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Niente gare perché è Down Manuel però vince lo stesso
17 maggio 2013
PROVANO AD ESCLUDERLO DAI GIOCHI STUDENTESCHI MARCHIGIANI
Alla fine ha vinto la solidarietà ma rimane comunque l’amaro in bocca per l’ennesimo episodio di pregiudizio nei confronti di uno studente disabile. La vicenda ha per protagonista Manuel De March, giovane diciassettenne di Fano affetto da sindrome di Down e già agli onori della cronaca per recenti e analoghi episodi di discriminazione.
Questa volta i fatti risalgono allo scorso 10 maggio. A Falconara (AN) sono in programma le finali regionali di tiro con l’arco nell’ambito dei giochi sportivi studenteschi 2012/2013. L’evento è promosso dal Miur (Ministero dell’Istruzione) ma rientra anche nel calendario della Federazione Italiana Tiro con l’Arco – (Fitarco). Tra gli oltre cento ragazzini iscritti c’è anche Manuel De March che, nella medesima competizione nel 2011, aveva ottenuto un sorprendente secondo posto tra coetanei normodotati. Questa volta Manuel è atteso al varco. Qualcuno infatti ha già deciso che per lui “quella gara non s’ha da fare”.
«Trentasei ore prima – racconta mamma Romina – ci arrivano alcune telefonate informali per dissuadere mio figlio dal partecipare. Ci dicono che la sua presenza rischierebbe di far annullare la competizione. Di recente infatti i regolamenti della Fitarco prevedono il divieto per i Down di gareggiare insieme ai normodotati. Una norma che tuttavia sembra in conflitto con i regolamenti del Miur che prevedono invece la possibilità per gli alunni disabili a partecipare a tutte le discipline sportive dei giochi studenteschi”.
Manuel tuttavia non si tira indietro e si presenta con la sua famiglia al torneo. Scatta subito la solidarietà di tutti gli studenti, insegnanti e dei delegati dell’Ufficio scolastico provinciale di Pesaro e del Miur. Il giudice Fitarco però, regolamento alla mano, esclude Manuel dalla gara. Sono momenti concitati. Romina è determinata e con Manuel sono pronti ad invadere il campo. C’è chi pensa di avvisare i carabinieri. Alla fine il giudice cede e prova la strada del compromesso: Manuel potrà tirare ma da solo, nell’attiguo campetto di calcio. Il paglione del bersaglio è già sistemato ma questa volta ad opporsi sono i giovani arcieri coetanei di Manuel. «O si tira tutti insieme o nessuno». Stavolta è fatta. Il paglione viene sistemato accanto agli altri ma a qualche metro di distanza. Scoccano le frecce. Manuel gareggia in squadra con altri due atleti e non ne sbaglia una. I suoi centri lo portano nuovamente sul podio e, al momento della premiazione, gli applausi sono tutti per lui.
Il braccio di ferro con Fitarco non è ancora finito. «Abbiamo fatto un altro passo – commenta con amarezza Romina – ma rimane la distanza mentale simboleggiata da quel bersaglio sistemato a “debita sicurezza”. Noi continueremo a batterci per vedere riconosciuto il diritto di tutti i disabili ad un trattamento di pari opportunità».
Roberto Mazzoli
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LA VICENDA
A fine dicembre 2012 Il Nuovo Amico e Avvenire (seguiti poi da altri giornali locali) pubblicavano la storia di Manuel March che da mesi lotta per veder riconosciuto il proprio diritto a gareggiare nel tiro con l’arco, insieme a normodotati. Manuel è sostenuto anche da Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) e Aipd (Associazione Italiana Persone Down). Ad oggi la disciplina del tiro con l’arco è interdetta agli atleti Down “perché – spiega Fitarco – si tratta di è una disciplina potenzialmente pericolosa e i disabili intellettivi non sarebbero coperti da nessuna assicurazione in caso di incidente”. C’è da aggiungere però che Manuel ha già una assicurazione specifica con la Fisdir (Federazione italiana sport disabilità intellettiva relazionale).