto (in dollari reali assumendo come anno base il 2011) soglia che per la Banca Mondiale e altre organizzazioni internazionali definisce la povertà assoluta. Per sfrondare il database eliminiamo dalla lista dei paesi quelli ricchi (dove nessuno vive con meno di 1,90 dollari al giorno) e quelli dove non esistono dati recenti a causa di conflitti o di incuria (Siria, Cuba, Iraq, Egitto, Yemen, Zimbabwe, Gabon, Algeria ecc.).

Iniziamo dai due paesi più popolosi del mondo. In Cina nel 1990 il 66,6% della popolazione viveva in condizioni di estrema indigenza. Nel 2010 (ultimo dato riportato della Banca Mondiale) questa percentuale si era ridotta all’11,2%. In India nel 1993 (primo dato disponibile) il 46,1% della popolazione viveva con meno di 1,9 dollari (in termini reali base 2011) al giorno, percentuale che nel 2011 era scesa al 21,25%.

Simili risultati si registrano per tutti gli altri paesi molto popolosi: ad esempio l’Indonesia è passata dal 57,3% della popolazione in povertà assoluta nel 1990, al 16% nel 2010; il Pakistan è passato dal 59% del 1990 all’8,3% del 2010; il Vietnam dal 49,2% del 1992 al 3,2 del 2012 e così via.

Esistono paesi dove le cose sono peggiorate a causa di guerre ad esempio la Costa d’Avorio o altri fattori traumatici ad esempio la Guinea Bissau, il Venezuela[*], la Repubblica Centrafricana o la Georgia. Ma si tratta di casi isolati a fronte delle svariate centinaia di milioni di individui affrancatisi progressivamente negli ultimi 25 anni dalle condizioni di povertà estrema.

Senza trascinarla troppo per le lunghe con il post, ho raccolto in questo foglio Excel [ https://drive.google.com/file/d/0B4gqlI ... usp=sharin , NDR]una versione più accessibile dei dati disponibili nel database della Banca Mondiale a beneficio di chi volesse verificare i dettagli paese per paese e magari inviare il link per coprire di ridicolo gli aspiranti imbonitori.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03 ... i/2586875/


Nota: [*] Il Venezuela in particolare si è molto impoverito (lo si vede almeno fino a quando hanno deciso di pubblicare i dati) ma quelli hanno deciso a furor di popolo (e proclami populisti) di seguire la via socialista di Chaverz/Naduro e quindi ... se la sono cercata. Ora che il popolo ha capito e voltato pagina, vedremo in quanto tempo sarà possibile invertire la tendenza. Da considerare che il potere esecutivo è ancora in mano a Maduro mentre il legislativo ora ha una maggioranza avversa con la Mesa de la Unidad Democratica (MUD). Maduro dovrebbe rimanere in carica per 6 anni fino al 2019.
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Re: La balla dei poveri che diventano sempre più poveri

Messaggioda flaviomob il 28/03/2016, 16:03

Sbagliato non prendere in considerazione l'impoverimento del ceto medio (e soprattutto di quello basso) nei paesi "ricchi".
Esiste anche da noi chi vive con meno di un dollaro al giorno: chi è privo di reddito! Ed è una "fetta" in aumento.

AL di là di questo, il progresso tecnologico e scientifico ha raggiunto un punto tale che la povertà e il mancato accesso a risorsre indispensabili dovrebbero essere anacronistici: invece le nostre economie si basano ancora sul commercio di armi e su fonti energetiche non rinnovabili per cui si compete attraverso guerre, con danni alla popolazione, alla società, all'ambiente.


___

http://www.focus.it/comportamento/econo ... ta-globale

10 cose che forse non sai sulla povertà globale

Quanti sono i poveri al mondo? Cosa si intende per "povertà estrema". E soprattutto, la povertà è inevitabile o si può eliminare?


Tre miliardi di persone al mondo vivono con 2,5 dollari al giorno (1,8 euro). Sembra impossibile, ma è così. E non sono neppure i più "sfortunati": cifre ben più impressionanti si fanno largo in quella che ?Abhijit Banerjee? ed Esther Duflo, due economisti del MIT di Boston, hanno definito l'economia della povertà. Le abbiamo raccolte in questi 10 punti. C'è da rimanere impressionati, anche se c'è spazio per qualche buona notizia.

1. Acqua bene prezioso
Più di 1 miliardo di persone non ha accesso sufficiente all'acqua potabile e si stima che 400 milioni di queste siano bambini.

2. I bambini sono i più poveri
Su 2,2 miliardi di bambini al mondo, circa la metà, 1 miliardo vive in povertà. Secondo l'UNICEF, 22.000 bambini muoiono ogni giorno a causa dell'indigenza. Nel 2011, 165 milioni di bambini sotto i 5 anni erano rachitici (tasso ridotto di crescita e di sviluppo, ndr) a causa della malnutrizione cronica.

