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Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’affluen

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda Robyn il 26/11/2014, 8:25

nel 21 all'estensione del suffragio universale non si sarebbe mai dovuti andare verso il proporzionale ma rimanere nell'uninominale,perche non sarebbe mai arrivato Sturzo a lanciare un appello ai borghesi liberi e forti.La comunione dei beni nel PD non sarà possibile fino a quando ci saranno i democristiani che sono inaffidabili perche sono comunisti all'incontrario"quello che è mio e mio quello degli altri anche è mio"In parlamento servono maggioranze variabili per eliminare le liste bloccate perche la casta cerca di andare alle liste bloccate
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda franz il 26/11/2014, 8:44

mariok ha scritto:Il tentativo di Bertinotti di estenderlo tramite referendum fu un flop. Ma a proposito di democrazia, questo alla Camusso e a Landini non frega molto.

Anche il tentativo di raccogliere le firme per abrogare la legge Fornero ho letto da qualche parte che è fallito ma non ho notizie in merito. Se ne è parlato poco. Non ho capito se è solo la Lega ad averlo fatto (e le firme mi pare siano state raccolte) o se ci sono stati anche altri soggetti politici che lo hanno fatto.
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda Salemi il 26/11/2014, 9:01

Le conseguenze del voto di domenica scorsa.


Dalla rassegna stampa di stamani.

Bindi: Se Matteo non cambia, un altro partito.

Quale????

Il dato emiliano ha dato uno scossone alla politica.

Renzi, un bambino nel corpo di un adulto, liquida il tutto con 2 a 0 palla al centro. L'astensione è secondaria.

Da lui non ci si poteva aspettare altro.

Ma i veterani sanno cosa vuol dire il dissenso di 750 mila a sei mesi dalle elezioni di maggio.

E' l'intero Paese che va in frantumi. Grillo come agit prop ci sa fare ma di politica non capisce nulla.

Il centro destra è in subbuglio.
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda mariok il 26/11/2014, 10:10

POLITICA & PALAZZO
Elezioni regionali Emilia Romagna: la lunga lista dei motivi dell’astensionismo

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11 ... o/1232956/


Mah, mi sembra un elenco di affermazioni senza un filo logico e tutte da dimostrare.

La chiusa che vede in giovani come Di Maio e Di Battista (!) il futuro di una politica alternativa al cancro del Nazareno, è un capolavoro.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda Salemi il 26/11/2014, 13:18

Bindi: si torni all’Ulivo o noi usciamo Matteo ha deluso, è già in caduta
L’esponente della sinistra: se il Pd non cambia ci sarà bisogno di una nuova forza. Renzi? Fa il salvatore della patria come Grillo, Salvini e il Berlusconi dell’esordio
di Monica Guerzoni


ROMA «Non ci siamo divisi...».
La minoranza si è spaccata in tre, presidente Rosy Bindi.
«Gli obiettivi di chi ha votato no e di chi ha lasciato l’Aula, come me, erano gli stessi. Marcare la distanza netta da un provvedimento che, eliminando il diritto al reintegro, considera il lavoro come una merce».
L’indennizzo non basta?
«È un passo indietro profondo, secolare, rispetto alla dignità del lavoratore richiamata dal Papa. Oltre a non condividere il merito io ho voluto prendere le distanze dal messaggio che il premier ha costruito in questi mesi. Le sue parole hanno scavato un solco tra il governo, il segretario del Pd e il mondo del lavoro, la parte più sofferente dell’Italia. Abbiamo visto la delegittimazione del sindacato e una provocazione davvero lontana dalla situazione reale degli italiani».
Pensa che l’astensionismo nasca da qui?
«Tra Emilia e Calabria il Pd ha perso 750 mila voti. Se alle Regionali avessero votato gli stessi elettori delle Europee dovremmo dire che oggi il Pd è tornato al 30%, un numero più vicino al 25 di Bersani che non al 41 di Renzi».

Rosi Bindi: "L'astensionismo va preso sul serio"
La presidente della Commissione parlamentare antimafia a Milano per un vertice su Expo | agr - Corriere TV
http://video.corriere.it/rosi-bindi-l-a ... 65482eed13

