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Alitalia : accordo con Air France?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Alitalia : accordo con Air France?

Messaggioda pierodm il 06/01/2009, 20:23

Vittorio, io non dico che disprezzi la cultura: non ti faccio mica stupido.
E' una questione di dialettica politica, anzi, di vizi della dialettica politica, ossia quelle distorsioni polemiche che intervengono quando ci s'immerge troppo in una logica di settore.
La politica, poi, per sua natura, tende ad assorbire e prevaricare gli altri aspetti della vita, della società, presentandosi come ciò che ricomprende tutto e che fa sembrare tutto il resto stupido, velleitario, marginale, una cosa da "anime belle", e questo contagia anche chi troppo profondamente si ritrova immerso nei ragionamneti politici.
Personalmente, mi accorsi di questo pericolo proprio all'inizio del mio interesse per la politica, e l'ho combattuto riponendo invece una grande disposizione verso tutto ciò che non-è politica: arte, estetica, cultura e sotto-cultura, filosofia, artigianato, sport, cucina, e anche gli ovetti kinder, se capita. Solo così riesco a tenere la politica al posto che merita, senza usurpazioni e senza che, per far quadrare una tesi politica, sono indotto a pensare o dire penose cazzate: per esempio, la realtà è sempre molto più complicata di quanto non faccia piacere a chi cerca una "formula" risolutiva di tipo politico. La politica "serve", ma non deve essere servita: hai ragione, quando dici che deve trovare soluzioni, ma la semplificazione pragmatica non può diventare fonte di pensiero e maestra di vita. Non è dalla politica che discende saggezza, ma la saggezza dobbiamo semmai portarla noi - o chi per noi - dalla realtà: questa è "cultura", la capacità di ricavare saggezza, o almeno conoscenza, dalla realtà. I "libri" aiutano - siamo nani sulle spalle di giganti - ma sono un'arma adoppio taglio: anche i libri condizionano e possono far "pensare cose che non condividiamo".
Per tutte queste ragioni, avevo proposto - come palliativo, beninteso - una sezione del forum dedicata ad "altro".
Così com'è il forum mi fa l'effetto delle polpette fatte solo di carne, senza aglio, prezzemolo, mollica di pane, parmigiano e noce moscata di cui sono fatte quelle vere, soffici e profumate.

Ma perché stiamo a discutere di questo, quando si profila un Roma-Milan senza Totti, Pizarro, Baptista, Taddei ...?
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Re: Alitalia : accordo con Air France?

Messaggioda ranvit il 06/01/2009, 20:59

Al contrario di te non seguo particolarmente il calcio ma, ovviamente, anche io ho le mie passioni (tra cui quello come ti dissi tempo fa di farmi fare un panino con la mortadella e mangiarlo per strada).

Ora sono in pensione, ma negli ultimi 15 anni della mia vita lavorativa, al vertice di aziende, davo molto spazio alle persone piu' colte e piu' creative di me. Il mio compito era pero' quello di "incanalare" le loro visioni verso gli obiettivi aziendali. Non era facile, ma indispensabile, non reprimere la loro fantasia mentre venivano diretti. Ma altrettando indispensabile era, per me, raggiungere gli obiettivi. Se non ci fossi riuscito sarei stato sostituito, pena il fallimento dell'azienda.

Ecco, questo è quello che dovrebbero fare i politici : gestire suppergiu' allo stesso modo la cultura dei propri collaboratori/consulenti (tecnica o filosofica o sociologica etc) per ottenerne idee, senza pregiudizi, ma senza perdere di vita gli obiettivi della politica. E cioè la soluzione ai problemi della collettività. E se non ci riescono, significa che non sono stati capaci e quindi vanno sostituiti!
Un altra prassi nelle aziende è che per evitare che "ci si sieda", dopo alcuni anni anche i piu' bravi dirigenti vanno sostituiti : lo svantaggio della minore esperienza in genere è ampiamente compensato dalla freschezza dell'energia impegnata e delle idee apportate.
Anche questo andrebbe fatto in politica.
Tutto cio' nel Cs manca completamente....nel Cd c'è Berlusconi che rimedia (ovviamente a modo suo).

