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Mafia a Roma....

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Mafia a Roma....

Messaggioda Salemi il 05/12/2014, 19:39

Perché l’episodio della mafia romana tende ad assumere di giorno in giorno lo stesso effetto deflagrante che ebbe il caso Mario Chiesa nella Prima Repubblica, e che ne decretò la fine.


Questa mattina mi hanno detto che ieri sera a "Virus", Alemanno ha difeso Poletti.

Ma un'ora prima, stamani ad Agorà, era stato precisato che Alemanno durante la sua campagna elettorale per diventare sindaco di Roma, aveva ricevuto un finanziamento di 40mila euro dalla Legacoop.

SONO DIVENTATI TUTTI UNA GRANDE FAMIGGHIA????

A questo punto la domanda sorge spontanea:

Che differenza esiste tra il metodo mafioso della banda Carminati e quello della Lega delle coop rosse?
Ultima modifica di Salemi il 05/12/2014, 19:44, modificato 1 volta in totale.
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda Salemi il 05/12/2014, 19:41

ranvit ha scritto:MISTER X, L’UOMO DELLA CUPOLA IN REGIONE •”A CENA DI RENZI BUZZI C’ERA”. MA IL PD TACE
Al Fatto la conferma, da fonti di Palazzo Chigi, la presenza dell'uomo chiave dell'inchiesta Mafia capitale all'iniziativa di fundraising con il comizio di Matteo Renzi. Il partito non dà conferme ufficiali: "Elenco invitati protetto da privacy"
di Wanda Marra | 5 dicembre 2014


Falso! Nella trasmissione di Mentana l'altra sera se ne parlo' e Renzi diede la sua risposta.

Finanziamento pubblico ai Partiti? Non se ne avuto abbastanza delle montagne di soldi che si sono presi?

Le cene di finanziamento esistono in tutti i Paesi democratici....io non ci andrei mai perchè non me lo posso permettere e certo sto meglio di un esodato....ma se il politico di turno volesse "ricambiare" a tutti quelli che ci vanno :lol:
Per non parlare poi del politico che neanche vince :lol:



E pensi che mi aspettassi una risposta diversa da questa?
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda ranvit il 05/12/2014, 20:15

E pensi che mi aspettassi una risposta diversa da questa?


Si! :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda Salemi il 05/12/2014, 21:05

Perché l’episodio della mafia romana tende ad assumere di giorno in giorno lo stesso effetto deflagrante che ebbe il caso Mario Chiesa nella Prima Repubblica, e che ne decretò la fine.


Repubblica 5.12.14
Il business dell’accoglienza
“Noi fatturiamo 40 milioni l’anno” Il clan si arricchiva su profughi e rom
“In sei mesi famo doppietta”, prometteva Carminati a imprenditori interessati a “fare affari” con l’immigrazione
Così, tra false fatturazioni, insediamenti abusivi e corruzione, guadagnavano “più che con la droga”

