flaviomob ha scritto:Chi ha detto "Abbiamo fatto l'Italia, ora dobbiamo fare gl'italiani"?
Qualcuno "secoli fa" ma nel frattempo l'Italia è cambiata lo stesso e gli italiani pure.
L'errore, chiunque abbia detto quella frase (l'attribuzione a massimo d'azeglio è in forse) è il concetto di "fare" relativo ad un popolo, come se si potesse aggregarlo e plasmarlo come la plastilina, sulla base magari di un piano ideale, di una volontà di "fare" da parte di un essere o di un gruppo che naturalmente si suppone di intelligenza superiore animato da nobili et illuminati intenti. A me pare comunque che gli italiani ora ci siano, si siano fatti da soli. Il nocciolo del problema non è questo ma il "tipo" di italianità che ne è venuta fuori. È questa che non piace a chi vorrebbe un popolo diverso.
Ma come è scaturita l'attuale italianità? Dalle regole, dalle leggi, da un sistema regolatorio che induce ben precisi comportamenti (aggirare leggi, ignorale sperando nei condoni o nella mancanza di controlli, addurre scuse per attenuare la pena, ultimamente fare leggi ad hoc). Il che indica secondo me che se proprio volessimo comportamenti diversi da parte degli italiani, basterebbe cambiare le leggi. Personalmente a me che un popolo sia o non sia fatto in un certo modo, importa ben poco. Quello che conta sono i comportamenti che lo stato riesce ad indurre tramite la legislazione ed i controlli. In questo senso fare leggi di un certo tipo implica una modifica dei comportamenti.
Controquiz: chi ha scritto "Italia, terra di leggi draconiane, temperate dalla generale inosservanza"?