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Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda Iafran il 02/12/2014, 1:22

Interessante la proposta di Emiliano, candidato alle regionali della Puglia del 2015.
. . . . .
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... a/1244526/

Regione Puglia, Emiliano chiama M5s: “Creiamo una democrazia partecipata”
di Pierluigi Giordano Cardone

“Non un’alleanza di tipo classico, con tanto di programma condiviso e sottoscritto. Ma una condivisione di idee programmatiche che provengano dagli attivisti e dagli eletti impegnati sui vari territori”. La nuova frontiera del possibile dialogo tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle passa dalla Puglia. O, meglio, dal candidato del centrosinistra alle elezioni regionali del 2015. Perché Michele Emiliano, dopo aver vinto le primarie con record di consenso (57%) e affluenza (140mila votanti), ora punta a riuscire dove Renzi ha fallito: lavorare insieme ai grillini. La macchina organizzativa è già partita: “Nelle prossime settimane convocheremo 6 forum programmatici, uno in ogni provincia pugliese – dice l’ex sindaco di Bari ailfattoquotidiano.it – L’obiettivo è raccogliere spunti e idee dei cittadini e di quegli esponenti politici che vorranno partecipare alla stesura del nostro programma. Questo è un metodo che mi sembra molto vicino a quello dei 5 stelle“.
Invito ufficiale? “Sì, lo è” continua Emiliano. E non è detto che la “sfida” (Emiliano dixit) sia irrealizzabile. Perché in Puglia M5s vive un momento complicato. Tra scissioni (è successo alle comunali di Bari) e malcontento della base nei confronti di alcuni deputati (gli strascichi delle parlamentarie del 2013 non sono stati del tutto superati), la tentazione di rispondere positivamente alla chiamata del segretario regionale del Pd potrebbe rivelarsi un’opportunità condivisibile per molti. Emiliano accelera: “Questi forum saranno una sperimentazione della partecipazione attiva che si declinerà nelle competenze della Regione nelle varie province. Sembrano fatti appositamente per M5s“. Perché? “Perché saranno solo il primo passo di una proposta di legge che faremo alla Regione”.
Non un’alleanza, ma una condivisione di idee programmatiche da attivisti ed eletti impegnati sul territorio
Una legge regionale sulla partecipazione attiva? “Esattamente. In un momento di crisi della politica e di trionfo dell’antipolitica – spiega – vogliamo organizzare degli spazi di dibattito con i soldi della politica (così si sa dove vanno a finire) in cui i cittadini possano esprimere il loro parere su determinate questioni“. Esempio: se un’opera pubblica non piace ai cittadini, questi ultimi avranno la possibilità ‘istituzionale’ di essere contrari? “Sì, ma ovviamente nel rispetto della Costituzione“. Ovvero? “Chiederemo alla Regione di modificare lo Statuto per poter inserire in determinati provvedimenti un allegato in cui sia scritto nero su bianco da che parte sta la gente – dice Emiliano – Tutto questo per la massima trasparenza possibile e perché, se un provvedimento è inviso a coloro che abitano un territorio, chi amministra non può non tenerne conto. E se non se ne tiene conto, comunque il parere negativo resta agli atti”. (continua)
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda pianogrande il 02/12/2014, 2:25

L'iniziativa mi pare buona.
Sempre benvenuta la partecipazione.

Spero che Emiliano non intenda certificare i partecipanti al forum.

Sopratutto, spero che non venga fatta questa richiesta da parte dei 5S.
Ammesso che aderiscano, naturalmente.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda ranvit il 02/12/2014, 9:04

Il M5S ormai è in caduta libera...se gli elettori non se li piglia il Pd vanno con Salvini :roll:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda Iafran il 02/12/2014, 10:38

ranvit ha scritto:Il M5S ormai è in caduta libera...se gli elettori non se li piglia il Pd vanno con Salvini

I cittadini se votano diventano elettori. Mi sembra che, da un po' di tempo a questa parte, si astengono di recarsi alle urne ... per non essere considerati gregge.
Li vogliamo convincere (con legnate) a rientrare nella stalla?
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda pianogrande il 02/12/2014, 10:51

"Gregge" che vota e gregge che non vota.
Preferisco quello che vota.