di Fabio Tonacci e Maria Elena Vincenzi

ROMA Quello che per l’Italia è emergenza, per Mafia Capitale è business. «In sei mesi famo doppietta », prometteva il “guercio” Carminati agli imprenditori, ingolositi dall’idea di guadagnare il doppio di quanto investivano nell’affare dell’accoglienza dei profughi e dei campi rom. «Abbiamo chiuso con 40 milioni di fatturato, gli utili li facciamo sugli zingari, sull’emergenza abitativa e sugli immigrati», calcolava l’anno scorso Salvatore Buzzi, l’uomo delle cooperative sociali. Quel «fruttano più della droga» captato dalle cimici del Ros, poi, ne era il logico corollario. Eccolo il sacco di Roma, è cominciato così. Lucrando sui posti e sugli spazi che la città non aveva, prima che intervenisse la mano “amica” di Luca Odevaine.
117MILA EURO ALLA FAMIGLIA ODEVAINE
Oggi i profughi e i richiedenti accolti a Roma sono 2.581, nel 2014 costeranno allo Stato circa 35 milioni di euro più altri 7 messi dal Campidoglio. Metà di questa torta è stata, fino al giorno degli arresti, roba loro. Anche e soprattutto grazie al lavoro che Odevaine, ex segretario di Walter Veltroni, ha fatto con il Viminale, lui che, da ex capo della polizia provinciale, sedeva nel Tavolo di coordinamento nazionale per l’accoglienza dei rifugiati. «I posti Sprar che si destinano ai comuni — spiega Odevaine al suo commercialista il 27 marzo scorso — fanno riferimento a una tabella, tanti abitanti tanti posti... Per quella norma a Roma toccherebbero 250 posti.... Un mio intervento al Ministero ha fatto in modo che fosse portato a 2.500». Aggiungendo un dettaglio che dettaglio non è. « Loro... secondo me ce n’hanno almeno un migliaio».
Loro sono Carminati e Buzzi e il “disturbo” di Odevaine si paga. Sul libro nero della contabilità parallela di quella che i pm definiscono Mafia Capitale, risulta percepire uno “stipendio”. «Cazzo gli diamo 5mila euro al mese da tre anni! — si sfoga Buzzi con sua moglie Alessandra in un’intercettazione — c’abbiamo gli appartamenti affittati alla moglie, che paghiamo il figlio e i soldi se li piglia lui! Ma dai...». E infatti, annota il gip nell’ordinanza, la “Eriches 29 giugno”, la capogruppo del consorzio di cui Buzzi è amministratore, «versa sui conti della moglie e del figlio di Odevaine una somma pari a 117.200 euro, senza una plausibile giustificazione economica ». E con false fatturazioni.
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda Salemi il 05/12/2014, 21:05

Perché l’episodio della mafia romana tende ad assumere di giorno in giorno lo stesso effetto deflagrante che ebbe il caso Mario Chiesa nella Prima Repubblica, e che ne decretò la fine.


Repubblica 5.12.14
Il business dell’accoglienza
“Noi fatturiamo 40 milioni l’anno” Il clan si arricchiva su profughi e rom
“In sei mesi famo doppietta”, prometteva Carminati a imprenditori interessati a “fare affari” con l’immigrazione
Così, tra false fatturazioni, insediamenti abusivi e corruzione, guadagnavano “più che con la droga”

di Fabio Tonacci e Maria Elena Vincenzi

ROMA Quello che per l’Italia è emergenza, per Mafia Capitale è business. «In sei mesi famo doppietta », prometteva il “guercio” Carminati agli imprenditori, ingolositi dall’idea di guadagnare il doppio di quanto investivano nell’affare dell’accoglienza dei profughi e dei campi rom. «Abbiamo chiuso con 40 milioni di fatturato, gli utili li facciamo sugli zingari, sull’emergenza abitativa e sugli immigrati», calcolava l’anno scorso Salvatore Buzzi, l’uomo delle cooperative sociali. Quel «fruttano più della droga» captato dalle cimici del Ros, poi, ne era il logico corollario. Eccolo il sacco di Roma, è cominciato così. Lucrando sui posti e sugli spazi che la città non aveva, prima che intervenisse la mano “amica” di Luca Odevaine.
117MILA EURO ALLA FAMIGLIA ODEVAINE
Oggi i profughi e i richiedenti accolti a Roma sono 2.581, nel 2014 costeranno allo Stato circa 35 milioni di euro più altri 7 messi dal Campidoglio. Metà di questa torta è stata, fino al giorno degli arresti, roba loro. Anche e soprattutto grazie al lavoro che Odevaine, ex segretario di Walter Veltroni, ha fatto con il Viminale, lui che, da ex capo della polizia provinciale, sedeva nel Tavolo di coordinamento nazionale per l’accoglienza dei rifugiati. «I posti Sprar che si destinano ai comuni — spiega Odevaine al suo commercialista il 27 marzo scorso — fanno riferimento a una tabella, tanti abitanti tanti posti... Per quella norma a Roma toccherebbero 250 posti.... Un mio intervento al Ministero ha fatto in modo che fosse portato a 2.500». Aggiungendo un dettaglio che dettaglio non è. « Loro... secondo me ce n’hanno almeno un migliaio».
Loro sono Carminati e Buzzi e il “disturbo” di Odevaine si paga. Sul libro nero della contabilità parallela di quella che i pm definiscono Mafia Capitale, risulta percepire uno “stipendio”. «Cazzo gli diamo 5mila euro al mese da tre anni! — si sfoga Buzzi con sua moglie Alessandra in un’intercettazione — c’abbiamo gli appartamenti affittati alla moglie, che paghiamo il figlio e i soldi se li piglia lui! Ma dai...». E infatti, annota il gip nell’ordinanza, la “Eriches 29 giugno”, la capogruppo del consorzio di cui Buzzi è amministratore, «versa sui conti della moglie e del figlio di Odevaine una somma pari a 117.200 euro, senza una plausibile giustificazione economica ». E con false fatturazioni.
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda Salemi il 05/12/2014, 21:06

