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Articoli e Commenti dal resto del mondo

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Re: Articoli e Commenti dal resto del mondo

Messaggioda trilogy il 15/05/2012, 15:12

franz ha scritto:
trilogy ha scritto:Anche non parlando tedesco è piuttosto chiaro

Il problema non è parlarlo ... è ascoltarlo ;)
Una rapida sintesi per i non germanofoni?


ricostruisce la storia dalla creazione dell'euro ad oggi. Nelle interviste fanno emergere che si sapeva fin dall'inizio che la grecia non era in grado di partecipare alla moneta unica sulla base di valutazioni esclusivamente economiche. La scelta fu fatta per considerazioni politiche, l'importanza politica dell'unità europea ha prevalso sulla razionalità economica.Con queste premesse il patto di stabilità non poteva funzionare.
Poi il documentario evidenzia un paese dove emergono, lavoro nero, corruzione, nepotismo, evasione fiscale, caos amministrativo (l'immagine con i faldoni accatastati nei carrelli del supermercato e nelle buste dell'immondizia, è presa al ministero delle finanze), Un paese dove a comandare veramente sono pochi grandi ricchi.
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Re: Articoli e Commenti dal resto del mondo

Messaggioda franz il 15/05/2012, 17:39

trilogy ha scritto:ricostruisce la storia dalla creazione dell'euro ad oggi. Nelle interviste fanno emergere che si sapeva fin dall'inizio che la grecia non era in grado di partecipare alla moneta unica sulla base di valutazioni esclusivamente economiche. La scelta fu fatta per considerazioni politiche, l'importanza politica dell'unità europea ha prevalso sulla razionalità economica.Con queste premesse il patto di stabilità non poteva funzionare.
Poi il documentario evidenzia un paese dove emergono, lavoro nero, corruzione, nepotismo, evasione fiscale, caos amministrativo (l'immagine con i faldoni accatastati nei carrelli del supermercato e nelle buste dell'immondizia, è presa al ministero delle finanze), Un paese dove a comandare veramente sono pochi grandi ricchi.

Questa è una parte (vera) della storia.
Esiste un'altra perte, non detta ma altrettanto vera.
La Grecia entrando nell'euro ha avuto un periodo d'oro, culminato con le olimpiadi (inizio anche della caduta). In pratica ha approfittato delle moneta forte ed è stata quindi innondata di soldi, molti di piu' di quelli che si sarebbe potuta permettere con la vecchia dracma. Inoltre hanno fatto debiti a go-go, contando sulla solidità dell'euro. I tanti soldi che avevano (vuoi per le spese a debito vuoi per i soldi "forti" in tasca) hanno sicuramente sostenuto la domanda e lo hanno fatto cosi' tanto che le importazioni sono cresciute, perché la produzione interna non ce la faceva a sostenere la domanda. Ma tutto questo cosa ha creato? Il deserto. Il nulla. Un chiaro segnale che le famose "politiche di sostegno della domanda" (fatte di bassi tassi di interesse, debito pubblico, denaro facile) non producuno alcuna crescita (come invece viene sostenuto da chi oggi le propone come ricetta per la crescita). Anzi creano bolle che poi scoppiano rovinosamente.

Ma questa è ormai storia, che appartiene al passato e va capita per evitare simili errori nel futuro.
Il problema è il domani: le scelte drammatiche che il popolo greco deve prendere, evitando di riproporre le farse di questi mesi.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AaovUirE
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Re: Articoli e Commenti dal resto del mondo

Messaggioda trilogy il 21/06/2012, 12:44

the Asymptotes of Power

lo studio orginale in inglese (36 pagine)
http://bnarchives.yorku.ca/336/02/20120 ... r_rwer.pdf

commento in inglese
http://www.zerohedge.com/news/chart-scares-1-most

una mediocre sintesi in italiano :oops:

I capitalisti sono stati presi dalla 'paura sistemica' . Quello che li preoccupa non è la crescita, l’occupazione, profitti, ma di 'perdere la loro morsa (grip') nella distribuzione del potere e della ricchezza.

