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Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda Iafran il 07/04/2014, 9:01

gi.bo. ha scritto:"Io ho firmato l'appello di Rodotà e Zagrebelsky. L'impressione che mi fa" la polemica del premier Matteo Renzi contro i "professoroni" "è abbastanza triste". "Si ha l'impressione - spiega - che qualsiasi voce di dissenso rispetto a questa linea della governabilità a tutti i costi, della velocità fine a se stessa, venga combattuta. Chi chiede di discutere viene oscurato, come questa lista L'altra Europa con Tsipras. Ma questo disprezzo verso chi la pensa diversamente, al quale si aggiunge il disprezzo per l'intellettuale, verso chi lavora con la penna, verso il 'professorone', è molto populista da parte di Renzi".

Ognuno, infatti, può disprezzare ed apprezzare chi crede ... in privato; nel pubblico e in democrazia bisognerebbe "rispondere" in un certo qual modo a tutti, specialmente a coloro che arricchiscono la discussione.
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda franz il 07/04/2014, 10:21

Non ho problemi a firmare anche io ma concordo, in generale, con la polemica contro i "professoroni", soprattutto in ambito costituzionale. Le costituzioni (per fortuna) non le fanno i costituzionalisti. Le fanno i popoli. Soprattutto in un ambito demicratico e repubblicano. I costituzionalisti caso mai le analizzano, le studiano e dicono cose a volte intelligenti a volte no. Un po' come i critici musicali, che crticano tanto ma la musica la fanno gli altri, musicisti e cantanti.

A ben vedere per esempio tra i padri fondatori americani non c'erano costituzionalisti. Industriali, proprietari terrieri, medici, giovani avvocati, veterinari, professionisti. Ma non costituzionalisti. Anche la svizzera del 1291, il primo patto tra tre cantoni, fu questione di popolo (migliaia di contadini analfabeti dove chi sapeva leggere e scrivere si contava sulle dita di una mano o due).

Anzi ai costituzionalisti dovrebbe essere impedito (conflitto di interessi?) di partecipare a meccanismi di riscrittura delle regole costituzionali.
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda Iafran il 07/04/2014, 16:59

franz ha scritto:A ben vedere per esempio tra i padri fondatori americani non c'erano costituzionalisti. Industriali, proprietari terrieri, medici, giovani avvocati, veterinari, professionisti. Ma non costituzionalisti. Anche la svizzera del 1291, il primo patto tra tre cantoni, fu questione di popolo (migliaia di contadini analfabeti dove chi sapeva leggere e scrivere si contava sulle dita di una mano o due).

Anche al tempo di Noè (per esagerare un po') non c'erano ingegneri navali, ma da molto tempo mi sembra che non si possa prescindere da questi professionisti per la costruzione delle navi, come adesso (in Italia, specialmente) non si possa prescindere dagli uomini onesti e di cultura per fare politica, altrimenti si tende a fare solo gossip e si riempiono i talk show televisivi per annebbiare le menti e depauperare meglio le tasche dei cittadini.

