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La buona squola

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Re: La buona squola

Messaggioda pianogrande il 16/05/2015, 15:12

flaviomob ha scritto:Gli insegnanti che lavorano, a volte eroicamente, in certe scuole "di frontiera" (professionali, centri di formazione, etc) ritrovandosi con studenti che hanno terminato le medie in condizioni di semianalfabetismo come possono pensare di sottoporre le loro classi a test omologati e dai risultati attesi totalmente irrealistici?

Ci sono sedicenni che non sarebbero in grado di risolvere il semplice problema di matematica postato qui da Franz. Che non sanno scrivere "ce bisogno di" o "c'è l'havevo". Non per caso si iscrivono alle professionali o a centri di formazione triennali dove imparano a lavorare in alberghi, bar, ristoranti. Che senso ha pretendere in classi del genere (il mio esempio precedente era riferito al CAPAC di Milano) di valutare gli insegnanti in base ai test invalsi? E' già tanto se in classi del genere i docenti riescono a sopravvivere, farsi rispettare, e trasmettere un minimo di insegnamenti CONCRETI agli alunni.


Evidenziato il problema, si cerca la soluzione.
Se questi problemi (sociali) esistono e non sono colpa degli insegnanti, altri parametri vanno aggiunti al criterio di valutazione e la soluzione non sarà sempre la croce addosso agli insegnanti.
Questo esempio, secondo me, non fa che rafforzare la necessità che le valutazioni dall'esterno vengano fatte.

Se il problema degli insegnanti è "sopravvivere" ecco che l'incapace non è più l'insegnante ma lo stato e allora?
Non deve venire fuori questa grana?
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Re: La buona squola

Messaggioda franz il 16/05/2015, 15:22

flaviomob ha scritto:Gli insegnanti che lavorano, a volte eroicamente, in certe scuole "di frontiera" (professionali, centri di formazione, etc) ritrovandosi con studenti che hanno terminato le medie in condizioni di semianalfabetismo come possono pensare di sottoporre le loro classi a test omologati e dai risultati attesi totalmente irrealistici?

Ci sono sedicenni che non sarebbero in grado di risolvere il semplice problema di matematica postato qui da Franz. Che non sanno scrivere "ce bisogno di" o "c'è l'havevo". Non per caso si iscrivono alle professionali o a centri di formazione triennali dove imparano a lavorare in alberghi, bar, ristoranti. Che senso ha pretendere in classi del genere (il mio esempio precedente era riferito al CAPAC di Milano) di valutare gli insegnanti in base ai test invalsi? E' già tanto se in classi del genere i docenti riescono a sopravvivere, farsi rispettare, e trasmettere un minimo di insegnamenti CONCRETI agli alunni.

Questo è vero (purtroppo ma in fondo per responsabilità dello stato, non dello spirito santo) ma proprio per questo a fianco dei test INVALSI viene chiesto agli allievi di compilare un formulario, anonimo, teso a chiarire il contesto sociale e familiare, cosi' che poi i risultati del test possano essere inseriti nella giusta relazione sociale.

Per esprienza poi proprio un bravo insegnante è quello che puo' cambiare tutto. Facile, per un bravo o mediocre insegnante, ottenere buoni risultati in una scuola in cui mediamente il ceto sociale è costituito da professionisti, avvocati, dirigenti, giudici. Molto piu' difficile per lo stesso docente operare in un contesto "duro" di immigrazione e analfabetismo.

Alla fine il Re è nudo e se le prove INVALSI mostrano differenze tra classi dello stesso territorio, indicano anche quali docenti hanno ottenuto risultati migliori a parità di contesto sociale. La valutazione quindi si puo' fare, proprio partendo dalla realtà sociale e da come chi è dietro i banchi di scuola ha saputo imparare al meglio come usare gli strumenti cognitivi che gli permetteranno di uscire dalla "prigione-trappola" della condizione sociale sfavorevole.
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Re: La buona squola

