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Disastro Marchionne

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Disastro Marchionne

Messaggioda ranvit il 15/09/2012, 18:22

chango ha scritto:La FIAT gode (presente non passato) di una posizione di privilegio in Italia e le famose fabbriche nel deserto del Sud non sono certo un favore che ha fatto gratuitamente e rimettendoci a questo Paese.

che ci sia stata e ci sia ancora incapacità imprenditoriale nella FIAT credo che sia palese a chiunque. e questo è ciò che si sta criticando senza cercare scusanti.
Marchionne nel suo tentativo di salvataggio (?) non è che sta sacrificando il mercato italiano, ma sta perdendo il mercato europeo.
ora, per la FIAT, non ci sono più le condizioni di realizzare il piano Fabbrica Italia?ok, se ne prende atto.
ma si potrà far notare che la condizione che principalmente è mancata è stata la volontà di investire di FIAT?
è lecito chiedersi se un impresa automobilistica può pensare di aver un ruolo o una prospettiva durevole nel tempo se non riesce ad essere competitiva nel mercato europeo?
è lecito interrogarsi, se un piano fallisce, sulla reali capacità di chi quel piano lo ha elaborato?

anche perchè le scelte che fa e farà FIAT avranno dei costi sociali, oltre che economici, di cui purtroppo si dovrà fare carico la collettività, visto che una certa vulgata vuole le imprese libere di fare come gli pare senza pensare alle conseguenze delle proprie decisioni.



Non vedo quali vantaggi ha al presente la Fiat....forse l'obbligo di reintegro per 145 persone?
Le cattedrali nel deserto sono state fatte per ricambiare i favori avuti a suo tempo dai Governi italiani.
Perchè la Fiat dovrebbe avere "voglia" di investire in Italia? Forse perchè ci sono le condizioni per farlo? Non pare (vedi i casini che sono nati per Pomigliano; che farebbero passare la voglia anche ad un Santo).
E' lecito interrogarsi...su qualsivoglia argomento....ma questo non cambia niente.
Il mercato europeo per ora è nelle mani dei tedeschi e la Fiat (che prima di Marchionne era praticamente fallita) si è concentrata su quello americano dove sta avendo notevoli risultati...per il futuro si vedrà.
I costi sociali non sono un problema di un'Azienda privata.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Disastro Marchionne

Messaggioda flaviomob il 15/09/2012, 18:56

I costi sociali sono problemi di tutti, come quelli economici ed ecologici. Fiat - o chi per essa - ha impedito per decenni alle case straniere di mettere piede in Italia (con l'aiuto della politica, che impedì alla Ford l'acquisizione di Alfa Romeo).
Se Marchionne non è in grado di gestire il mercato europeo con modelli degni di questo nome, si tenga la parte nord e sudamericana e lasci il resto, magari a Montezemolo o ad altri con maggiori competenze, ed eviti di fare proclami e promesse ingannevoli ed insostenibili per cui meriterebbe di essere citato da dipendenti ed azionisti.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Disastro Marchionne

Messaggioda chango il 15/09/2012, 19:32

ranvit ha scritto:
chango ha scritto:La FIAT gode (presente non passato) di una posizione di privilegio in Italia e le famose fabbriche nel deserto del Sud non sono certo un favore che ha fatto gratuitamente e rimettendoci a questo Paese.

che ci sia stata e ci sia ancora incapacità imprenditoriale nella FIAT credo che sia palese a chiunque. e questo è ciò che si sta criticando senza cercare scusanti.
Marchionne nel suo tentativo di salvataggio (?) non è che sta sacrificando il mercato italiano, ma sta perdendo il mercato europeo.
ora, per la FIAT, non ci sono più le condizioni di realizzare il piano Fabbrica Italia?ok, se ne prende atto.
ma si potrà far notare che la condizione che principalmente è mancata è stata la volontà di investire di FIAT?
è lecito chiedersi se un impresa automobilistica può pensare di aver un ruolo o una prospettiva durevole nel tempo se non riesce ad essere competitiva nel mercato europeo?
è lecito interrogarsi, se un piano fallisce, sulla reali capacità di chi quel piano lo ha elaborato?

anche perchè le scelte che fa e farà FIAT avranno dei costi sociali, oltre che economici, di cui purtroppo si dovrà fare carico la collettività, visto che una certa vulgata vuole le imprese libere di fare come gli pare senza pensare alle conseguenze delle proprie decisioni.