. . . . .
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04 ... ni/940100/

Governo Renzi: viperette mordono professoroni di Pierfranco Pellizzetti

“Ho giurato fedeltà alla Costituzione, non a Stefano Rodotà” sibila con lo sguardo bieco del nume offeso Superbone Renzi. E ai meno giovani torna alla mente quel “intellettuali dei miei stivali” con cui Bettino Craxi apostrofava Norberto Bobbio. Intanto le soavi viperette al seguito del leader, risposta giovanilistica alle amazzoni di berlusconiana memoria, praticano contro il dissenso verso il “rullo compressore” renziano (anche se garbato e argomentato) l’unica arte a cui sembrano avere attitudine: la perfidia. Maria Elena Boschi – tra uno sbattito di ciglia e la messa in posa – raccoglie l’imbeccata di un giornalista de il Foglio per accusare Rodotà di incoerenza; poiché trent’anni fa, in tutt’altre condizioni e senza che ancora imperasse la Seconda Repubblica con relativo Porcellum (o qualche filiazione tipo Italicum), prospettava l’abolizione del Senato.
La catechista Deborah Serracchiani, sguainando il suo sorrisino alla Bambi, vorrebbe riportare al vincolo di mandato (come gli altrimenti esecrati Grillo&Casaleggio) il presidente del senato Grasso; reo di non condividere le logiche pasticciate con cui si vorrebbe fare un restyling al Senato. Magari riempiendolo con le anime morte di quei consigli regionali che tutti i giorni subiscono irruzioni e perquisizioni da parte delle Fiamme Gialle, nel corso di indagini per appropriazioni indebite di pubblico denaro e similari malversazioni.
Queste viperette solitamente pretendono di rimandare al mittente ogni critica bollandola di “maschilismo”. E allora va loro replicato che ci sono donne e donne, come Boschi e Serracchiani non sono Hannah Arendt o Rosa Luxemburg. Così come – per opportuna paritarietà – Matteo Renzi e il fantasmatico Graziano Delrio non sono Franklin Delano Roosevelt, Camillo Benso di Cavour o altri builder politici. Sono soltanto degli illusionisti, davanti a una platea di cittadini disperati che implorano soltanto un’opportunità per sperare. E di cui quelli se ne approfittano. Loro sì, da veri populisti, per cui chi ne smaschera i trucchi è un esecrabile “professorone” (variazione sul tema grevemente sanculotto dei “salotti”), mentre loro sono dalla parte delle famiglie (?). E questo dell’essere dalla parte di chi e di che cosa diventa la migliore cartina tornasole in cotanta discussione surreale. In cui si fa un grande uso di metafore che offuscano allo sguardo il vero stato dell’arte: “Attacco alla democrazia”, “svolta reazionaria”. Perfino “colpo di Stato”.
Come se fossimo al golpe per via democratica sulla falsariga del mussolinismo e dell’hitlerismo. Mentre la realtà è molto più modesta, seppure non meno pericolosa e inquietante: il ruolo centrale attualmente assunto da Renzi deriva dal fatto che l’ex sindaco di Firenze ha stipulato un tacito patto di salvataggio con l’establishment politico e dintorni (in cui spicca buona parte della stampa, un po’ di consulenza e qualche ambiente finanziario-imprenditoriale): forte delle benemerenze mediatiche acquisite con la gag della rottamazione, consentire l’ennesimo mimetismo alla corporazione trasversale del potere.
Quella corporazione oggi largamente rappattumata sotto le sue bandiere; riaccreditata grazie a giochi verbali dal sapore vagamente terroristico, promossi dal nuovo conformismo che ci traghetta verso la Terza Repubblica: l’addebito di “conservatore” appioppato a chi dubita che il cambiamento per il cambiamento sia riformismo; l’accusa di “gufare” come una scudisciata a quanti obiettano che gli effetti d’annuncio presuppongono piani articolati (che non si vedono) e adeguate coperture finanziarie (idem come sopra). Obiezioni a cui la claque replica allo stesso modo di Iva Zanicchi quando difendeva Berlusconi “a prescindere”: lasciatelo provare! Come se fossimo al tirassegno del Luna Park e non in politica, dove è regola esibire garanzie e rendicontare preventivamene. Comunque, basta e avanza per capire senza preconcetti il senso del new deal renziano analizzare dove vada a parare il suo progetto di riforma elettorale: un duopolio di potere, con i vertici che si eleggono i propri fidati. Mentre resta escluso dal gioco il partito più consistente: gli italiani che hanno deciso di non andare più a votare.
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda gi.bo. il 07/04/2014, 22:13

La Tsiprasnomics, la ricetta socialdemocratica che spaventa l'Europa
07 febbraio @ 19.40
EMILIO CARNEVALI

Il leader della sinistra grecaAlexis Tsipras, il leader della sinistra greca, è il grande spauracchio dell'establishment europeo. Ma dall'analisi delle sue ricette economiche non emerge il profilo di un “antisistema”, bensì quello di un socialdemocratico molto europeista.
Quando gli vengono ricordate le accuse mossegli da Der Spiegel – il settimanale tedesco lo ha definito «il nemico numero uno dell'Europa» – Alexis Tsipras non si scompone: «Certo, sono il rivale dell'Europa dei mercati e delle disuguaglianze sociali». Aggiunge però subito dopo: «Ma siamo anche l'unica speranza per quella solidale, dei popoli, della democrazia, della dignità». Il leader della sinistra ellenica non è infatti un antieuropeista. Se mai, è un critico severo delle politiche economiche europee e dei trattati che hanno fatto del rigore di bilancio l'unica stella polare dei governi nella tempesta della crisi.

