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Notizie lontane che potrebbero risultare disastrose qui

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Re: Notizie lontane che potrebbero risultare disastrose qui

Messaggioda ranvit il 24/06/2013, 7:53

Sono banalità perchè ormai è l'analisi che fanno tutti. E da uno come lui ci si potrebbe aspettare qualcosa di piu'. Per esempio il cosa fare, visto che nessuno sa indicarlo....ignoro volutamente il ritornello "bisogna fare le riforme" 8-)

Le riforme si fanno, se si è capaci, in fase espansiva! Quando si è in recessione qualsiasi riforma si fa, mentre aggiusta da una parte, scassa dall'altra....con il risultato di far incazzare tutti e relativo aumento del populismo fascisteggiante!

Se l'Eurozona deve produrre solo miseria e rivolte sociali....nessuno dei Paesi in crisi sta migliorando sulla base dei "consigli" dell'eurozona! Anzi, sta per aggiungersene qualcun altro!.....che vada a farsi fottere!
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Re: Notizie lontane che potrebbero risultare disastrose qui

Messaggioda trilogy il 24/06/2013, 11:44

Ancora turbolenze cinesi. Il cambio ai vertici del potere cinese deve aver introdotto dei cambiamenti nella strategia economica del paese.

ANSA: Borsa: crolla Shangai (-5,3%), calo peggiore da 2009
Pesa annuncio banca centrale su liquidita' 'sufficiente'
24 giugno, 10:54

Borsa: crolla Shangai (-5,3%), calo peggiore da 2009
Le Borse cinesi hanno visto oggi la giornata peggiore degli ultimi quattro anni dopo che la banca centrale ha definito ''ragionevole'' la quantita' di liquidita' presente nel sistema finanziario lasciando intendere il mantenimento della stretta del credito. L'indice della Borsa di Shanghai ha perso il 5,3%, il peggior ribasso da agosto 2009.
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Re: Notizie lontane che potrebbero risultare disastrose qui

Messaggioda ranvit il 24/06/2013, 11:57

Prima ho scritto:
"Se l'Eurozona deve produrre solo miseria e rivolte sociali....nessuno dei Paesi in crisi sta migliorando sulla base dei "consigli" dell'eurozona! Anzi, sta per aggiungersene qualcun altro!.....che vada a farsi fottere!"

Un''alternativa, almeno per noi italiani, è quanto scrivono Alesina/Giavazzi:

http://www.corriere.it/editoriali/13_gi ... 0493.shtml

L'EDITORIALE

Trattare con Bruxelles per non finire sotto tutela

Senza una svolta della politica economica capace di innescare un la crescita, il 3% non lo rispetteremo neppure quest'anno

Il mondo cambia ma la politica economica in Italia è ferma. Negli Stati Uniti la Federal Reserve ha annunciato la fine del «quantitative easing», la straordinaria immissione di liquidità sui mercati che durava da oltre quattro anni. Non c'è di che sorprendersi. L'economia americana ha ripreso a crescere e la disoccupazione è scesa al 7,2%. Molti anzi pensano che Ben Bernanke avrebbe dovuto cambiare rotta anche prima. Gli effetti già si vedono: i rendimenti dei titoli decennali emessi dal Tesoro americano sono saliti di un punto in poche settimane, dall'1,6 al 2,6%. I titoli decennali tedeschi li hanno seguiti, con rendimenti anch'essi in salita. Per noi sono cattive notizie: con un debito al 130% del Prodotto interno lordo il deficit pubblico è particolarmente sensibile a variazioni nei tassi di interesse.
Il Consiglio europeo di giovedì chiuderà la «procedura di infrazione per deficit eccessivo» aperta contro l'Italia nel 2009. Il rientro fra i Paesi virtuosi avverrà a fronte del nostro impegno a mantenere d'ora in avanti il deficit al di sotto del 3%. È inutile che Berlusconi continui a chiedere di sfondare unilateralmente questo vincolo: i mercati reagirebbero con preoccupazione e il costo del debito pubblico salirebbe, peggiorando la situazione, invece di migliorarla. È anche inutile che il Pdl continui a chiedere di cancellare l'Imu e di non far salire l'Iva, senza dire quali spese dovrebbero essere tagliate per compensare il minor gettito fiscale. I sindacati, dal canto loro, possono manifestare per il lavoro quanto vogliono: l'occupazione non si crea per decreto ma combinando riforme radicali del mercato del lavoro con politiche economiche che tengano conto dei vincoli di bilancio.