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Messaggioda franz il 06/01/2009, 21:06

pierodm ha scritto:La politica, poi, per sua natura, tende ad assorbire e prevaricare gli altri aspetti della vita, della società, presentandosi come ciò che ricomprende tutto e che fa sembrare tutto il resto stupido, velleitario, marginale, una cosa da "anime belle", e questo contagia anche chi troppo profondamente si ritrova immerso nei ragionamneti politici.
Personalmente, mi accorsi di questo pericolo proprio all'inizio del mio interesse per la politica, e l'ho combattuto riponendo invece una grande disposizione verso tutto ciò che non-è politica: arte, estetica, cultura e sotto-cultura, filosofia, artigianato, sport, cucina, e anche gli ovetti kinder, se capita. Solo così riesco a tenere la politica al posto che merita,...

Rispetto al titolo del thread siamo scivolati nettamente fuori tema (dall'Alitalia alla cultura agli ovetti kinder ... mi ricordo di certe discussioni in macchina di notte con gli amici quando si iniziava da Marx e si finiva a parlare di sport o di cartoni animati per tornare dopo due ore al Carletto) ma ne approfitto, dato che siamo OT, per dire che almeno su due punti sono d'accordo con Piero.
1) Verissimo che la politica ha una visione totalizzante (che potremmo definire arrogante ma piu' filosoficamente chiamerei "platonica") tesa a "assorbire e prevaricare gli altri aspetti della vita". Ma è solo una delle visioni possibili. Alla visione platonica, che in soldoni poneva la politica come un'arte superiore alle altre, possiamo come minimo contrapporre una visione aristotelica, in cui la politica è un'arte come tutte le altre, per nulla superiore. A ben vedere pero' dopo 2500 anni dovremmo uscire dalla prigione di queste due visioni contrapposte. Io sono approdato alla visione della politica come "l'arte di risolvere i problemi collettivi", oltre che ovviamente di definire quali sono i problemi collettivi.
La prima domanda allora è (per tornare al tema) se Alitalia, Malpensa, Airfrance, Fiumicino, Lufthansa ... sono problemi colletivi (totalmente o in parte).
2) Il secondo punto di accordo con Piero è che anche io mi sono trovato, da informatico, nella necessità di uscire dalla prigione dei bit e dei numeri e quindi ho cercato di estendere le mie conoscenze alla politica, alla filosofia, alla psicologia. Senza perdere contatto con la logica matematica, naturalmente. Le origini non si perdono mai del tutto.

Va anche detto che trovo un punto di accordo (oggi sono ecumenico) con ranvit, il quale forse senza saperlo ha parafrasato un celebre filosofo che parlava della necessità per i filosofi stessi, si smetterla di descrivere il mondo e di iniziare a cambiarlo. Non mi pare che quell'appello sia mai stato reso operativo. Non so nemmeno se sia un bene o sia un male ma in pratica, concretamente, pacatamente e seriamente, se devo volare - per tornare al tema, preferisico partire da Orio al Serio.

Ciao,
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Re: Alitalia : accordo con Air France?

Messaggioda pierodm il 07/01/2009, 1:25

Succede spesso nel forum di partire da qui per ritrovarsi là, qualche volta immediatamente e felicemente.

Peggio ancora delle macchine fumose erano i dopo cena, con le sigarette spente nei piatti e bicchieri e tazzine che si moltiplicavano sulla tovaglia piena di briciole, mentre si metteva a posto praticamente l'universo, la mafia annichilita e diversi scrittori, registi, attori, attrici e praticamente tutti i politici rimessi con i piedi sulla terra e qualcuno ridotto in schiavitù.

