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Diritti umani, informazione e comunicazione

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Lo chiamano Pulce

Messaggioda flaviomob il 19/09/2012, 0:50

Tutti lo chiamano Pulce, ma lui non ha amici.
di Aaron Paradiso, Periferia Sociale

(foto di Alberto Cattaneo)
Sono passate 62 ore dal suo ingresso nel carcere minorile Beccaria, e già le cronache parlano di lui, uno che le tappe della vita le ha sempre bruciate.
Quando l’ho conosciuto aveva 7 anni, lo trovai mentre armeggiava con un motorino che qualcuno aveva rubato e aveva lasciato dietro il nostro spazio sociale in attesa di venderlo, il rumore del pedalino che dava a vuoto mi aveva spinto a guardare sul retro di Spazio Baluardo per imbattermi in un bambino indiano moccioloso che rubava il suo primo cavallo.
Ricordo che mi disse «è tuo?», con i toni ingenui dei bambini che fanno una marachella e vogliono sembrare innocenti. Gli risposi che era sicuramente di qualcuno, ma che il vero padrone di quel motorino non era certo la persona che l’aveva nascosto li.
Quel breve dialogo mi fece tornare indietro di anni, quando anch’io “rubai il mio primo cavallo”.
Da ormai pochi mesi Pulce ha compiuto 14 anni, l’età giusta per essere considerato burocraticamente un delinquente, una persona pericolosa, l’età giusta per prenderti in flagrante e condurti al carcere minorile dove fartele pagare tutte.
Peccato che in quel carcere minorile il 60% dei detenuti siano coetanei di Pulce, ragazzi di Quarto Oggiaro reclusi per aver commesso i reati più vari, dallo spaccio al furto, passando per la rapina, “ragazzi fuori” destinati ad un percorso in discesa verso l’oblio.
Chi vive il nostro quartiere non si sottrarrà certo al giudizio, sono troppe le voci che girano e un carattere come quello di Pulce farebbe infuriare il Prete di quartiere più ostinato, chi in questi anni l’ha visto crescere tra un reato e l’altro riesce solo ad esprimere un giudizio fatto e finito: “per lui non c’è niente da fare”.
Non riesco a dare troppo torto ai miei concittadini, Quarto Oggiaro non è certo Pulce e le sue malefatte, però cerco di concentrarmi su qualcosa che si sta muovendo all’interno del tessuto Periferico dove vivo e Pulce, con la sua storia e il mito che viene creato attorno a lui, mi aiuta a comprendere.
Qualche giorno fa una notizia sul giornale sottolineava il problema della Sicurezza in città, due ragazzi di 15 anni fuggono ad un controllo della polizia locale e imboscano durante la fuga una pistola finta, scambiata per vera e che, nonostante le smentite della polizia locale, resta vera sui giornali per ridipingere Quarto Oggiaro come il Bronx.
Non leggo i giornali per comprendere quello che accade nel mio quartiere, vivo in prima persona il territorio come cittadino e come Custode Sociale, ruolo che un tempo veniva riconosciuto dallo Stato e che oggi sembra invece un romantico modo di sentirsi importante per il luogo dove vivi.
Mi accorgo che stanno mutando delle situazioni e che sono sfuggite di mano alla maggior parte delle persone che giudicano, tra le righe di un giornale o seduti al tavolo del bar, emergenze che sono strettamente collegate ai modelli di società con la quale tutti, e non solo Pulce, devono confrontarsi.
L’immensa tragedia sociale che ci sta coinvolgendo parte da un errato modo di comunicare le parole della Crisi – per il momento sono lo spread e i debiti pubblici – mentre delle vere parole d’ordine, delle persone, non parla più nessuno.
Non si analizzano le criticità di una società che ci vede sempre più poveri non solo economicamente, ma anche culturalmente, di un mondo fatto di persone che in questo momento sono alle prese con gravi problemi che riguardano le proprie famiglie e la crescita dei propri figli.
Bisogna educare, non indottrinare, né reprimere.
Mesi fa Pulce diventò famoso per la Bomba all’Arci Itaca della Vigilia di Natale, un atto vandalico e da vero irresponsabile che poteva trasformarsi in una tragedia, tragedia che però era stata annunciata proprio dallo stesso Pulce due settimane prima.
Era bastato non comprenderne l’animo ribelle e infantile, strafottente e criminale, per risolvere un suo comportamento arrogante con una chiamata alla Questura, subito pronta ad intervenire per ricordare a Pulce la fine che ha fatto suo fratello, di quello che gli spetta in carcere. Così si pensa di risolvere i problemi di una società.
Ricordo quella sera di dicembre, la faccia ingrifata di Pulce che controbatte il poliziotto, stringendo le lacrime di un bambino con cui fa la lotta ogni giorno, mentre qualcuno di noi tenta di parlare, farlo ragionare. Capirlo non è roba da tutti.
