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Così le Regioni hanno devastato l’Italia

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Così le Regioni hanno devastato l’Italia

Messaggioda franz il 24/05/2015, 8:05

“Governatori”, lo strapotere delle Regioni che neanche Renzi riesce a frenare

L'inviato del Corriere della Sera Goffredo Buccini raccoglie le voci dei presidenti più influenti degli ultimi quindici anni, da Roberto Formigoni a Giancarlo Galan, da Renata Polverini a Roberto Cota. Per raccontare come è nato il "saccheggio" e perché nemmeno il rottamatore sembri in grado di avere la meglio sui potentati locali


“Se la democrazia italiana non si libererà dalla zavorra delle Regioni, le Regioni trascineranno a fondo la democrazia italiana”. Goffredo Buccini, inviato del Corriere della Sera, nel suo Governatori. Così le Regioni hanno devastato l’Italia, racconta il potere degli enti locali attraverso le voci dei presidenti più influenti degli ultimi quindici anni, da Roberto Formigoni a Giancarlo Galan, da Renata Polverini a Roberto Cota. “È un potere immenso, che va ridimensionato, anche se abolirlo è impossibile”, ragiona l’autore. Tanto che nemmeno il premier Matteo Renzi, sostiene il giornalista, riuscirà ad arginare l’influenza dei governatori.

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E’ la storia di un saccheggio cominciato con la riforma del Titolo V nel 2001″, spiega Buccini. Il riferimento è al passaggio di competenze dallo Stato alle Regioni che, nella visione dell’autore, ha creato forti squilibri e conferito una grande autorità ai presidenti degli enti locali. “Il termine ‘governatore’ in Italia non esiste – prosegue Buccini – ma è entrato nell’uso comune per dare l’idea dell’immenso potere del presidente di Regione, un po’ all’americana”. E proprio loro sono i protagonisti del libro. “Roberto Formigoni ti colpisce per il suo indomabile istrionismo – racconta l’autore – Piero Marrazzo per il suo dramma personale, Renata Polverini perché è una ‘unità combattente’, come la definisco nel libro”. E Roberto Cota, invece? “Sembrava non percepire che i soldi che ha speso erano denaro pubblico – prosegue Buccini – Mi ha detto che anche Marchionne ha un suo budget da spendere. Vagli a spiegare che lui amministra un’impresa privata”.
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Questa ampiezza di potere ha generato non poche tensioni tra Stato e Regioni. L’ultima in ordine di tempo è quella sui 2,3 miliardi di tagli alla spesa sulla sanità, che ha visto la ferma opposizione dei presidenti. Senza dimenticare le recenti frizioni in tema di Jobs Act e quelle di pochi mesi fa sulla legge di Stabilità. Il premier e le Regioni, in diverse occasioni, non se le sono mandate a dire. “Bisognerebbe ridimensionare il potere delle Regioni ben più di quanto fa la riforma costituzionale, che agisce in modo ancora troppo timido – argomenta Buccini – Il problema è che Renzi ha a che fare con potentati locali. Era partito con ottime intenzioni, ma si è perso per la strada a causa delle resistenze fortissime all’interno del suo partito”. Con il risultato di un freno alle ambizioni: “Renzi non sta riuscendo a rottamare le Province, che sono ben più deboli, figuriamoci le Regioni”. Eppure, sostiene l’autore, all’interno dello stesso sistema degli enti locali si muovono spinte riformatrici. “Il tema è fortemente sentito anche dai presidenti di Regione più ‘illuminati’ – prosegue Buccini – Alcuni governatori come Caldoro, Zingaretti e Chiamparino sostengono che le Regioni devono essere superate da aree di competenze macroregionali”.

Per altro, racconta l’autore, il rapporto è difficile non solo con lo Stato, ma anche con i cittadini. “Le Regioni sono fumo negli occhi per sei italiani su dieci secondo l’Istat. Nel 2000 il 44 per cento degli italiani se ne fidava, nel 2008 il 39 per cento, nel 2014 solo il 14 per cento”, scrive Buccini. “Penso che gli elettori potrebbero castigare fortemente i politici nelle prossime elezioni regionali”, sostiene il giornalista. A fare infuriare i cittadini, è la tesi, sono stati gli scandali sulle spese pazze dei consigli regionali. E a questo si è aggiunto quello che il cronista definisce “l’infernale mercato delle vacche” sulle elezioni regionali. “Abbiamo visto accorpamenti, scioglimenti, alleanze fatte sulla semplice logica della preservazione del potere – spiega Buccini – Sono assurdità politiche. In Puglia stiamo assistendo al suicidio assistito di Forza Italia. Vincenzo De Luca, se vincerà in Campania, sarà sospeso il giorno dopo. Chi avrà voglia di votare alle prossime elezioni?”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04 ... e/1623679/
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Re: Così le Regioni hanno devastato l’Italia

Messaggioda pianogrande il 24/05/2015, 11:11

Potere senza troppe responsabilità.
Potere sotto l'ombrello protettivo dello stato centrale.
O come è bello far la vita del governatore, cantava il Quartetto Cetra un bel po' di decenni fa.

