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Renzi cambia direzione in economia?

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Renzi cambia direzione in economia?

Messaggioda flaviomob il 10/12/2013, 1:06

Filippo Taddei, l'economista
che criticava la Matteonomics


MILANO - Classe 1976, Filippo Taddei è il nuovo responsabile economico del Pd: una nomina che ha il sapore di un'apertura a Pippo Civati, prima sostenitore, poi avversario del rottamatore neosegretrario Matteo Renzi.

Laureato a Bologna nel 2000 si è perfezionato alla Columbia University di New York prima di diventare ricercatore al Collegio Carlo Alberto e assistant professor alla John Hopkins University e, soprattutto, consigliere economico di Pippo Civati con il quale ha scritto la mozione del candidato alla segreteria.
Con Civati, infatti, si era proposto per il collegio di Bologna alla primarie.

A luglio, aveva criticato le ricette economiche di Matteo Renzi sottolineando come nel programma del neo segretario del Pd mancassero "idee condivisibili su riforma fiscale e mercato del lavoro". Taddei è un sostenitore degli incentivi individuali, allo scopo di "trasformare questo paese al di là di quello che una sapiente - anche la più sapiente - riorganizzazione della nostra struttura produttiva e pubblica possano fare". Si tratta di un sorta di sostegno ai cittadini onesti che anticipa il taglio della pressione fiscale.

Nella piattaforma del segretario mancava, secondo il neo responsabile economico, un impegno contro il lavoro atipico e a tempo determinato che in Italia si trasforma in eterno precariato, mentre nel resto del mondo i precari crollano con l'alzarsi dell'età del lavoratore.

(09 dicembre 2013)

http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... -73146757/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Renzi cambia direzione in economia?

Messaggioda trilogy il 10/12/2013, 9:04

Dice cose condivisibili, ma questo lo si può riscontrare nei discorsi di molti politici ed economisti di area. Il problema sorge quando arrivano a gestire il potere, dove l'unica attività concreta è quella di assumere amici e compagni come dirigenti pubblici, a cui fornire una rendita di posizione a vita. Aspetterei di vedere fatti concreti, le chiacchiere ormai stanno a zero.

[..]Senza la centralità del lavoro, la società italiana ha fermato la mobilità sociale e raggiunto una disuguaglianza dei redditi sugli stessi livelli di Stati Uniti e Regno Unito. La nostra diseguaglianza è però diversa da tutte le altre: è la diseguaglianza tra chi produce, autonomo o dipendente, vive del proprio lavoro e paga le tasse e chi invece vive di una rendita patrimoniale o di posizione. Dobbiamo incoraggiare le persone a investire su se stesse, sulla propria professionalità e sulle loro attività imprenditoriali, a mettersi in gioco nella competizione internazionale attraverso le loro capacità e i loro talenti. L’esatto contrario di quanto è avvenuto in Italia negli ultimi vent’anni.[..]

http://www.civati.it/portfolio-type/la- ... roduttiva/
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Re: Renzi cambia direzione in economia?

Messaggioda flaviomob il 11/12/2013, 1:06

da Repubblica:

Filippo Taddei e la nuova Matteonomics.
"Dimentichiamo l'Imu e tagliamo l'Irpef"


La ricetta del neo responsabile economico del Pd passa per il taglio della spesa per la diplomazia, organi esecutivi e legislativi: "Paghiamo 16 miliardi l'anno in più della Gran Bretagna, non ha senso". E ancora: "La tassa sulla casa non è il vero problema. Dobbiamo impegnarci per il lavoro e la riduzione delle imposte sul reddito. Convido molto del programma economico di Renzi, ma ho criticato la mancanza di ambizione per cambiare davvero l'Italia"
di GIULIANO BALESTRERI