Un articolo della Real-World Review Economics sulle Asintoti del potere si concentra sul fatto che i capitalisti sono costretti a rendersi conto che il loro sistema potrebbe non essere eterno , e che non può sopravvivere nella sua forma attuale. Secondo gli autori, la parte più ricca del paese si sta rendendo conto che per mantenere (o aumentare ulteriormente) il loro potere distributivo (la loro quota di utile netto del reddito nazionale - che ha raggiunto livelli record) dovranno scatenare dosi sempre più elevate di “violenza” sociale sulle classi inferiori. L'alto livello di forza che già si applica li rende sempre più timorosi della reazione che possono incontrare ( In Europa in misura minore) .
Questo rapporto di forza tra i capitalisti più ricchi e i segmenti sociali più deboli è molto evidente nella correlazione incredibile tra la crescita della quota parte di ricchezza nazionale in mano al 10% più ricco e la percentuale della forza lavoro in carcere. Attualmente quasi il 5% della forza lavoro statunitense è in carcere. Questa è la più alta percentuale al mondo, così come nella storia degli Stati Uniti. (Vedi grafico sotto)

Durante gli anni 1930 e 1940, questo livello si è rivelato l'asintoto del potere capitalistico: ha innescato una crisi sistemica, il riordino completo della politica economia degli Stati Uniti, e un brusco calo nel potere dei grandi capitalisti con una riduzione delle disuguaglianze .

C'è, naturalmente, molto disaccordo sul perché il sistema è a rischio. Le spiegazioni coprono l'intero spettro ideologico : dall'estrema destra, ai liberali, ai keynesiani, all'estrema sinistra. Alcuni accusano il governo della eccessiva regolamentazione, mentre altri dicono che non abbiamo bisogno di più regole. C'è chi parla di speculazione e di bolle finanziarie, mentre altri indicano problemi di natura fondamentale. Alcuni accusano l'aumento eccessivo del debito, mentre altri la carenza di credito. Ci sono quelli che individuano i punti deboli in particolari settori o paesi, mentre altri sottolineano il ruolo degli gli squilibri globali. Alcuni analisti vedono la causa principale nell’ insufficienza della domanda, mentre altri ritengono che la domanda è eccessiva. Mentre per alcuni la maledizione del nostro tempo sono gli avidi capitalisti, per altri sono i diritti della popolazione. L'elenco potrebbe continuare.
Ma il disaccordo è per lo più sulla superficie. Spogliato dei suoi dati tecnici e le inclinazioni politiche, tutte le spiegazioni esistenti condividono due basi comuni: la dualità di economia e politica: politica contro l'economia' e la dualità in economia di 'reale vs nominale ' e tutti guardare indietro, non avanti.

Come conseguenza di queste basi comuni, tutte le spiegazioni esistenti, indipendentemente dal loro orientamento, sembra essere d'accordo sui tre punti seguenti:
1. L'essenza della crisi attuale è 'economica': la politica ha certamente un ruolo (buono o cattivo, a seconda del particolare punto di vista ideologico), ma la causa principale risiede nell'economia.

2.La crisi è amplificata da una mancata corrispondenza tra gli aspetti 'reali' e nominale' dell'economia: i processi reali di produzione e punti di consumo in senso negativo, e questi sviluppi negativi sono ulteriormente aggravati dal l'inflazione e la deflazione di indebita finanziaria nominale bolle di cui non sincronizzato espansione e contrazione fanno peggiorare la situazione.

3. La crisi affonda le sue radici nei nostri peccati passati. Per lungo tempo abbiamo lasciato che l 'economia reale' si indebolisse, le 'bolle della finanza' si gonfiassero e 'le distorsioni della politica si accumulassero. Così facendo, abbiamo minato la crescita dell'economia e l'accumulazione di capitale, e poiché, secondo i sacerdoti dell'economia, i peccatori devono pagare per le loro cattive azioni, non c'è modo per noi di sfuggire al castigo che giustamente meritiamo .
Anche se non ci sono regole certe è dubbio che questa punizione di massa possa essere ulteriormente incrementata senza conseguenze altamente destabilizzanti..

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Re: Articoli e Commenti dal resto del mondo

Messaggioda franz il 21/06/2012, 15:45

Come conseguenza di queste basi comuni, tutte le spiegazioni esistenti, indipendentemente dal loro orientamento, sembra essere d'accordo sui tre punti seguenti:
1. L'essenza della crisi attuale è 'economica': la politica ha certamente un ruolo (buono o cattivo, a seconda del particolare punto di vista ideologico), ma la causa principale risiede nell'economia.