Mi sto facendo ormai da tempo l'idea che la politica non è in grado di decidere quali siano i "problemi collettivi" - come minimo, di decidere e capire da sola quali siano.
Il mondo che viene riflesso dallo specchio della politica mi sembra sempre elementare, falsificato, immiserito, e spesso privo di senso.
Noi - anche qui - parliamo della politica come se ci fosse un continuum, un flusso pluridirezionale tra elaborazione culturale e politica stessa, ossia come se la politica davvero fosse in linea con il livello intellettuale e culturale più rappresentativo e migliore della società.
Ma non è così. Questo nostro è un pregiudizio teorico, una specie di ipotesi di lavoro diventata involontario luogo comune.
Sono lontani i tempi nei quali era possibile pensare ad una società come un tutt'uno, nella quale anche i cittadini più ignoranti conoscevano il novanta per cento del conoscibile e la differenza di "sapere" tra il governante, l'uomo comune, il filosofo e l'architetto era molto ridotta e limitata alle funzioni proprie del "mestiere".
Se in democrazia la politica è espressione della società, questo divario crescente sarà la tomba della democrazia: i problemi crescono di complessità e di potenza, mentre la politica apparirà sempre più "ignorante" e più inadeguata perché espressione di una preponderante maggioranza che non è cresciuta in proporzione, ovvero una maggioranza "ignorante" - ossia una maggioranza di persone che ha un livello di conoscneza delle cose assolutamente sproporzionata in negativo rispetto a ciò che sarebbe necessario sapere per decidere.

Di fronte a tutto questo, appoggio senz'altro ciò che diceva Vittorio: un management capace di dirigere, scegliere, indirizzare, ossia trarre il meglio con le risorse disponibili nella data situazione.
Quello che deve crescere, però - ovvero per rendere migliore il livello della "data situazione" - è la coscienza della politica, alla quale segue una diversa organizzazione pratica che riesca a recuperare il gap tra la politica e il meglio del pensiero.
Ciò che questo significa è un discorso lungo, che ci ripoterebbe di corsa all'argomento della "morale".
Avremo modo di farlo in qualche altro momento, credo.

Adesso però mi vado a strafogare un i supplì, freddi, avanzati dalla cena: Vittorio ha parlato di mortadella, e la mortadella ha l'effetto di farmi venire fame anche solo a nominarla.
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Re: Alitalia : accordo con Air France?

Messaggioda franz il 07/01/2009, 9:31

pierodm ha scritto:Mi sto facendo ormai da tempo l'idea che la politica non è in grado di decidere quali siano i "problemi collettivi" - come minimo, di decidere e capire da sola quali siano.

No, da sola non è in grado. Dovrebbero essere i cittadini a stabilire l'ambito rispettivo della sfera pubblica e privata e come si vede nel mondo ci sono varie interpretazioni di questo concetto. In alcuni posti l'ambito pubblico è piu' limitato, in altri piu' vasto.
In ogni caso gli estremi sono abbastanza chiari ed i problemi sorgono per tutta una fascia di casi intermedi.
Naturalmente per la politica stessa dovrebbe essere quasi spontaneo allargare a dismisura il suo raggio di azione (maggiore potere) e per certi versi anche ai cittadini in alcuni casi puo' convenire approfittare della forza della politica per risolvere un problema che è personale o che riguarda pochi individui. Dicevo, la politica da sola non è in grado di decidere e se lo facesse sarebbe decisamente autoreferenziale. Ci sono per questo altri ambiti, soprattutto saperi, che ci possono aiutare.
Le scienze politiche ed economiche, per esempio. Qui la disciplina che studia il problema si chiama "public choice" e cerca di chiarire quali criteri seguire per stabilire la scelta pubblica, rispetto a quella privata (senza contare il terzo settore, quello emergente del volontariato).
Per tornare in tema, nel campo dell'aviazione se è chiaro che le regole di navigazione sono un chiaro dominio della politica e che la gestione delle compagnie (e le alleanze tra le stesse) è un chiaro dominio privato, la zona intermedia e dubbia riguarda gli aereoporti (costruzione e gestione).

Ciao,
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Re: Alitalia : accordo con Air France?

Messaggioda Paolo65 il 07/01/2009, 10:20

Ritengo che i media abbiano delle grandi responsabilità perchè dovrebbero aiutare i cittadini a fargli capire se le varie proposte politiche siano valide,possibili,fattibili oppure solo slogan ad uso della politica per farsi belli ed ottenere voti.

Per non uscire dal tema, chi ha mai letto degli articoli o dei servizi che abbiano stroncato ciò che aveva in mente il CS o ciò che ha fatto la DX?

Possibile che non si riesca a leggere qualcosa di netto su Malpensa? Va tenuto come hub utile al paese oppure no?