C’è chi risolve le cose con l’intervento delle forze dell’ordine e c’è chi osserva, spritz alla mano, il disagio delle periferie come se stesse guardando un reality. Due modi per riempirsi la bocca di giudizi e non avere il coraggio di trovare delle soluzioni.
Pulce quella sera fu allontanato dalle forze dell’ordine. Tornò dopo circa un’ora, quando gli spettatori del reality avevano già rimosso dalle loro coscienze quel ragazzo.
Venne a chiedere chi gli aveva mandato la madama, disse che voleva il nome di quell’infame e poi, davanti ai fondi di spritz tenuti in mano da persone mezze vuote o mezze piene, disse “l’unico di cui mi fido è Aaron”. Quella per me fu una conferma del tanto lavoro che avevo fatto in quegli anni, di quanto era vero che stare in mezzo a quei pezzenti della società mi aveva dotato della loro lingua, del loro odore, della loro pelle.
Pulce quella sera non ottenne il nome di chi aveva chiamato la polizia, l’omertà non era solo figlia dei palazzoni dove era cresciuto, era complice di un intero sistema di cose che non prevedeva la ricerca di una soluzione, ma lasciava al silenzio il compito di farci compagnia in attesa del verdetto.
Guardò tutti negli occhi, molti di voi avrebbero abbassato lo sguardo, ve l’assicuro, e disse : «ve la faccio saltare quella vetrina». Fece quello che giurò, questo lo sanno tutti, anche quelli che quella sera avevano ignorato le minacce di quel bambino.
Due settimane dopo lanciò una bomba dentro il circolo ARCI Itaca, ferendo in modo grave alcuni anziani, anche quell’Alpha, partigiano 83enne che all’età di Pulce stava in montagna a sparare ai Fascisti.
Per un mese ho girato il quartiere per dare a Pulce un sacco di calci nel culo, per quanto quella sera ero stato uno dei pochi dalla sua parte, quel suo gesto sconsiderato poteva costare molto e non tolleravo un comportamento di quel genere.
Pulce rimase nascosto tra le cantine e i suoi rifugi per diverso tempo, lo vidi solo mesi dopo in sella ad una moto cinque volte più grossa di lui. Anche questa suo sprezzante senso di immortalità, di uno che di fronte alla morte non si spaventa, lo fa diventare una sorta di Personaggio.
Tutti i ragazzini a Quarto amano e odiano Pulce, lo odiano perché è un bullo lo amano perché compie quelle spericolatezze che ti fanno entrare nella leggenda, come saltare da un balcone all’altro per sfuggire alla polizia, tu, ragazzino di 14 anni, che le tappe le hai bruciate come gran parte della tua vita.
Torno però su quanto di profondo ha mosso in questi momenti la mia attenzione sul quartiere e la sua situazione sociale che, se vogliamo ben vedere, non è diversa da quella dello Zen di Palermo o della Garbatella a Roma.
Mancano gli esempi positivi, le strutture che formano e crescono i giovani, ormai è lontano il modello nel quale sono riuscito io, più di 10 anni fa, a sfuggire alla malavita.
Ero un utente di un Centro Giovanile dove gli operatori erano giovani che lavoravano in equipe da anni sul territorio, conoscevano tutto di noi, capivano il nostro atteggiamento tribale e ci insegnavano a dotarci di parole e significati che nutrivano quella parte di noi, intima e profonda, che ci avrebbe portato un giorno a nostra volta ad essere degli Educatori o Custodi Sociali.
Quando chiuse il CG alcuni di noi presero la propria vita in mano, i più piccoli invece no, non avevano avuto tempo e in pochi anni li ho ritrovati cresciuti in fretta, all’angolo delle strade a vendere cocaina, a parlare come i grandi a vivere nel falso mito della delinquenza.
Pulce non era ancora nato, ma c’erano i presupposti per far si che al suo avvento il quartiere fosse il posto esatto dove dannarsi.
Oggi osservo i ragazzi, che noi chiamiamo tradizionalmente Randa, scegliere un posto come Baluardo per trovare quello che cercavo io allora, esempi e coinvolgimento, e ne siamo tutti contenti e fieri, perché è frutto di un lavoro duro.
Ecco che mi viene quindi da chiedere a questa Società: ” perché hai deciso di tagliare negli ambiti della cultura e del sociale invece che investirvi, sfruttando e ottimizzando le risorse che hai sul territorio invece di inventarti interventi dall’alto con poca lucidità e conoscenza dei contesti?
Perché le Istituzioni non vengono a chiedere a noi come si parla a questi ragazzi?
Perché oggi si crede che un Pulce punito sia un esempio per altri ragazzi?
In fin dei conti, entrato in carcere dopo poche ore era già capo rivolta, per quei pezzenti lui è un leader negativo da seguire, crediamo realmente che punirlo sia un modo per far evitare che qualcuno segua il suo esempio?
Pulce dice di essere “il nuovo Vallanzasca” e così facendo mi serve un asso d’oro per citare una frase di Renato Vallanzasca stesso, che più di qualsiasi filosofo, antropologo o politico mi ha aiutato a vedere con chiarezza la società in cui vivo (forse perché Vallanzasca è nato e ha vissuto i luoghi dove siamo nati e vissuti io e Pulce?):