3. Ricchi e poveri
Le 300 persone più ricche del mondo possiedono la stessa ricchezza dei 3 miliardi dei più poveri.

4. Analfabetismo
Al mondo almeno 1 miliardo di persone sono totalmente analfabete, incapaci persino di scrivere il proprio nome.

5. Fame atavica
870 milioni di persone soffrono di denutrizione, non hanno cioè cibo a sufficienza per sfamarsi. Di queste, 852 milioni vivono nei paesi in via di sviluppo e 16 milioni nei paesi sviluppati. Nel 1990 erano 1 miliardo. Considerando l'incremento della popolazione mondiale, sappiamo che negli ultimi vent'anni, il numero di persone denutrite è diminuito di quasi il 30 per cento in Asia e nel Pacifico (da 739 a 563 milioni), in gran parte grazie allo sviluppo di molti paesi della regione come la Cina. Anche America Latina e Caraibi hanno fatto progressi, passando da 65 milioni di affamati nel 1990-1992 a 49 milioni nel 2010-2012. In Africa invece il numero di affamati è cresciuto passando da 175 a 239 milioni, col risultato che 1 abitante del continente africano su 4 soffre la fame. Eppure la produzione agricola attuale del mondo basterebbe a fornire a ogni essere umano vivente una dieta quotidiana di 2720 calorie.

6. Soluzioni a portata di mano
È stato calcolato che offrire istruzione di base, acqua potabile e servizi igienico-sanitari, la salute di base e nutrizione adeguata per gli abitanti dei paesi in via di sviluppo avrebbe un costo annuale di circa 30 miliardi di euro. Diversi economisti concordano che investire in agricoltura sia il metodo più efficace per ridurre la povertà.

7. Povertà estrema
Nella povertà esiste un'ulteriore forma di indigenza, la cosiddetta "povertà estrema" alla quale appartiene chi vive con meno di 1,25 dollari: 1,4 miliardi di persone al mondo (di cui il 75% sono donne).
Questo dato è ottenuto da una media delle soglie di povertà nei 15 paesi più poveri. Secondo la Banca mondiale il paese più povero del mondo è Haiti, dove più della metà della popolazione (poco più d 10 milioni di abitanti) vive con meno di 1 dollaro al giorno, mentre circa l’80% del paese vive con meno di 2 dollari al giorno.

8. Una buona notizia
La povertà estrema non è inevitabile. Dal 1990 ad oggi 1 miliardo di persone ne sono uscite. Il calo del tasso di povertà è di solito attribuito alla crescita economica, basti pensare a paesi come la Cina, dove la crescita ha fatto sì che 680 milioni di persone tra il 1981 e il 2001 uscissero dalla povertà estrema, ma secondo il settimanale The Economist, nei paesi dove le disuguaglianze del reddito sono maggiori, ogni punto percentuale di crescita del PIL farà meno lavoro contro la povertà di quanto la stessa crescita farebbe in un luogo con meno disuguaglianze.

9. Speranze
La Banca Mondiale si dice fiduciosa che l'estrema povertà dovrebbe essere debellata entro il 2030. Tuttavia, secondo alcuni economisti il documento di strategia economica per raggiungere questo ambizioso scopo (42 pagine) è alquanto vago su quali programmi esatti la banca sosterrà.

10. Il circolo vizioso della povertà
La povertà è una delle principali cause di fame, e la fame che riduce il livello di energia e salute, impedendo di lavorare e procurarsi il cibo, è una delle principali cause della povertà.
23 SETTEMBRE 2013 | EUGENIO SPAGNUOLO


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Re: La balla dei poveri che diventano sempre più poveri

Messaggioda franz il 28/03/2016, 16:54

Dati interessanti ma che compongono un'immagine statica. Una fotografia.

Quando si verifica l'andamento dei dati, la dinamica, il film, si vede che i fenomeni (povertà, fame, sete) stanno calando vistosamente, salvo in pochi casi rari che sono quelli proprio piu' refrattari al progresso ed alla globalizzazione.
Nel frattempo, ed anche di questo dobbiamo tenerne conto, la popolazione aumenta.
Da 1,5 miliardi di fine ottocento ai 7 miliardi e 411 milioni di oggi.
E per questa dinamica esplosiva che le fotografie non vanno piu' bene per descrivere la realtà ma bisogna osservare le dinamiche. Ed i dati del 2013 fanno in fretta a non essere piu' adatti a descrivere la realtà.