L’astensionismo è ininfluente, secondo lui.
«Affermazione molto grave. L’astensionismo è un problema per la democrazia di un Paese, per il Pd e anche per il governo. Il premier ha fatto campagna in prima persona e ha lanciato dal podio dell’Emilia uno dei messaggi piu gravi quando ha detto che lui crea lavoro, mentre il sindacato organizza gli scioperi. Con le Regionali Renzi si è unito ai tanti salvatori della patria a cui gli italiani amano affidarsi, per poi sperimentare la cocente delusione».
Rimpiange Enrico Letta?
«Il paragone non è con Letta. È con Grillo, con Salvini, con il Berlusconi dei primi anni. La rottura della politica col Paese reale è profonda e sembra rimarginarsi quando gli italiani si affidano al salvatore di turno, per poi delusi andare a ingrossare l’unico partito che vince, quello dell’astensione. Il voto di domenica dimostra che è iniziata la parabola discendente, anche di Renzi».
Gufa perché rottamata?
«Sono stati rottamati 750 mila elettori in un colpo solo, non la Bindi. Questa categoria è servita a Renzi per vincere, ma ora, per continuare a governare, deve prendere per mano la povertà, le periferie, il dissesto del territorio, la crisi industriale. Chi guida i processi politici deve indicare il cammino, la speranza, e responsabilizzare tutti nella fatica della paziente ricostruzione».

La minoranza chiederà il congresso anticipato?
«Il gioco interno al Pd non interessa agli italiani, figuriamoci a me. Quel che mi interessa è che ci sia una forza politica che abbia il coraggio di ricostruire il tessuto democratico e affrontare una crisi economica sempre piu grave».
Progetta la scissione?
«Dico che questa è la funzione del Pd, se ha memoria delle origini, se non vagheggia l’idea del partito unico della nazione e se è un partito riformista, ma di sinistra. Quello sul Jobs act è stato un primo passaggio di merito, ma ora ce ne sono altri non meno importanti».
La riforma costituzionale?
«Appunto. Così è irricevibile, umilia il Parlamento e lo rende subalterno al governo».
La legge di Stabilità?
«Non può essere una mera, finta restituzione delle tasse, c’è bisogno di sostegno vero al lavoro e agli investimenti».
E l’Italicum, lei lo vota?
«Se il patto del Nazareno non ha più futuro, nessuno pensi di portare avanti quella legge elettorale con sostegni diversi in Parlamento. C’è da dare al Paese una legge che assicuri il bipolarismo, non attraverso i nominati e il premio di maggioranza al partito unico».
E se Renzi va a votare?
«Questo risultato dovrebbe farlo riflettere, non è tempo di facili ricorsi alle urne. Voglio sperare che al di là del messaggio grave, sbagliato e pericoloso che ha mandato all’Italia, Renzi abbia un momento di ripensamento serio. Spero cambi stile e accetti il confronto. E si ricordi che il segno di chi ha la responsabilità più alta è unire, non dividere».
Perché non uscite per fondare una forza alternativa, guidata da Landini? «Se il Pd torna a essere il partito dell’Ulivo, che unisce e accompagna il Paese, non ci sarà bisogno di alternative. Ma se il Pd è quello di questi ultimi mesi, è chiaro che ci sarà bisogno di una forza politica nuova».
Una forza minoritaria?
«Tutt’altro che minoritaria, una forza di sinistra, competitiva con il partito della nazione. E allora servirà, oltre alle idee, la classe dirigente».
La sinistra fuori dal Pd non è un ferro vecchio?
«Renzi sbaglia quando si paragona al partito a vocazione maggioritaria di Veltroni, che prese il 33% e ridusse la sinistra radicale a prefisso telefonico. Quello era collocato nel centrosinistra e non ambiva a fare il partito pigliatutto. Se il Pd è quello di questi mesi una nuova forza a sinistra non sarà residuale, ma competitiva. E sarà un bene per il Paese, se non vogliamo che il confronto si riduca ai due Matteo. Sarà una sinistra riformista e plurale, ma sarà una sinistra. Sarà il Pd».
Il voto sul Quirinale sarà una resa dei conti?
«Quando dovremo confrontarci su quella scelta, spero più tardi possibile, io auspico che venga fatta ricercando l’unità del Paese. Fu un bene bocciare la riforma del centrodestra, che riduceva il capo dello Stato a portiere del Quirinale».
Perché Renzi dovrebbe cercare un nome non condiviso?
«Ci sono molti modi per ridurre il ruolo del Colle, come rinunciare alla ricerca della personalità più autorevole per considerarla strumentale alla politica del governo. Sarà fondamentale trovare la persona che più unisce e la cui autorevolezza sia considerata indiscussa, da tutti».