I politici in cerca di posizioni redditizie sono davvero tanti e allora, avanti con le regioni, le province, gli enti, le comunità, il parlamento europeo, l'ONU e magari (ecco la proposta davvero innovatrice!) le macro regioni. Proporrei anche i macro comuni, lasciando naturalmente tutti quelli che si sono già piazzati, al loro posto ma con incarichi diversi e (assolutamente) non elettivi.

Il nostro problema è che, una volta acquisita una posizione di potere, a casa non ci vuole andare nessuno e che non ce ne sono molti che abbiano in testa di governare davvero.

Eccolo il problema.
La classe politica è sempre più parassitaria e sempre meno di governo.

Uno che si mette a governare davvero (come Renzi pur con tutti i suoi difetti o come Marino che non è un genio ma ha buone intenzioni) rischia solo di scombussolare il sistema.

Non sono le regioni ad aver devastato l'Italia ma il parassitismo della nostra classe politica.

Dopodiché, fare i propri comodi dalle regioni o dai comuni o dalle province etc. etc. non è che faccia questa gran differenza.

Comunque, sono d'accordo che non si può dare tutto questo potere a livello locale (senza bilanciarlo con responsabilità vere e conti da pagare quando si fanno stupidaggini o peggio).

Una pacchia che deve finire.
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Re: Così le Regioni hanno devastato l’Italia

Messaggioda franz il 25/05/2015, 8:24

pianogrande ha scritto:Comunque, sono d'accordo che non si può dare tutto questo potere a livello locale (senza bilanciarlo con responsabilità vere e conti da pagare quando si fanno stupidaggini o peggio).

Una pacchia che deve finire.

Conti da pagare sempre, non solo quando si fanno stupidaggini.
Vuol dire finanze proprie per ogni livello di governo (a partire dal comune) e non soldi che in qualche modo partono per la Capitale e da li' tornano e sono soggetti ai capricci del parlamento (di manica larga quando ci sono elezioni, stretta con le spese degli altri e non con le proprie).

Immagina di ricevere una cartella esattoriale dal comune, una dalla provincia, una dalla regione ed una per le spese centrali.
Immagina che comuni, province e regioni abbiano tutte tasse diverse, in funzione delle spese che hanno deciso di sostenere. Quelle del tuo comune puoi paragonarle con quelle di un altro comune e chiedere al politico che hai votato il perché di determinate spese. Ed una azienda che vuole aprire una nuova attività andrà a considerare, tra le tante cose (logistica, servizi) anche l'onere fiscale di quella zona. Se i conti si fanno sempre, di stupidaggini se ne fanno meno.
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Re: Così le Regioni hanno devastato l’Italia

Messaggioda mariok il 25/05/2015, 15:50

L'unica è abolirle, perché sono ormai irriformabili.

Avrebbe ragione Grillo, se il suo non fosse uno dei soliti proclami a scopo meramente elettorale senza alcunché di serio e credibile.
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Re: Così le Regioni hanno devastato l’Italia

Messaggioda pianogrande il 25/05/2015, 20:36

Anche io sono d'accordo che le regioni vadano assolutamente amputate.

Questo, comunque, non metterebbe rimedio a niente se non per un momentaneo effetto deterrente.

L'evoluzione della nostra giovane e furbesca democrazia sarà ancora lunga e spero sempre senza passaggi violenti.
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Re: Così le Regioni hanno devastato l’Italia

Messaggioda flaviomob il 29/05/2015, 11:20

IN questo caso sono perfettamente d'accordo con Franz. Con una clausola però: chi mal amministra e non garantisce livelli accettabili di sanità pubblica accessibile a tutti e servizi minimi a fronte di bilanci sani deve decadere automaticamente per promuovere invece gli amministratori virtuosi tra cui scegliere celermente, in caso di decadenza dei primi, dei commissari ad hoc per regioni / province / comuni mal amministrati. Senza aspettare la cronicizzazione dei disastri.


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Re: Così le Regioni hanno devastato l’Italia

Messaggioda pianogrande il 29/05/2015, 15:18

flaviomob ha scritto:IN questo caso sono perfettamente d'accordo con Franz. Con una clausola però: chi mal amministra e non garantisce livelli accettabili di sanità pubblica accessibile a tutti e servizi minimi a fronte di bilanci sani deve decadere automaticamente per promuovere invece gli amministratori virtuosi tra cui scegliere celermente, in caso di decadenza dei primi, dei commissari ad hoc per regioni / province / comuni mal amministrati. Senza aspettare la cronicizzazione dei disastri.

Proponi un dilemma classico ma difficilmente risolvibile.
Commissariare un comune perché è in passivo?
Sono d'accordissimo.
Siamo alla vecchia (e falsa) dicotomia efficienza <=> democrazia?
E' più democratico lasciar dissipare i soldi visto che si tratta di gente eletta dal popolo o mettere dei limiti?
Secondo me e proprio in difesa del popolo sovrano, è più democratico mettere dei limiti.
Qui andiamo a sbattere anche contro le teorie della fuga dall'Europa che ci insegue con in mano la calcolatrice (che ha il volto minaccioso della Merkel).
Siamo contro la teoria per cui il pareggio di bilancio è una sciocchezza.
A proposito, questa norma costituzionale vale anche per gli enti locali?
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