«Come diceva Bertold Brecht? È un crimine più grande fondare una banca o rapinarla? Bene, io a quella domanda come tutti sanno ho dato una risposta. Ma guardandomi intorno oggi, sai cosa mi colpisce? Che quarant’anni fa, Milano era più cupa, più sporca. Ma ad avere paura era solo chi aveva il grano. Le porte delle case restavano aperte. Gli operai che tiravano la lima alla Marelli lasciavano i ragazzini alla vicina o in cortile. Oggi chi ha il grano paura non ne ha più. La paura è dei disgraziati. Paura di essere scippati, violentati, accoltellati. E sai cosa trovo ancora più incredibile? Che a dire «Al lupo, al lupo», però, sono rimasti sempre quelli che hanno il grano. Oggi uno che fa una rapina prende quindici anni. Chi manda sul lastrico qualche decina di migliaia di famiglie succhiandosi i loro risparmi, va bene se fa un mese ai domiciliari. Il senso della comunità è andato a farsi fottere. E se non c’è comunità, non c’è mito. Guardia o ladro che tu sia».

Manca proprio questo, la dimensione di Comunità e il culto di Miti positivi, leali e solidali.
Con questo articolo non è mia intenzione difendere Pulce il Criminale, ma rivendicare il fatto che gli sia stata negata una Infanzia degna di un Bambino e che il carcere gli porterà via sicuramente il diritto ad un’Adolescenza fatta di errori, ma anche di esempi buoni da cercare.
Lui, Pulce, il nostro Bandito Bambino, ha creato quel conflitto reale nel nostro immaginario che dovrebbe farci riflettere tutti, uomini e donne, leali e corretti, su quanto manca nella nostra dimensione sociale per poterci reputare dei Giudici.
Spero di poterlo incontrare in carcere, lui che di veri amici non ne ha, o che forse non ne ha ancora conosciuti.
Aaron Paradiso
Periferia Sociale

http://milanoinmovimento.com/milano/tut ... mano-pulce


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 25/09/2012, 19:57

Da Greenpeace:

da più di sei mesi stiamo chiedendo a Shell di stare lontano dall'Artico. L'abbiamo fatto occupando le sue piattaforme in mezzo al mare, facendo visita alle sue stazioni di benzina in tutta Europa e soprattutto grazie alla partecipazione di migliaia di cyberattivisti come te che da tutto il mondo hanno firmato su www.SaveTheArctic.org.

Abbiamo appena vinto: la compagnia petrolifera ha annunciato di aver cancellato i suoi piani di trivellazione in Artico di quest'anno.

Dopo 7 anni e quasi 5 miliardi di dollari investiti, Shell torna a casa a mani vuote. Unico "guadagno": reputazione rovinata e una serie di incidenti sulla sicurezza. Questo è un grande passo avanti ma è solo il primo. Per salvare l'Artico dobbiamo trasformarlo in un santuario globale dove le perforazioni petrolifere siano vietate.