Non vedo quali vantaggi ha al presente la Fiat....forse l'obbligo di reintegro per 145 persone?
Le cattedrali nel deserto sono state fatte per ricambiare i favori avuti a suo tempo dai Governi italiani.
Perchè la Fiat dovrebbe avere "voglia" di investire in Italia? Forse perchè ci sono le condizioni per farlo? Non pare (vedi i casini che sono nati per Pomigliano; che farebbero passare la voglia anche ad un Santo).
E' lecito interrogarsi...su qualsivoglia argomento....ma questo non cambia niente.
Il mercato europeo per ora è nelle mani dei tedeschi e la Fiat (che prima di Marchionne era praticamente fallita) si è concentrata su quello americano dove sta avendo notevoli risultati...per il futuro si vedrà.
I costi sociali non sono un problema di un'Azienda privata.



le ristrutturazioni sostenute dalla CIG straordinaria e da quella in deroga, ossia sostanzialmente dalle casse pubbliche, senza che la FIAT sia vincolata a nulla, mi pare un vantaggio non da poco nel presente.

quindi per fare investire un'azienda in Italia dobbiamo consentirle di discriminare le persone in base alle proprie convinzioni?
perchè è questo che sta succedendo a Pomigliano.
persone che non vengono assunte, non perchè scarse nel lavoro, ma perchè iscritte ad un certo sindacato.

i costi sociali non sono un problema di un'azienda privata? bella logica predatoria.
si va in un territorio, lo si utilizza e poi lo si abbandona senza pensare alle conseguenze.
ovviamente dopo deve subentrare lo Stato a gestire la fase di crisi senza che l'azienda privata si faccia carico delle conseguenze delle proprie scelte.
e dire che c'è qualcuno che sostiene che i pasti gratis sarebbero finiti...
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Re: Disastro Marchionne

Messaggioda ranvit il 15/09/2012, 19:37

Spiacente, ma ribadisco che i costi sociali....ti concedo: almeno in gran parte....sono problemi dello Stato. Se lo Stato sbaglia (semmai anche concedendo favori alla Fiat...ma sarebbe tutto da verificare) e non consente alle Aziende di poter operare nel Paese....beh sono tutti cavoli suoi!
Un'Azienda ha un solo scopo: creare ricchezza. Se ci riesce, bene! Se non ci riesce, chiude e/o va via!

Se Marchionne è o non è in grado di gestire le sorti della Fiat....sono problemi degli azionisti di quell'Azienda!

Non è possibile giudicare con criteri e mentalità politiche l'operato di un Manager e/o di un'azienda.
Ognuno faccia il proprio mestiere!
Ultima modifica di ranvit il 15/09/2012, 19:49, modificato 1 volta in totale.
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Re: Disastro Marchionne

Messaggioda ranvit il 15/09/2012, 19:48

chango ha scritto:le ristrutturazioni sostenute dalla CIG straordinaria e da quella in deroga, ossia sostanzialmente dalle casse pubbliche, senza che la FIAT sia vincolata a nulla, mi pare un vantaggio non da poco nel presente.

quindi per fare investire un'azienda in Italia dobbiamo consentirle di discriminare le persone in base alle proprie convinzioni?
perchè è questo che sta succedendo a Pomigliano.
persone che non vengono assunte, non perchè scarse nel lavoro, ma perchè iscritte ad un certo sindacato.

i costi sociali non sono un problema di un'azienda privata? bella logica predatoria.
si va in un territorio, lo si utilizza e poi lo si abbandona senza pensare alle conseguenze.
ovviamente dopo deve subentrare lo Stato a gestire la fase di crisi senza che l'azienda privata si faccia carico delle conseguenze delle proprie scelte.
e dire che c'è qualcuno che sostiene che i pasti gratis sarebbero finiti...


