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Il "caso" Cancellieri e le "larghe intese".

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Re: Il "caso" Cancellieri e le "larghe intese".

Messaggioda cardif il 18/11/2013, 23:20

Pianogrande
La frase che ho messo sotto era una battuta di alcuni comici napoletani.
L'ho messa prima, in collegamento con l'ultima frase sulla liberta' di opinione, non per togliere la parola a qualcuno, ci mancherebbe.
Ma adesso rimetto quella di prima.
Per Cancellieri molti parlano di macchina del fango, di metodo Boffo. Certo non tutti, non quelli che lo fanno.
Anche queste sono opinioni.
Io capisco il senso di questa richiesta si massimo rigore (prima c'era Ezio Mauro a sostenerla), che rispetto.
Pero' a me pare un po' utopica.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Il "caso" Cancellieri e le "larghe intese".

Messaggioda pianogrande il 19/11/2013, 0:12

Conoscevo la battuta e non ho mai pensato che tu volessi togliere la parola a qualcuno.
La mia era solo per far cadere un po' la tensione e sempre restando della mia opinione.
Quanto alle utopie, fanno sempre bene se portate come esempio di quello che potrebbe essere il massimo (servono a chiarire le idee).
Nei dibattiti possono essere accettate con quello spirito.
L'importante è che non vengano imposte con i carri armati e i gulag.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Il "caso" Cancellieri e le "larghe intese".

Messaggioda flaviomob il 19/11/2013, 0:28

Sul piano delle accuse penali è molto grave la situazione di Vendola (concorso in concussione aggravata).

Intanto il caso Cancellieri si "avvita" tra implicazioni giudiziarie molto delicate...

http://qn.quotidiano.net/politica/2013/ ... rino.shtml

Caso Cancellieri-Ligresti
Sotto accusa anche la Procura di Torino

Dossier in via Arenula su cinque possibili errori di procedura


Roma, 17 novembre 2013 - Ventidue agosto 2013. E' questa la data fondamentale sulla quale gira tutto il caso Cancellieri. La procura di Torino interrogò la Guardasigilli per un approfondimento sul suo operato. Tre mesi dopo, fatti di silenzio e polemiche, da via Arenula emerge chiaramente una linea difensiva. Per i più stretti collaboratori del ministro Cancellieri - secondo la ricostruzione de La Stampa - la procura torinese avrebbe commesso cinque errori.

La sintesi: il presupposto del coinvolgimento di Annamaria Cancellieri nel fascicolo Fonsai - che ha portato alla carcerazione di Salvatore Ligresti e dei figli per aggiotaggio e altro - è l'intercettazione della telefonata tra la compagna di Ligresti, Gabriella Fragni, e il ministro Cancellieri nella quale l’amica di famiglia dichiara la sua disponibilità a fare qualcosa, esprimendo giudizi negativi sulla stessa inchiesta. La procura - scrive la Stampa -, ascoltando la telefonata, avrebbe dovuto scegliere tra due ipotesi di lavoro. Nel caso in cui l’avesse valutata ininfluente ai fini della indagine e penalmente irrilevante, avrebbe dovuto eliminare la telefonata dal fascicolo, distruggendola insomma. Ma legittimamente ha deciso di voler approfondire i contenuti della stessa. Il problema non è, dunque - scrive La Stampa -, il se ma il come in questi mesi è stato approfondito l’argomento. Per dirla tutta, e sarebbe la prima violazione delle regole, "la procura avrebbe dovuto mandare le carte al Tribunale dei ministri, magari ipotizzando un abuso d’ufficio nell’esercizio delle funzioni di Guardasigilli". Il fatto che la Procura di Torino sia orientata a trasmettere gli atti a Roma, al Tribunale dei ministri, e che, all’inizio della settimana, debba solo discutere se inviare il fascicolo senza o con una ipotesi di reato, è una presa d’atto a scoppio molto ritardato di ciò che avrebbero dovuto fare dopo aver sentito quella telefonata.

Ma Annamaria Cancellieri - scrive La Stampa - fu sentita come persona informata dei fatti senza la presenza di un difensore. Obbligatoria, "perché l’atto istruttorio era finalizzato a capire se il ministro avesse violato la legge, e dunque era finalizzato a trovare fonti di prova". "Sotto tale profilo vi è un ulteriore violazione di legge, non potendo essere obbligato a rispondere chi viene sentito su fatti che potrebbero implicare una propria responsabilità". Se le carte fossero state inviate a Roma, ne consegue che quella intercettazione per essere utilizzata avrebbe dovuto avere l’autorizzazione della Camera di appartenenza e se non è parlamentare, del Senato. "Nessuno può dubitare del fatto che il verbale di informazioni raccolto dal procuratore aggiunto il 22 agosto - è la contestazione di via Arenula, scrive la Stampa - esordisce proprio (anche se non se ne dà neppure atto) dalla lettura o dalla indicazione del contenuto della conversazione intercettata".

