Gli effetti di una politica di bilancio sono differenti a seconda della fase del ciclo in cui vengono applicati. I moltiplicatori cambiano. Il problema reale è che gli Stati adottano le stesse politiche senza tenere conto delle fasi del ciclo economico, anzi tengono comportamenti pro-ciclici. L'economia va bene? Ci sono più entrate, si spende di più. L'economia va male? Ci sono meno entrate, si spende di meno. La conseguenza di questi comportamenti è che abbiamo debiti pubblici crescenti. Ma non c'è
la politica di bilancio corretta in assoluto , questa dipende dalla situazione congiunturale.
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Non disponiamo di una buona misura degli effetti della politica fiscale in recessione perché i metodi di stima ignorano quasi interamente lo stato dell’economia e stimano il moltiplicatore della politica fiscale, che è presumibilmente una media ponderata di ciò che interessa - il moltiplicatore in recessione - e ciò che interessa meno - il moltiplicatore in una fase espansiva»Un lavoro recente del Fondo monetario affronta direttamente lo questione, distinguendo tra moltiplicatori in fasi recessive e in fasi espansive. Si basa su dati trimestrali, a partire dagli anni ‘70, per sei paesi del G-7 (l’escluso è
l’Italia).I risultati confermano l’intuizione secondo cui in fasi recessive è più debole, dato che nell’economia vi è capacità in eccesso, il tradizionale argomento per cui una spesa pubblica più elevata spiazza la spesa privata.
In generale i moltiplicatori in fasi recessive sono molto maggiori di quelli in fasi espansive del ciclo. Viene confermato anche il risultato standard per cui i moltiplicatori di breve periodo della spesa sono significativamente maggiori di quelle delle imposte.
Ad esempio, il moltiplicatore associato a un incremento della spesa pubblica è 1,22 con un output gap positivo e a 0,72 con un output gap negativo;
il moltiplicatore di una riduzione di spesa è -1,34 in fasi recessive e -0,78 in fasi espansive. E ancora, il moltiplicatore di un incremento delle imposte è -0,40 in fasi recessive e 0,03 in fasi espansive; un taglio di imposte ha un moltiplicatore 0,35 in fasi recessive e -0,04 in fasi espansive. Risultati come questi sui moltiplicatori di breve periodo non dovrebbero essere utilizzati per trarre conclusioni sulla desiderabilità di un consolidamento fiscale.
Gran parte della letteratura è concorde nel valutare che effetti di stimolo della politica fiscale diminuiscono se lo stimolo diventa «troppo persistente» e, anzi, un aumento permanente della spesa diretta porta nel lungo periodo a una riduzione dell’output. Si tratta allora di distinguere attentamente, tenere fermo l’obiettivo dell’aggiustamento dei conti nel lungo periodo ma senza eccessi di zelo nel breve periodo. Inutile ribadire che regole fiscali permanenti troppo rigide non aiutano ad operare questa distinzione.[..]
fonte:
http://www.fondazionebrunovisentini.eu/ ... CERADI.pdf