E infine il governo. Nonostante la buona volontà di alcuni ministri, a cominciare da Fabrizio Saccomanni, l'esecutivo tergiversa. Senza una svolta radicale della politica economica capace di innescare un po' di crescita, il 3% non lo rispetteremo neppure quest'anno. Ci stiamo infilando in una strada che ci porta dritto al fondo salva Stati (European stability mechanism, Esm) e a chiedere alla Bce di attivare l'Outright monetary trasnactions (Omt), cioè acquistare i nostri titoli pubblici. Torneremmo ad essere sottoposti alla vigilanza di Bruxelles, e questa volta anche del Fondo monetario internazionale, che ci obbligherebbero a fare le stesse riforme che da anni sappiamo di dover fare. Può darsi che questa sia l'unica soluzione, ma un tentativo per evitarlo si può e si deve ancora fare.
Inutile illudersi che chiusa la procedura di infrazione si aprano più spazi. Si apriranno solo se l'economia ricomincerà a crescere. Per farlo dovremmo presentare a Bruxelles un piano credibile di riduzioni di imposte e tagli alla spesa. Diciamo 50 miliardi di minori tasse sul lavoro da varare immediatamente, e altrettanti di minori spese spalmate su un triennio e approvate dal Parlamento con procedura d'urgenza prima di sottoporle a Bruxelles. All'Europa dovremmo chiedere di concederci di superare per due anni la soglia del 3% in cambio di un piano credibile di tagli di spese, come peraltro già concesso a Francia e Spagna. Poi nessun aumento dell'Iva. È un piano molto diverso dallo sfondamento unilaterale senza un programma di rientro. Altrimenti in autunno sfonderemo comunque il vincolo del 3% e lo spread risalirà. A quel punto l'unica strada sarà la solita: altri aumenti di imposte per far cassa velocemente, come fu costretto a fare Mario Monti due anni fa.


Alberto Alesina e Francesco Giavazzi 24 giugno 2013 | 10:08
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Re: Notizie lontane che potrebbero risultare disastrose qui

Messaggioda franz il 24/06/2013, 12:17

Alberto Alesina e Francesco Giavazzi ha scritto:1) Ci stiamo infilando in una strada che ci porta dritto al fondo salva Stati (European stability mechanism, Esm) e a chiedere alla Bce di attivare l'Outright monetary trasnactions (Omt), cioè acquistare i nostri titoli pubblici. Torneremmo ad essere sottoposti alla vigilanza di Bruxelles, e questa volta anche del Fondo monetario internazionale, che ci obbligherebbero a fare le stesse riforme che da anni sappiamo di dover fare. Può darsi che questa sia l'unica soluzione, ma un tentativo per evitarlo si può e si deve ancora fare.
2) Per farlo dovremmo presentare a Bruxelles un piano credibile di riduzioni di imposte e tagli alla spesa. Diciamo 50 miliardi di minori tasse sul lavoro da varare immediatamente, e altrettanti di minori spese spalmate su un triennio e approvate dal Parlamento con procedura d'urgenza prima di sottoporle a Bruxelles. All'Europa dovremmo chiedere di concederci di superare per due anni la soglia del 3% in cambio di un piano credibile di tagli di spese, come peraltro già concesso a Francia e Spagna.

le due strade (1 e 2) sono entrambe percorribili, se sono ritenute credibili da chi deve accettarle (compresi i mercati).
La prima è umiliante ma ha il merito che sotto tutela siamo obbligati a fare quello che da 20 anni non facciamo.
La seconda è interessante ma non so se un governo neo-democristiano come questo (DC 2.0) sarà capace e credibile.
Li voglio vedere a trovare 50 miliardi di spesa da tagliare senza fare macelleria sociale (il PD si sfilerebbe) o senza tagliere rendite e clientelismo (qui si sfilerebbe il PdL).