Da questo punto di vista il “radicale” Tsipras è in buona compagnia, se è vero che perfino il Fondo monetario internazionale (uno dei componenti della famigerata Troika, insieme a Commissione europea e Banca centrale europea) ha dovuto fare autocritica sulla gestione della crisi greca. Lo scorso giugno l'organizzazione guidata da Christine Lagarde ha diffuso un rapporto in cui si ammette la drammatica sottovalutazione dei danni prodotti dalle misure di austerità imposte ad Atene. L'accento è posto in particolar modo sul ritardo nella ristrutturazione del debito sovrano ellenico, arrivata solo nel maggio del 2012 (due anni dopo il primo piano di salvataggio da 110 miliardi di euro). Tempi più celeri avrebbero per altro evitato, con tutta probabilità, la trasmissione del contagio in tutto il continente.

«Quanto fatto dal 2008 ad oggi verrà insegnato nelle facoltà di economia, ma come esempio da evitare», dice Tsipras in una intervista pubblicata oggi sulla Repubblica. I numeri parlano chiaro: l'economia ellenica è in recessione dal 2008. La serie storica del Pil mostra un andamento che si attaglia meglio a periodi caratterizzati da eventi bellici che ad anni di “pace”: -0,2% nel 2008, -3,1% nel 2009, -4,9% nel 2010, -7,1% nel 2011, -6,3% nel 2012, -4,1% nel 2013. Per il prossimo anno il Fondo monetario prevede una leggera crescita (+0,6%), del tutto insufficiente però per riassorbire una disoccupazione che viaggia ormai verso quota 30% (mentre quella giovanile supera il 50%). Nonostante l'haircut del 2012, e le politiche di tagli draconiani alla spesa statale e di incremento delle tasse, il debito pubblico ellenico quest'anno si è assestato al 172% del Pil e non dovrebbe scendere nemmeno nel 2014.

Ecco perché è proprio a una soluzione “postbellica” che fa riferimento Tsipras quando invoca «una conferenza europea per il debito, sul modello di quella del '53 che cancellò gran parte del debito della Germania». Un altro pilastro della “Tsiprasnomics” rimanda al mandato della Banca centrale europea, il cui statuto assegna assoluta priorità al controllo dell'inflazione, diversamente - ad esempio - dalla Fed americana, che nel 2012 ha inoltre vincolato il proprio operato a un preciso obiettivo di occupazione: fino a quando il tasso dei senza lavoro non sarebbe sceso fino al 6,5%, dichiarò l'allora presidente Ben Bernanke, non sarebbe venuta meno la politica monetaria fortemente espansiva inaugurata con lo scoppio della crisi.

Tsipras ha in mente una banca centrale meno “europea” e più “americana” quando dice che Mario Draghi dovrebbe intervenire con l'acquisto diretto di titoli di stato dei Paesi dell'eurozona. La Bce dovrebbe cioè fungere da vero prestatore di ultima istanza, senza essere più costretta a ricorrere a meccanismi di finanziamento indiretto come il Ltro (Long term refinancing operation o piano di rifinanziamento a lungo termine), il dispositivo tramite il quale, fra il 2011 e il 2012, sono stati fatti arrivare agli istituti bancari dei diversi paesi europei circa 1000 miliardi di euro utilizzati in buona parte per l'acquisto di titoli del debito sovrano emessi dai rispettivi governi.