26 novembre 2014 | 07:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.corriere.it/politica/14_nove ... 1e19.shtml
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda ranvit il 26/11/2014, 13:39

La Bindi chi? :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda Salemi il 26/11/2014, 13:56

il Fatto 26.11.14
La democrazia come “fenomeno secondario”
di Oliviero Beha

RARAMENTE capita alla politica, specie a “questa” politica, di dire una parola definitiva sulla situazione, tenendo sempre conto che soprattutto in politica le parole sono degli autentici massi. Anche se fanno a gara a farli sembrare palloncini gonfiati. È successo nel commento all’andamento delle ultime elezioni in Emilia-Romagna e in Calabria da parte del premier: l’astensione, ha detto, è un “fenomeno secondario”. Naturalmente si esprime così perché il suo partito pur vincendo ha perso molti voti. Il punto non è però questo, e neppure la vittoria relativa a destra della Lega di Salvini. Nel mirino c’è proprio la maggioranza degli aventi diritto al voto che non l’hanno esercitato, in una percentuale straniante. Non è davvero sorprendente. Probabilmente buon ultimo nella fila, proprio qui una settimana fa parlavo di “estrema unzione della politica”, della voragine ormai dilatata tra il Palazzo delle istituzioni e il Residence dei partiti da una parte, e la Piazza o la strada dall’altra. La questione riguardava anche il M5S, nella contraddizione della doppia anima di lotta e di governo che la gente percepisce confusamente e di conseguenza fatica a distinguere. Di qui le contestazioni al M5S (che vengono da loro attribuite solo ai “nemici” del Pd, e magari fosse così, saremmo ancora in un recinto identificabile…) nella sua versione “politica” anche se non politicante, e una bella raffica di insulti che il web mi ha poi recapitato. Ben mi sta. Guai a chi non tifa nel Paese in cui si è calcistizzato tutto. Peccato che poi le urne diano responsi non troppo lontani da quella “estrema unzione”, che viene epigrafata da Matteo Renzi con il suo “secondario” riferito all’astensionismo.
SE DOBBIAMO prenderne atto, siamo costretti anche a trarne una serie di deduzioni che attengono alla logica e non al politicismo d’occasione. Se la Repubblica italiana ha una forma di governo democratica, essa non può prescindere dal voto come sua attuazione pratica. Se non votare è secondario, ne discende che sia secondaria la democrazia. Il che può essere tranquillamente oggetto di discussione. Abbiamo avuto il ventennio fascista, ci siamo immersi nel berlusconismo più impuro, nulla vieta che si voglia trangugiare anche la medicina del renzismo e del suo “partito della nazione” che però appunto considera marginale l’andare a votare. La democrazia sarebbe dunque esemplarmente un lusso che oggi, visti i tempi, non ci possiamo più permettere, anche alla luce del disastro combinato in passato dalla “nostra” democrazia leggermente stracciona. Non solo: in questo senso il valore del non voto, che ha riguardato in questa tornata molti italiani in più di quelli che invece hanno votato, viene spogliato di ogni suo significato politico. Ci sarà pure chi non ha votato per mandare un segnale comunque, giusto o sbagliato che sia, no? Niente, si sono astenuti per niente. E le Regioni, l’istituto che dovrebbe far discutere per l’importanza che ha assunto negli anni (pensiamo solo alla spesa sanitaria nazionale che ne assorbe quasi tutto il bilancio)? Nulla, non contano, non è “primario” che non abbiano votato per l’amministrazione di esse. E potrei continuare… Se è prioritario che abbia vinto in ogni caso Renzi e perso Berlusconi, con Salvini all’arrembaggio sulle navi degli immigrati, e non che si stia dissolvendo un’idea democratica della politica e con essa il Paese, forse l’estrema unzione è già stata data. E non mi si venga a dire che “quelli fanno il loro mestiere di parte”, etimologicamente inteso: l’aver ballato sul Titanic mentre affondava non viene considerata oggi la migliore delle opzioni, con l’aggravante che questa classe dirigente rimedia sempre un posto in elicottero per alzarsi in volo prima del naufragio.
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda flaviomob il 26/11/2014, 14:29

Mineo su fb:

Il nulla avanza. Caffè del 26




Tanto tuonò che piovve! I deputati sono 630, 316, la metà più uno, hanno votato sì al jobs act, Civati ha detto no, parecchi altri - e tra loro Fassina, Bindi, Cuperlo, Boccia - hanno sottoscritto un documento “perché non votiamo il jobs act - e sono usciti dall’aula insieme alle opposizioni. “Strappo nel Pd”, scrive il Corriere. “Renzi perde oltre 30 deputati”, la Stampa”. Il Fatto collega il dissenso parlamentare alla crescita paurosa del non voto in Emilia e alle improvvide dichiarazioni del premier: “I 750mila ‘secondari’ azzoppano Renzi”. Intanto - scrive Repubblica - il cavaliere “lancia Salvini: io regista, lui bomber”. Il titolo grande cerca di riassumere la complessità della giornata: “Passa il jobs act ma si spacca il Pd. Berlusconi, patto su Italicum e colle”.