Intanto vediamo cosa scrive in merito Alberto Bisin, sui Repubblica
La spinta di Bernanke e i freni dell'Europa

http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... a.html?rss

QUESTA estate, oltre ai nuovi amori di attrici e personaggi tv, potrà essere utile prestare attenzione alla politica monetaria delle banche centrali, dal Giappone agli Stati Uniti, all'Europa. I nodi di un quinquennio di crisi stanno venendo al pettine. È un momento di eccezionale interesse e di grande incertezza. Ci sarà molto da imparare osservando le decisioni delle banche centrali e le reazioni dei mercati.A partire dalla Fed di Ben Bernanke, che ieri ha confermato le sue strategie di politica monetaria, annunciando un possibile stop all'acquisto dei titoli di Stato solo a partire dal 2014.

La banca centrale del Giappone ha recentemente iniziato ad attuare una politica monetaria estremamente espansiva. Tale politica monetaria è associata ad una politica fiscale di spesa altrettanto espansiva. L'obiettivo è di spingere a forza il paese fuori dalla stagnazione economica che lo attanaglia ormai da venti anni. L'americana Fed ha inondato l'economia di liquidità dall'inizio della crisi nel 2007 (anche in questo caso simultaneamente ad un notevole stimolo fiscale). Ma ora che l'economia sembra riprendere a creare lavoro e investimenti essa si trova nella situazione di dover "risucchiare" liquidità in modo da limitare eventuali spinte inflazionistiche senza congelare la ripresa. La Banca Centrale Europea invece, come è noto, ha, per voce di Mario Draghi, promesso di difendere l'Euro a costo di usare il bazooka. Ma spera che i mercati continuinoa fidarsi della sua parola, senza andare a "vedere" la consistenza delle munizioni di cui realmente dispone.

Molti osservatori interpretano questa situazione internazionale in modo semplicistico: Giappone e Stati Uniti hanno reagito alla crisi con politiche monetarie e fiscali espansive mentre l'Europa (specie i cosiddetti PIIGS) hanno attuato politiche di austerità.

Questi osservatori si aspettano quindi di poter iniziare questa estatea confrontarei risultati delle diverse politiche economichee sentenziare un vincitore.

Nulla di più errato. Le tre economie, Giappone, Stati Uniti ed Europa, hanno reagitoa situazioni simili solo in apparenza ma in realtà diversissime. Gli Stati Uniti hanno sperimentato una crisi finanziaria che ha indotto una severa recessione, hanno cioè reagito ad un fenomeno fondamentalmente ciclico (crescevano ad un tasso medio di poco più del 2% prima della crisi del 2007 e torneranno con ogni probabilità a farlo a breve). Inoltre il settore pubblico negli Stati Uniti, anche considerando gli interventi strutturali dell'amministrazione Obama (ad esempio nella sanità), è comunque circa un terzo dell'economia del paese: esso presta quindi spazio a politiche fiscali anticicliche, senza indurre in nervosismo gli investitori nel debito Usa. L'intensità e la severità della crisi hanno richiesto però misure eccezionali mai prima sperimentate da parte della Fed, note col nome di «quantitative easing», e sarà interessante osservare come reagiranno i mercati al loro alleggerimento. I primi effetti, per ora soprattutto in termini di aumento della volatilità, si sono già verificati dopo un pur timido accenno alla situazione da parte del governatore Bernanke. Non ci resta che sperare che l'ottimismo della Fed nelle proprie capacità, continuamente ostentato, sia ben fondato.