Messaggioda Robyn il 16/05/2015, 15:29

Pianogrande Per metodi terroristici non mi riferivo al test di valutazione degli insegnanti ma a sistemi bruschi di insegnamento forse scomparsi.Alle elementari in prima ero il primo della classe in seconda l'utimo perche avevo cambiato insegnante che aveva metodi bruschi aveva il vizio delle mani strappava fogli dai quaderni dopo si sapeva che era figlia di un gerarca fascista
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Re: La buona squola

Messaggioda franz il 16/05/2015, 15:47

Robyn ha scritto:Pianogrande Per metodi terroristici non mi riferivo al test di valutazione degli insegnanti ma a sistemi bruschi di insegnamento forse scomparsi.Alle elementari in prima ero il primo della classe in seconda l'utimo perche avevo cambiato insegnante che aveva metodi bruschi aveva il vizio delle mani strappava fogli dai quaderni dopo si sapeva che era figlia di un gerarca fascista

A parte l'aspetto anedottico, questo (di)mostra che a partità di allievo, l'insegnante fa la differenza.
Puo' fare la differenza (negativa) per sue carenze didattico-cognitive o per sue carenze relazionali. Relazionarsi in modo positivo con gli allievi è fondamentale e probabilmente chi ha avuto genitori fortemente autoritari (addirittura fascisiti) ha con buona probabilità a sua volta grossi problemi a relazionarsi con i minori. Se vogliamo una scuola all'altezza del compito, una selezione va fatta. Chi non è all'altezza si trovi altre occupazioni. In fondo i campi sono in attesa di braccia e per ora si ricorre agli extracomunitari.
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Re: La buona squola

Messaggioda pianogrande il 16/05/2015, 17:59

Grazie Franz.
Su questo forum si impara sempre qualcosa.
Non sapevo dei questionari legati alla condizione sociale.
Quindi, i test sono molto più intelligenti e tarati sulla realtà di quanto i boicottatori degli scrutini (per il bene della scuola, naturalmente) vogliano dare ad intendere.

Qualsiasi azione si faccia (o non si faccia) c'è il sacrosanto bisogno di un feedback.
Negarlo è oscurantismo puro.
Discutere il metodo è un diritto-dovere ma ai fini di migliorarne l'efficienza e non di chiederne la soppressione.
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Re: La buona squola

Messaggioda annalu il 16/05/2015, 18:53

flaviomob ha scritto:[...]Ci sono sedicenni che non sarebbero in grado di risolvere il semplice problema di matematica postato qui da Franz. Che non sanno scrivere "ce bisogno di" o "c'è l'havevo". Non per caso si iscrivono alle professionali o a centri di formazione triennali dove imparano a lavorare in alberghi, bar, ristoranti. Che senso ha pretendere in classi del genere (il mio esempio precedente era riferito al CAPAC di Milano) di valutare gli insegnanti in base ai test invalsi? E' già tanto se in classi del genere i docenti riescono a sopravvivere, farsi rispettare, e trasmettere un minimo di insegnamenti CONCRETI agli alunni.

Ci sono sedicenni...?
Cosa mi stai dicendo, che questi sedicenni non sono mai andati a scuola, non hanno frequentato le elementari e le medie?
Ma che razza di insegnanti hanno avuto alle scuole primarie?
Da QUESTI sedicenni forse non si può pretendere molto, ma mi sembra assolutamente necessario che vengano sottoposti ad un giudizio di merito (tramite INVALSI al momento) gli insegnanti della scuola primaria che non si sono preoccupati di insegnare loro nulla.
Quello che tu denunci è un fatto gravissimo: la scuola primaria deve portare tutti i ragazzi ad un livello di competenza minimale; pretendere che gli insegnanti delle superiori insegnino a leggere e scrivere è ovviamente fuori luogo, ma forse gli insegnanti delle elementari dovrebbero averlo fatto, non credi?
Naturalmente anche alle elementari esistono maestri favolosi che si sforzano di studiare i metodi per insegnare le cognizioni basilari ai bimbi provenienti da situazioni socio-familiari difficili, in genere con successo. Non ti sembra giusto che questi insegnanti vegano riconosciuti e premiati per il loro impegno?