Il leder di Syriza dice esplicitamente di trarre ispirazione dal New Deal di Franklin Delano Roosevelt quando propone la separazione tra «attività commerciali e quelle di investimento delle banche» (sul modello del Glass-Steagall Act del 1933, abolito da Clinton e in parte ripristinato dalla riforma finanziaria di Obama) e quando insiste sulla necessità di un «piano di investimenti pubblici per lo sviluppo». Fu proprio questa la strategia con la quale il presidente democratico affrontò la Grande Depressione seguita alla crisi del 1929. In un momento in cui gli investimenti privati erano stati annichiliti dal panico che accompagnò il più grande crollo finanziario della storia, furono le istituzioni pubbliche a sobbarcarsi il compito di sostenere la “domanda aggregata” e contrastare la disoccupazione dilagante. Da un punto di vista teorico tutto ciò trovò una sintesi magistrale nella Teoria Generale di John Maynard Keynes, data alle stampe nel 1936, che inferse un colpo senza precedenti all'ortodossia economica fondata sull'ipotesi di una naturale tendenza dell'economia capitalista al pieno impiego dei fattori produttivi.

Alla luce dei programmi e delle proposte concrete, dunque, l'”eretico” Tsipras, il “radicale” Tsipras, «il nemico numero uno dell'Europa», altro non si rivela che un “europeista keynesiano” assai poco tentato da soluzioni “antisistema” («l'abbandono della moneta unica non è la via d'uscita», dice fra le altre cose): un “socialdemocratico classico”, lo si potrebbe definire, se lo smarrimento delle forze della socialdemocrazia europea di fronte alle politiche di austerity non avesse ormai posto in dubbio la capacità definitoria delle categorie politiche tradizionali. È lo stesso leader greco, tuttavia, ad augurarsi una “svolta a sinistra” dei socialisti europei: che le loro strade siano un giorno destinate ad incontrarsi?

( Da PAGINA99 )
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda gi.bo. il 07/04/2014, 22:24

"Diciassette contraddizioni e la fine del capitalismo"

di David Harvey

Pubblichiamo una nostra traduzione del prologo (qui rinvenibile in lingua originale) all'ultimo libro di David Harvey, “Diciassette contraddizioni e la fine del capitalismo” (per ora uscito solamente negli Usa e in Inghilterra). Nel testo, che si propone anche come manifesto politico, vengono definite tre tipologie di contraddizioni: fondative (tra capitale e lavoro, tra appropriazione privata e common wealth, tra proprietà privata e Stato, tra valore d'uso e valore di scambio ecc...); mobili (rispetto alla divisione del lavoro, tra monopolio e competizione ecc...) e pericolose (la capitalizzazione infinita della crescita, la relazione tra Capitale e natura, tra alienazione e rivolta dell'umano). Attraverso questa disamina Harvey si propone di svelare nuove prospettive di critica ed organizzazione anticapitalista, ponendosi in una dialettica critica rispetto ad altri approcci attualmente in voga. Pur non condividendone appieno alcune tesi, ci sembra importante leggere questo testo entro il dibattito che si sta sviluppando rispetto ad una lettura politica della crisi.
Ciò di cui sono in cerca è una migliore comprensione delle contraddizioni del capitale, non del capitalismo. Intendo conoscere come funziona il motore economico del capitalismo, e come mai talvolta esso balbetta, va in stallo o appare essere sull'orlo del collasso. Voglio inoltre mostrare come mai questo motore economico deve essere sostituito, e con cosa.

dall'Introduzione

L'attuale crisi del capitalismo

Le crisi sono necessarie per la riproduzione del capitalismo. E' nel corso di esse che le instabilità vengono affrontate, riorganizzate e riarticolate per creare una nuova versione di ciò che riguardi il capitalismo. Molte cose vengono abbattute e distrutte per fare posto al nuovo. ......

conclude dicendo:

[i]......E' inoltre sembrato corretto tratteggiare i possibile esiti e le possibili conseguenze politiche che derivano dall'applicazione di questo peculiare modo di pensiero ad una comprensione dell'economia politica capitalista. A prima vista queste conseguenze potrebbero apparire inverosimili, persino impraticabili o politicamente sgradevoli. Ma è vitale che vengano sollevate delle alternative, per quanto esse possano apparire esotiche, ed eventualmente provare ad agguantarle qualora le condizioni lo dovessero imporre. In questo modo può essere aperta una finestra su un intero campo di possibilità inesplorate e non considerate.
Abbiamo bisogno di un forum aperto – un'assemblea globale, per così dire – per considerare dove sia il capitale, verso che direzione si stia muovendo e che cosa possa essere fatto al riguardo. Spero che questo libretto possa apportare qualcosa al dibattito.


