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Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’affluen

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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda Iafran il 27/11/2014, 13:56

ranvit ha scritto:Prodi aumento' le tasse colpendo in particolare i lavoratori dipendenti.

Complimenti! Condividi lo stesso pensiero che l'ex cavaliere ha fatto bere agli italiani più ingenui: "il responsabile di tutte le nefandezze umane è stato Prodi in prima persona!"

Additando un capro espiatorio si salvano tutte le coscienze delle "mezze calzette in politica"!

In Italia si ha bisogno di politici veri, che rivolgano le loro attenzioni al benessere della popolazione (di qualsiasi fede politica sia), che accolgano le istanze di tutti, che uniscano.
Una sola caratteristica basterebbe: che siano onesti.
La giovane età dei renzini e delle renzine (una volta erano gli stallieri e le amazzoni) non è sinonimo di onestà, semmai è sinonimo di arroganza, di irresponsabilità, di divisione, di offese e di spudoratezza.

Matteo Orfini, il presidente del PD, adesso non pensa proprio che gli ex elettori PD siano stati offesi dalla loro tracotanza o continua a pensare che abbiano disertato le urne perché offesi da Landini?
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda ranvit il 27/11/2014, 15:59

Non condivido una mazza! Ho solo ricordato che Prodi aumento' le tasse, in particolare ai lavoratori dipendenti!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda Salemi il 27/11/2014, 21:29

Franco Bechis per "Libero Quotidiano"


Se gli elettori stanno a casa perché hanno poca fiducia nelle istituzioni, la migliore risposta non è sottrarre le istituzioni al volere degli elettori come fa la riforma del Senato proposta da Matteo Renzi. Così dice Massimo Mucchetti, senatore del Pd che presiede la commissione Industria del Senato. In questa intervista a Libero spiega anche le sue riserve sul partito della Nazione e i timori sull’economia, con il rischio di una nuova tempesta sui mercati.

In Emilia Romagna due cittadini su tre hanno scelto di non votare. Pensa anche lei come Matteo Renzi che sia un fatto secondario?
«Alle europee ha votato il 68% degli aventi diritto, questa volta il 37%. Le regionali possono avere meno appeal, ma il 30% in meno in un colpo solo non è dato secondario. In questo le dichiarazioni del presidente del Consiglio peccano di superficialità».


L’astensione è dovuta a ragioni locali? Alle inchieste giudiziarie?
«Inchieste sui rimborsi elettorali, che sono avvenute più o meno in tutte le Regioni. Non credo possano avere avuto più peso di prima e di altri luoghi».

Allora a non convincere più è il Pd di Matteo Renzi...

«Il Pd o il Pdr, cioè il partito di Renzi? O il cosiddetto partito della Nazione, basato sulla rottamazione delle classi dirigenti precedenti? Se tanta gente non è andata a votare, significa che questa stessa gente, tra la quale tanti eroi del terremoto, non ha creduto alla proposta politica del Pd, alla sua promessa di una svolta...».

Posso capire che il Partito della Nazione sia difficile da digerire per l’Emilia rossa
«Beh, il Pci era il partito della Regione...Di partiti della Nazione in Italia ce ne sono stati già due. Uno era il Pnf, il Partito nazionale fascista, che negli anni ’30 riscuoteva il consenso della stra-grande maggioranza degli italiani. La guerra di Etiopia ebbe l’appoggio del paese. Palmiro Togliatti, leader del Pci, scriveva la lettera ai “fratelli in camicia nera”...».


Paragone che non sarà graditissimo oggi.
«È storia, non polemica».

E l’altro partito della Nazione?
«La Dc di De Gasperi, ma anche quella di Fanfani e di Moro, parlava al paese e riscuoteva consensi, da sola e con gli alleati, tali da rappresentare la larga maggioranza del corpo elettorale».

La Nazione che vota Renzi oggi si è parecchio ristretta.
«Appunto. Se in Emilia prendi il 49% del 37% dei votanti significa cheil sedicente partito della Nazione oggi ha meno del 20% del consenso del corpo elettorale. Non è il partito della Nazione: rischia di essere il Primo Partito della Casta».