Le ristrutturazioni si fanno in tutti i Paesi del mondo...se ci sono ammortizzatori sociali le maestranze ne usufruiscono, altrimenti "ciccia". Non è un piacere che si fa alla Fiat!

Per fare investire le aziende in Italia servono molte cose (burocrazia efficiente, logistica, costi dell'energia concorrenziale etc), tra cui una situazione sindacale "gestibile"....in Italia non c'è nulla di tutto questo.

Un'azienda dovrebbe essere libera di scegliersi i dipendenti...e uno scansafatiche o un rompiballe in genere non sono graditi....vorrei vedere te se avessi un'attività imprenditoriale, assumere uno che ti promette di romperti i coglioni un giorno si e uno pure!...

I costi sociali come già detto sono a carico dello Stato!
Logica predatoria? E' lo Stato che non deve consentirlo....non imponendo all'azienda oneri che non le competono ma facendo leggi e norme atte allo scopo e pretendendone il rispetto!

Un'azienda quando "va in un territorio" rispettando le regole dello Stato non ha altri doveri quando decide di andarsene!

Stiamo sempre ed ancora con la mentalità della prima metà del secolo scorso: lotta di classe, padroni e menate varie?
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Re: Disastro Marchionne

Messaggioda chango il 15/09/2012, 19:57

ranvit ha scritto:Spiacente, ma ribadisco che i costi sociali....ti concedo: almeno in gran parte....sono problemi dello Stato. Se lo Stato sbaglia (semmai anche concedendo favori alla Fiat...ma sarebbe tutto da verificare) e non consente alle Aziende di poter operare nel Paese....beh sono tutti cavoli suoi!
Un'Azienda ha un solo scopo: creare ricchezza. Se ci riesce, bene! Se non ci riesce, chiude e/o va via!

Se Marchionne è non è in grado di gestire le sorti della Fiat....sono problemi degli azionisti di quell'Azienda!

Non è possibile giudicare con criteri e mentalità politiche l'operato di un Manager e/o di un'azienda.
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Se invece a sbagliare è l'impresa, perchè sceglie delle strategie sbagliate, i costi dei licenziamenti della ristrutturazione o della chiusura perchè devono essere a carico dello Stato?
anche questi sono costi sociali.

perchè si dovrebbe consentire ad un'impresa di delocalizzare in un altro paese, solo perchè costa meno la manodopera, senza che l'impresa si faccia carico di alcun costo per il personale che lascia a casa?
perchè questo è quello che succede in Italia. delocalizzare non costa nulla.

se Marchionne non è in grado di gestire le sorti della FIAT il problema è degli azionisti della FIAT, ma anche dei suoi dipendenti e ,se questi perdono il posto, diventa un problema anche per le comunità su cui il licenziamento impatta.

quindi se Marchionne vuole chiudere stabilimenti in Italia e caricare sulla collettività i costi delle sue scelte forse è il caso che quelle scelte vengano discusse anche con chi dovrà raccogliere i cocci che lascia.
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Re: Disastro Marchionne

Messaggioda chango il 15/09/2012, 20:08

ranvit ha scritto:
chango ha scritto:le ristrutturazioni sostenute dalla CIG straordinaria e da quella in deroga, ossia sostanzialmente dalle casse pubbliche, senza che la FIAT sia vincolata a nulla, mi pare un vantaggio non da poco nel presente.

quindi per fare investire un'azienda in Italia dobbiamo consentirle di discriminare le persone in base alle proprie convinzioni?
perchè è questo che sta succedendo a Pomigliano.
persone che non vengono assunte, non perchè scarse nel lavoro, ma perchè iscritte ad un certo sindacato.

i costi sociali non sono un problema di un'azienda privata? bella logica predatoria.
si va in un territorio, lo si utilizza e poi lo si abbandona senza pensare alle conseguenze.
ovviamente dopo deve subentrare lo Stato a gestire la fase di crisi senza che l'azienda privata si faccia carico delle conseguenze delle proprie scelte.
e dire che c'è qualcuno che sostiene che i pasti gratis sarebbero finiti...