Insomma, i cittadini dovrebbero sforzarsi di capire cosa sta succedendo ma non gli si può chiedere di essere dei tecnici su tutti i temi importanti.

A cosa serve la politica e la stampa se non a rappresentare i cittadini e ad informarli su ciò che essa propone?

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Re: Alitalia : accordo con Air France?

Messaggioda pinopic1 il 07/01/2009, 12:09

Paolo65 ha scritto:Ritengo che i media abbiano delle grandi responsabilità perchè dovrebbero aiutare i cittadini a fargli capire se le varie proposte politiche siano valide,possibili,fattibili oppure solo slogan ad uso della politica per farsi belli ed ottenere voti.

Per non uscire dal tema, chi ha mai letto degli articoli o dei servizi che abbiano stroncato ciò che aveva in mente il CS o ciò che ha fatto la DX?

Possibile che non si riesca a leggere qualcosa di netto su Malpensa? Va tenuto come hub utile al paese oppure no?

Insomma, i cittadini dovrebbero sforzarsi di capire cosa sta succedendo ma non gli si può chiedere di essere dei tecnici su tutti i temi importanti.

A cosa serve la politica e la stampa se non a rappresentare i cittadini e ad informarli su ciò che essa propone?

Paolo


Bene Paolo. E io credo che prima di tutto i media dovrebbero spiegare di cosa la politica sta parlando. Il significato delle cose di cui la politica parla e si occupa. Anzi dovrebbero spiegare il significato delle cose di cui loro si occupano, a cominciare dalle definizioni dei termini che usano.
Per esempio, cos'è un hub? Per fortuna ci possiamo arrivare per analogia con l'aggeggio che si usa nei computer.
In proposito credo di aver capito, ma non ne sono sicuro, che la stessa compagnia non ha convenienza ad avere due hub in Italia, quindi o Fiumicino o Malpensa. E questa regola di natura economica andrebbe rispettata e non si dovrebbe costringere una compagnia a fare qualcosa di antieconomico per se. Sempre se ho capito bene, s'intende.

Tornando ai media, se lo stato dell'informazione è quello che dici, allora in base a quali criteri gli elettori scelgono?

E comunque, Orio al Serio va a gonfie vele anche se il rumore mi disturba un pò.
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Re: Alitalia : accordo con Air France?

Messaggioda franz il 07/01/2009, 12:24

pinopic1 ha scritto:Per esempio, cos'è un hub? Per fortuna ci possiamo arrivare per analogia con l'aggeggio che si usa nei computer.
In proposito credo di aver capito, ma non ne sono sicuro, che la stessa compagnia non ha convenienza ad avere due hub in Italia, quindi o Fiumicino o Malpensa. E questa regola di natura economica andrebbe rispettata e non si dovrebbe costringere una compagnia a fare qualcosa di antieconomico per se. Sempre se ho capito bene, s'intende.

Tornando ai media, se lo stato dell'informazione è quello che dici, allora in base a quali criteri gli elettori scelgono?

E comunque, Orio al Serio va a gonfie vele anche se il rumore mi disturba un pò.

Nemmeno Lufthansa, ritengo, preferirebbe Malpensa, dato che tramite la alleanza con Swiss ha già Zurigo, nodo ben servito (soprattutto dalla ferrovia) ben organizzato (si puo' fare il chek-in tramite le ferrovie ed arrivare in areoporto 40 minuti prima della partenza) e trafficato forse piu' di Malpensa.
Il problema del rumore ... ecco un ambito pubblico molto evidente, oltre al traffico stradale!
Lunedi' la coda per entrare in Aereoporto iniziava dalla adiacente superstrada.
Direi che il raccordo tra autostrada ed aereoporto è assolutamente infelice e questo si riflette in tutta la zona.
Uno di Bergamo che volesse andarci in treno, puo?

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Re: Alitalia : accordo con Air France?

Messaggioda pinopic1 il 07/01/2009, 12:29

franz ha scritto:
pinopic1 ha scritto:Per esempio, cos'è un hub? Per fortuna ci possiamo arrivare per analogia con l'aggeggio che si usa nei computer.
In proposito credo di aver capito, ma non ne sono sicuro, che la stessa compagnia non ha convenienza ad avere due hub in Italia, quindi o Fiumicino o Malpensa. E questa regola di natura economica andrebbe rispettata e non si dovrebbe costringere una compagnia a fare qualcosa di antieconomico per se. Sempre se ho capito bene, s'intende.