È sulla ripresa della fiducia che Renzi ha costruito la sua risposta politica
«La classe politica nazarena sta reagendo a questa crisi di partecipazione con una riforma del Parlamento che abolisce il Senato elettivo e lo sostituisce con uno nominato dai consigli regionali su indicazione delle segreterie dei partiti. I consigli regionali, comprende? Poi propone una legge elettorale- l’Italicum- che al vincitore dà un robusto premio di maggioranza che andrà a vantaggio di liste in gran parte di nominati. Davanti a una caduta di partecipazione stiamo riducendo gli spazi di partecipazione effettiva per avere un governo maggioritario in una democrazia minoritaria».

Vuole accantonare le riforme?
«Se è vero che dobbiamo arrivare al 2018, non è così urgente oggi fare una legge elettorale con quelle drammatiche deficienze e fare scempio del Senato. Meglio abolirlo del tutto. Meglio cambiare nei limiti del possibile le regole bancarie in modo da fare più credito all’economia. O rilanciare gli investimenti facendo lavorare il governo. Non basta annunciare e decretare: bisogna seguire l’esecuzione, andare lì tutte le mattine con il cacciavite in mano come disse Enrico Letta».


Troppi raccontano un Renzi pronto alle elezioni. Il Pd rischia la scissione, e il primo segno concreto si è visto sul job act. Avverranno l’una e l’altra cosa?
«Non ho la tessera del Pd. Da osservatore non credo sia realistica la prospettiva di scissione».

Però se votano in modo difforme, rischiano l’espulsione dal partito «Nella Dc non è mai stato espulso nessuno. Nel Pci per trovare espulsi bisogna andare indietro negli anni Cinquanta. No, non lo credo possibile». Se si corresse al voto subito, il Pd si spaccherebbe?
«Temo di si, se si votasse con il proporzionale. È il solo contesto che potrebbe favorirla. Ma è poco probabile».

Lei conosce bene i mercati. Anche loro votano all’improvviso. Renzi corre il rischio di finire come il Berlusconi del 2011? Sostituito in corsa da un Mario Draghi?

«Non me lo auguro. Draghi è importante alla Bce dove sta facendo bene date le condizioni. Che i mercati possano mettere in crisi il governo Renzi come fecero con Berlusconi, può sempre accadere. Ma dipenderà da come i grandi investitori globali valuteranno l’Europa più che l’Italia. Il contesto peserà più del nostro testo».

Quale contesto?
«L’Europa non ha politiche di crescita. Il famoso piano dei 300 miliardi di investimenti di Junker non è la cosa che ci è stata raccontata. Dubitavamo si trattasse davvero di nuove risorse e ora i giornali confermano. Di nuovo c’è una sommetta di 21 miliardi, di cui 5 della Bei, ai quali si applica una leva finanziaria enorme. Tutto il resto è debito. Di che stiamo a parlare? Di 21 miliardi di capitale in tre anni divisi fra 28 paesi. Praticamente nulla. Perchè la leva la si sarebbe sempre potuta fare...».

Piccole munizioni per scongiurare il ripetersi dell’estate 2011
«Il giorno in cui i mercati prendessero la decisione di ripetere il 2011 attaccando l’Euro, i paesi più deboli sarebbero i primi a subirlo. Fino ad ora è stata la Bce a scongiurarlo. Non vorrei che gli investitori globali pensassero che quello della Bce sia un bluff e provassero ad andare a vedere le carte. C’è nervosismo in giro. Se guarda le quotazioni sui mercati è chiaro che si è in attesa di qualcosa...».
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda flaviomob il 27/11/2014, 21:59

Ranvit se sostieni che Prodi aumentò il carico fiscale ai dipendenti devi dimostrarlo: dove sono le fonti? Oggi tra tasse locali, disservizi, iva, imposte eccetera la pressione fiscale è certamente più elevata.