Chiaro che di poveri ne esistono ancora.
Sono diminuiti nel mondo ma in alcune zone ci sono ancora e crescono.
E non solo in Venezuela.
Ecco, piuttosto bisogna vedere dove e perché diminuiscono e dove e perché aumentano.
Sono diminuiti in Cina ed India, perché hanno abbandonato l'economia pianificata. Sulla cina già sappiamo, sull'Îndia è interessante leggere questa pagina della Treccani: http://www.treccani.it/scuola/lezioni/storia/india.html

E naturalmente molto dipende dalla soglia, sia quando si parla di povertà assoluta (un determinato importo giornaliero) sia quando si parla di povertà relativa (un determinato limite come percentile annuale del reddito nazionale).

Questo un articolo (universitario) un po' piu' recente di quello postato da Flavio.


Povertà, i numeri

15 gennaio 2015

In 21 anni un miliardo di poveri in meno. I dati della Banca mondiale dicono che dal 1990 al 2011 il numero degli estremamente indigenti, vale a dire coloro che sopravvivono con meno di 1,25 dollari al giorno, è passato da un miliardo e 250 milioni a 250 milioni: i poverissimi sono scesi dal 43% al 15% della popolazione mondiale.

Un dato molto positivo per la Banca mondiale che punta all’azzeramento della povertà entro il 2030, anche se le proiezioni dicono che resterà alta nel Sud dell’Asia e nelle regioni dell'Africa sub-sahariana, dove nel 2011 vivevano 814 milioni del miliardo di poveri al mondo e dove si stima che nel 2030 vivranno 377 milioni di poveri su un totale di 412 milioni.

Nel 2000 la ricchezza globale era di 113.000 miliardi di dollari; nel 2013 è diventata di 241.000 miliardi e nel 2018, secondo il Global Wealth Report del Credit Suisse, sarà di 334.000 miliardi. Il risultato è da attribuire alla globalizzazione che ha comportato una crescita economica straordinaria dei cosiddetti Paesi in via di sviluppo. La Cina, che ha iniziato il processo di apertura alla fine degli anni Settanta dopo i primi spiragli nei confronti degli Usa grazie anche alla “diplomazia del ping pong”, e l’India, che ha liberalizzato la sua economia agli inizi dei Novanta, sono gli esempi di maggiore successo nella riduzione della povertà. La diminuzione della percentuale di persone che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno, infatti, si concentra in questi due Paesi. In Cina e India 232 milioni di persone sono uscite dalla miseria tra il 2008 e il 2011, sempre secondo i dati della Banca mondiale.

Tuttavia, secondo l'indice di povertà dell’Undp, il Programma delle Nazioni unite per lo sviluppo, quasi un miliardo e mezzo di persone in 91 paesi in via di sviluppo vive nell'indigenza, subendo privazioni che coinvolgono salute, istruzione, condizioni e qualità della vita. Nonostante la povertà sia mediamente in calo, 800 milioni di persone sono a rischio di ricadere in uno stato di povertà estrema in caso di imprevisti. Il rapporto mette in luce il fatto che l’80% della popolazione mondiale non ha accesso a una protezione sociale adeguata e conferma che l’Africa Sub-Sahariana è l’area in cui si registra il più alto livello di diseguaglianza.

E il futuro non appare roseo, se si considera il protrarsi della crisi economica e le situazioni di difficoltà che coinvolgono in particolare i Paesi produttori di energia. Il commercio mondiale nel 2013 è cresciuto del 3,1%: un dato decisamente lontano da quelli a due cifre di prima del 2008 che avevano consentito i progressi registrati dal rapporto della Banca mondiale, e la crescita tumultuosa dei Paesi emergenti si sta notevolmente ridimensionando con l’India che rallenta e la Cina che prevede una crescita al di sotto del 7% annuo.

Ad una lettura più approfondita, dalle statistiche sulla povertà diffuse dalla Banca mondiale emerge un altro dato, che mette in una diversa prospettiva anche i miglioramenti del decennio passato. La diminuzione del numero di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà è infatti in gran parte dovuta all'aumento di quelli che si collocano appena sopra questo limite. In sostanza, secondo l’economista Martin Ravallion del Georgetown University’s Center for Economic Research, “C'è stato un piccolissimo guadagno assoluto per i più poveri, perché l’aumento del livello della base negli ultimi 30 anni circa è di gran lunga inferiore alla crescita del consumo medio”.

Guardando alla povertà in termini assoluti piuttosto che in termini comparativi risulta che “la gran parte del progresso vissuto dai Paesi in via di sviluppo rispetto alla povertà è consistita nel ridurre il numero di persone che vivono in prossimità del livello minimo del consumo, piuttosto che aumentare il livello dei consumo, e in questo modo si può dire che i più poveri sono stati effettivamente lasciati indietro”.