Il Giornale vede invece un “Patto del panettone” tra Lega e Forza Italia”, e aggiunge “Berlusconi apre: «Salvini premier del centrodestra? Ci penso. Lui goleador, io regista». Poi intervista Bossi che “benedice l’unione”. Torna la pace a destra? Nemmeno per idea, perché il caimano stanco vuole tenersi stretto Renzi, con il quale eleggere il futuro presidente della Repubblica (il Giornale è ossessionato dal rischio che venga scelto Prodi: “l’ombra di Prodi -scrive - dietro l’asse Fitto-D’Alema”). Né l’alleanza con la Lega conviene all’ex Pdl passato sotto l’ala di Renzi: così, dice Quagliariello, “il centro destra si condanna a essere minoranza”. Giannelli disegna “il mister B” che allaccia la scarpa al “goleador” Salvini, il quale gli intima: “Lega!”



A sinistra Bindi (Corriere) avverte: “se il Pd è quello di questi ultimi mesi, è chiaro che ci sarà bisogno di una forza politica nuova” ma Bersani (Repubblica) ritiene che “il messaggio di quegli elettori (che non hanno votato) non sia “uscite dal Pd”, bensì risolvete tutti insieme. Renzi non può fare finta di niente». A destra non tiene nulla: “quando l’imperatore non ha più regalie da distribuire - dice uno che conosce bene Berlusconi - i barbari si ribellano”. E tutto finisce in guerriglia: “Berlusconi, prima il Colle poi il nostro sì all’Italicum. Renzi, non esiste, va approvato entro dicembre”, Repubblica.



Nel mondo, intanto succedono cose: Il gran discorso del Papa a Strasburgo: “Bisogna fermare l’aggressore ingiusto ma nessun paese ha il diritto di farlo per suo conto”, dialogo con tutti i musulmani, non si può tollerare che “il Mediterraneo diventi un cimitero di migranti” mentre noi “abbiamo troppe cose che spesso non servono”, “Europa ferita, un po’ stanca e pessimista, che si sente cinta d’assedio dalle novità che provengono dagli altri continenti”.



Gli Stati Uniti già vivono il dopo Obama, un pauroso salto all’indietro.La vita di un giovane nero disarmato non vale la paura del poliziotto bianco che l’ha ucciso: legittima difesa. I neri senza lavoro si ritrovano discriminati e insorgono. Gentiloni non esclude l’invio di truppe italiane per riportare l’ordine in Libia. Il governo Netanyahu non vuole che nasca uno stato palestinese ma intanto trasforma Israele in uno stato più confessionale, con non ebrei cittadini di serie B.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda pianogrande il 26/11/2014, 15:03

Per Oliviero Beha

Distinguerei "la politica" da questa classe politica.
Distinzione sempre necessaria come è necessario (perché tutto è relativo) distinguere tra "la democrazia" e questa democrazia.
Nella nostra democrazia (e con la nostra classe politica) il popolo è piuttosto disponibile a entusiasmarsi o a buttare tutto nel cesso.
Un popolo pigro, un popolo on - off.
Farlo ragionare è impresa più ardua.
Sopratutto quando si tratta di farlo ragionare contro il proprio immediato interesse (o supposto tale).

Berlusconi e Grillo rappresentano brillantemente questi due estremi.

Renzi è già qualcosa di più equilibrato e ragionato (tutto è relativo e mi ripeto).

Molta gente (io per primo) lo guarda con speranza ma non con entusiasmo e comunque con molto più senso critico di come guardavano il berlusca gli assatanati irragionevoli e giulivi berlusconiani della prima ora che volevano l'Italia come il Milan.

I renziani ragionano e si muovono anche contro il sistema ma non con gli slogan necrofori e da vasca biologica del Grillo e dei grillini (sempre della prima ora perché, adesso, una calmata se la stanno dando anche loro).

Un po' di evoluzione, un po' di modulazione sull'impianto di questa politica e di questa democrazia, comincia ad esserci.

Renzi!
Se perdi questa occasione, sei peggio di Grillo perché lui, almeno, che ci aveva fregato ce lo ha detto subito.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda ranvit il 26/11/2014, 16:08

Beha, Mineo, Bindi....Santoro, Annunziata, Freccero, etc etc Una gran bella compagnia di beneficiati dalla sinistra della vecchia guardia: poltrone, poltrone, poltrone, pancia e portafoglio pieni...sparano sentenze a difesa della Cgil e/o dopo aver contribuito come maitre-a-penser a sfasciare il paese....
Non sanno una mazza dei reali problemi della gente e pontificano da decenni!
Ma andate a quel paese! 8-)
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