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Fiscal compact? Impossible.

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Fiscal compact? Impossible.

Messaggioda flaviomob il 21/03/2014, 20:18

Debito, parla l'economista Giorgio Gattei
"Impossibile rispettare il fiscal compact"
Lo studioso dell'Università di Bologna avvisa Matteo Renzi: "Il vincolo del 3 per cento è già superato. Il problema è che l’Italia non potrà rispettare il pareggio di bilancio in Costituzione: sarebbe un massacro sociale".
di Luca Sappino


«Non si può rispettare il fiscal compact». Giorgio Gattei, economista e storico del pensiero economico dell’Università di Bologna, sembra quasi voler tranquillizzare Matteo Renzi, che a giorni alterni dice di «non voler sforare i vincoli» (come ha detto a Angela Merkel) e che questi sono «anacronistici» (come aveva dichiarato durante le primarie, e come ha ripetuto mercoledì alla Camera preparando il vertice europeo). «Il vincolo del 3 per cento è già superato» dice infatti Gattei, quindi è inutile preoccuparsi di quello. Il problema è che «l’Italia non potrà rispettare gli obiettivi del fiscal compact e del pareggio di bilancio in Costituzione». Perché se oggi la preoccupazione è restare sotto il 3 per cento di deficit, secondo il piano europeo l’Italia dovrebbe arrivare a produrre «un avanzo primario troppo alto». «Troppi miliardi» che dovrebbero andare ad abbattere il rapporto deficit/pil, per portarci dal 135 per cento previsto per il 2014 al 60 per cento nel 2035. «Anche volendo escludere la possibilità di nuove crisi», dice Gattei numeri alla mano, «pur basandosi su stime ottimistiche di crescita del Pil», l’obiettivo è troppo costoso: «un massacro sociale».

Professore lei pensa che Renzi riuscirà, mantenendo le sue promesse, a stare sotto il 3 per cento di deficit?
«Mi scusi ma temo che il punto non sia questo, la preoccupazione è sbagliata. Perché Renzi sa bene - spero - che dal primo gennaio 2015 il deficit dovrà arrivare allo 0,5 perché così è stato inserito in Costituzione, nell’aprile 2012, da un parlamento inconsapevole».

L’obbligo costituzionale del pareggio di bilancio.
«Esattamente. Si dice che al massimo si potrà sforare di mezzo punto. E quello che possiamo immaginare, non credendo che Renzi ignori questo fatto, è che quando il presidente del consiglio dice che starà sotto il 3 per cento di deficit stia comunicando all’Europa, in realtà, che non rispetterà questo vincolo successivo ma imminente».

In qualche modo dunque ha ragione Renzi, quando dice che il 3 per cento è un «vincolo anacronistico»...
«Quando dice che bisogna riformare quel vincolo deve sapere che quel vincolo è stato già riformato, aggravandolo. E poi che oltre al pareggio di bilancio, il parlamento inconsapevole ha recepito il fiscal compact in cui viene richiesto di cominciare, sempre dal 2015, a ridurre il debito fino a portarlo al 60 per cento del Pil».

Ed è impossibile?
«Assolutamente impossibile. Quella è la vera tegola che ci cadrà in testa. Dovremo restituire mille miliardi di euro di debito - assumendo che non se ne faccia altro - in venti anni».

I famosi 50 miliardi di euro l’anno.
«Che non saranno 50, però. Perché quando io restituisco un mutuo pago sì l’ammortamento del prestito ma ci sono poi gli interessi che sono una cosa enorme, impraticabile».

Dice che non riusciremo a produrre abbastanza avanzo primario per abbattere il rapporto deficit/pil fino al 60 per cento?
«No, non possiamo farcela, se non con danni sociali incalcolabili, con meno servizi e più tasse. A queste condizioni non ha senso stupirsi dell’ondata di euroscetticismo, perché potrebbe andarci molto peggio. Fu il malessere provocato sull’economia tedesca, quando venne imposto alla Germania dal 1920 di rimborsare i costi della guerra, una delle leve di un signore, Hitler, che ha vinto le elezioni chiedendo anche di stracciare quelle restituzioni».

Voi avete fatto una proiezione. Quanto dovremmo restituire?
«Con Antonio Iero, un consulente finanziario, abbiamo fatto un modellino per simulare il nostro percorso di restituzione del debito. Lo abbiamo impostato su numeri più che ottimistici, e senza considerare eventuali crisi, con una crescita costante del Pil dell’1,6, l’inflazione all’1,5 e i tassi d’interesse al 4 per cento, quindi più bassi di oggi, attendendo un’ulteriore flessione dello spread. Bene: lo stato italiano, dal 2015 in poi, solo per pagare la rata del mutuo più gli interessi, nei primi tre anni, dovrebbe avere un avanzo di 37, 48 e poi 58 miliardi di euro. Solo nel 2021, con un avanzo primario di 81 miliardi, il debito potrebbe smettere di crescere. Nel 2035, alla fine, dovremmo arrivare a 134 miliardi di euro. Non si può pensare di riuscirci».