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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda franz il 27/11/2014, 22:20

Sul piano oggettivo, questa è la pressione fiscale negli anni secondo IMF
http://www.google.com/publicdata/explor ... &ind=false

Da notare che ai fini del raggiungimento dell'obbiettivo Euro, ci fu la famosa tassa per l'Europa, prelevata (ha ragione Ranvit) sui dipendenti: http://it.wikipedia.org/wiki/Contributo ... l%27Europa
La tassa, responsabile del picco che si vede nel grafico per l'anno 1997, fu tuttavia resa ai contribuntigli anni successivi (1999) ma solo parzialmente (60%).

Per me comunque un incremento temporaneo della pressione fiscale ai fini di raggiungere un obbiettivo come l'Euro è piu' che giustificato. Senza l'euro l'Italia sarebbe crollata. Forse sarebbe risorta dalle ceneri ma non è detto. In ogni caso per i percettori di redditi fissi (dipendneti e pensionati) sarebbe stato lacrime, merda e sangue.
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda ranvit il 28/11/2014, 8:52

No Franz, su quell'operazione concordo. Ma io mi riferisco all'aumento varato dal Governo Prodi all'inizio del suo premierato nella primavera del 2006.
In particolare all'aumento tra i 15000 euro e i 26000 di reddito passando dal 23% al 27%! (Ricordo che sull'argomento già allora feci fuoco e fiamme su questo forum).
Tra l'altro questo "giochino" a spese del proprio elettorato fu una delle cause della sconfitta elettorale del 2008!

Vedere: http://www.7grammilavoro.com/tabelle/fi ... 8-2012.php
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda franz il 28/11/2014, 10:24

ranvit ha scritto:Tra l'altro questo "giochino" a spese del proprio elettorato fu una delle cause della sconfitta elettorale del 2008!

Altra causa quella tassa chiamata IRAP, che ha sicuramente prodotto una frattura tra lo stato ed il mondo delle imprese e dei professionisti, diversi milioni di elettori. Una tassa che tutti vorrebbero oggi abolire.
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda mariok il 28/11/2014, 11:40

Insomma, alla fine scopriamo dopo quasi 25 anni, che l'unica cosa buona prodotta dall'Ulivo è stata l'entrata nell'euro.

Non male. E pensare che c'è ancora chi, come la Bindi, invoca un ritorno all'Ulivo!
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda flaviomob il 28/11/2014, 11:51

Le tabelle che Ranvit riporta parlano di un'aliquota ancora più alta nel 2002 e nel 2003-2004*. Segno che Berlusconi nel 2005 provo' ad abbassarla al 23% ma evidentemente ciò era insostenibile per le casse dello stato!



*anno 2003 Da 15.000,01 a 29.000 euro 29%
anno 2002 Da 15.493,72 a 30.987 euro 32%


Prodi 2007----------> 27%


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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda ranvit il 28/11/2014, 12:13

Incredibile flaviomob...non ricorda le cazzate fatte dal centrosinistra-sinistra...

Allora: 2005/2006 Fino a 26.000 euro 23%....questo conta!
Perchè alzare le tasse....tra l'altro a lavoratori dipendenti di basso livello....invece che combattere l'evasione e la corruzione?????????

Per non parlare dell'Irap, come giustamente ha ricordato Franz: una tassa mostruosa che ha dato il colpo di grazia all'imprenditoria italiana. Ma come cazzo si fa a concepire una tassa indipendentemente dagli utili??? Cioè tu sei in perdita e devi comunque pagare l'Irap: una follia che solo un pazzo puo' giustificare.
E tutto questo per finanziare le Regioni....che già allora sprecavano a piu' non posso!

E oggi si vorrebbe che Renzi risolvesse tutto in quattro e quattr'otto (con l'indecoroso ostruzionismo di quella stessa sinistrasinistra che fece quelle porcate che sta correndo il rischio di abbattere Renzi e tornare al 25% con il trionfo del centrodestra)!
Ma per piacere!
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