Oltre a votare o non votare, si possono fare anche altre cose.

Anche da lì si vede chi è gregge e chi no.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda Iafran il 02/12/2014, 10:52

gi.bo. ha scritto:
Iafran ha scritto:
gi.bo. ha scritto:Un cammino che richiede di liberarsi, strada facendo, di molte delle bardature identitarie e di molta di quella zavorra costituita dai piccoli benefici che si possono ricavare da una subalternità politica al PD

Allora, dobbiamo convenire che con Renzi il PD ha raggiunto il suo apice e detterebbe legge.
Non è un bel traguardo!
Mi chiedo, comunque, se ha raggiunto il suo apice un partito democratico o coloro che ne hanno preso possesso?
E, poi, a quale parte del PD Renzi chiede di adempiere con "onore e disciplina", a quella che conta o a quella dei dissidenti?

Non mi sento proprio di sperare che con i "renzini" in auge possa esserci per gli italiani un futuro diverso della realtà che hanno vissuto finora. Al tempo di Prodi ... mi sentivo ottimista (ma, poi, sono stato deluso dall'acida brigata al suo seguito).

Ho solo postato le osservazioni di Viale per allargare la discussione.

Non intendevo dare una risposta "polemica" a quello da te riportato (né al suo autore, Viale), volevo evidenziare qualcosa che apparirebbe e che verrebbe ad essere "sopportato" dai più.
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda ranvit il 02/12/2014, 11:00

Iafran ha scritto:
ranvit ha scritto:Il M5S ormai è in caduta libera...se gli elettori non se li piglia il Pd vanno con Salvini

I cittadini se votano diventano elettori. Mi sembra che, da un po' di tempo a questa parte, si astengono di recarsi alle urne ... per non essere considerati gregge.
Li vogliamo convincere (con legnate) a rientrare nella stalla?


Non ti illudere, la grandissima maggioranza di loro non sono dalla tua parte: si tratta di ex pidiellini che per questa volta si astengono poi passeranno a Salvini, ex 5stelle in attesa di passare in parte a Salvini e in parte al Pd, infine qualche sinistro infiltrato nel Pd che sta aspettando di vedere cosa fanno Civati, Bindi e Fassina :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda Iafran il 02/12/2014, 11:04

ranvit ha scritto:Non ti illudere, la grandissima maggioranza di loro non sono dalla tua parte:

Sono cittadini stanchi di essere presi in giro ...
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda ranvit il 02/12/2014, 11:08

Certo! Ma non voteranno secondo i tuoi desiderata, anzi! ;)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Un nuovo partito di sinistra: c’è spazio?

Messaggioda gi.bo. il 26/12/2014, 17:35

Podemos, ascesa dei ‘grillini spagnoli’. Figli dell’anticasta, ma di sinistra

Da una tenrtina di attivisti al 28% delle intenzioni di voto, davanti a PP e Psoe. Nascita e sviluppo del partito nato dagli Indignados e guidato da Pablo Iglesias, che cita Gramsci e il populismo argentino
di Salvatore Cannavò | 26 dicembre 2014 COMMENTI


“La retribuzione netta mensile dei parlamentari europei di Podemos sarà, come massimo, tre volte il salario minimo intercategoriale spagnolo (645 euro). Ad oggi sono 14 mensilità da 1.935 euro”. Così si leggeva, lo scorso aprile, sulla Carta dei candidati di Podemos per le elezioni europee, un “decalogo” degli impegni dei candidati della giovane, allora, formazione politica spagnola che alle europee di maggio ha ottenuto, sorprendentemente, 5 deputati europei con l’8% dei voti. Arrivati a Strasburgo i parlamentari del Movimento 5Stelle sono rimasti spiazzati da un impegno così radicale che loro non erano stati in grado di assumere.