OCCUPAZIONI IN PERIFERIA
Ottenuti i profughi, il compagno B. e il “guercio” devono trovare dei campi e delle strutture, e farsi dare poi gli appalti per la gestione. Si attrezzano soprattutto per organizzare Misna, cioè quelli per minori stranieri non accompagnati, perché da tariffario del Viminale, un adulto costa allo Stato “solo” 35 euro, un minorenne invece 91 euro. Più bambini, più soldi. Buzzi arriva addirittura a organizzare un’occupazione abusiva. «Ha individuato un edificio disabitato nella disponibilità del comune di Roma da occupare in via del Frantoio — scrive il gip — risulta essere stata progettata per trasferirvi un numero imprecisato di minori (a partire dal 19 febbraio 2013 saranno circa 230, ndr), previo interessamento del presidente del V Municipio affinché dopo l’occupazione non si sarebbe proceduto allo sgombero». Carminati intuisce subito dove andare a parare. «Al mese c’hai due o tre sacchi di guadagno... capito? Stiamo a parlà deinte-ressi al 40 per cento», dice a uno degli imprenditori collusi, Giuseppe Ietto, “l’ingegnere”, per i sodali di Carminati.
I PASTI PRECOTTI
La galassia di cooperative di Buzzi ottiene, grazie all’intercessione di Odevaine, la gestione dei centri per minori di Anguillara Sabazia (fino al 22 febbraio 2013, poi è stato chiuso dal sindaco per inagibilità dei locali), di via del Frantoio, di via Silicella (dal giugno 2013 in poi, 600 posti), di via Maremmana. Altri due nei comuni di Ciampino e Licenza, fuori Roma. Buzzi lavora anche per organizzare la cucina del carcere femminile di Rebibbia. Appalti su cui i carabinieri del Ros e i finanzieri del nucleo di polizia di tributaria di Roma stanno ancora indagando. Anche perché i pasti in queste strutture, (16.240 al mese solo per quello di via del Frantoio), li prepara sempre, o quasi, un’a- zienda: la Unibar di Giuseppe Ietto, uno degli imprenditori collusi con la Mafia Capitale finiti nell’inchiesta. «Un ragazzo nostro», lo definisce Carminati che gli ha anche fatto assumere sua sorella, Micaela Anna Maria. È proprio il “guercio” a spiegargli il “giochino” per fare di un’emergenza umanitaria, un bancomat per la banda. «Loro (l’amministrazione pubblica, ndr) sono disposti a pagare il pasto 7 euro per dire, invece di 5 o 4... lì devi avere dei margini da spavento». E poi: «Lo so sembra una cazzata ma alla fine quando fai i grandi numeri so’ soldi eh!».
IL CAMPO DI BUZZI
Chi lavora con Carminati, però, sa che il 20 per cento di quello che guadagna sulla piazza di Roma, finirà a lui.
Oltre a Ietto, tra i collusi c’è Agostino Gaglianone, che ha un’azienda di movimento terra, la Imeg. Nelle carte dell’inchiesta i magistrati annotano anche l’esecuzione del parco giochi per bambini fatta dalla Imeg nel terreno di Marco Staffoli, marito di Rosella Sensi, ex presidente della A. S. Roma. È a Gaglianone che la banda affida l’ampliamento e la manutenzione dei fabbricati mobili del grande campo rom di Castel Romano gestito dalla Eriches 29, il più grande della città (989 nomadi, 5 milioni di euro di fondi ricevuti solo nel 2013). L’uomo è «a disposizione », non muove un passo che il guercio non voglia. Nelle cucine, invece, mettono come al solito la Unibar. «Io me so’ prefisso, me deve fa 500mila all’anno », dice Ietto alla moglie. 500mila euro di guadagno, meno i 100.000 per il boss.
Era Carminati a gestire personalmente «la faccenda degli zingari», con la complicità di funzionari del Campidoglio. Il suo gancio era Emanuela Salvatori, responsabile del Coordinamento amministrativo per l’attuazione del piano nomadi. Una figura centrale da avvicinare per mettere le mani sul business e da remunerare facendo assumere la figlia della donna, Chiara Derla, in una delle aziende nelle mani della Mafia Capitale.
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda Salemi il 05/12/2014, 21:17