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Re: La buona squola

Messaggioda flaviomob il 16/05/2015, 19:07

Annalu, ma davvero non conosci la realtà sociale del tuo paese? Credi davvero che il livello di uscita dalle scuole medie in alcuni quartieri disagiati si possa comparare con lo "standard" dei figli della "Buona borghesia"? Credi davvero che gli insegnanti delle medie consiglino di intraprendere un corso professionale triennale di "aiuto cuoco" a quelli che hanno il massimo dei voti?
Suvvia, siamo seri.
Quelli che "non ci arrivano" fanno la scuola dell'obbligo: cosa fai, li bocci a vita? E poi?

Diceva Don Milani che la pratica più classista ed ingiusta era far parti uguali tra disuguali.

Pretendere di valutare con dei test, svolti peraltro con irregolarità diffuse, è di per se' assurdo e - sissignori - puramente classista. Di quanto scrive Franz, sulle condizioni sociali di partenza, sui test Invalsi non esiste traccia. Poi perché uno studente disagiato dovrebbe desiderare di mettere la propria condizione in piazza?
Siamo seri.
I professori delle "scuole di frontiera" debbono essere valutati in termini di vite umane: quante vite umane riusciranno a salvare dal degrado, dalla criminalità organizzata, dalla dipendenza, dalla dispersione scolastica. Altro che "i numeretti"! Capacità di entrare in relazione, di gestire un gruppo, di motivare, di dare a ognuno di quei ragazzi uno scopo per cui alzarsi la mattina. Amore per il proprio lavoro e per il suo fine più alto: educare alla vita.

Anche l'ideona del cinque per mille da destinare alla singola scuola è puramente classista: scuole di quartieri ricchi otterranno ricche prebende, quelle dei poveri qualche briciola.

Infame poi il tentativo di far fuori insegnanti già abilitati: lo stile tutto italiano di uno stato inaffidabile e cafone che non mantiene mai la parola data.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: La buona squola

Messaggioda pianogrande il 16/05/2015, 19:51

Flavio.
Questi problemi non debbono essere a carico della scuola ma dello stato più in generale.
Se il problema si evidenzia a scuola, questo non significa che debba essere la scuola a risolverlo.
Se esistono scuole "di frontiera" è perché non esistono altre frontiere prima della scuola e invece ne dovrebbero esistere.
Innanzitutto, l'assistenza sociale.
La scuola non può essere assistenza sociale ma l'assistenza sociale deve aiutare la scuola a funzionare.
Il compito della scuola non può essere quello di tenere i bambini - ragazzi lontani dai pericoli e dall'abbandono.
Gli insegnanti non sono assistenti sociali.

Quindi, i test sono necessari per evidenziare i problemi e se evidenziano problemi che non possono essere risolti dalla scuola, questo, per la scuola è un aiuto.
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Re: La buona squola

Messaggioda annalu il 16/05/2015, 20:12

flaviomob ha scritto:Annalu, ma davvero non conosci la realtà sociale del tuo paese? Credi davvero che il livello di uscita dalle scuole medie in alcuni quartieri disagiati si possa comparare con lo "standard" dei figli della "Buona borghesia"? [...]

