flaviomob ha scritto:Migliaia di mafiosi e loro parenti (possibili prestanome) risiedono e vivono all'estero. Bisogna correggere il provvedimento.
Forse, ma il problema è "conviventi" e poi chiarire, se uno è all'astero, come stilare detto certificato.
Metti che io abbia un fratello in Italia. Metti è che è una persona sana, onesta (come immagino la maggioranza degli italiani) con un impresa che intenda partecipare ad un appalto pubblico.
Metto che gli chiedono il certifcato antimafia anche per il fratello che da 30 anni sta all'estero.
Metti che ovviamente all'estero non sappiano assolutamente che cazzo fare per sapere se sono mafiono o no.
Fedi flavio, queste sono le classiche regole del cazzo che si fanno in Itaia per cui una popolazione fondamentalmente onesta (si spera) viene vessata all'inverosimile al fine produrre certificati (che creano lavoro burocratico e spesa pubblica) che spesso è impossibile produrre. Per l'appunto, all'estero. Tu non devi pensare al mafioso che ha un fratello mafioso all'estero. Quello come minimo ha 3 avvocati che gli spiegano cosa fare. Tu devi pensare a chi è onesto ed ha fratelli onesti all'estero e non sa come poter produrre un certificato antimafia per una persona che vive all'estero da anni.