MILANO - Tremila nuovi follower su twitter in poche ore, cento chiamate non risposte, email e messaggi. Filippo Taddei quasi non ci crede: "Sto cercando di rispondere a tutti, ma non sono abituato a tanta attenzione, dovrò imparare rapidamente. Ho solo una richiesta: non chiamatemi giovane, ho 37 anni, in qualunque altro Paese sarei grande da tempo". Classe 1976, professore di economia alla John Hopkins University di Bologna, è il nuovo responsabile economico del Partito Democratico targato Matteo Renzi: prende il posto che Epifani aveva assegnato a Matteo Colaninno, lo stesso che prima Bersani aveva dato a Stefano Fassina, oggi vice ministro all'Economia. Promette di entrare in via del Nazareno in punta di piedi, ma le idee non gli mancano, così come il coraggio che a luglio lo aveva spinto a criticare alcuni passaggi della piattaforma economica del neo segretario: mancava di ambizione. Migliorare il Paese non gli basta: "Dobbiamo cambiare l'Italia". Di più: "Bisogna spostare l'attenzione su temi veramente importanti. Abbiamo perso l'ultimo anno a parlare di Imu, dimenticandoci il lavoro". E ancora: "Il Pd deve essere il primo attore nelle scelte di politica economica di questo Paese. Deve produrre pensieri e proposte di cambiamento efficaci".

Civatiano e critico nei confronti di Renzi, eppure è diventato responsabile economico del Pd...

"Il mio legame con Civati non cambia, credo anzi che questo sia un riconoscimento di Renzi al suo impegno e alle sue capacità. Quanto alle critiche è vero: ho sollevato alcuni rilievi, ma ho anche scritto che molto del programma di Yoram Gutgled (il consigliere economico di Renzi ndr) è condivisibile. Però è vero manca di quell'ambizione che il Pd deve avere per cambiare il Paese. E, soprattutto, manca di un approccio forte al mercato del lavoro e alla riduzione della pressione fiscale. Abbiamo perso un anno a parlare di Imu, non possiamo permettercelo".

La casa è un tema caro agli italiani. Il Pdl ha fatto un'intera campagna elettorale sulla sua abolizione. Ha sbagliato il Pd a seguirlo?
"Il Pd non può passare più tempo a parlare dell'Imu che del Fisco. L'importo medio dell'imposta sulla casa era di 250 euro l'anno, parliamo di 20 euro al mese, senza dimenticare che le fasce più deboli erano già esentate. Il problema vero è la pressione fiscale: un lavoratore con un reddito lordo di 30 mila euro l'anno guadagna circa 1.700 euro netti al mese. Un aumento di 100 euro potrebbe fare la differenze e cancellare le preoccupazioni dell'Imu, ma in tasca al lavoratore entrano poco più di 40 euro, gli altri vanno in tasse. Così non va. Bisogna cambiare passo".

E' quello che dicono tutti, ma sempre senza risultati. Ha una nuova ricetta per tagliare le tasse?
"Non possiamo nasconderci dietro a un dito. Le tasse seguono la spesa pubblica. Se vogliamo tagliarle dobbiamo iniziare da qui. Secondo Eurostat, nel 2010 la spesa per gli organi esecutivi, legislativi e affari esteri (la diplomazione, ndr) è in Italia di 1% di Pil più alta della Gran Bretagna, dello 0,7% più alta della Germania e dello 0,8% maggiore che in Spagna. Parliamo di 16 miliardi di euro e non si capisce per quale motivo. Dobbiamo tagliare. Ma dobbiamo anche essere consapevoli che non ci riusciremo in un mese o in un giorno: questo è un programma di legislatura che si rifletterà in benefici per i lavoratori".

Il taglio della spesa pubblica però sembra un totem intoccabile. Ora è arrivato il turno di Carlo Cottarelli. Voi che farete?
"Incontrarlo sarebbe un grande onore. Sappiamo che c'è molto lavoro da fare, ma fidatevi di noi. C'è anche l'economista Roberto Perotti che sta scandagliando l'intera spesa pubblica, con un quadro dettagliato prepareremo un piano d'azione. Di certo c'è molto da lavorare, ma dobbiamo dimostrare che il Pd è molto meglio di quello che sembra. Se ci riusciremo sapremo anche coinvolgere la parte migliore della società civile: in questo Paese c'è una grande intelligenza economica che troppo a lungo è rimasta esclusa dalla politica".