Il Giappone e i paesi che più hanno sofferto della crisi in Europa, come l'Italia, non affrontano invece affatto una crisi ciclica. La loro è una crisi strutturale, di crescita, che si protrae da molti anni e che la recessione ha semplicemente peggiorato. Politiche monetarie e fiscali espansive sono con ogni probabilità inutilie dannose senza prima agire sui fondamentali, sulle cause della stagnazione permanente. Ciononostante il Giappone ha deciso di procedere in questa direzione. È ancora presto per dire se con successo, ma è naturale chiedersi se non sarebbe il caso che i Piigs si lanciassero con lo stesso entusiasmo del primo ministro giapponese in politiche fiscali e monetarie espansive. La risposta è negativa e dipende da una fondamentale differenza tra la situazione economica del Giappone e, ad esempio, dell'Italia. Il Giappone, nonostante un rapporto debitoPil ben più elevato di quello italiano, non è passato attraverso una crisi di fiducia da parte degli investitori esteri come quella patita dal nostro paese. Il Giappone nel corso dei suoi venti anni di stagnazione economica ha continuato a indebitarsi a bassi tassi, tassi che cioè non attualizzavano né un possibile default né una sostanziale svalutazione della moneta. Naturalmente il cambio di politica che stiamo osservando sta mandando in fibrillazione gli investitori,e sarà interessante vedere se e quanto i mercati finanziari in Giappone resisteranno; e soprattutto se, quanto, e quando, si vedranno effetti reali sulla crescita pur in assenza di riforme strutturali. La Bce e i governi dei Piigs hanno invece la pistola degli investitori puntata alla testa e hanno quindi molto poco spazio di manovra: l'unica strada è quella stretta e dolorosa delle riforme strutturali, di tasse, spesa, liberalizzazione dei mercati, nella speranza di indurre al più presto una sostenuta prospettiva di crescita.

Naturalmente la questione che si pone è perché gli investitori internazionali riservino così poca fiducia alla sostenibilità fiscale dei Piigs rispetto ad esempio a quella del Giappone o degli stessi Stati Uniti. Urlare al complotto degli speculatori cattivi è poco utile: gli investitori fanno i propri interessi con i propri soldi, nulla che urla scomposte possano evitare o mal giudicare da un punto di vista etico. Risposte diverse sono possibili ed interessanti, ma non cambiano la realtà. Non ci resta che sperare che un serio piano di riforme dei Piigs permetta alla Bce di limitare la propria politica monetaria agli annunci.
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Re: Notizie lontane che potrebbero risultare disastrose qui

Messaggioda ranvit il 24/06/2013, 12:39

Il Giappone, nonostante un rapporto debitoPil ben più elevato di quello italiano, non è passato attraverso una crisi di fiducia da parte degli investitori esteri come quella patita dal nostro paese


Certo, perchè il Giappone non è nell'eurozona! Se l'Italia fosse stata libera di immettere danaro probabilmente gli investitori esteri non l'avrebbero punita piu' di tanto, come per il Giappone.



"l'unica strada è quella stretta e dolorosa delle riforme strutturali, di tasse, spesa, liberalizzazione dei mercati, nella speranza di indurre al più presto una sostenuta prospettiva di crescita."


Non mi pare che ci sia questa volontà della politica! Del resto, le popolazioni di questi Paesi, cosi' stressati da un peggioramento delle condizioni di vita cosi' forte ed umiliante, non sono in grado di accettare ulteriori sacrifici di cui non si vede lo sbocco e sono piu' prossime ad una serie di rivolte sociali (questa volta sanguinose) che ad una ulteriore accettazione di tagli! Va ricordato che a questo punto qualsiasi taglio va ad incidere sulla carne viva....siano o no tagli economicamente doverosi! Le uniche riforme che si possono fare sono quelle a costo zero ma qui ci vuole tempo perchè diano effetto. E il tempo, l'Eurozona, non è disposta a darlo.

Per me l'unica alternativa è uno scioglimento concordato dai lacci dell'euro!

Alle prossime elezioni europee io non andro' a votare e credo saremo in tantissimi nei Paesi in difficoltà!
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Re: Notizie lontane che potrebbero risultare disastrose qui

Messaggioda franz il 24/06/2013, 16:30

ranvit ha scritto:Il Giappone, nonostante un rapporto debitoPil ben più elevato di quello italiano, non è passato attraverso una crisi di fiducia da parte degli investitori esteri come quella patita dal nostro paese

Certo, perchè il Giappone non è nell'eurozona! Se l'Italia fosse stata libera di immettere danaro probabilmente gli investitori esteri non l'avrebbero punita piu' di tanto, come per il Giappone.