Stai scherzando? Da quando in qua un minimo di alfabetizzazione significa pretendere che tutti siano primi della classe?
Io in una scuola dell'obbligo di frontiera ci sono stata, per cercare di mettere a punto un metodo di "didattica delle scienze" adatto a dei bambini non certo figli della buona borghesia, anzi.
Il maestro che mi ha chiamato era ovviamente un maestro un po' speciale e molto preparato: la prima volta ho fatto lezione a bimbi di terza elementare sullo sviluppo embrionale e la nascita mentre in classe dei pulcini stavano sgusciando dall'uovo, uova che i bambini stessi avevano curato nell'incubatrice per venti giorni.
In seguito abbiamo parlato di respirazione e di digestione, nonché di metabolismo. Per me è stato uno sforzo enorme: dovevo spiegare usando la terminologia nota ai bambini, non dovevo usare la terminologia specialistica adattaovviamente alle mie lezioni universitarie. A questo scopo mi facevo fare delle domande dai bambini, poi rispondevo usando le parole che aveano usato loro; mi sembra di aver introdotto un solo termine nuovo: la parola embrione.
A seguire le mie "lezioni" c'erano ovviamente i bambini, ma anche un gruppetto di maestre. Bene, le domande delle maestre erano spesso più ingenue e meno pertinenti di quelle dei bambini. Non solo. I bambini hanno dimostrato di sapere moltissime cose e di essere capaci di collegamenti inattesi.
Una bimba (padre operaio e madre casalinga) di fronte al discorso dell'ossigeno che doveva passare dai polmoni al sangue è corsa in biblioteca (una scuola di periferia con anche una biblioteca, pensate!) ed è tornata col libro di scienze aperto alla pagina con l'immagine degli alveoli polmonari, e mi ha spiegato dove entrava l'aria e dove scorreva il sangue.
Un bambino visibilmente irrequieto di tanto in tanto faceva domande all'improvviso, senza aspettare il suo turno, ma erano domande pertinenti. Una maestra, invece di incoraggiarlo magari esortandolo a rispettare i turni, è riuscita a zittirlo con un commento ironicamente malevolo sul fatto che i suoi interventi erno sempre inopportuni.
Quei bambini avevano piotenzialità enormi, che ho potuto verificare seguendo quella classe sino alla quinta elementare. Con questo non voglio dire che sarebbero diventati tutti professori universitari, ma certo potevano diventare cuochi od operai capaci di leggere e comprendere testi anche complessi, quindi capaci di essere cittadini informati e di difendere i propri diritti senza diventare preda del primo populista da strapazzo, ed è questo il compito della scuola.

flaviomob ha scritto:Quelli che "non ci arrivano" fanno la scuola dell'obbligo: cosa fai, li bocci a vita? E poi?

Diceva Don Milani che la pratica più classista ed ingiusta era far parti uguali tra disuguali.[...]

Che significa "quelli che non ci arrivano"?
Sono davvero dei ragazzini ritardati (e allora vanno aiutati con modalità specifiche), oppure più semplicemente non ci arrivano perché l'insegnante non sa come insegnare loro?
Certo che Don Milani aveva ragione. Per questo gli insegnanti delle scuole di frontiera devono essere preparati e selezionati con cura. Tra gli allievi di Don Milani non i sembra ce ne sia stato nessuno incapace di "arrivarci", dato che l'insegnante ha saputo adattarsi ai loro bisogni.

La scuola "classista" è quella che pretende che gli allievi si adeguino all'insegnante, mentre una scuola davvero giusta dovrebbe avere insegnanti capaci di adeguasi alle esigenze degli allievi, soprattutto a quelli che partono da situazioni socio-familiari difficili.
Questo non significa certo bocciarli all'infinito, ma nemmeno promuoverli solo per pietà; significa costruire una scuola che insegni davvero ciò che servirà loro per essere cittadini consapevoli.
Per raggiungere questo obiettivo gli insegnanti devono essere seguiti e valutati di continuo, attraverso soprattutto la valutazione dei loro alunni durante tutto il corso di studi.

Troppo facile far arrivare alle superiori adolescenti del tutto impreparati, e giustificare la propria inadeguatezza dicendo che sono ragazzi che proprio "non ce la fanno", senza mettersi a lavorare per capire come fare ad aiutare gli allievi in difficoltà a "farcela".

Don Milani ha fatto questo sforzo, e conosco molti insegnanti che continuano in questa opera.
Gli altri, quelli che non si sforzano, pretendono di non essere giudicati. Ma intanto condannano i loro allievi all'ignoranza.


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Re: La buona squola

Messaggioda Robyn il 16/05/2015, 21:34

Il fatto che esistono scuole di periferia che riescono a combattere l'esclusione,l'emarginazione e la dispersione scolastica è positivo ma non ci si può fermare qui.La scuola deve costruire nastri di partenza uguali per tutti altrimenti si rimane fermi alla scuola classista
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