Tornando ai media, se lo stato dell'informazione è quello che dici, allora in base a quali criteri gli elettori scelgono?

E comunque, Orio al Serio va a gonfie vele anche se il rumore mi disturba un pò.

Nemmeno Lufthansa, ritengo, preferirebbe Malpensa, dato che tramite la alleanza con Swiss ha già Zurigo, nodo ben servito (soprattutto dalla ferrovia) ben organizzato (si puo' fare il chek-in tramite le ferrovie ed arrivare in areoporto 40 minuti prima della partenza) e trafficato forse piu' di Malpensa.
Il problema del rumore ... ecco un ambito pubblico molto evidente, oltre al traffico stradale!
Lunedi' la coda per entrare in Aereoporto iniziava dalla adiacente superstrada.
Direi che il raccordo tra autostrada ed aereoporto è assolutamente infelice e questo si riflette in tutta la zona.
Uno di Bergamo che volesse andarci in treno, puo?

Ciao,
Franz


Parli di Orio? Uno di Bergamo ci può andare in bus urbano o in taxi. Io pure a piedi o in bicicletta. Solo che non viaggio in aereo.

Invece per Malpensa a uno di Bergamo gli conviene andare a Roma con il pendolino da Bergamo, e da Roma a Malpensa in aereo.
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Re: Alitalia : accordo con Air France?

Messaggioda franz il 08/01/2009, 8:59

L'accordo di Alitalia-Cai con AirFrance o Lufthansa dovrebbe essere tra le compagnie, senza alcun intervento del governo.
Diverso era il caso prima, con Alitalia, che era una compagnia aerea pubblica.
Ma ora CAI è a capitale interamente privato ed il governo non dovrebbe interferire, non ha alcun "via libera" da dare.
Ma il centro destra si dimostra assai statalista quando conviene, cosi' Bossi e Berlusconi litigano per le rotte aeree.

Nel frattempo a quanto pare nulla è cambiato ed anzi la nuova compagnia, operativa dal 15 dicembre, sembra andare peggio di prima, per quanto sia possibile parlare di peggio con alitalia.

Ecco un racconto di un viaggiatore natalizio, ricevuto sulla mailing list di Oscar Bartoli.

Ciao,
Franz

Aldo N. (un nostro affezionato Lettore di Milano) ci manda questa cronaca tragicomica di un viaggio in Sicilia a bordo degli aerei della rinata Alitalia-Cai.
Come abbiamo piu' volte scritto Alitalia e' un'azienda che, se il nostro fosse un Paese normale, avrebbe dovuto essere dichiarata fallita almeno dieci anni fa.
Negli ultimi mesi del governo Prodi AirFrance era pronta ad accollarsi i debiti dell'azienda, dopo avere concordato con le nove (diconsi: nove) sigle sindacali e quelle confederali tagli del personale non superiori alle 2400 unita'.
Mr. Berlusconi, in campagna elettorale, si e' impegnato perche' l'accordo fallisse oltretutto profferendo ingiurie nei confronti di AirFrance.
Adesso, stando alle ultime notizie, sembra che AirFrance si pappera' Alitalia-Cai, grata al Sig. Berlusconi ed ai suoi guardaspalle per avere derubricato i debiti e gran parte dei dipendenti appioppati sulle spalle del contribuente italiano.
Ma questo gli italiani non lo sanno perche' il sistema di informazione televisivo (che e' quello che conta in un Paese di gente che non legge) e' in mano al piccolo Imperatore di Arcore.