No. Certo io non sono nessuno ma sul primo punto non sono affatto d'accordo.
La crisi è politica perché è crisi che la politica ha di gestire l'ecnomia o di tentare di farlo.
L'economia in sé è la somma dei comportamenti di centinaia di milioni di produttori di beni e servizi e di miliardi di consumatori. La politica invece è la risultante delle decisoni alterne di un centinaio di governi e di banche nazionali (che governano il valore della moneta), alcune delle quali potentissime. La politica nei 40 paesi occidentali governa (male) dal 40 al 50% del PIL mentre i milioni di produttori e consumatori governano in modo casuale la differenza.
L'essenza delle crisi è nel governo politico dell'economia e dlela moneta, chi soffre ovviamente è l'economia, quindi tutti noi come consumatori e produttori di beni e servizi.
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Re: Articoli e Commenti dal resto del mondo

Messaggioda flaviomob il 21/06/2012, 21:25

Una mediocre sintesi per immagini...

https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hp ... 6512_n.jpg

Qualcosa di più serio:

http://www.emilianobrancaccio.it/2012/0 ... -dalleuro/

Una strategia per uscire dall'euro


....Il materialismo storico ci insegna che non esiste un processo oggettivo in termini assoluti, come pure non esiste una decisione politica in termini assoluti. In linea di principio potrebbe anche accadere che i cittadini degli stati europei maggiormente in difficoltà accettino passivamente le conseguenze della permanenza ad ogni costo nella zona euro. Essi cioè potrebbero accettare passivamente che i propri paesi subiscano quello che Krugman ha definito un processo di “mezzogiornificazione”. Vale a dire, distruzione di interi tessuti produttivi, con moltissime imprese che falliscono o vengono acquisite da soggetti esteri, crescita ulteriore della disoccupazione e fenomeni migratori di massa. Questa “mezzogiornificazione” dei paesi periferici è già in atto, del resto. Essa rappresenta l’altra faccia della medaglia di quel meccanismo di egemonizzazione tedesca attraverso il quale si vorrebbe fare dell’Unione europea una sorta di “grande Germania”. Il problema è capire se tale processo possa andare avanti senza incontrare ostacoli. Considerate le sue contraddizioni interne, mi sembra improbabile che una dinamica di questo tipo possa verificarsi senza sommovimenti negli assetti politici. Le forze politiche che invocano l’uscita dall’euro già ci sono in molti paesi, e i consensi a loro favore crescono in misura significativa. A meno di profondi cambiamenti nella politica economica europea, c’è motivo di ritenere che a un certo punto le forze anti-euro prevarranno.
...


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Re: Articoli e Commenti dal resto del mondo

Messaggioda trilogy il 26/06/2012, 15:30

franz ha scritto:
Come conseguenza di queste basi comuni, tutte le spiegazioni esistenti, indipendentemente dal loro orientamento, sembra essere d'accordo sui tre punti seguenti:
1. L'essenza della crisi attuale è 'economica': la politica ha certamente un ruolo (buono o cattivo, a seconda del particolare punto di vista ideologico), ma la causa principale risiede nell'economia.

No. Certo io non sono nessuno ma sul primo punto non sono affatto d'accordo.
La crisi è politica perché è crisi che la politica ha di gestire l'ecnomia o di tentare di farlo.
L'economia in sé è la somma dei comportamenti di centinaia di milioni di produttori di beni e servizi e di miliardi di consumatori. La politica invece è la risultante delle decisoni alterne di un centinaio di governi e di banche nazionali (che governano il valore della moneta), alcune delle quali potentissime. La politica nei 40 paesi occidentali governa (male) dal 40 al 50% del PIL mentre i milioni di produttori e consumatori governano in modo casuale la differenza.
L'essenza delle crisi è nel governo politico dell'economia e dlela moneta, chi soffre ovviamente è l'economia, quindi tutti noi come consumatori e produttori di beni e servizi.


