Non so se il problema di Bersani sia Vendola; penso però che Bersani abbia bisogno di Vendola per vincere al secondo turno, e che su questo si fondi il vero patto con Vendola.
Bersani e Vendola parlano lo stesso linguaggio, al di là delle sfumature "più di destra, più di sinistra"; parlano il linguaggio della coalizone-compromesso, di accordi fra segreterie, di programmi firmati da entrambi ma pronti ad essere sconfessati alla prima difficoltà, di riforme fatte a parole ma che poco incidono nella pratica, ecc.ecc. Si preannuncia un governo che, probabilmente,governerà un po' meglio del centrodestra (cosa non difficilissima!), ma non sarà in grado di riformare davvero l'Italia, come ci sarebbe bisogno. Un governo che durerà un po', per poi crollare sotto il peso delle sue contraddizioni: storia già vista e rivista.
Bersani lo ha detto, senza dirlo, ieri sera a "Che tempo che fa", quando, dovendo definire la sua proposta politica con una parola, ha scelto "uguaglianza". Uguaglianza è una parola che nasce con buonissime intenzioni, e, se praticata con moderazione contribuisce a dare opportunità a tutti e ad eliminare le differenze di partenza. Ma mal praticata, può diventare sinonimo di appiattimento e contribuire a bloccare gli ascensori sociali. Così che, per volere tutti uguali, si sono create le più grandi ingiustizie, negando spesso a chi lo meritava la sua giusta collocazione nella società. In Italia è una parola che identifica un pensiero vetero-socialista, di cui non mi sembra ci sia molto bisogno. Al contrario, con buona pace di quelli che "il liberismo ha creato tutti i nostri guai" (che certo insorgeranno) mi sembra che ci sia molto bisogno di "merito, opportunità". Che significa nuovi politici, e nuova politica. Per questo sostengo Renzi... anche se vorrei essere ottimista come Mauri, ma non ce la faccio!