il tutto in questo link
http://www.sinistrainrete.info/crisi-mo ... smoq-.html

hola
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda Iafran il 09/04/2014, 17:18

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04 ... ci/945022/

Matteo Renzi ha reso ufficiali in Direzione nazionale Pd (guarda la diretta streaming) le capolista del Pd alle elezioni europee di maggio. Sono tutte donne, come annunciato in mattinata nell’intervento del segretario a Vinitaly. Si tratta di Alessia Mosca nella circoscrizione Nordovest, Alessandra Moretti nel Nordest, Simona Bonafè al Centro, Pina Picierno al Sud e la siciliana Caterina Chinnici nella circoscrizione delle isole ... A proposito delle critiche sulle riforme costituzionali, il segretario ha ironizzato sui “professori” e ha preso di petto Salvatore Settis, “professore di archeologia” che lo ha accusato di essere a palazzo Chigi “senza passare dal voto”. A Settis, ha affermato, “ricordo che neanche nell’archeologia italiana il presidente del consiglio è eletto dal popolo”...

. . . . .
Si viene eletti per meriti professionali e culturali maturati in decenni nelle associazioni specifiche.
Il nostro attuale PdC non si è reso conto che dovrebbe sentirsi come un "carneade qualsiasi" se non fosse per il successo televisivo (da gossip) e per il "rampantismo delle giovani leve italiane" che spinge i suoi fans ad "aggrapparsi" a tutto per sfondare economicamente.
C'è, infatti, molta differenza fra il presidente-segretario-sindaco con i gli uomini di cultura (prima con Rodotà ed altri, ora con Settis) ... la stessa che c'è fra il tempo occorrente a scrivere un tweet e un trattato professionale (archeologico, politico, morale, sociale, etc.).
Poi, Renzi invoca un cambiamento dei protagonisti della vita politica e ripropone come copoliste alle elezioni europee 4 persone su 5 che figurano già elette (da un anno a questa parte) nella Camera dei Deputati dello Stato italiano (Mosca,
Moretti, Bonafé, Picierno).
Proprio una bell'aria (democratica, sic !) riempie (speriamo non lo faccia scoppiare) il nostro personaggio ... che si auto-propone a tutte le cariche disponibili e ... guai a contraddirlo!
Che sia un "unto che più unto non si può" o si serve di altri che ne sanno più di lui?
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda gi.bo. il 09/04/2014, 17:35

Iafran ha scritto:http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/09/elezioni-europee-capilista-pd-tutte-donne-dalla-moretti-alla-chinnici/945022/

Matteo Renzi ha reso ufficiali in Direzione nazionale Pd (guarda la diretta streaming) le capolista del Pd alle elezioni europee di maggio. Sono tutte donne, come annunciato in mattinata nell’intervento del segretario a Vinitaly. Si tratta di Alessia Mosca nella circoscrizione Nordovest, Alessandra Moretti nel Nordest, Simona Bonafè al Centro, Pina Picierno al Sud e la siciliana Caterina Chinnici nella circoscrizione delle isole ... A proposito delle critiche sulle riforme costituzionali, il segretario ha ironizzato sui “professori” e ha preso di petto Salvatore Settis, “professore di archeologia” che lo ha accusato di essere a palazzo Chigi “senza passare dal voto”. A Settis, ha affermato, “ricordo che neanche nell’archeologia italiana il presidente del consiglio è eletto dal popolo”...

