Quella sinistra che muore senza un nemico
Nov 29, 2014
Da Vendola alla Bindi passando per D’Alema, Cuperlo e Boccia. Non è una nuova serie di “The Walking Dead”, ma un progetto politico per ostacolare Matteo Renzi. Nessun contenuto, nessuna visione della realtà. Soltanto “no” a priori e un nuovo nemico contro cui costruire l’ennesima armata Brancaleone. Si salvi chi può.
L’incubo dell’ultimo ventennio – Che noia sarebbe Peter Pan senza Capitan Uncino, oppure Biancaneve senza la strega cattiva. Probabilmente non sarebbero neanche esistiti questi film animati di grande successo. In alcuni casi, quasi in tutti, c’è sempre bisogno del cosiddetto “cattivo” per mostrare a tutti la propria bontà e in questo caso per creare una trama intrigante e appassionante. Nei film, nelle diverse pellicole è normale ci siano buoni e cattivi. Forse è uno dei pochi luoghi in cui è ammessa una simile dicotomia. Qualcosa che ritroviamo, a tratti, nella vita quotidiana e spesso e volentieri anche nel mondo della politica. Nell’ultimo ventennio, da una parte e dall’altra, si dipingeva l’avversario politico come il male assoluto, come colui che avrebbe distrutto l’Italia e addirittura rovesciato il sistema democratico. Centrodestra e centrosinistra hanno “giocato” a farsi la guerra. Hanno creato coalizioni che includevano il contrario di tutto. Alleati momentanei e improbabili, pronti a tradire per un piatto di lenticchie.
Quella classe sempre in politica – I banchi del governo erano strapieni, tra ministri e sottosegretari. Un esecutivo guidato da Romano Prodi doveva aggiungere qualche sedia per presentare al Parlamento la squadra al completo. Dall’altro lato, invece, Silvio Berlusconi provava a mettere d’accordo Casini e Bossi, Fini e Borghezio e sappiamo bene com’è andata a finire. Oggi tutto sembra un lontano ricordo. La crisi economica ha spazzato via quel momento storico, ma i protagonisti di quelle vicende non sono ancora domi. Provano a condizionare la scena politica contemporanea. Lo fanno in tutti i modi, senza rendersi conto che il loro sgomitare non fa altro che favorire le nuove leve della classe politica italiana. E’ il caso di Rosy Bindi, la quale non perde occasione per criticare il segretario del proprio partito. Lo ha fatto quando sono state nominate ministri alcune donne democratiche lontane anni luce dal suo modo di fare politica e lo fa in questi giorni, paventando la nascita di un nuovo soggetto politico che torni al progetto dell’Ulivo. Anche la fedelissima di Romano Prodi, a quanto pare, è pronta a tutto pur di tornare sulla scena politica.
“No Renzi” a priori, ecco il nuovo nemico – Come lei anche Massimo D’Alema e tutta la “ditta” non vogliono mollare la presa sulle poltrone e sul ruolo nel Partito Democratico che hanno esercitato negli ultimi decenni, alla faccia delle primarie e del ruolo del congresso. Però non è questo a preoccupare Matteo Renzi e la sua idea di partito. Sa bene che a ogni loro affermazione la sua popolarità aumenta. La questione è un’altra ed è rappresentata dall’ennesima corrente sinistra che fa riferimento a Nichi Vendola, Pippo Civati, Gianni Cuperlo e Stefano Fassina. Progressisti che sembrano voler fare le prove generali per creare un altro partito a sinistra. Magari nel mezzo mettono pure Landini, perché la separazione tra sindacato e partito, per loro, non è qualcosa da curare. Qualche giorno fa l’attuale presidente della regione Puglia ha lanciato “Human factor”, la nuova convention alternativa alla Leopolda renziana. Una necessità, secondo Vendola, perché «serve una federazione della sinistra per battere Renzi e la sua deriva a destra».
Il peggio di “The Walking Dead” – Ecco, come nelle fiabe peggiori una parte della sinistra italiana ha bisogno di trovare in qualcuno il nemico. E’ una necessità vitale, altrimenti sarebbero costretti a parlare di contenuti, di soluzioni ai problemi quotidiani delle persone. Quindi meglio concentrarsi sulle persone e giocare a trasformare la sinistra italiana nei Balcani della politica. Se prima il “diavolo” era Berlusconi, oggi si chiama Renzi e pazienza se ricopre la carica di segretario del Pd. L’importante è attaccarlo, criticarlo, controbattere ogni sua affermazione, ogni scelta del governo di larghe intese. Si, ma le proposte? Eh, bella domanda. Per quelle c’è sempre tempo. L’importante è dire “No Renzi” per rilanciare l’economia e far diminuire la disoccupazione. “No Renzi” è il collante di un nuovo vecchio Ulivo, che andrebbe da Rosy Bindi a Pippo Civati, passando per gli acerrimi nemici Massimo D’Alema e Nichi Vendola fino a Francesco Boccia, Gianni Cuperlo e Franco Marini. No, purtroppo non è una nuova serie di “The Walking Dead” è soltanto una parte della sinistra italiana, piena di contraddizioni, che si coalizza per continuare a sopravvivere.
http://www.pickline.it/2014/11/29/quell ... ico/193353