A chiederlo su www.SaveTheArctic.org siamo quasi in due milioni. Se hai già firmato oggi festeggia con noi questo successo. Se ancora non l'hai fatto è il momento giusto per unirti al movimento globale per proteggere il Polo Nord. Per sempre.

PS: Il nostro lavoro a Greenpeace è possibile solo grazie al sostegno dei nostri donatori. Non riceviamo finanziamenti da partiti politici, governi o aziende e dipendiamo solo dall'impegno verso l'ambiente delle persone come te.


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 25/09/2012, 20:50

Mendicanti: esposti, sfruttati e ignorati

di Franco Bomprezzi

Era da tempo che cresceva dentro di me il desiderio di scriverne. Ma non trovavo la forza, e neppure le parole. Solo le immagini, nitide e dolorose, dentro i miei occhi, quasi ogni giorno. Oggi ne parlo, perché ho un buon motivo, almeno una notizia positiva che viene da Torino, dove la polizia municipale ha fermato una intera famiglia di sfruttatori di mendicanti invalidi, costretti a esporre le proprie membra deformi in cambio di elemosina, il cui ricavato naturalmente veniva loro interamente sottratto. Analoga operazione oggi a Milano, con grande spiegamento di forze della polizia municipale, e conferenza stampa dell’assessore Granelli e del comandante dei vigili Mastrangelo, proprio mentre usciva nel blog il mio pezzo. Finalmente è un segnale forte, anche se solo di carattere poliziesco, rispetto a un fenomeno odioso e complesso, sul quale vorrei riflettere con voi, lettori di “Invisibili”. La foto che campeggia sopra il titolo ci riguarda, infatti. E’ un uomo, coperto di stracci, dai quali spunta un moncone di braccio, accovacciato sul marciapiede, mentre verso di lui avanzano passanti indaffarati e ben vestiti. Non sappiamo se lo degneranno di uno sguardo. Forse no. Ma se lo faranno sarà per un istante, giusto il tempo del ribrezzo. In un angolo della mente un pensiero, forse: “Che schifo. Guarda come è ridotto. Non gli do neppure un centesimo, tanto è sfruttato dai soliti impuniti”. E poi via, passando oltre in fretta.

Oppure in automobile, agli incroci. Quando un mendicante zoppo, sciancato, a volte addirittura con le gambe spezzate e rovesciate in un angolo innaturale (chi non li ha visti?), si avvicina al finestrino e implora una moneta. Speriamo che venga subito il verde, lo ignoriamo, ci dà fastidio, forse vorremmo che qualcuno intervenisse per toglierlo dalla nostra vista. Ma intanto quella deformità, quella disabilità esposta in modo violento e trucido ci assale, entra nella mente e scava.

Invalido e mendicante. Mendicante perché invalido. Una equazione mentale subdola, triste, squallida, ma che fa presa sull’inconscio e riduce la distanza fra questa aberrazione che nasce dalla miseria e dalla turpitudine morale degli sfruttatori, e l’altro mondo della disabilità, quello delle persone come me, come tutti coloro, e sono tanti, che con le deformità del corpo, o con i deficit dei sensi, o della mente, convivono da sempre, inseriti, più o meno bene, in questa società.

Ho incrociato spesso, nel centro di Milano, a pochi metri dal Duomo, mendicanti abbarbicati a una sgangherata sedia a rotelle. Rottami umani su rottami materiali. Ho notato che mi guardavano con curiosità. Forse si chiedevano come facessi io a vivere bene, dignitosamente, pur avendo un handicap simile al loro. Ma neppure io sono riuscito a superare il diaframma che separa i nostri mondi. Ho sentito crescere dentro di me rabbia e tristezza, ma non ho fatto nulla di concreto per impedire che questa esposizione indecente delle membra continuasse. Né come giornalista, né come cittadino.

Chi sfrutta il corpo mutilato (spesso maltrattato apposta, con persone ridotte in vera schiavitù) agisce proprio nella consapevolezza di potersi muovere in questa terra di nessuno, ai confini della realtà. Il danno per queste persone è evidente e irreparabile, anche dopo l’arresto degli sfruttatori. Ma il danno complessivo all’immagine sociale della disabilità è altrettanto disastroso. Si avalla l’idea, inconscia, che una persona invalida debba e possa mendicare per vivere. Debba e possa esporre il proprio corpo deforme o mutilato per ottenere una mercede. E’ una metafora pericolosa e orrenda di quanto, in modo più sottile, avviene quasi ogni giorno, ad altri livelli, in altre questue sociali.