Anche perché come abbondantemente ci ha spiegato Flavio, il debito è praticamente tutto detenuto da giapponesi e questi (per ora) tengono botta. Inoltre come per il caso americano, la pressione fiscale in giappone è bassa, non c'è inflazione (anzi c'è deflazione) e tutto sommato bassi tassi di interesse sono compatibili con bassa inflazione basse tasse. Non mi sembra che quindi l'Euro sia la sola differenza tra noi ed il giappone, oltre al fatto che nel paese del Sol Levante lavorano tanto, innovano tantissimo e studiano ancora di piu'.
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Re: Notizie lontane che potrebbero risultare disastrose qui

Messaggioda ranvit il 24/06/2013, 17:31

Non mi sembra che quindi l'Euro sia la sola differenza tra noi ed il giappone, oltre al fatto che nel paese del Sol Levante Non mi sembra che quindi l'Euro sia la sola differenza tra noi ed il giappone, oltre al fatto che nel paese del Sol Levante lavorano tanto, innovano tantissimo e studiano ancora di piu'..

Certo che no! Ma senza le imposizioni dell'euro noi saremmo suppergiu' nella stessa condizione del Giappone 8-)


E meno male che " lavorano tanto, innovano tantissimo e studiano ancora di piu'"....figuriamoci dove sarebbero andati a finire negli ultimi 20 anni in cui la loro economia è andata uno schifo come a noi :roll:
Insomma noi siamo stati piu' bravi :D


Ma ora, condannato Berlusconi, cadrà il Governo e si rimescolano le carte :roll:
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Re: Notizie lontane che potrebbero risultare disastrose qui

Messaggioda franz il 24/06/2013, 18:06

ranvit ha scritto:Certo che no! Ma senza le imposizioni dell'euro noi saremmo suppergiu' nella stessa condizione del Giappone 8-)

La stagnazione della nostra produttività inizia ben prima dell'arrivo dell'Euro (direi dai primi anni 90 e quindi quasi un decennio prima) mentre la produttività giapponese è da tempo nota per essere ai massimi livelli anche se ora la crescita conosce da tempo un certo rallentamento. Daltronde quando si è la seconda economia mondiale e si sta su un'isola ben delimitata, è difficile crescere sempre di piu'. paesi grandied emergento come la Ciona hanno maggiori spazi di crescita. Tuttavia le scuole ed università giapponesi sono ancora ben note, la tecnologia la fa da padrona ovunque ... come in Italia vero? Ma cosa cavolo c'entra l'euro? Ti sembra che l'euro abbia modificato in peggio in nostro sistema scolastico, sanitario, industriale, creato mafie e caste? Ti sembra che prima eravamo ai vertici della ricerca scientifica e che le nostre università scientifiche e tecniche erano ai vertici insieme a quelle usa, tedesche, inglesi e giapponesi?
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Re: Notizie lontane che potrebbero risultare disastrose qui

Messaggioda ranvit il 24/06/2013, 18:19

Franz, ma perchè devi stravolgere quanto dico? Non è che sono io il responsabile di quanto non va in Italia! E nemmeno sono io che condivido la situazione politica e gestionale del ns Paese! Anzi!!!

Qua il punto è che oggettivamente l'Italia non ha una classe dirigente degna di questo nome! Cause antiche ma la situazione è quella che è! Quindi l'errore è stato entrare nell'euro (e oggi è restarci)....senza avremmo continuato a vivacchiare (svalutazione etc etc) ma sicuramente saremmo stati meglio di oggi e soprattutto di quello che ci aspetta; perchè l'euro ci sta strozzando :twisted:

Sperare che i ns campioni politici si adeguino alle tesi di Boldrin o altri è....velleitario! Ma se anche lo volessero fare, a questo punto si ritroverebbero presi a forconate!

Quest'è! E' inutile che te la prendi con me :D

Fossi stato io a guidare questo Paese :D ....non ci saremmo di certo trovati nella merda!
Fossi stato tu? Non lo so :D
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10 pillole

Messaggioda franz il 24/06/2013, 20:14

ranvit ha scritto:Franz, ma perchè devi stravolgere quanto dico? Non è che sono io il responsabile di quanto non va in Italia! E nemmeno sono io che condivido la situazione politica e gestionale del ns Paese! Anzi!!!