Infatti, il numero di persone che vive con 2 dollari al giorno è diminuito in maniera molto meno significativa rispetto a chi vive con 1,25 dollari, passando da 2,59 miliardi nel 1981 a 2,92 nel 1999 e 2,44 miliardi nel 2008. Utilizzare come indicatore base 1,25 dollari al giorno però non significa che nel mondo sono poveri solo coloro che consumano meno di questa somma, perché la vera soglia di povertà estrema è piuttosto il potere d'acquisto in moneta locale il cui valore è comparabile ad un potere d'acquisto di 1,25 dollari negli Usa.

Anche il Rapporto Sofi 2014 sulla fame nel mondo della Fao indica che, nonostante progressi significativi, molte regioni restano indietro. In Africa sub-sahariana, più di una persona su quattro rimane cronicamente sottoalimentata, e in Asia 526 milioni di persone soffrono la fame. L’America Latina e i Caraibi hanno fatto i maggiori progressi, mentre in Oceania si è registrato un calo dell'1,7%. Il rapporto specifica che l’eliminazione della fame richiede la creazione di un ambiente favorevole e di un approccio integrato che preveda: investimenti pubblici e privati per aumentare la produttività agricola; accesso alla terra, ai servizi, alle tecnologie e al mercato; misure per promuovere lo sviluppo rurale e la protezione sociale per i più vulnerabili, in particolare rafforzando la loro resilienza nei confronti di conflitti e disastri naturali.

Un quadro complessivo che trova conferme anche in Partire a pari merito: eliminare la disuguaglianza estrema per eliminare la povertà estrema, il rapporto 2014 di Oxfam, network internazionale di 17 organizzazioni. Il documento evidenzia infatti come l’aumento della disparità di reddito in molti Paesi del mondo escluda gran parte della popolazione dai benefici della crescita economica e la disuguaglianza sia in aumento: mentre tra il 2013 e il 2014, le 85 persone più ricche al mondo hanno collettivamente aumentato la loro ricchezza del 14%, il 70% delle persone vivono in Paesi in cui il divario tra ricchi e poveri è oggi maggiore di quanto non fosse 30 anni fa.

Cattive notizie che purtroppo riguardano anche il nostro paese. In Italia, secondo le rilevazioni dell’Ocse, dalla metà degli anni Ottanta al 2008 la disuguaglianza economica è fortemente aumentata. La crisi ha poi ulteriormente accentuato questa tendenza: nel 2012 vivevano la povertà assoluta 4,8 milioni di persone residenti in Italia, l’8% del totale, mentre nel 2007 erano ancora 2,4 milioni, il 4,1%. Povertà assoluta che secondo l’Istat tocca chi non può sostenere le spese minime necessarie ad acquisire i beni e i servizi ritenuti essenziali a conseguire uno “standard di vita minimamente accettabile” nel contesto italiano. Una condizione che è raddoppiata in soli cinque anni, e che chiede azioni incisive perché questa tendenza si possa invertire.

Donatella Gasperi
http://www.unipd.it/ilbo/content/poverta-i-numeri
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Re: La balla dei poveri che diventano sempre più poveri

Messaggioda franz il 28/03/2016, 17:49

franz ha scritto:In 21 anni un miliardo di poveri in meno. I dati della Banca mondiale dicono che dal 1990 al 2011 il numero degli estremamente indigenti, vale a dire coloro che sopravvivono con meno di 1,25 dollari al giorno, è passato da un miliardo e 250 milioni a 250 milioni: i poverissimi sono scesi dal 43% al 15% della popolazione mondiale.

Dimenticavo un aspetto.
Un miliardo di poveri in meno ma quanti abitanti in piu'?
Nel 1990, anno di riferimento iniziale, la popolazione stimata era 5 miliardi e 263 milioni.
Se la popolazione fosse rimasta stabile in 21 anni, un miliardo di poveri in meno implica un calo del 19% in 21 anni (a spanne l'1% ogni anno) ammettendo che tutti i 5'263 milioni fossero poveri.
Ma non è così.
Per prima cosa la popolazione è aumentata. La popolazione mondiale è passata da 5'263 milioni a 7'411 (il 40% in più).
E come secondo fattore solo il 25% degli abitanti dei 116 paesi elencati nel foglio excel erano classificati come poveri (ho fatto la media globale 1990-1995, perchè non tutti i paesi, proprio perché poveri, hanno dati ogni anno).
Oggi per gli stessi 116 paesi la media 2008-2013, che comprende quindi la crisi economica, dice che il 9.2% viene considerato sotto la soglia della povertà assoluta, calcolata da WB come 1.90 dollari (2011 PPP) al giorno.
La povertà assoluta è quindi passata dal 24.8% al 9.2% mentre la popolazione mondiale è aumentata del 40%.
E credetemi, è aumentata nei paesi poveri molto piu' che nei paesi ricchi, noti piuttosto per la crescita zero (Italia, Giappone).
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