La verità è che di questi mendicanti, al massimo, si occupa la polizia. E invece, in quanto persone con disabilità, dovrebbero essere tolte dal marciapiede, assistite, curate, riabilitate, e rimesse in condizione di vivere dignitosamente, qui nel nostro Paese o affidate ai centri di riabilitazione e di cura dei paesi di origine, seguendo le regole dell’Onu, ma anche le nostre umane regole di convivenza civile. I loro nomi non li conosceremo mai. I loro volti resteranno sempre impressi nella nostra memoria. La tratta degli invalidi è un’offesa a tutte le persone con disabilità. Non lasciamo la loro sorte in mano soltanto ai vigili urbani.

http://invisibili.corriere.it/2012/09/2 ... -ignorati/


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 29/09/2012, 15:32

http://act.amnesty.org.in/stop_vedanta

UK-registered mining company, Vedanta, is attempting to "gloss over" Amnesty International's criticisms of its poor human rights record in its recent report, "Vedanta's Perspective."

The company staged its annual general meeting on 28 August in London, Amnesty believes the report is an attempt to calm investor fears over its controversial operations in India as it seeks to expand them.

The petition below is addressed to Vedanta's chairman, Anil Agarwal, and seeks to hold the company accountable for ignoring the reality of the mining impact on the human rights of local communities in Orissa.

Come, let's appeal Vedanta to urgently and fully address the existing negative environmental, health, social and human rights impacts of its Lanjigarh refinery in Orissa.

http://www.amnesty.it/elenco-appelli-firma-online.html

28/09/12 - Appello - India: Fermare la Vedanta - Le politiche non possono mascherare le pratiche!

La Vedanta, azienda estrattiva del Regno Unito, sta tentando di 'mascherare' le critiche sullo scarso rispetto dei diritti umani fatte da Amnesty International. Chiedi che l'impatto negativo che le attività della raffineria di Lanjiagarth, nell'Orissa, stanno avendo sull'ambiente, sulla salute e sui diritti umani, sia affrontato con urgenza.

21/09/12 - Presidente Mario Monti: è tempo di agire per porre fine alla segregazione e agli sgomberi forzati dei rom in Italia

Nel febbraio 2012, il governo italiano ha presentato alla Commissione europea la Strategia nazionale d'inclusione dei rom, dei sinti e dei caminanti. Sono passati diversi mesi e le autorità non hanno mantenuto questo impegno.

20/09/12 - Azione urgente Iran: 12 persone rischiano la pena di morte dopo confessione in tv

Mazyar Ebrahimi è detenuto in isolamento insieme ad altre 11 persone dal giorno dell'arresto, avvenuto a giugno 2012.Accusati dell'uccisione di cinque scienziati nucleari iraniani e accademici nel 2010, rischiano la pena di morte.

20/09/12 - Azione urgente Honduras: attivista Lgbti in pericolo di vita

Il 5 luglio, Donny Reyes, noto attivista Lgbti e coordinatore della Rainbow Association (Asociación Arcoiris), è stato inseguito da un uomo armato in moto. È riuscito a fuggire, ma è in pericolo di vita. Le autorità non gli hanno fornito alcuna protezione, nonostante l'ordine emesso dalla Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh).

18/09/12 - Missouri (Usa): Reggie Clemons, una vita senza la pena di morte

Nel 1991, Reginald (Reggie) Clemons, ragazzo afroamericano di 19 anni, fu condannato a morte nello stato del Missouri, Usa. Reggie Clemons si è sempre dichiarato innocente. Il suo caso illustra chiaramente i difetti del sistema penale statunitense.

30/08/12 - Appello - 30 agosto 2012: Giornata internazionale degli scomparsi

Da quando sono scoppiate le proteste in Siria nel febbraio 2011, migliaia di possibili oppositori del governo sono stati arrestati e sottoposto a sparizione forzata. E' ora di rivelare dove sono e in che condizioni!

24/08/12 - Azione urgente Russia: Pussy Riot condannate!