Il confronto aiuta a capire come la spinta dal basso che ha dato origine al movimento di Grillo in Italia esista anche in altri paesi. In Spagna ha preso le sembianze, giovani e movimentiste, di un’organizzazione che lo scorso novembre era accreditata del 28,3% dei voti, davanti agli storici partiti spagnoli, Pp e Psoe, quindi in grado di vincere le elezioni. In otto mesi Podemos, da una trentina di attivisti riunitisi in una libreria al centro di Madrid, è arrivata a circa 300 mila iscritti e si sta preparando alle elezioni a colpi di democrazia, partecipazione e programmi di cambiamento radicale (vedi il libro di Giacomo Russo Spena e Matteo Pucciarelli).

Figli dell’anticasta. Per spiegare quanto è accaduto bisogna ricorrere a una parola spagnola ormai nota a tutti: indignados. Quando a settembre è venuto in Italia, il giovane attivista di Podemos, Miguel Urban, uno dei protagonisti del libro di Pucciarelli e Russo Spena, lo ha spiegato con nettezza: “Podemos è figlia del movimento degli indignados: noi veniamo dal basso per sconfiggere l’alto”. Oltre le tradizionali linee di fratture cui ci ha abituato la politica del Novecento -destra/sinistra, lavoro/capitale ma anche ecologia/profitti – negli ultimi anni si è affermata un’altra polarizzazione. Quella che contrappone la calle, la strada, “il popolo” e i governanti, chiunque essi siano.

Gli slogan del movimento degli indignados erano già indicativi: Demoracia real ya, Democrazia reale, ora gridato da un luogo mutato dalla Primavera egiziana, l’accampamento, l’acampada. Alla Puerta del Sol madrilena la sera del 15 maggio quando nacque il movimento 15M, le tende furono allestite da una trentina di persone ma a poco a poco diventarono migliaia. L’immagine fece il giro del mondo, ispirò altre mobilitazioni, costruirono una tendenza. Le mobilitazioni spagnole non otterranno risultati immediati ma produrranno un senso comune diffuso che si diffonde nella società. Le iniziative del movimento 15M si moltiplicano a livello locale, la perdita di legittimità dei partiti di governo si allarga a macchia d’olio. E si inizia a non fare più differenza tra destra e sinistra. Le accuse di aver tradito il popolo e di aver fatto gli interessi solo della grande finanza vengono rivolte sia al Partito popular di Mariano Rajoy che al Psoe, oggi diretto dalla “camicia bianca” di Pedro Sanchez.

La crisi si è abbattuta violentemente sulla Spagna che ha visto schizzare la disoccupazione a oltre il 26% nel 2013 (quest’anno è scesa al 23) e ha assistito inerte all’esplosione della bolla speculativa sull’immobiliare. La recessione si è mescolata agli scandali: nel 2013 è l’Infanta Crisitina a essere accusata di appropriazione indebita per milioni di euro mentre alla Caja Madrid scoppia lo scandalo delle carte di credito generose ai consiglieri e manager dell’istituto . La Caja fa anche parte di un’azienda, la Bankia, per salvare la quale la Spagna ha dovuto sborsare 23 miliardi di euro. Il circolo vizioso tra politica, affari, finanza e impoverimento di milioni di persone è evidente. E il sistema politico diviene il bersaglio principale.