LA VERSIONE DI MADDALENA - Sul caso Cancellieri è intervenuto inseguito Marcello Maddalena, Procuratore generale presso la Corte di appello di Torino: “Se dubbi vi sono, e da parte di chiunque - scrive Maddalena - ben vengano tutti i possibili e immaginabili accertamenti da parte degli organi competenti, compresi quelli ministeriali”. Il Procuratore generale rileva ancora: “Da parte mia, essendo - ai sensi dell’art. 6 d.lgs. 106/2006 - il titolare del dovere di sorveglianza sulla ‘correttezza’ dell’operato degli uffici di procura del distretto, posso tranquillamente affermare - sulla base delle informazioni che in proposito ho giornalmente ricevuto dagli uffici di Procura - che l’intera vicenda è stata trattata dai magistrati torinesi con il massimo scrupolo e la piu’ puntigliosa osservanza di tutta la normativa vigente in materia, oltre che con il massimo rispetto sia delle prerogative funzionali sia della dignita’ di tutte le persone coinvolte nella vicenda. Ovviamente non e’ questa la sede per entrare nei dettagli, ma alcune asserzioni, riportate nell’articolo, se realmente e da chiunque formulate, appaiono francamente incredibili e stupefacenti anche sotto il profilo della conoscenza della normativa processuale penale”.

L'ANALISI DEI GIURISTI - La premessa d’obbligo è che per ora non si sa se ci sia un reato. Ma è un fatto che il comportamento del ministro Annamaria Cancellieri venga passato ai raggi X. Ha detto tutto il ministro quando fu sentita da uno dei pm titolari dell’inchiesta Fonsai per le telefonate con i Ligresti e il trasferimento ai domiciliari di Giulia Ligresti? E se ci fosse il dubbio che non lo ha fatto, che scenario si aprirebbe? Il pallino - scrive l'Ansa - è nelle mani della Procura di Torino che “deve prima di tutto valutare se sia effettivamente ipotizzabile un reato e poi se si tratti di reato comune o ministeriale - spiega Massimo Siclari ordinario di diritto costituzionale a Roma Tre -. Al momento c'è solo un’ipotesi giornalistica, non sappiamo se i pm ritengano si possa configurare un reato. Se pero’ cosi’ fosse, sulla base della giurisprudenza della Corte Costituzionale la qualificazione del reato spetta al giudice che sta procedendo sul caso: quindi spetterebbe alla Procura di Torino stabilire se si tratta di reato comune o ministeriale. La Consulta, infatti, con la sentenza 87 del 2012 sul conflitto tra Camera e giudici di Milano nell’ambito del processo Ruby, ha stabilito che i pm e il gip di Milano non commisero violazioni non trasmettendo gli atti al tribunale dei ministri, ne’ hanno leso le prerogative della Camera impedendole di valutare la natura ministeriale del reato contestato a Berlusconi. Tornando alla vicenda Cancellieri - prosegue il giurista - in caso di reato ministeriale, dal momento che il ministro non appartiene a nessuna Camera, spetterebbe al Senato dare l’autorizzazione a procedere, in base all’art.5 della legge costituzionale 1/89. Solo dopo il fascicolo passerebbe al Tribunale dei ministri. Dalle ricostruzioni giornalistiche emerge che il ministro potrebbe essere accusata di falsa informazione ai pm. A mio avviso, però, è difficile configurare in questo caso un reato ministeriale, che si ha, ad esempio, quando c’e’ un reato proprio legato alla funzione che si ricopre, o quando c’e’ abuso di tale funzione. In quest’ultimo caso, bisognerebbe dimostrare che con la telefonata si volesse indebitamente favorire qualcuno”.

“La premessa da fare - aggiunge Adelmo Manna, professore di Diritto penale all’Universita’ di Foggia e avvocato a Roma - è che al momento non viene contestato alcun reato e quindi il ragionamento e’ puramente tecnico. Detto questo, la questione e’ duplice: competenza territoriale e funzionale. Riguardo alla prima, conta dove l’ipotetico reato e’ stato commesso. In questo caso se le telefonate sono partite da Roma e se il ministro e’ stata sentita a Roma dai pm di Torino, l’eventuale reato si e’ consumato a Roma, cui spetta la competenza. L’ipotesi di false informazioni al pm c’e’ sia quando si e’ detto il falso sia nel caso di teste reticente che ometta delle verita’. In questo senso anche i tabulati telefonici sono un riscontro probatorio, se indicano che e’ stato detto al pm meno di quanto in realta’ si sapeva. C’e’ poi l’aspetto funzionale - prosegue Manna - quello per cui potrebbe essere investito il Tribunale dei ministri. Stabilire se l’eventuale reato e’ comune o ministeriale spetta al pm procedente, in questo caso Torino, da cui dipende l’eventuale trasmissione degli atti al tribunale dei ministri, istituito presso il tribunale capoluogo del distretto. In questo caso sarebbe competente quello di Roma e quindi, se mai si aprisse un iter nei confronti del ministro Guardasigilli, gli atti finirebbero comunque nella Capitale, che si tratti di reato comune o ministeriale. Si parla di reato ministeriale - conclude Manna - quando la violazione e’ commessa nell’esercizio delle funzioni. In questo caso Cancellieri e’ stata sentita in qualita’ di ministro e se ha omesso di riferire elementi ai magistrati, a mio avviso lo ha fatto nell’esercizio delle proprie funzioni”.


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Re: Il "caso" Cancellieri e le "larghe intese".

Messaggioda cardif il 19/11/2013, 1:39

Pianogrande
Personalmente di tensione non ne ho avvertita.
Sono solo espressioni, piu' o meno convinte, delle proprie opinioni.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Il "caso" Cancellieri e le "larghe intese".

Messaggioda Robyn il 20/11/2013, 18:22

La vicenda Cancellieri è una tempesta in un bicchiere d'acqua.Bastava che i Ligresti si recassero al dap e facessero esplicità richiesta di istruire un pratica per verificare lo stato psicologico e fisico della figlia,perche ottenere la pratica non è un privilegio,una cosa che viene concessa a discrezione,ma un diritto
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