Le ristrutturazioni si fanno in tutti i Paesi del mondo...se ci sono ammortizzatori sociali le maestranze ne usufruiscono, altrimenti "ciccia". Non è un piacere che si fa alla Fiat!

Per fare investire le aziende in Italia servono molte cose (burocrazia efficiente, logistica, costi dell'energia concorrenziale etc), tra cui una situazione sindacale "gestibile"....in Italia non c'è nulla di tutto questo.

Un'azienda dovrebbe essere libera di scegliersi i dipendenti...e uno scansafatiche o un rompiballe in genere non sono graditi....vorrei vedere te se avessi un'attività imprenditoriale, assumere uno che ti promette di romperti i coglioni un giorno si e uno pure!...

I costi sociali come già detto sono a carico dello Stato!
Logica predatoria? E' lo Stato che non deve consentirlo....non imponendo all'azienda oneri che non le competono ma facendo leggi e norme atte allo scopo e pretendendone il rispetto!

Un'azienda quando "va in un territorio" rispettando le regole dello Stato non ha altri doveri quando decide di andarsene!

Stiamo sempre ed ancora con la mentalità della prima metà del secolo scorso: lotta di classe, padroni e menate varie?


non in tutti i Paesi gli ammortizzatori sono sostanzialmente gratuiti per le imprese come in Italia e la FIAT oggi ne sta utilizzando in abbondanza.

un'azienda non dovrebbe poter licenziare una persona solo perchè lei lo ritiene soggettivamente e unilateralmente"rompiballe". anche perchè dietro a quella definizione si può nascondere qualsiasi forma di discriminazione.

per quel che mi riguarda non si tratta di lotta di classe, padroni o menate varie. ma di stato di diritto, economia e sviluppo.
capisco che chi, come te, è rimasto alla prima metà del secolo scorso siano concetti abbastanza sconosciuti.
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Re: Disastro Marchionne

Messaggioda ranvit il 16/09/2012, 8:56

Ripeto........vorrei vedere te se avessi un'attività imprenditoriale, assumere uno che ti promette di romperti i coglioni un giorno si e uno pure!...

Non a caso le imprese che vanno meglio sono le piccole: i dipendenti se li scelgono e se dopo un po' "rompono" li mandano via.

E quando dico "rompere" non mi riferisco alla difesa dei diritti fondamentali e/o alla richiesta di aumenti salariali,tipiche del sindacato ovunque nel mondo dei Paesi democratici.

Dal 1963 ho lavorato in aziende industriali: 7 anni con una multinazionale americana, 2 in una francese, 2 americana, 12 grande azienda italiana, 5 grande azienda italiana, 10 media azienda italiana; con funzioni via via crescenti da impiegato tecnico (livello piu' basso) fino alla direzione generale negli ultimi 15....conosco molto bene le dinamiche quotidiane nelle fabbriche: le "rotture" erano all'ordine del giorno e quasi sempre per motivi che poco avevano a che fare con la realtà del trattamento delle maestranze da parte aziendale....per non parlare dell'assenteismo ingiustificato (in particolare in certi momenti) coperto da medici e sindacati compiacenti e da una Magistratura quantomeno superficiale nel giudicare.

Ovviamente non pretendo di convincerti, ma questa è la realtà che "fa passare la voglia di investire in Italia"....ma perchè si dovrebbe investire in un Paese dove non funziona la burocrazia, la logistica, l'energia costa un occhio della testa, il mercato del lavoro bloccato in uscita impedisce l'adeguarsi continuo alle richieste del mercato e all'allontanamento del personale incapace, la Magistratura (in riferimento ai processi per lavoro), i Sindacati fanno politica "rompendo" quotidianamente e dulcis in fundo buona parte dell'opinione pubblica considera gli imprenditori delinquenti a prescindere???
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Re: Disastro Marchionne

Messaggioda flaviomob il 16/09/2012, 10:44

Eppure Wolkswagen oggi vorrebbe entrare in Piemonte e Ford nel 1986 voleva l'Alfa ma i boiardi di stato (sotto pressione dalla Fiat) lo impedirono.

http://www.alvolante.it/news/montezemol ... ord-249115


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Re: Disastro Marchionne

Messaggioda chango il 16/09/2012, 11:09

ranvit ha scritto:Ripeto........vorrei vedere te se avessi un'attività imprenditoriale, assumere uno che ti promette di romperti i coglioni un giorno si e uno pure!...