Il caso italiano, Prodi e la casta. Qualcosa del genere è accaduto anche in Italia. Quando Grillo lancia il suo V-Day, nel 2007, il centrosinistra è da poco riuscito a tornare al governo sconfiggendo Silvio Berlusconi ma la sua azione si rivela subito deludente. Non è un caso che quello sia lo stesso anno in cui si affermano libri come La Casta di Sergio Rizzo e Gianantonio Stella oppure Se li conosci, li eviti di Peter Gomez e Marco Travaglio, che puntano il dito proprio sull’inadeguatezza della politica italiana. In Italia, però, anche per effetto delle scelte di Grillo e Casaleggio, il M5S si tiene alla larga da posizioni di sinistra più o meno movimentista. In parte è comprensibile: partiti come Rifondazione comunista si sono mescolati alla gestione fallimentare dei governi di centrosinistra fino al paradosso di Fausto Bertinotti, ormai archiviato come uno dei simboli della “casta”.

Podemos, invece, anche per effetto della pervasività del movimento 15M compie una scelta diversa. Con il suo leader, Pablo Iglesias, parlantina sciolta e codino lungo, da dove deriva il soprannome el coleta, è professore universitario ma diviene celebre come conduttore televisivo. Insieme a pochi altri intuisce che c’è uno spazio politico molto ampio da riempire. Lo fa senza il timore di mescolare ideologicamente Antonio Gramsci e il filosofo argentino Ernesto Laclau, analista del peronismo e teorico del populismo di sinistra.

Il leaderismo di “el coleta”. Lo fa con un’impostazione leaderistica. Al congresso di Podemos, quando deve rintuzzare le critiche degli oppositori interni, che propongono di eleggere tre portavoce invece di un segretario generale, risponde che “tre segretari generali non vincono le elezioni contro Rajoy e Sanchez, uno solo sì”. L’atteggiamento è spavaldo, si vede da come conduce i lavori congressuali, molto sicuro di sé e del proprio fiuto politico. Però, allo stesso tempo, Podemos si struttura in una forma più o meno democratica, i militanti hanno diritto di parola e di voto, si eleggono gli organismi dirigenti. Si decide con il voto online, altra innovazione importante, e si offre uno strumento a chi vuole far saltare il sistema.

Ma la collocazione a sinistra è chiara. Prima di creare Podemos, Iglesias stava trattando una sua candidatura alle europee con la vecchia formazione di sinistra Izquierda Unida. Quando ancora era un professore sconosciuto si recava a Padova per scrivere un libro come Disobedientes, prefazione di Luca Casarini. Appena eletto europarlamentare, poi, decide di giocare in tandem con Alexis Tsipras, il leader greco spauracchio dei mercati finanziari di mezza europa. Così, ha guadagnato estimatori italiani. A sinistra viene citato da Paolo Ferrero di Rifondazione comunista ma anche da Pippo Civati. In Francia, Jean Luc Melenchon, che ha rappresentato la sinistra alle ultime presidenziali con l’11% dei voti, ha deciso di varare un nuovo movimento ispirandosi a Podemos.

È ammirato anche da aree della sinistra movimentista, dai centri sociali, da intellettuali impegnati. L’Iglesias-mania è tutta da verificare. Di fronte alle nuove responsabilità, Podemos ha varato un programma di governo dal titolo “Un progetto economico per la gente” in cui l’impostazione di fondo è keynesiana anche se non si rinuncia a misure più radicali come la riduzione dell’orario di lavoro o il reddito minimo di cittadinanza (comune al M5S). Ma sull’euro si punta a “ridisegnare” l’Europa per “fare funzionare” la moneta unica, si parla di “flessibilità” del Patto di stabiiltà e di “riforma” della Bce.

L’establishment ha iniziato a temerlo facendo circolare le voci sui rapporti con il Venezuela o, addirittura, con l’Iran. Se dovesse vincere in Spagna, così come Tsipras in Grecia, Podemos modificherebbe il quadro politico europeo. Stando agli ultimi sondaggi, “è possibile”.

da il Fatto Quotidiano del 22 dicembre 2014

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... i/1294587/
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Qualche riflessione?
Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo(Giordano Bruno)
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