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Si può fare a meno della sperimentazione animale?

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Si può fare a meno della sperimentazione animale?

Messaggioda annalu il 08/05/2015, 14:21

In Italia si è aperto di recente un dibattito sull'importanza della sperimentazione animale, che gli animalisti più estremisti vorrebbero non solo limitare, ma addirittura abolire completamente.
Contro questa deriva antiscientifica è intervenuta la dottoressa senatrice Elena Cattaneo con una lettera a Repubblica dal titolo: "Perché la scienza non può rinunciare a sperimentare sugli animali", in cui spezza una lancia anche in favore degli Ogm.
Gli atteggiamenti antiscientifici - contrari ad ogni tipo di sperimentazione animale ed anche a molte ricerche innovative - non sono una peculiarità italiana, ma mi pare che solo in Italia abbiano una così forte risonanza anche nelle aule parlamentari.

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Re: Si può fare a meno della sperimentazione animale?

Messaggioda pianogrande il 08/05/2015, 15:52

Sarà anche necessaria la sperimentazione sugli animali e non lo metto in dubbio.
Il primo passo verso una società più civile e sensibile sarebbe una regolamentazione piuttosto severa.
Per esempio (ma solo un esempio) abolirla o irrigidirla molto per quanto riguarda i cosmetici che non credo salvino delle vite.
Come chimico ho sempre letto con orrore che il grado di aggressività (il primo gradino della scala è "irritante") di un prodotto viene valutato sugli occhi del coniglio.
Possibile che non ci si possa inventare un surrogato più tecnologico e meno barbaro?

Insomma, ci dobbiamo interrogare e metterci un po' di coscienza.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Si può fare a meno della sperimentazione animale?

Messaggioda annalu il 09/05/2015, 18:15

pianogrande ha scritto:Sarà anche necessaria la sperimentazione sugli animali e non lo metto in dubbio.
Il primo passo verso una società più civile e sensibile sarebbe una regolamentazione piuttosto severa.
Per esempio (ma solo un esempio) abolirla o irrigidirla molto per quanto riguarda i cosmetici che non credo salvino delle vite.
Come chimico ho sempre letto con orrore che il grado di aggressività (il primo gradino della scala è "irritante") di un prodotto viene valutato sugli occhi del coniglio.
Possibile che non ci si possa inventare un surrogato più tecnologico e meno barbaro?

Insomma, ci dobbiamo interrogare e metterci un po' di coscienza.

Chiariamo una cosa: la sperimentazione animale è necessaria quando si studia un prodotto nuovo ed innovativo, che può salvare vite ma anche avere effetti collaterali devastanti. Un prodotto cosmetico di rado può salvare vite ma a volte può avere effetti collatarali gravi ma spesso prevedibili; dubito che la sperimentazione che descrivi per i cosmetici, negli occhi dei conigli, sia ancora in uso, se non forse in casi estremi e del tutto particolari.

I regolamenti sulla sperimentazione animale ci sono e sono molto rigorosi; nulla vieta di perfezionarli ulteriormente, ma altro è impedire del tutto che la ricerca possa avvalersene.
I metodi alternativi alla sperimentazione animale - dalla simulazione al computer all'uso di colture cellulari - è molto meno costosa rispetto alle sperimentazione su animali condotta correttamente, in quanto gli animali da esperimento devono essere allevati in condizioni controllate che assicurino loro una salute ottimale ed uno "standard di vita" uniforme e stabile, tutti elementi costosi e difficili da mantenere. Sono quindi prima di tutto gli stessi ricercatori a cercare ed auspicare soluzioni alternative.
La simulazione al computer però si basa esclusivamente su ciò che gli sperimentatori già conoscono, in quanto i dati inseriti nel computer sono quelli che già sono noti, quindi se ci si avventura in un territorio sconosciuto o poco noto, la simulazione può essere del tutto inadedeguata.
Quanto alle cellule in coltura, anche qui stiamo in presenza di una situazione che, se da una parte fa uso di cellule viventi, dall'altra non tiene conto dei sistemi complessi che costituiscono un organismo, dove tutte le componenti interagiscono con tutto.
Ovviamente nel tempo i fattori ignoti si spera siano sempre meno, le colture cellulari veranno via via sostituite da colture di organi dove una certa interazione tra i sistemi è presente e nota, e questo via renderà sempre più marginale la necessità di esperimenti su animali di laboratorio.
Marginale, ma non eliminabile. E purtroppo non sarà certo un animalista a poter stabilire quando sia indispensabile e quando no. E mi sembra assurdo che la comunità scientifica, così sensibile al dolore delle persone umane, venga considerata del tutto incapace di valutare la sofferenza degli animali di laboratorio.

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Re: Si può fare a meno della sperimentazione animale?

Messaggioda pianogrande il 09/05/2015, 20:39

In un mondo ideale, non ci sarebbe più bisogno di animalisti né di partiti verdi.

Così è il mondo (della ricerca) che descrive Annalu.

Spero sia vero visto che non sono certo un profondo conoscitore di quel mondo (solo indiretto e sempre meno visto che sono in pensione).

Irritante, corrosivo, tossico, DL/50.
Tutte risultanze di ricerche su animali.

Neanche io sono per il divieto cieco e assoluto.

La regolamentazione, però, deve essere davvero severa e guardare anche alla utilità del prodotto che, se serve solo ad aumentare il volume dei capelli o ridurre i segni dell'età, qualcuno dovrebbe anche giudicare se vale la pena di torturare esseri viventi per poterlo immettere sul mercato.
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Re: Si può fare a meno della sperimentazione animale?

Messaggioda franz il 10/05/2015, 9:54

Esiste anche una sperimentazione animale che non è finalizzata a testare prodotti commerciali ma è tesa ad aumentare il patrimonio di conoscenza su vari organi e tessuti. Parliamo di sperimentazione di base e applicata. La cosa in se' puo' apparire piu' grave perché pare una sperimentazione "gratuita (non essendo finalizzata ad un preciso scopo commerciale o di mercato) e particolarmente odiosa. Ricordo un caso per sommi capi (non ricordo pero' il nome dello sperimentatore) che riguardava eperimenti sui primati in USA. In quello studio di vari decenni fa venivano amputati arti e poi riattaccati mi pare a scimpanzé (tutto in anestesia, naturalmente) per studiare non solo le tecniche operatorie che servono per ricollegare perfettamente muscoli, vasi sanguigni e nervi, ma soprattutto per affinare le tecniche di riabilitazione e cioè il ripristino completo della funzionalità dell'arto stesso. Attorno a quella clinica sorsero polemiche, ci furono sequestri giudiziari, processi con esisti diversi, anche devastazioni animaliste, liberazioni degli animali nonché, purtroppo, distruzione di tutto il materiale di ricerca. Oggi pero', a distanza di decenni, il ricupero da un ictus (leggevo in un libro che mi è stato recentemente regalato) ha fatto passi da gigante proprio partendo da quello che si è capito in quella precisa sperimentazione.

E qui non ci sono modelli alternativi che tengano (studi su cellule, modelli informatizzati) e quindi alla domanda posta nel titolo so che si deve rispondere negativamente. Non si puo' fare a meno. Sempre che si voglia che gli esseri umani stiano meglio, ricuperino da un'amputazione in seguito ad un incidente o ricuperino in fretta dopo un ictus.
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