Repubblica 5.12.14
Quel patto di sangue tra il Rosso e il Nero
“I miei soldi sono i tuoi”

di Carlo Bonini

ROMA Per arrivare al cuore del Mondo di Mezzo, illuminarne le complicità e pesarne gli interessi, conviene sapere cosa dica di Massimo Carminati il cassiere e Grande Elemosiniere di Mafia Capitale, Salvatore Buzzi, in una delle sue tante confidenze catturate dalle cimici del Ros dei carabinieri nel marzo dello scorso anno. «Il rapporto che c’ho con Massimo? Io c’ho i soldi suoi. E lui sai cosa m’ha detto quando c’aveva paura che l’arrestavano? Viene da me e dice “Guarda, qualunque cosa succede, i soldi ce l’hai te, li tieni te e li gestisci te. Non li devi da’ a nessuno, a chiunque venisse qui da te. Nemmeno mia moglie”. Non so’ soddisfazioni?». E ancora: «Massimo si fida al punto tale di me che se io muoio, neanche viene a chiederli i soldi. E se muore lui, già me l’ha detto che devo fare».
Massimo Carminati e Salvatore Buzzi sono dunque la stessa cosa. Non fosse altro perché “il Cecato”, invecchiando, ha ormai una sola ossessione: il grano. Quello che muove e anima gli ingranaggi del suo Mondo tripartito — di Sopra, di Mezzo e di Sotto — e che Buzzi gli porta. A palate. Il tipo è capace di moltiplicare i pani e i pesci e ha messo insieme un giocattolo da stropicciarsi gli occhi. Un castello di 68 società controllate, con complessi incroci azionari, da due holding: la “Cooperativa 29 giugno” e la “Sarim Immobiliare srl”. Una roba che, solo tra il 2011 e il 2013, vede salire il fatturato da 32,6 a 50,9 milioni di euro. Con punte di “eccellenza” come la “Eriches” che, nello stesso periodo, moltiplica del mille e cinquecento per cento le entrate: da 1 a 15 milioni di euro. Una giostra che gira a pieno regime grazie anche alle “cure” del braccio destro di Buzzi, tale Carlo Maria Guarany, vicepresidente della Cooperativa 29 giugno e azionista all’1% della “Sarim”, la società da cui, per altro, partiranno parte dei 75 mila euro versati alla fondazione Nuova Italia di Gianni Alemanno in concomitanza con l’assegnazione di lucrose commesse. Un tipo, questo Guarany, per il quale il gip Flavia Costantini spende, nelle pagine della sua ordinanza di custodia cautelare, la certezza dell’indicativo: «È stabilmente inserito nell’associazione a delinquere di stampo mafioso e partecipa consapevolmente alla commissione dei reati», tanto da preoccuparsi di attivare il jammer che dovrebbe rendere impossibile alle cimici ascoltare le “riunioni di lavoro” che Carminati, Buzzi e, appunto Guarany, apparecchiano negli uffici della “Cooperativa 29 giugno” in via Pomona.
I LEGAMI CON FINMECCANICA
Sappiamo bene ormai quale sia il segreto di tanta fortuna imprenditoriale e di tanto ascolto in Campidoglio. Ma c’è qualcosa di più. Perché, aprendo le scatole della galassia societaria di Buzzi, non si rintraccia solo la linfa degli affari, ma, innanzitutto, la storia di Carminati e il peso del suo sistema di relazioni e interessi. Con qualche nome più importante e curioso di altri. Accade per esempio che, sfogliando la margherita delle compartecipazioni della holding “Sarim”, si inciampi nelle figlie dell’ex capo delle Relazioni istituzionali di Finmeccanica, Lorenzo Borgogni, già perno del “Sistema Guarguaglini” e oggi “in esecuzione pena” nei cinque ettari della sua tenuta “la Madonna nera”, in quel di Siena. Attraverso la società “Total Care”, Salvatore Buzzi, risulta infatti socio della Renco Health Care in cui, appunto, figurano al 5% del capitale Elisabetta e Benedetta Borgogni. Renco Health Care che — vale la pena ricordare — fa capolino nell’inchiesta sui fondi neri e la corruzione di Finmeccanica per gli appalti pilotati della società Selex, già guidata da Marina Grossi, moglie dell’ex ad Guarguaglini.
LA SORELLA DI MOKBEL
“Un caso”, si potrebbe dire. E invece, ecco che spunta in un diverso angolo della ragnatela societaria di Buzzi un secondo cognome del coté Finmeccanica e dei suoi rapporti con il mondo dei Neri, di cui il “facilitatore” e collezionista di mirabilie naziste Lorenzo Cola era il passepartout. Parliamo di un altro fascista con i fiocchi: Mokbel. Gennaro, si intende (unico sopravvissuto alla tempesta giudiziaria di martedì scorso, ma già travolto dall’indagine sulla frode carosello da 1 miliardo e 200 milioni di euro conosciuta come caso Telekom Sparkle-Fastweb e da quella del caso Digint-Finmeccanica). Ma non da solo. È di sua sorella Lucia, infatti, la società “Luoghi del Tempo”, una srl partecipata dalla “Cooperativa 29 giugno” e a sua volta azionista e proprietaria del 25% della Rogest, altro ingranaggio societario chiave della galassia 29 Giugno. La “Luoghi del Tempo” ha un particolare interesse. Perché è qui che finiscono i 16 milioni di euro ottenuti dalla “Banca di Credito Coo- perativo” per la gestione di un punto verde a Roma. Un finanziamento che la Mokbel non ha mai restituito e per il quale ha risposto in solido e con la propria cassa il Comune di Roma.
L’UOMO DELLA PALESTRA
Le coincidenze Nere non finiscono qui. Lasciando per un momento da parte infatti la galassia di Buzzi, ma continuando a tirare il filo di Mokbel e quello delle società coinvolte nell’affare Telecom Sparkle, si finisce infatti di nuovo al nostro Carminati. Il proprietario di una delle società coinvolte nella truffa carosello (I-Globe) è infatti tale Manlio Denaro. Un manager, si dirà. Quantomeno un commercialista. No. Un personal trainer. Che, per un periodo, gestisce la palestra “Flex Appeal” di via Marco Besso, una stradina che ci riporta nel cuore della Terra del “Cecato”: Corso Francia. In quella palestra, infatti, si ritrovano dopo anni di galera Carminati e Riccardo Brugia. E in quella palestra nasce il loro nuovo patto. “Pijiamose Roma”.
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda ranvit il 06/12/2014, 12:14