In un certo senso è il gatto che si morde la coda. La crisi è dentro l'economia e la politica non riesce a porvi rimedio.
La crisi è strutturale perchè è una crisi da "distribuzione del reddito". I derivati, l'indebitamento degli Stati e delle famiglie sono solo una conseguenza di un meccanismo a monte. L'appropriazione di quote crescenti del reddito nazionale da parte di una ristretta fascia della popolazione è alla base della crisi. Negli anni 30-40 ci furono delle riforme, non solo perchè il mondo era sprofondato nella deflazione del 29, ma anche perchè c'era lo spettro dell'URSS e bisognava arginare la diffusione dell'ideologia comunista. Nei dibattiti dell'epoca, al Parlamento USA ci furono celebri interventi di uomini di destra che chiedevano più welfare per non lasciare i lavoratori americani preda del comunismo.
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Re: Articoli e Commenti dal resto del mondo

Messaggioda franz il 26/06/2012, 21:39

trilogy ha scritto:In un certo senso è il gatto che si morde la coda. La crisi è dentro l'economia e la politica non riesce a porvi rimedio. La crisi è strutturale perchè è una crisi da "distribuzione del reddito".

Che sia un gatto che si morde la coda sono d'accordo, come allegoria che spiega come economia e politica siano interconnessi e come la politica nel tentativo di porre rimedio ai danni che lei stessa crea al sistema economico faccia ulteriori disastri.
Non sono affatto d'accordo invece con la tesi (tutta da dimostrare) che il problema sia la distribuzione del reddito. E su questo anche lo stesso Krugman, da buon keynesiano che guarda alla domanda aggregata, diceva che la tesi è infondata e che per lui per - quanto ne sa - l'economia mondiale potrebbe funzionare benissimo con un super ricco che compra tutto e miliardi di lavoratori sottopagati. Appunto: quello che conta è la domanda aggregata. E tra l'altro ci sono molti indicatori che indicano come la distribuzione del reddito sia migliorata, non peggiorata, a livello mondiale.
Per me invece è una crisi di regolazione ad opere delle varie politiche (economiche e soprattutto monetarie) nazionali.
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Messaggioda franz il 26/06/2012, 22:39

‘Na compagnía de amïxi s’assetta pe çenâ inte’n restorante ou bordu d’u mâ.

Primm-a de comandâ, i sun týtti d’accordiu che ciaschedun u paghià u seu cuntu. Quarchedun u comanda âgoste e champagne, ätri i comandan insalatta in cundiggiùn e ægua San Pelegrìn. Insciâ fin, quelli ch’àivan mangiòu l’ägosta s’accorzen de no avéi e palanche bastanti pe pagâ a seu parte d’u cuntu e pe desbelinâse i domandan de dividde u cuntu tra týtti i amïxi d’in gïu â töa, inclýsi quelli ch’àivan comandòu l’insalatta in cundiggiùn.

Ma a questi ýrtimi ghe gîa u belin e dîxan: mancu p’ou belin e mancu pe duî.

Morâle de-a fôa: viâtri ou seu postu, ve sentiêsci de dagghe tòrtu? Ascì se lê i ne indicassen a via de-a coxinn-a pe aggiuttâ u striggiun a lavâ i ciatti e-e pignatte pe quarche tenpu?

Zà che questa, õ figgeu, a l’é a mainêa ciý sencia pe inlustrâ a crixi de-i poffi “sovrani” de-a zona euro…

Traduzione su: http://www.chicago-blog.it/2012/06/26/l ... n-zeneize/
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Re: Articoli e Commenti dal resto del mondo

Messaggioda flaviomob il 27/06/2012, 0:12

E' strano, ma in un paese in cui i ceti medio e basso continuano a stare peggio da dieci anni a questa parte, io non mi sono proprio accorto che la gente mangiasse aragoste...


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Re: Articoli e Commenti dal resto del mondo

Messaggioda franz il 27/06/2012, 8:16

flaviomob ha scritto:E' strano, ma in un paese in cui i ceti medio e basso continuano a stare peggio da dieci anni a questa parte, io non mi sono proprio accorto che la gente mangiasse aragoste...

Le allegorie servono per far riflettere (per esempio sulla spesa pubblica), non per entrare nel merito dell'allegoria stessa (le aragoste). In fondo la storiella in genovese ci illustra una cosa su cui siamo sempre stati d'accordo e cioè che non è corretto privatizzare gli utili e collettivizzare i debiti. Anche se naturalmente a chi ha tanti debiti fa comodo poterli condividere con altri.
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