Il 17 agosto, un tribunale di Mosca ha condannato a due anni di reclusione in una colonia penale le tre componenti del gruppo punk russo femminista Pussy Riot. Le tre donne sono prigioniere di coscienza.

23/08/12 - Indonesia: Johan Teterissa picchiato in carcere

L'insegnante Johan Teterissa sta scontando 15 anni di carcere per aver preso parte ad una pacifica protesta nelle Molucche, Indonesia. Scrivi al ministro della giustizia e chiedi il suo rilascio immediato!

23/08/12 - Azione urgente Messico: Lydia Cacho di nuovo in pericolo!

Grazie alle 3594 persone che hanno firmato l'appello. Vi terremo aggiornati sull'evoluzione della situazione.

23/08/12 - Azione urgente -Iran: giornalista detenuto in sciopero della fame!

Quarto aggiornamento Il 24 luglio Mohammad Sadiq Kabudvand ha interrotto lo sciopero della fame, ma rimane in carcere. Deve essere rilasciato immediatamente!

23/08/12 - Azione urgente Bahrain: Nabeel Rajab condannato a tre anni di carcere

Aggiornamento Il 16 agosto 2012 Nabeel Rajab, noto attivista dei diritti umani in Bahrain, è stato condannato a tre anni di carcere per aver partecipato a proteste anti-governative. E' un prigioniero di coscienza!

22/08/12 - Appello chiuso - Garantire i diritti umani nella nuova Costituzione tunisina!

A ottobre, è stata eletta un'Assemblea nazionale costituente per redigere una nuova costituzione per la Tunisia. La Costituzione deve prevedere quelle garanzie di base che avrebbero protetto i tunisini dagli abusi sofferti durante il governo di Ben Ali.

20/08/12 - Azione chiusa - Siria: Mazen Darwish deferito a una corte militare segreta!

Grazie alle 1921 persone che hanno firmato l'appello in favore di Mazen Darwish. Vi terremo aggiornati sull'evoluzione della situazione.

01/08/12 - Appello - Delta del Niger: "Strappa un impegno a Eni!"

Il territorio del delta del fiume Niger, in Nigeria, è ricco di enormi giacimenti di petrolio che da decenni generano ricavi per miliardi di dollari, mentre la maggior parte della popolazione vive in estrema povertà. E' ora di dire basta!

31/07/12 - Appello - Più impegno contro la discriminazione e le mutilazioni dei genitali femminili

Nel 2010 la Commissione Europea si è impegnata ad adottare una strategia sulla violenza contro le donne che includa le mutilazioni dei genitali femminili, come parte della sua Strategia per l'uguaglianza di genere tra donne e uomini 2010-2015. E' ora di realizzarla!


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 06/10/2012, 9:36

La polizia e gli studenti. Senza commenti.

https://fbcdn-sphotos-h-a.akamaihd.net/ ... 5482_n.jpg


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 07/10/2012, 11:17

La sentenza di archiviazione per gli imputati della strage nazista di Sant’Anna di Stazzema è un atto di ingiustizia perpetrato contro le vittime innocenti trucidate dai carnefici delle Ss, contro i sopravvissuti e i loro discendenti e rappresenta anche uno strappo brutale inferto alla carne della memoria europea. Il danno principale, tuttavia, lo riceve paradossalmente la credibilità di quei giudici. Il loro giudizio pone un interrogativo serio sul carattere del loro retroterra culturale.
Cerchiamo di capire perché. Un tribunale militare italiano dopo anni di lunghe e dolorose indagini ha emesso una sentenza di colpevolezza e una conseguente condanna sulla base delle numerose deposizioni di testimoni oculari, ma anche sulla base di confessioni di colpevolezza rese agli inquirenti e alla stampa da alcuni esecutori di quell’eccidio. I magistrati di Stoccarda, indagando con puntiglio e meticolosità, hanno deciso per l’assoluzione degli imputati per insufficienza di prove, di fatto dichiarando che le prove di colpevolezza riconosciute dai magistrati italiani sono a loro parere prove «fabbricate». Inoltre hanno addotto, a titolo di attenuante, il fatto che lo scopo principale di quella azione era di natura bellica con l’obiettivo di contrasto ai partigiani e che essere nelle Ss non è di per sé una prova di colpevolezza. Giusto. Ma una pesantissima aggravante si! Nelle Ss si entrava volontari giurando cieca e assoluta ubbidienza a Hitler con l’ordine di perpetrare genocidi e crimini di ogni sorta per la gloria del Reich. I giudici di Stoccarda sostengono di essersi scrupolosamente attenuti la legge. Come dire: Dura lex sed lex, ma hanno ignorato il: summum jus summa iniuria, ovvero l’eccesso di «giustizia» si trasforma nel massimo di ingiustizia. Quei magistrati si sono anche assunti la responsabilità di avere costituito un precedente che farà la gioia dei negazionisti di ogni risma e fornirà sostegno all’impunità di genocidi e massacratori di ogni luogo e di ogni tempo, per non dire dei sedicenti esportatori di democrazia con le bombe e le stragi senza numero di civili innocenti. Non è improprio dunque sostenere, se questa sentenza è legittima, che le azioni militari contro i partigiani dessero piena giustificazione alle Ss di trucidare donne vecchi e bambini e, di passo in passo, far passare l’idea che i partigiani non fossero combattenti per la libertà e la giustizia che si opponevano alla più criminale forza di occupazione della Storia ma banditi, come recitava il cartello che era messo loro al collo prima di essere impiccati agli alberi o ai lampioni. I revisionisti di casa nostra e i loro complici mediatici possono davvero ritenersi soddisfatti.