Capito mi hai? Pure a Rifondazione....


http://www.lastampa.it/2014/12/06/itali ... agina.html

Sempre Buzzi: «Ma lo sai che mi dice Massimo? Lo sai perché Massimo è intoccabile? Perché era lui che portava i soldi per Finmeccanica! Bustoni di soldi! A tutti li ha portati! Non mi dice i nomi…4 milioni dentro le buste! 4 milioni! A tutto il Parlamento! Pure a Rifondazione
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda flaviomob il 06/12/2014, 13:06

Quindi Renzi "non sapeva" il peso specifico criminale di chi frequentava le sue "cene"?

Bravo! Non vedo, non sento, non parlo.

Che se ne vada anche lui, che sulla corruzione ha sempre retto il moccolo a Berlusconi.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Mafia a Roma....

Messaggioda ranvit il 06/12/2014, 13:22

Ma abbiate pazienza, fino a che qualcuno non viene indagato come si fa a sapere chi è criminale e chi no? :roll:


E comunque, attenzione, sono coinvolti esponenti di TUTTI i Partiti, naturalmente di piu' quelli che potevano portare acqua al mulino della Mafia romana....si tratta quindi di una cosa davvero grossa, ma generalizzare è la cosa peggiore che si puo' fare. Di persone oneste ce ne sono e tante.
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