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La Corte dei conti contesta le agenzie di rating

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La Corte dei conti contesta le agenzie di rating

Messaggioda flaviomob il 04/01/2014, 3:09

SPREAD MILIARDARIO

117 miliardi. È il danno che la Corte dei Conti contesta a Standard & Poor's, Moody's e Fitch per i rapporti sul debito pubblico italiano diffusi nel 2011. I report, ritenuti dai giudici «avventati», innescarono il rialzo dello spread tra Btp e Bund costringendo i governi Berlusconi e Monti a varare, in pochi mesi, tre manovre per un totale di 120 miliardi. Soldi che le tre agenzie potrebbero essere chiamate a risarcire, visto che la Procura regionale per il Lazio contesta, oltre ai 117 miliardi, anche il danno derivante dalla perdite conseguenti alla cattiva fama provocata dai report. Se portati all'incasso, questi importi consentirebbero di ripagare da un giorno all'altro il 5,7 per cento del debito pubblico. D. L.

http://www.notizie23e59.it/2014/01/04/l ... i-di-euro/


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Re: La Corte dei conti contesta le agenzie di rating

Messaggioda franz il 04/01/2014, 10:26

Cercando la notizia con google si trova traccia della cosa in tanti articoli di piccole agenzie, ad iniziare già dal giugno 2012.
Si potrebbe dire che la notizia, se vera, è vecchia di un anno e mezzo.
Dato comune a tutti gli articoli (classico copia & incolla da una fonte all'altra) il fatto che La Procura regionale per il Lazio contesta 120 miliardi alle agenzie di Rating.
Altro dato comune è che nessuna agenzia di rilevo e nessun quotidiano nazionale ha ripreso la notizia.
Dato di fatto è che cercando "rating" nel motore di ricerca del sito della Corte dei Conti si trovano un po' di documenti ma nessuno accenna alla cosa.

L'articolo piu' interessante è questo:
http://www.economy2050.it/agenzie-di-ra ... dys-fitch/
Emerge che ci sarebbero anche dubbi sulla competenza giurisdizionale della corte dei conti ad occuparsi del tema. La corte dei conti infatti si occupa dei danni che possono emergere da comportamenti di funzionari ed amministratori pubblici, non di quelli eventualmente prodotti da sogetti privati. Eventualmente sarebbe la magistratura ordinaria ad intervenire.

Tralasciando gli aspetti giuridici, quelli politici sono assolutamente grotteschi ed esilaranti. Invece di chiedere i danni alla classe politica italiana che ha sperperato 700 miliardi di dividendo dell'euro ed ha portato il paese sull'orlo del baratro, si vanno a chiedere i danni alle agenzie internazionali pagate per emettere giudizi sulla solidità di aziende e dei debiti sovrani. È piu' che evidente che la valutazione, positiva o negativa, influenza il mercato tuttavia il mercato stesso ha i sui criteri di giudizio ed abbiamo viso per esempio che il declassamento della Francia non ha avuto ripercussioni. Vuoi che fosse "scontato" vuoi che gli investitori continuino a fidarsi, non sempre una valutazione negativa comporta un danno. Nel caso dell'Italia invece il mercato (e lo si è visto con lo spread) era in perfetta sintonia con la valutazione negativa delle tre agenzie di rating e lo spread è tornato gradualmente basso solo dopo che i governi dal 2012 in poi, compreso, hanno effettuato le manovre correttive.
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Re: La Corte dei conti contesta le agenzie di rating

Messaggioda pianogrande il 04/01/2014, 11:42

Queste azioni assomigliano molto al malcostume (all'arroganza) di tanti politici che denunciano per diffamazione o reati equivalenti i giornalisti che parlano male di loro.
E' una forma di intimidazione piuttosto diffusa tra chi dispone di mezzi economici e studi legali magari pagati dal contribuente.

Non mi sembra che i nostri politici (i destinatari naturali dei controlli della corte dei conti) tremino di paura davanti alle risultanze di tali controlli.
Mi aspetto che qualche politico denunci la corte per diffamazione.
C'è sempre una prima volta.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: La Corte dei conti contesta le agenzie di rating

Messaggioda trilogy il 04/01/2014, 17:34

si in effetti come ha notato franz è una notizia un po' datata.
Un aspetto divertente di questa polemica tra governi e agenzie di rating è che le agenzie e le banche d'affari formularono, in particolare nella prima fase della crisi finanziaria una serie di valutazioni sulla rischiosità del debito e di una serie di prodotti derivati che sottostimavano pesantemente il rischio potenziale. L'errore più comune era che veniva stimato il rischio di un singolo prodotto (A,B,C) o di un singolo emittente (Stato o azienda), come se fossero rischi indipendenti, senza tenere presente le relazioni tra i vari prodotti o emittenti, per cui un default di A si trasmette rapidamente a B e C.

I Governi poi commisero lo stesso errore di valutazione. Gli USA con la Lehman Brothers e gli europei con la crisi greca, sottovalutarono gli effetti complessivi di queste crisi circoscritte aggravando la situazione economica complessiva.

L'errore in questione ricompare nella polemica tra alcuni governi e le agenzie di rating. Ad esempio sentito dichiarazioni da parte di vari governi del tipo: "la nostra situazione finanziaria è stabile, il declassamento è ingiustificato" , oppure "abbiamo fatto i compiti a casa non meritiamo il declassamento". Forse queste affermazioni erano fondate ma Il problema era che la situazione complessiva di mercato e di altri debitori era peggiorata e la rischiosità cresceva per tutti.
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