Qua il punto è che oggettivamente l'Italia non ha una classe dirigente degna di questo nome! Cause antiche ma la situazione è quella che è! Quindi l'errore è stato entrare nell'euro (e oggi è restarci)....senza avremmo continuato a vivacchiare (svalutazione etc etc) ma sicuramente saremmo stati meglio di oggi e soprattutto di quello che ci aspetta; perchè l'euro ci sta strozzando :twisted:

Senti, col senno di poi son piene le fosse, diceva mia nonna. Dire oggi che è stato un errore fare una certo cosa 10 anni fa equivale alle seghe mentali di cui tanto ti lamenti. Cosa fatta capo ha ed ora nell'euro ci siamo.

Interessante questa lettura: "Ritorno alla Lira for Dummies". Senza offesa per i Dummies, of course.


Ritorno alla Lira for Dummies
di Fabio Scacciavillani | 15 giugno 2013
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06 ... es/627339/

Questo è un post didascalico (a compensare quello precedente infarcito di linguaggio ostico [vedi: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06 ... ia/617761/ Ndr]) dedicato a chi non ha mai sentito parlare di economia o se ne è sempre disinteressato. Spiega, con dieci pillole a dosi omeopatiche, le conseguenze per il cittadino comune del ritorno alla lira che una canea vociante continua ad invocare.

Prima pillola. Partiamo da un mondo senza moneta. Un prestito avrebbe per oggetto uno o più beni materiali. Ad esempio io presto a Tizio un chilo di pane e Tizio si impegna restituirmene un chilo e mezzo dopo cinque anni.

Seconda pillola. Se introduciamo il denaro e il pane costasse un euro al chilo, il prestito potrebbe essere denominato in valuta: io presto un euro a Tizio il quale va a comprarsi il pane e mi restituisce un euro e mezzo tra cinque anni. Fin qui siamo a livello di esercizio da terza elementare.

Terza pillola. Il punto cruciale è quanto pane potrò comprare tra cinque anni con un euro e mezzo. Se il potere di acquisto della moneta non cambia, (cioè se non c’è inflazione e quindi il rapporto tra euro e chili di pane rimane fisso) sia per il creditore che per il debitore è indifferente se il prestito viene denominato in chili di pane o in euro. L’istituzione chiamata a garantire il potere di acquisto della moneta è la banca centrale.

Quarta pillola. Cosa succede se la banca centrale è un carrozzone controllato da un ministro delle Finanze espresso da cosche, caste o clientele ed il maggior debitore è proprio il Governo di cui quel ministro fa parte?

Quinta pillola. Un debitore in malafede ha interesse a ripagare il meno possibile di quanto preso a prestito, rinnegando l’impegno. In un mondo senza moneta l’unico modo per farlo è – passati i cinque anni – rifiutarsi di restituire il pane o restituire meno del chilo e mezzo promesso. In linguaggio giuridico si chiama fallimento, bancarotta o default, per quelli a cui piacciono gli anglicismi. In linguaggio comune si definisce fregatura o si ricorre a termini anche meno urbani. Chiedere ragguagli a chi aveva comprato bond argentini.

Sesta pillola. Visto che nel mondo reale esiste la moneta c’è un altro modo per turlupinare il creditore, soprattutto se il debitore si chiama Governo ed ha il controllo dell’emissione di moneta. Il metodo è ben noto ed è stato sperimentato ed attuato per secoli. Invece di emettere un euro per ogni chilo di pane prodotto nell’economia, il Governo ne stampa due, tre, cinque o dieci a seconda del grado di latrocinio che intende perpetrare.

Esempio. Se ad un certo punto il Governo decide di emettere due euro per ogni chilo di pane prodotto nell’economia, dopo tre anni formalmente ripaga il dovuto con un euro e mezzo, ma il creditore adesso compra solo 750 grammi di pane, invece del chilo e mezzo che legittimamente si aspettava. Usando la stampa di moneta (e quindi pompando inflazione) il Governo gli ha rubato interessi e capitale.

Settima pillola. Quando la canea asserisce che un paese con sovranità monetaria non fallisce, profferisce un’assurdità. Non fallisce nella testa di chi è grullo perché il Governo restituisce quanto formalmente pattuito in termini monetari. Per chi grullo non è, ritrovarsi con banconote di carta straccia equivale ad una bancarotta di cui lui è la vittima. Insomma a fini pratici fallimento e inflazione sono identici.