. . . . .
Si viene eletti per meriti professionali e culturali maturati in decenni nelle associazioni specifiche.
Il nostro attuale PdC non si è reso conto che dovrebbe sentirsi come un "carneade qualsiasi" se non fosse per il successo televisivo (da gossip) e per il "rampantismo delle giovani leve italiane" che spinge i suoi fans ad "aggrapparsi" a tutto per sfondare economicamente.
C'è, infatti, molta differenza fra il presidente-segretario-sindaco con i gli uomini di cultura (prima con Rodotà ed altri, ora con Settis) ... la stessa che c'è fra il tempo occorrente a scrivere un tweet e un trattato professionale (archeologico, politico, morale, sociale, etc.).
Poi, Renzi invoca un cambiamento dei protagonisti della vita politica e ripropone come copoliste alle elezioni europee 4 persone su 5 che figurano già elette (da un anno a questa parte) nella Camera dei Deputati dello Stato italiano (Mosca,
Moretti, Bonafé, Picierno).
Proprio una bell'aria (democratica, sic !) riempie (speriamo non lo faccia scoppiare) il nostro personaggio ... che si auto-propone a tutte le cariche disponibili e ... guai a contraddirlo!
Che sia un "unto che più unto non si può" o si serve di altri che ne sanno più di lui?
Come si fa a non essere d'accordo con quanto tu detto. 10+

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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda pianogrande il 09/04/2014, 17:42

Non capisco perché non si possa rispondere alle critiche.
Il "pdc" che cosa è?
Una vittima sacrificale dedita al masochismo?
Deve dire grazie quando lo attaccano?

Deve prenderle e basta?

Veramente non la capisco questa cosa.

Tutti hanno diritto di attaccare (tra l'altro il "presidente del consiglio non eletto" è già gentile definirlo una bufala perché è una vera e propria vigliaccheria che si approfitta dell'ignoranza della gente).
Tutti hanno diritto di attaccare perché questa è democrazia ma non si ha il diritto di difendersi perché questo è autoritarismo.

Ragionamenti di comodo, distorsioni della realtà che dovrebbero ormai essere superati ma che si fa di tutto per non superare perché, appunto, fanno comodo.

Insomma, Settis ha detto una fesseria (una enorme fesseria molto cara ai grillini che evidentemente fingono di ignorare come funzionano le nostre istituzioni).
Bisogna tenersela e darla per buona perché altrimenti si è in un regime autoritario?
Ma stiamo sognando?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda Iafran il 09/04/2014, 18:25

gi.bo. ha scritto:http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/09/elezioni-europee-capilista-pd-tutte-donne-dalla-moretti-alla-chinnici/945022/

... A proposito delle critiche sulle riforme costituzionali, il segretario ha ironizzato sui “professori” e ha preso di petto Salvatore Settis, “professore di archeologia” che lo ha accusato di essere a palazzo Chigi “senza passare dal voto”.

pianogrande ha scritto:Insomma, Settis ha detto una fesseria (una enorme fesseria molto cara ai grillini che evidentemente fingono di ignorare come funzionano le nostre istituzioni).
Bisogna tenersela e darla per buona perché altrimenti si è in un regime autoritario?
Ma stiamo sognando?

Settis e gli altri hanno detto una fesseria?
Le verità sono delle fesserie?
Allora, chi vuole può alterare a suo piacimento la realtà (per l'influenza subita, suo malgrado, dai "berluscones")!
Per Renzi contano le simpatie (a livello personale) fra la gente e fra i parlamentari, come per "l'ex cavaliere" contavano (e vorrebbe che contassero ancora) i voti per soprassedere sulla condanna della Magistratura italiana?
All'estero mi sembra che continuano a ridere dei "vari unti" che governano gli italiani, con un molto parziale sostegno ufficiale ed ora anche ufficioso.
Io, poi, non mi aspetto niente di buono da chi agisce quasi per dispetto o per scaramanzia.
"Alla faccia dei gufi" non mi sembra un commento degno di rispetto, né confacente alla figura di PdC (anche se auto-nominatesi) di uno Stato normale. Ma Renzi lo ha scritto stamattina su Tweeter (quale grande comunicatore ... per i più giovani o i giovanissimi) http://www.repubblica.it/politica/2014/ ... 08755/1/#1.
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda pianogrande il 09/04/2014, 18:33

Iafran.Le verità non sono fesserie. Le fesserie, invece, non sono verità. Sono fesserie. Il presidente del consiglio non eletto dal popolo, in una repubblica parlamentare (non presidenziale) non è una verità. Va bene così? In cinese non lo so scrivere. Potrei provare in arabo ma adesso non ho tempo.
Fotti il sistema. Studia.
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