Bagnai si chiede: È successo qualcosa di diverso a Cipro?
Si risponde da solo: Naturalmente no.
E per me sbaglia qualche cosa, perché a Cipro non ci sono le solite cose.
Il grande afflusso di "pecunia" (quella che non olet) era principalmente russa, ma non erano certo soldi che si fermavano a Cipro. Potrebbe stupire il fatto che Cipro sia il secondo parter commerciale della Russia. Perché i soldi russi arrivano a Cipro per poi tornare (anche se non al 100%) nella casse dei russi. Per chi non lo sapesse è il classico giro per cui l'impresa russa, prima di pagare le imposte, gira i soldi a Cipro (che con la Russia ha una convenzione sulla doppia imposizione) e poi da Cipro i soldi arrivano direttamente agli azionisti. Nulla di stravolgente. Dentro l'Europa anche il Lussemburgo e l'Olanda fanno pratiche simili, perfettamente legali. Per non parlare del Regno Unito, che pero' non è nell'Euro.
Inoltre molte società russe, fidandosi poco (a ragione) delle banche di casa, hanno la holding a Cipro ed anche varie banche russe ovviamente. E qui ci sono molti soldi depositati, in cerca di investimenti.
Il problema che i banchieri ciprioti hanno sbagliato ad investire tutta questa pecunia. Bagnai sbaglia secondo me quando dice che cio' è inelluttabile ("a un certo punto in periferia di capitali ne arrivano troppi, così tanti che farci qualcosa di remunerativo diventa impossibile"). Ci sono altri paesi che hanno depositi che sono piu' del 500% del PIL ed ottengono un'ottima remunerazione. Ma è diversificata, in tutto il mondo.
I ciprioti no.
Hanno investito principalmente nella Grecia. E questo dice tutto. Hanno perso un mucchio di soldi.
Hanno contravvenuto al principio per cui non si mettono tutte le uova nello stesso cesto.
Non comprendo pero' perché i normali cittadini ciprioti dovrebbero pagare (intendo quelli con depositi sotto i 100'000 euro) ma è chiaro che gli altri o subiranno un prelievo forzoso oppure in ogni caso la loro banca fallirà (esito anche peggiore, per chi ha molti soldi).
Ma sono fatti loro, potremo dire. Oppure li si aiuta nel salvataggio, attingendo in parte a fondi europei ed in parte al prelievo forzoso.
Dove sta il male minore? Per Cipro e per l'Europa, intendo. Dove sta la schifezza?
Che si dice "o fallisci oppure ti aiuto ma devi fare la tua parte?"
In ogni caso, a Cipro è successo qualche cosa di molto diverso e particolare.
Forse Bagnai ha le sue teorie preferite (menziona il ciclo di Frenkel e il ciclo minskyano) e le vede dapperttutto, per portare sostegno alle sue tesi.
Ma la realtà cipriota è molto piu' banale: investimenti errati, rischio non diversificato, si rompono tutte le uova, o quasi.
Torniamo allora al problema vero, che è cosa fare con Cipro, cosa fare con chi sbaglia.
Lo si lascia fallire o si fa un piano di salvataggio che ovviamente presenta alcuni obblighi?
E mi pare chiaro che obblighi ce ne debbano essere. Perché chi ha sbagliato puo' farlo di nuovo e quindi va tenuto sotto stretto controllo.
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