___________________________________________________________________

Caro Oscar,
Al rientro dalle sofferte vacanze di fine anno (in Italia si è andati in vacanza il 23 dicembre per tornare il 7 gennaio al lavoro, grazie ad una serie di ponti e chiusure aziendali), ti racconto la mia via crucis grazie alla ns. amata Compagnia di Bandiera, orgoglio e faro nel mondo della ns. nazione.
Fidando (che minchione!) nei proclami sulla costituenda nuova compagnia aerea CAI, che avrebbe dovuto rilevare Alitalia sì da essere operativa a tutti gli effetti dal 15 dicembre, avevo prenotato in ottobre il volo Milano - Catania del 23 dicembre per me e mia moglie, al fine di rivedere i miei siculi parenti.
Avendo la parte restante della famiglia sparsa in Europa, mia figlia Costanza (che lavora a Londra) aveva prenotato in pari data il volo Alitalia Londra-Catania (spezzato a Roma) e mia figlia Ligheia quello Salonicco-Catania (Airone fino a Roma e prosecuzione Alitalia).

Nell'attesa di poterci riunire nello scogliaccio da cui traiamo origine il giorno 23 dicembre, mia moglie aveva riempito una valigia di regali per la sterminata parentela sicula, che attendeva con ansia i "continentali".
Tutto bene fino al giorno 22 dicembre, quindi, poi ...il disastro!
A mia figlia Costanza il giorno 21 arriva una e-mail da Alitalia, nella quale si dice che il suo volo era stato annullato, ma lei veniva rischedulata per il giorno 24 dicembre, con arrivo a Catania alle ore 20.00. A me e mia moglie arriva contemporaneamente altra e-mail con avviso di cancellazione del volo ed invito a non rispondere alla e-mail, ma di contattare il call center Alitalia.

Mi pongo immediatamente in succube attesa al telefono e dopo 78' (dopo aver digitato tutti i vari 1 e 2 e 3 e 4 etc. di prammatica del risponditore automatico) mi risponde un cortese impiegato che afferma non esserci voli diretti disponibili per la destinazione, causa cancellazioni dovute a motivi non bene identificati (sciopero personale di volo, mancanza di carburante, etc.). Mi si propone una strana alternativa: volo Milano-Roma giorno 23 alle ore 20.00 e prosecuzione il giorno successivo per Catania con volo alle ore 22.00. Alitalia, però, avrebbe offerto lo snack a bordo, come consueto.
Alle mie vibrate proteste, il gentile interlocutore afferma di essere soltanto un impiegato in attesa di nuovo contratto da parte di CAI e quindi pienamente solidale con la mia protesta, ma inabile a propormi qualcosa di meglio.
La conversazione finisce con la mia rinuncia della soluzione proposta.

Poichè appartengo ad una razza che è sopravvissuta nei secoli sotto almeno 6 o 7 diverse dominazioni, mi adopero come di prammatica cercando il solito amico vicino alla Direzione Alitalia. Il mio uomo promette intervento e...miracolo! Il giorno successivo sono invitato a richiamare il call center Alitalia perchè qualcosa di positivo mi era stato trovato.
Nel frattempo mia figlia Ligheia, dopo un regolare volo Airone da Salonicco a Roma, era giunta a Catania alle ore 24.00 di giorno 22, dopo 6 ore di attesa a Fiumicino.
Il 23 mattina chiamo il solito call center e dopo 85' di attesa telefonica l'operatore, invero molto gentile e solidale, mi afferma esserci per me un'unico doppio posto per la Sicilia con un volo Milano-Roma -Palermo, in partenza lo stesso giorno alle ore 15.00 da Linate ed arrivo a Palermo (breve sosta a Roma) alle ore 18.30. Accetto di cuore, confidando ancora nella validità del Vettore Nazionale.

Chiusa la conversazione, corro a casa per prelevare moglie e bagagli ed andare in aeroporto.
Per essere breve, il ns. volo parte con 90' di ritardo da Milano (causa ufficiale, cambio aeromobile) quale unico volo per Fiumicino, essendo stati cancellati tutti gli altri voli.
Giungiamo a Roma ed attendiamo ancora 95' prima d'imbarcarci per Palermo (causa ritardo ignota).
Arriviamo a Palermo alle ore 20.30, ma non troviamo i bagagli. Stessa situazione per almeno 30 altri passeggeri dello stesso volo, che giungevano dall'estero o da altre città nazionali. Lunga coda per denunciare lo smarrimento bagagli, con la presa conoscenza di casi umani disperati (emigranti che aspettavano i bagagli da giorni, dopo aver passato la notte a Fiumicino in attesa di poter raggiungere Palermo con i primi voli disponibili avendo avuto la cancellazione di quello di biglietto). Particolarmente disperata la situazione di alcune famiglie che venivano da N.Y. e da Chicago perchè, con i bambini al seguito, avevano dovuto dormire sui sedili di Fiumicino e, raggiunta Palermo, da due o tre giorni aspettavano i bagagli.