Il lavoro è un altro dei grandi temi sul tavolo...
"Dobbiamo chiudere il dualismo tra imprese e lavoratori, ma è un tema di compentenza di Marianna Madia. Di certo ne parleremo. Mi va bene un partito che si occupi con grande enfasi del rifinanziamento della cassa integrazione, ma vorrei che ci fossela stessa attenzione e preoccupazione per quei disoccupati che dalla cassa integrazione neppure sono coperti. Ecco, il lavoro deve essere centrale e tutti i lavoratori devono avere lo stesso peso. In questo modo possiamo tornare a far crescere la fiducia nel Paese: oggi prevale la delusione. Ci siamo dimenticati che questa deve essere una società fondata sul lavoro attraverso il quale ci si eleva: oggi non è più così, ma deve tornare ad esserlo. Noi ci dobbiamo occupare di questo e possiamo farlo tagliando le imposte sul reddito".

Non pensa che la sua impostazione su tasse, lavoro e spesa pubblica possa creare qualche attrito con il ministro dell'Economia?
"Fabrizio Saccomanni e Stefano Fassina sono economisti esperti da cui c'è sempre da imparare. Non ci saranno problemi, ma è chiaro che il Pd, prima forza politica del Paese, deve promuovere il vero cambiamento: produrre pensiero e proposte concrete. Dobbiamo fare il nostro lavoro e coinvolgere l'Italia: convincere gli elettori che la nostra è la ricetta giusta. Dobbiamo occuparci dei grandi mali che affligono il Paese e non pensare solo all'Imu. Anche se, mi rendo conto, le larghe intese non aiutano".

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Ma Renzi e Taddei dovrebbero anche dare un'occhiata qui... http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... -72666941/


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Re: Renzi cambia direzione in economia?

Messaggioda trilogy il 11/12/2013, 9:48

flaviomob ha scritto:da Repubblica:

Filippo Taddei e la nuova Matteonomics.
"Dimentichiamo l'Imu e tagliamo l'Irpef"



[..]vorrei che ci fossela stessa attenzione e preoccupazione per quei disoccupati che dalla cassa integrazione neppure sono coperti. Ecco, il lavoro deve essere centrale e tutti i lavoratori devono avere lo stesso peso. In questo modo possiamo tornare a far crescere la fiducia nel Paese: oggi prevale la delusione. Ci siamo dimenticati che questa deve essere una società fondata sul lavoro attraverso il quale ci si eleva: oggi non è più così, ma deve tornare ad esserlo. [..]


Pienamente condivisibile. Oggi si incontrano situazioni drammatiche, come disoccupati cinquantenni, con una famiglia privi di cassa integrazione o sussidio di disoccupazione, e senza percorsi che favoriscano la riqualificazione e facilitino un reinserimento ecc. Una politica progressista dovrebbe essere in primo luogo "inclusiva" nel senso più vasto del termine.

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flaviomob ha scritto:da Repubblica:
Ma Renzi e Taddei dovrebbero anche dare un'occhiata qui... http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... -72666941/


Anche qui, :mrgreen:
Imprenditore svizzero bloccato mentre porta in Italia 164 mila euro: rischia la confisca della metà

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/C ... 9754.shtml
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Re: Renzi cambia direzione in economia?

Messaggioda Robyn il 17/12/2013, 11:39

In materia di lavoro torna di moda anche l'articolo 18.La formulazione che è stata fatta dell'articolo 18 è la stessa di quella esistente in Inghilterra.La reintegrazione in Inghilterra c'è sia per la giusta causa che il giustificato motivo con la differenza che i giudici preferiscono sempre dare l'indennizzo più che la reintegra.Infatti la formulazione prevede che il magistrato può,non è obbligato a fare la reintegra.Inoltre l'articolo 18 per fasce d'età è incostituzionale perchè contrasta con l'articolo 3 della costituzione.Invece per favorire l'assunzione delle fasce meno protette e più esposte come ad esempio i giovani e i cinquantenni sarebbe necessario un costo del lavoro più basso rispetto alle fasce centrali.Inoltre il reddito minimo garantito è una misura liberale e chi si oppone non può essere inserito nel campo liberale.Più che girare intorno all'articolo 18 bisognerebbe fare le cose che veramente servono come la semplificazione delle norme sul lavoro,legare una parte del reddito al merito,cambiare i centri per l'impiego,intensificare e rendere più efficente la formazione introdurre il reddito minimo garantito.Per creare lavoro bisogna detassare il reddito per stimolare la domanda interna di beni e servizi,favorire gli investimenti con il calo della tassazione e dare più accesso al credito attraverso la separazione fra banche commerciali e banche di investimento
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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