Ottava pillola. I Governi italiani avevano una lunga tradizione di latrocini perpetrati ai danni dei risparmiatori sin dalla Prima Guerra Mondiale (e anche da prima se consideriamo lo scandalo della Banca Romana), attraverso l’inflazione che distrusse i risparmi (la causa principale e maggiormente disconosciuta del fascismo in Italia). Ergo aver sottratto ai politici la sovranità monetaria ha annullato la licenza di rubare su scala massiccia per sé, per i propri accoliti e per i vari picciotti del voto di scambio. Entrare nella moneta unica è stata una decisione a garanzia del risparmiatore contro un potere dispotico che intendesse espropriare i sudditi con l’inganno (nei tempi antichi i sovrani facevano lo stesso cambiando il peso delle monete auree o argentee).

Nona Pillola. Quelli che oggi ululano per la mancanza di sovranità monetaria sono i complici (o gli utili idioti a seconda della concentrazione di neuroni nella scatola cranica) di chi vorrebbe restaurare il latrocinio legalizzato attraverso una banca centrale sotto controllo politico cui venga affidata la regia dell’esproprio di massa.

Cosa succederebbe con il ritorno alla lira? Che chi ha prestato i soldi al governo italiano ne vedrebbe volatilizzata una buona parte. I creditori non sono i fantomatici mercati (il mercato è luogo dove si svolgono le transazioni, non il forziere dove si accumulano le fortune dei ricchi, come credono gli ebeti); i creditori sono cittadini normali (direttamente o attraverso i fondi comuni) oppure banche che a loro volta sono debitori di chi ha un conto presso di loro. Le banche (sul cui comportamento e ruolo poco edificante ho scritto nel post precedente) sono semplici intermediari che non hanno nemmeno lontanamente capitali sufficienti a sostenere le perdite sui propri attivi conseguenti ad un ritorno alla lira.

Se la frase vi suona oscura ecco la traduzione per alunni delle elementari: quando babbo Stato fallisce, rubacchia molti soldi anche alle banche che avevano prestato (spesso perché costrette) a babbo Stato i vostri soldini loro affidati. Quando andate allo sportello o al bancomat i vostri soldini non ci saranno più. I banchieri vi diranno di rivolgervi al ministro delle Finanze il quale o allargherà le braccia o vi farà il gesto dell’ombrello, magari in diretta TV da qualche isola caraibica dove si sarà rifugiato.

Decima pillola. Anche chi crede di essere immune perché tanto non ha comprato Bot Btp e Cct, comunque ha una bella e affilata spada di Saccomanni sulla testa, come hanno scoperto recentemente a Cipro. Ogni volta che vi viene accreditato lo stipendio sul conto corrente sappiate che avete un co-intestatario del conto, che di nome fa Repubblica e di cognome Italiana. Ciascuno di voi è responsabile in solido dei suoi debiti. Che vi piaccia o meno. Il modo che la canea anti-euro sta proponendo per pagare i debiti del vostro co-intestatario è quello di ridenominare durante la notte (come si conviene ai ladri) il vostro conto corrente (e tutti i vostri risparmi) in lirette in modo che quando vi svegliate sarete ancora padroni del pigiama e delle lenzuola, forse del materasso ma di ben poco altro (che a breve vi toccherà impegnare).

Del resto se ne sarà appropriato, nottetempo, il vostro co-intestatario.

P.S. Esiste una pervicace sottocultura che abbraccia Scilipoti di vario conio, certi massoni da operetta e alcuni grillini, secondo la quale le Banche centrali sono istituzioni private. Ho già risposto un centinaio di volte a questa corbelleria in tanti post precedenti. Spero di prevenire commenti strampalati rimandando a un esaustivo post scritto a riguardo da Mario Seminerio sul suo blog anni fa. [http://phastidio.net/2007/12/31/tutto-quello-che-avreste-voluto-sapere-sulla-banca-ditalia-ma-non-avete-mai-osato-chiedere/ NDR]
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