Fonte: http://leparole-ipensieri.comunita.unita.it

(Moni Ovadia)


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 07/10/2012, 14:29

Rassegna stampa:

http://www.romasimuove.it/
http://www.ciwati.it/2012/10/07/le-firme-che-servono/

Per raggiungere l’obiettivo dei referendum di Roma si muove sono circa diecimila. E manca una settimana.

Consiglio a tutti, per avere visto la campagna milanese (Milano, potremmo dire, si è mossa), è di contribuire e di sostenere questa campagna. Che offre uno sguardo diverso sulle nostre città, a cominciare dalla Capitale.

http://lepersoneeladignita.corriere.it/
http://lepersoneeladignita.corriere.it/ ... e-kadyrov/

L’infuocato ballo di Ornella Muti con il dittatore Kadyrov

http://www.repubblica.it/esteri/2012/10 ... ef=HREC2-3

Tibet, si immola un altro giovane
Le vittime della protesta salgono a 44
Sangay Gyatso, 27 anni, lascia due figli piccoli. Gli atti estremi di opposizione all'occupazione cinese sono cominciati tre anni fa e si sono intensificati negli ultimi tempi. Tre giorni fa il suicidio dello scrittore e blogger Gudrup

http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... 92&typeb=0

Il Vaticano scarica il monsignore anti-pedofili
Mentre esce la sentenza-Vatileaks l'annuncio che Monsignor Scicluna, ideatore della linea dura con i pedofili, torna a Malta.

http://invisibili.corriere.it/2012/10/0 ... ierangelo/

...
“Italia d’oro”, anno 1992. Scriveva e cantava così: “E torneranno a parlarci di lacrime dei risultati della povertà, delle tangenti e dei boss tutti liberi, di un’altra bomba scoppiata in città. Spero soltanto di stare tra gli uomini, che l’ignoranza non la spunterà, che smetteremo di essere complici, che cambieremo chi deciderà”.

Ciao, Pierangelo. Grazie di tutto.


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Il 7 ottobre 2006, a Mosca, si uccideva Anna Politkovskaja.

Messaggioda Iafran il 07/10/2012, 19:29

flaviomob ha scritto:http://lepersoneeladignita.corriere.it/ ... e-kadyrov/

L’infuocato ballo di Ornella Muti con il dittatore Kadyrov

Il 7 ottobre 2006 veniva uccisa Anna Stepanovna Politkovskaja, (http://it.wikipedia.org/wiki/Anna_Stepa ... itkovskaja) una giornalista russa, molto conosciuta per il suo impegno sul fronte dei diritti umani, per i suoi reportage dalla Cecenia e per la sua opposizione al Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin.
Nei suoi articoli per Novaja Gazeta, quotidiano russo di ispirazione liberale, la Politkovskaja condannava apertamente l'Esercito russo e il Governo russo per lo scarso rispetto dimostrato deidiritti civili e dello stato di diritto, sia in Russia che in Cecenia.