Espletate le formalità di rito, con un'auto Hertz raggiungiamo l'albergo nella patria Catania alle ore 2.00 del giorno 24.00.
La mattina successiva, al risveglio, la notizia che Alitalia aveva cancellato i voli Londra-Roma-Catania e rimborsato il biglietto a mia figlia Costanza, che è conseguentemente rimasta a Londra per il periodo di vacanze.
Da giorno 24, ad intervalli regolari di 5 ore circa, ho chiamato il numero indicatomi del Lost and Found Alitalia, sperando di avere notizie dei bagagli. Le attese sono state, in media, di 20'-30', prima che qualcuno rispondesse di richiamare ulteriormente in quanto non si avevano notizie. Da notare che giorno 25 e 26 e giorno 1 gennaio il numero chiamato risultava non operativo (i lavoratori in Italia hanno tutti diritto a fare Natale!).
Per motivi di sopravvivenza, non avendo nulla con noi al di fuori di quanto addosso, ho dovuto spendere circa 800 € in effetti personali per evitare di apparire dei "vu cumprà" in casa di parenti ed amici.
Poichè appartengo sempre a quella sopranominata razza, chiamo il solito amico a Fiumicino e chiedo se fosse possibile rintracciare i bagagli. La risposta è disarmante: esiste una piramide di Cheope di bagagli smarriti e non è umanamente possibile fare alcuna ricerca particolare. Occorre avere fiducia ed attendere.

In conclusione, grazie a quella buona sorte che ogni tanto aiuta i disperati ed i reietti, abbiamo ricevuto comunicazione che i ns. bagagli erano arrivati in Palermo il giorno 4 gennaio e che potevano essere ritirati ivi o consegnati da Alitalia ove avremmo desiderato (e senza alcun costo aggiuntivo!).
Essendo già ritornati in Milano, chiediamo la consegna dei bagagli a Linate. L'operatore, però, molto gentilmente mi invita a fare denuncia all'Alitalia per il diritto a pretendere le penali di rito (1.000 € a bagaglio, essendo stati superati i 10 gg. di ritardo di consegna).

Lo farò prontamente, nella certezza di non avere un euro da una compagnia in fallimento!
E' la soddisfazione dei minchioni e di quelli che hanno creduto che l'orgogliosa razza padana (Colaninno e Company), dopo aver salvato Telecom Italia dalle grinfie straniere, potesse perpetrare ancora il loro miracolo. Purtroppo, in Telecom hanno rubato quanto di meglio hanno trovato (lasciando al successore Tronchetti la possibilità di asportare soltanto il patrimonio immobiliare più la pluvalenza di alcune grasse consociate estere), ma in Alitalia al momento attuale c'era ben poco da imboscare e, quindi, meglio lasciare il massimo dei debiti allo Stato (ivi compresi gli stipendi di fine anno dei dipendenti) ed aspettare di trarre con calma il massimo dei vantaggi.
Questo non è conflitto d'interessi, ma qualcosa che sa sempre di ladrocinio. ancora una volta, come diceva il buon Principe De Curtis:
"Ed io pago ... io pago...".
Evviva!
Un abbraccio
Aldo

PS: Spero che la mia esperienza possa suggerire agli italiani di essere meno minchioni. Purtroppo (ed è amaro dirlo), i commenti che ho sentito da parte di tutti gli emigranti rientrati in Italia per vacanze o di quegli sventurati stranieri che speravano di godere delle bellezze e dolcezze del ns. paese nel periodo natalizio erano all'unisono:"Mai più Alitalia!".
Da Italiani è certo che ci pestiamo i coglioni.
Tra la popolazione viaggiante c'è anche la certezza che gli stessi dipendenti Alitalia (o CAI che siano) boicottino la Compagnia. Non è pura follia?
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