Non a caso le imprese che vanno meglio sono le piccole: i dipendenti se li scelgono e se dopo un po' "rompono" li mandano via.

E quando dico "rompere" non mi riferisco alla difesa dei diritti fondamentali e/o alla richiesta di aumenti salariali,tipiche del sindacato ovunque nel mondo dei Paesi democratici.

Dal 1963 ho lavorato in aziende industriali: 7 anni con una multinazionale americana, 2 in una francese, 2 americana, 12 grande azienda italiana, 5 grande azienda italiana, 10 media azienda italiana; con funzioni via via crescenti da impiegato tecnico (livello piu' basso) fino alla direzione generale negli ultimi 15....conosco molto bene le dinamiche quotidiane nelle fabbriche: le "rotture" erano all'ordine del giorno e quasi sempre per motivi che poco avevano a che fare con la realtà del trattamento delle maestranze da parte aziendale....per non parlare dell'assenteismo ingiustificato (in particolare in certi momenti) coperto da medici e sindacati compiacenti e da una Magistratura quantomeno superficiale nel giudicare.

Ovviamente non pretendo di convincerti, ma questa è la realtà che "fa passare la voglia di investire in Italia"....ma perchè si dovrebbe investire in un Paese dove non funziona la burocrazia, la logistica, l'energia costa un occhio della testa, il mercato del lavoro bloccato in uscita impedisce l'adeguarsi continuo alle richieste del mercato e all'allontanamento del personale incapace, la Magistratura (in riferimento ai processi per lavoro), i Sindacati fanno politica "rompendo" quotidianamente e dulcis in fundo buona parte dell'opinione pubblica considera gli imprenditori delinquenti a prescindere???


peccato che "rompere" può essere declinato in tanti modi e a Pomigliano per essere considerato "rompiballe" è bastato essere iscritti alla Fiom.
non si è valutato nel merito il comportamento della singola persona. bastava l'iscrizione ad un certo sindacato.

nelle piccole il "rompere" poi si declina anche con la pratica delle dimissioni in bianco, soprattutto per le donne. sai il fatto che possano rimanere in cinta è una "rottura" per l'impresa che va punita con il licenziamento o meglio con le "dimissioni".

dato che conosci e hai fatto parte delle dinamiche quotidiane della fabbrica non ti è mai venuto in mente che alla base potrebbe esserci stato anche il tuo modo di relazionarti con la controparte?
se la dirigenza ha una mentalità tipica della prima metà del secolo scorso (come tu dimostri) perchè la controparte sindacale dovrebbe averne una più evoluta?

sul perchè si dovrebbe investire in Italia lo dovresti chiedere agli imprenditori (neanche piccoli) che continuano a farlo e anche a Marchionne che solo due anni fa aveva promesso con il piano Fabbrica Italia 20 miliardi di investimenti. Dal 2010 sui punti che hai elencato la situazione non è certo peggiorata. anzi dal punto di vista della FIAT dall'accordo di Pomigliano in poi, con l'esclusione della Fiom dalle sue fabbriche, dovrebbero essere migliorate le condizioni per restare in Italia.
cosa è cambiato?
si vende poco in Europa?
la colpa continua ad essere del sistema-Italia, dei sindacati o forse la strategia della FIAT non funziona?
ma perchè se la strategia non funziona a pagare devono essere i "soldati" e non anche il "generale"?
se la FIAT non ritiene più strategico produrre automobili in Italia, cosa perfettamente legittima, perchè non lo dice chiaramente senza accampare scuse ridicole, mettendo tutti davanti alle proprie responsabilità (se stessa compresa) e lasciando che si trovino soluzioni alternative veramente valide?
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