Robyn ha scritto:Mah il problema all'atto pratico non è se esiste la vita fin dal concepimento oppure se la vita inizia dopo la fase pre-embrionale cioè dopo il quattordicesimo giorno.Esiste chi pensa che la vita inizi da subito e chi invece dopo il quattordicesimo giorno ed ognuno è libero di pensarla come vuole.Il problema è evitare che nascano bambini con patologie gravi esponendo la madre alla scelta dell'aborto che magari non vuole compiere.
Rispondo a questo quesito di Robyn, perché mi sembra un quesito sofferto e sincero.
Non credo che nessuna donna desideri abortire, perché si tratta di un evento traumatico, della rinuncia ad un figlio potenziale, che (salvo condizioni eccezionali) una donna comincia ad amare da subito. Un aborto poi a gravidanza avanza avanzata, come può essere un aborto terapeutico dopo quasi sei mesi di gravidanza (è stato il caso di Veronica Lario, e del suo allora marito Silvio Berlusconi) è un vero dramma: per la madre ha tutti i problemi di un parto, e per giunta - inutile negarlo - è qualcosa di molto prossimo ad un infanticidio.
Cosa si può fare per evitare tutto questo? Non certo i divieti per legge, che porterebbero solo al rifiorire delle "mammane" e degli aborti illegali ad alto rischio per la vita e la salute della donna (oltre all'ovvia morte del feto).
Il problema è trovare dei compromessi, senza assolutismi e preclusioni schematiche. Quindi, per prima cosa, insegnare a tutti i giovani la contraccezione per evitare le gravidanze indesiderate (e ricordiamoci che la Chiesa cattolica ancora non concorda su questo. Quando ero giovane io, per ottenere che la pillola anticoncezionale fosse venduta nelle farmacie, si è dovuto lottare non poco).
Poi, fare di tutto per evitare la trasmissione di gravi malattie incurabili geneticamente trasmissibili. A questo scopo, ovvio che l'ipotesi proposta da Robyn funziona: se la malattia genetica viene trasmessa solo quando entrambi i genitori sono portatori, se l'ovulo della madre viene fecondato dallo spermatozoo di un estraneo sano, il figlio nascerà sano.
Già, nascerà sano. Ma sarà il figlio biologico solo della madre. E non pensi che forse anche il padre vorrebbe poter generare un figlio suo, sano?
Allora, o proponi di vietare che un uomo ed una donna portatori della stessa malattia genetica si sposino, oppure consenti loro di praticare la fecondazione assistita CON diagnosi preimpianto. Alcune blastocisti verranno eliminate? Vero, ma perché non accettare che ci sia una gradualità anche nel divenire "persona umana"?
Il preembrione è una persona solo in potenza. Mi sembra giusto che venga considerato con rispetto, ma meno del rispetto dovuto a chi questo passaggio l'ha superato, diventando un embrione, e poi un bambino.
La legge pone un confine netto tra feto e bambino: cioè pone un confine netto al momento del parto, quando il feto acquista la capacità di vita autonoma, con trasformazioni fisiologiche importanti che riguardano la circolazione del sangue, la funzione del cuore e la funzionalità dei polmoni.
Perché non accettare che ci sia un analogo confine tra il preembrione prima dell'impianto e l'embrione in utero?
Come nel caso del feto e del neonato, il netto discrimine del parto non nega il valore del feto, solo gli attribuisce diritti più limitati, perché la sua vita dipende ancora in tutto da quella della madre, e in caso di conflitto è la madre a dover prevalere.
Il preembrione è un'entità con cui abbiamo a che fare solo da quando è possibile la fecondazione medicalmente assistita, poche decine di anni fa.
Prima, la gravidanza iniziava con l'impianto, ed il fatto che numerose blasticisti non riuscissero ad impiantarsi nella parete uterina della madre era del tutto ignoto.
La scienza procede, si scoprono nuovi particolari dello sviluppo della vita, bisogna aver il coraggio (e la modestia) di adattare anche le nostre convinzioni, e di graduare le nostre certezze.
Con sofferenza personale, senza delegare ad altri la risoluzione dei nostri dubbi, sulla base di schemi antichi, quando certi eventi non erano noti, e certi interventi erano impossibili.
annalu