Guarda un po', adesso si festeggiano i compleanni, gli onomastici, il matrimonio dei figli ... il primo dentino di un nipotino degli aspiranti dittatori e di chi viola continuamente i diritti umani ed il popolo (con il resto del mondo) deve esultare! :o

A dire che il "napoleoncino de noantri" spettegolava sul "teatrino della politica italiana" ... LUI, il commediante XXXL!
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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 10/10/2012, 1:27

Pakistan: fuoco sulla blogger quattrodicenne anti-talebani
Malala Yousafzai colpita alla testa. Aveva vinto il premio premio per la Pace per le sue denunce sulle atrocità dei talebani. Che rivendicano: "Diceva oscenità".

Le hanno sparato in testa, mentre usciva da scuola e era già salita sull'autobus che avrebbe dovuto riportarla a casa. Malala Yousafzai ha 14 anni, e già un detsino pesante sulle spalle: non solo è donna in una zona del Pakistan affollata dai talebani, ma ha avuto il coraggio di denunciarli.

Malala infatti è diventata famosa nel 2009 per aver vinto il Premio nazionale per la pace dei giovani. A consegnarle il riconoscimento era stato il primo ministro Yousuf Raza Gilani in persona, del quale ora che Malala giace in un letto di ospedale - con i dottori che raccomandano un immediato trasferimento in una struttura più attrezzata - non si registra alcun commento di condanna e indignazione.

Malala è stata colpita alla testa con un colpo di pistola ieri mattina. A spararle un talebano, come hanno confermato i testimoni. L'uomo si è avvicinato ai ragazzi che uscivano da scuola e ha chiesto: chi è Malala? Una ragazza gliel'ha indicata. Ma lui, forse perché non ha capito, o comunque per essere arci sicuro di portare a termine il suo compito, ha fatto fuoco sia su Malala che sulla ragazza che le sedeva accanto. Non sono morte, ma sono gravi. E comunque questo "incidente" ha causato molte polemiche sullo stato di sicurezza del ditretto dello Swat, al confine con l'Afghanistan, che il governo pakistano aveva promesso di presidiare inviando forze di sicurezza.

La piccola Malala aveva ottenuto il Premio per la Pace grazie al suo impegno nel denunciare proprio le azioni di guerra dei talebani attraverso un blog anonimo per la Bbc, nel periodo della contrapposizione tra l'esercito pakistano e i talebani, nel 2009, nel pieno della guerra in afghanistn. Poi il suo nome era venuto fuori, e lei aveva vinto il Premio. La sua celebrità aveva molto irritato i talebani, tanto che un portavoce del gruppo politico-religioso, Ehsanullah Ehsan, ha immediatamente rivendicato l'attacco e l'ha giustificato sostenendo che il lavoro di Malala era un'oscenità: "E' stato un capitolo osceno, e dovevamo chiuderlo". Come è ovvio: con un colpo di pistola alla testa di una ragazzina di 14 anni.

Fazal Maula Zahid, un membro del Swat Qaumi Jirga - gruppo anti talebano della regione - ha detto che l'attacco a Malala ha sconvolto la popolazione, dimostrando che il governo non ha affatto il controllo del territorio. Zahid Khan, un altro membro del Qami Jirga, ferito proprio all'inizio dell'anno dai talebani per la sua iniziativa politica, ha detto: "Piàù di 20 persone sono state ferite dall'inizio dell'anno in attacchi di matrice politica e da quando l'esercito ha dichiarato concluse le operazioni. L'esercito presidia soltanto la propria sicurezza e quella degli edifici pubblici".
Purtroppo in Pakistan per questi bambini-eroe, non c'è lieto fine.Come dimostra anche la storia di Iqbal Masih, il coraggioso ragazzino pakistano che denunciò in tutto il mondo il sistema dello sfruttamento die bambini nelle attività tessili del paese. E che fu ucciso per strada, mentre giocava a palla: aveva tredici anni.

http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=34383


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda pianogrande il 10/10/2012, 23:11

"il coraggioso ragazzino pakistano che denunciò in tutto il mondo il sistema dello sfruttamento dei bambini nelle attività tessili del paese. E che fu ucciso per strada, mentre giocava a palla: aveva tredici anni."

La violenza per la conservazione del potere non ha limiti (non se li porrà mai da sola).

La democrazia non è solo andare a votare.

E' presa di coscienza di questo fatto.
Fotti il sistema. Studia.
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