Dunque Renzi farebbe bene a ignorarli, perché i vincoli europei sono impossibili da rispettare e troppo costosi?
«Ignorarli non può. Ma dovrebbe battersi per modificarli, e non solo per ottenere la possibilità di strappare un po’ sul deficit. Potrebbe ad esempio chiedere di farci pagare solo gli interessi sul debito, una cosa simile a quanto già successo in Italia nel 1926, trasformando il debito redimibile in debito irredimibile, oppure al contrario di rientrare del solo capitale: sarebbe già qualcosa».

Difficile.
«Difficile perché la Merkel sa bene che il nostro debito è prevalentemente estero, e quindi che questo nostro sforzo di restituzione gioverebbe direttamente ad altri, Germania compresa. Questo è il motivo per cui il nostro debito risulta intollerabile, ed è oggetto di speculazioni che lo aggravano, mentre quello del Giappone, ad esempio, che è al quasi esclusivamente debito interno, no, nonostante sia al 200 per cento».

Se non possiamo rispettarlo, si può pensare che il fiscal compact sia lì, come monito, ma che in realtà nessuno abbia intenzione di attivarlo completamente?
«Non lo so. Quello che è però probabile, e che forse dovremmo augurarci, è che i parlamentari italiani, approvandolo, abbiano pensato che così sarebbe stato».

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... t-1.157883


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Re: Fiscal compact? Impossible.

Messaggioda franz il 21/03/2014, 22:41

Non c'è solo l'avanzo primario.
C'è anche la vendita, nel periodo indicato, di importanti asset mobilieri ed immobiliari, comprese le partecipazioni ed il controllo previlegiato (golden share) di tante società parastatali. Tra immobili, quote azionarie e concessioni, siamo tra 200 e 300 miliardi, da vendere non subito ma almeno nei primi 5 anni. E già questo abbatte il debito del 10-15%. Poi l'abbattimento della spesa e delle tasse, e soprattutto della burocrazia e della corruzione, puo' far ripartire la crescita, che è fattore principale per il rapporto debito PIL.
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Re: Fiscal compact? Impossible.

Messaggioda pianogrande il 22/03/2014, 1:11

Infatti e chissà perché, tutti si sbracciano a parlare di costi sociali, nella riduzione del debito.
Di lotta al malaffare, alla corruzione etc. non si fa cenno (neanche in questo articolo, se non mi è sfuggito qualcosa).
Insomma, tutti mettono le mani avanti non proponendo nessuna alternativa a quella di far pagare i più deboli.
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Re: Fiscal compact? Impossible.

Messaggioda franz il 22/03/2014, 8:54

Beh, se la riduzione del debito fosse perseguita come è stata fatta (male) negli ultimi anni, salvo il periodo tra il 1994 ed il 2000, aumentando le tasse e tagliando servizi (scuola e sanità) è chiaro che i costi sociali sono elevati e l'effetto finale è una chemioterapia aggressiva che uccide il malato. E tra l'altro tra il 2000 ed il 2007 ci fu una stasi nella riduzione del debito e poi dal 2008 l'impennata che ci ha riportato oltre le vette del 1994 (120% allora, 133% previsto nel 2014).
Qui i dati.
https://www.google.com/publicdata/explo ... &ind=false
Ma la costante di questi anni è che non si è intervenuti sulla voragine previdenziale (270 miliardi di entrate, 370 di uscite, se non ricordo male, con 19 milioni di pensionati a fronte di 12 milioni di anziani over 65) e sul personale pubblico. Questo un po' è calato ma ho come l'impressione che siano state perse le qualità migliori, con prepensionamenti, in cambio di precari poco qualificati, con un grave peggioramento dei livelli di servizio.
La riduzione della spesa pubblica invece va persegita rivedendo il ruolo dello stato, anche localmente (pensiamo solo al grande spreco delle partecipate) e dei sussidi pubblici alle imprese una trentina di miliardi solo questo settore. E ridurre il ruolo dello stato è anche un modo per ridurre la corruzione.
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Re: Fiscal compact? Impossible.

Messaggioda pianogrande il 22/03/2014, 11:19

Sul fatto che lo stato non debba "produrre panettoni" penso che ormai siamo tutti d'accordo.
Sul fatto che questo arretramento riduca la corruzione, mi ricomincia a traballare un po' tutto se sostituisco il termine corruzione con malaffare.
Insomma, un paese corrotto fino al midollo, corrotto in modo capillare, deve fare la sua evoluzione civile e ci vorrà tempo e fatica.
Il paradosso è che questa fatica sia a carico di chi sta male e cioè dei più deboli e finisce così per essere una fatica di tipo distruttivo, scoordinato, esposto agli imbonitori (che ci daranno altre mazzate).

Anche la UE è in mano ad imbonitori?

Almeno per il momento non ce la faccio a togliermi l'ultima speranza.
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