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Settimana di Passione e di riflessione

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Settimana di Passione e di riflessione

Messaggioda Iafran il 16/04/2014, 15:37

annalu ha scritto:Tieni conto che Primo Levi è finito ad Auschwitz perché catturato in quanto partigiano (solo dopo si sono accorti che era anche ebreo) ed è morto suicida perché non riusciva a sopportare il peso dei ricordi di quel che avveniva nel campo all'ingresso del quale campeggiava la famosa frase "Il lavoro rende liberi".

(Grazie per la poesia di Primo Levi)

Le tragedie dei popoli ed i patimenti e i drammi personali coinvolgono gli individui e feriscono l'umanità intera.
Certamente sta ai posteri rispettare e coltivare la memoria storica, i protagonisti sono solo testimoni viventi ... incomodi solo per coloro che vogliono negare i fatti.
La partecipazione (alle sventure altrui), comunque, può essere viva e profonda come può risultare superficiale e di comodo. Le parole non aggiungono niente alla verità, però, diventano superflue e vuote se sono prive di sentimento e possono diventare ingannevoli sulla bocca degli opportunisti.
Le parole dei protagonisti non sempre riescono ad esprimere bene le emozioni intime, forse perché (le emozioni) non sono state ancora percepite né definite nella loro interezza dalla stessa persona che le sta provando ... possono riuscirci dopo tempo, ma non basteranno a descrivere le angherie vissute.
Il tempo, poi, se affievolisce il ricordo dei fatti in coloro che non ne sono stati colpiti, può fare diventare un fardello pesante il pensiero delle nefandezze che sono state viste.
La memoria storica, allora, per i posteri è un impegno continuo non solo nelle ricorrenze (che possono essere "snobbate" dai negazionisti ma anche da chi "guarda" solo al presente).
Il 25 aprile che sia l'occasione per sviluppare nuove radici, accanto alle primarie.
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Re: Settimana di Passione e di riflessione

Messaggioda Iafran il 17/04/2014, 12:22

Quelle frasi di Grillo, un’offesa alla Memoria
L’uscita dell’ex comico «Una manifestazione di ignoranza e di insensibilità»
di Pierluigi Battista

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04 ... se/953734/

Berlusconi-Dell’Utri: è lecito chiedersi “se questo è un Paese”? di Daniela Gaudenzi

Tutta l’attenzione mediatica delle ultime 48 ore si è concentrata sull’esecrazione unanime della “parafrasi” di Beppe Grillo di Se questo è un uomo applicata all’Italia “se questo è un paese” e con l’aggiunta, decisamente non politicamente corretta, del triste monito mutuato da Auschwitz “La P2 rende liberi.”
Intanto nelle stesse ore, come si trattasse di copioni altamente scontati e pacifici, i due fondatori del partito sopravvissuto a se stesso e che continua a determinare le sorti di questo Paese nell’anno uno della “rivoluzione” renziana, arricchivano i loro brillantissimi curricula politico-giudiziari.
Il condannato per frode fiscale milionaria mentre era presidente del Consiglio Berlusconi ritenuto tuttora “persona socialmente pericolosa” e interdetto dai pubblici uffici per 2 anni, tenuto conto anche dei reati prescritti, veniva ricevuto a palazzo Chigi dal presidente del Consiglio per confermare e verificare il timing delle riforme: prima il Senato e solo dopo il via libera all’Italicum. Il numero due dell’esecutivo Graziano del Rio ha persino commentato che hanno dovuto ricevere ”il Cavaliere” … perché ”dava segni di nervosismo” e forse anche perché Napolitano ha ritenuto che fosse quello il modo migliore per sedarlo.
Poi sulla mitezza della pena, gradita ai difensori e concepita in modo che la campagna elettorale non ne risenta, con la durissima condizione di non infamare e denigrare i magistrati, si è voluto incredibilmente pronunciare Massimo D’Alema, per mettere in cattiva luce la magistratura, parlando di ”giustizia a velocità variabili“, dura con gli ultimi e comprensiva con i potenti.
E detto da lui che per primo ha fatto di Berlusconi uno statista e si è attivato da Mani Pulite in poi per garantire “il primato della politica” a favore della casta cercando di tenere la magistratura “nel recinto”, è veramente un segno dei tempi
Quanto all’amico del cuore del pregidicato-statista, nonché tramite continuativo e fattivo con la mafia secondo tutte le sentenze, quel Marcello Dell’Utri celebrato per vent’anni in perfetto spirito bipartisan come bibliofilo, mecenate e persona di “ottime maniere”, dopo ”la trasferta” a Beirut è riuscito ad ottenere il rinvio della sentenza al 9 maggio, mentre la prescrizione si avvicina. La ragione è semplice: se lui ripara a Beirut per evidenti “motivi di salute”, anche i suoi avvocati difensori, entrambi, non si sentono niente bene e così la Corte, nonostante “la parziale contrarietà” del procuratore generale, ha ritenuto, probabilmente per evitare ulteriori maneggi dilatori, di concedere il rinvio. L’estradizione, dunque, può attendere.
Forse D’Alema, per essere equanime, avrebbe potuto spendere due paroline anche a proposito delle mirabolanti performance di Marcello Dell’Utri: per esempio ricordando gli elogi sperticati che gli riservava ... Nicola Latorre (prima di imbarcarsi sul carro trionfale di Renzi).
... In effetti sullo spessore, però quello criminale, ci aveva perfettamente azzeccato. Infatti Marcello Dell’Utri detenuto a Beirut sarà auspicabilmente estradato prima o poi in Italia in forza di un reato considerato equivalente al concorso esterno in associazione mafiosa ... “l’association de malfaiteurs”.
La domanda di Grillo, con stile discutibile quanto si vuole, “se questo è un paese” verte sulla continuità con il ventennio berlusconiano in senso stretto che rivela un’Italia sempre zavorrata da questi gentiluomini senza che faccia più effetto a nessuno, tanto meno agli “operatori” dell’informazione.
Nel lontano 2001 dopo il clamore suscitato dall’intervista di Daniele Luttazzi a Marco Travaglio a proposito de L’odore dei soldi, che ricostruiva documentalmente le gesta del duo dei malfattori che “si sono messi il paese in mano”, lo scandalo non fu per quello che veniva svelato, ma perché veniva svelato. Antonio Tabucchi scrisse un’insuperabile lettera all’allora presidente Ciampi, dal titolo inequivocabile “L’Italia dei cittadini e l’Italia di merda” che ovviamente suscitò indignazione bipartisan.
Gli anni passano inesorabili, “tutto cambia”, ma a fare scandalo non sono i malfattori e il paese che li mette al vertice delle istituzioni ma è sempre chi li addita all’opinione pubblica.
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Re: Settimana di Passione e di riflessione

Messaggioda flaviomob il 19/04/2014, 15:43

E' vero: Grillo ha utilizzato i simboli della più grande tragedia del Novecento come artificio retorico, come base di partenza per una parafrasi (mediocre), in un parallelismo tra nefandezze di ordini di grandezza e conseguenze non paragonabili.
Tutto vero, ma in questo atteggiamento fuori luogo vedere l'antisemitismo mi pare assurdo. L'ironia io non l'ho vista da nessuna parte.

E' molto più grave che Grillo abbia risposto alle critiche della comunità ebraica definendo il suo portavoce "stupido e ignorante": questo sì che è offensivo.


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