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la farsa all'italiana delle Autorità "indipendenti"

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Altro che Agcom, Parassitaggio della partitocrazia in perife

Messaggioda franz il 09/06/2012, 14:59

Altro che Agcom. Il vero parassitaggio della partitocrazia è in periferia
Alberto Crepaldi - 8 giugno 2012

Ci si è indignati per le spartizioni alle due Authorities. Giustamente. Ma i più ignorano come la vera polpa, che la partitocrazia addenta con voracità, è lontana da Roma. È infatti sulle 5 mila e più aziende partecipate da Comuni, Province, Regioni, che la politica esercita da anni il proprio parassitaggio. Piazzando i propri uomini nei relativi consigli di amministrazione; utilizzando i cda come camera di compensazione degli appetiti dei diversi partiti e delle diverse correnti in seno ad essi; collocandovi trombati o politici a fine corsa; facendo assumere cani e porci in posti di comando, indipendentemente dal possesso delle necessarie competenze; ordinando agli organismi direttivi asserviti, specie in periodo pre-elettorale, di reclutare o stabilizzare decine o centinaia di nuove “leve”. Ciò per chiamata diretta e discrezionale e non per pubblico concorso, come forse dovuto per il fatto di essere società in mano pubblica.

Di qui le definizioni, assai calzanti, di poltronifici, vacche da mungere, carrozzoni, che vengono sovente usate per inquadrare, in particolare, le ex municipalizzate. Trasformate solo formalmente in società private, seppur controllate dal pubblico, sono terra di conquista dei vari potentati politici locali. Nessuno dei veri o presunti grandi denunciatori di misfatti pubblici e di sprechi - da Sergio Rizzo del Corriere a Milena Gabanelli di Report -, si è mai avventurato nel mare aperto di queste realtà para-politiche. Che dunque rimangono al grande pubblico tragicamente oscure. Ogni tanto ci viene data in pasto qualche notiziola relativa a piccoli scandali di assunzioni di amici e di amici degli amici. E di conseguenti aperture di inchieste, di cui poi si perdono puntualmente le tracce. L’ultimo caso del genere è accaduto a Roma con l’Atac. Vi ricordate la parentopoli che ha investito in pieno Alemanno? Tanto clamore, poi l’oblio.

I più ignorano il problema dei problemi: questo esercito di 5 mila società controllate dalla politica, in tantissimi casi è centro di spartizione affaristica, strumento di foraggiamento dei partiti, palese ed a volte occulto, nonché occasione di ulteriore sperpero di denaro pubblico. Si tratta peraltro di un mondo granitico, ossia refrattario ad ogni piccolo o grande cambiamento. Nel senso che, guarda caso, resiste da almeno un decennio, ad ogni alito di vento riformatore, che possa portare con sé lo sradicamento di esso dalle logiche parassitarie a cui la politica in troppi casi lo ha condannato. Basta leggere il famoso decreto sulle liberalizzazioni del governo Monti per capire come anche questa non sarà la volta buona in cui prevarrà il mercato sul mercimonio della politica. Previa frequentazione di un corso accelerato di "scasinamento" linguistico, il decreto chiarisce come, ancora una volta, la lobby rappresentata dagli amministratori locali e dalle società di gestione di servizi pubblici locali può cantare vittoria, ma soprattutto tirare un sospiro di sollievo.

Non è bene fare di tutta l'erba un fascio, come si suol dire. Perché ci sono utilities che tendono a fare impresa sul serio, sono gestite da manager capaci e macinano utili, nonostante le azioni di disturbo della politica che piazza incompetenti assoluti dentro i Cda.

È il caso di Hera, ad esempio, che, nonostante sia guidata da un capace “boiardo” di Stato, rimane però ancora un assumificio in mano alla politica, Dove peraltro e come si legge trasparentemente nel sito della società, “tutte le categorie dei dipendenti Hera hanno percepito una retribuzione […] media che supera i minimi contrattuali di una quota pari al 60% per i quadri, pari al 66% per gli impiegati e pari al 45% per gli operai. E dove i dirigenti hanno uno stipendio medio pari a 9528 euro, a fronte di uno stipendio minimo contrattuale pari a 4385 euro. Pago da bere a chi mi trova stipendi di tale tenore in aziende realmente private e soprattutto di questi tempi!

Ben diversa è la situazione nella già citata Atac, che anche quest’anno ha chiuso con una perdita: 180 milioni di euro, contro i 319 milioni di euro nel 2010. Il fatto che Atac si trovi da diverso tempo sull’orlo del baratro non ha impedito ad Alemanno di consentire il reclutamento, come è noto, di un bel po’ di amici e conoscenti. In tutti circa 850 assunzioni tra il 2008 ed il 2010: generi, nipoti, parenti, coniugi di assessori, dirigenti e sindacalisti. Compresa una ballerina da discoteca, diventata assistente personale del direttore industriale. Ma il precarissimo equilibrio di Atac non ha ostacolato anche a passate amministrazioni, di distribuire poltrone a destra ed a manca (per la verità molto a sinistra ed al centro!), salatamente retribuite. 585 mila euro l’anno è il compenso del direttore generale di Atac Patrimonio; il guadagno del direttore generale di Atac è invece pari a 280 mila euro, mentre quello dell’Ad ammonta a 352 mila euro; l’ex assistente dell’ex Ad è stata promossa di recente dirigente con una stipendio annuo da 240 mila euro. Sono cifre da capogiro, insomma, che vengono per giunta elargite a prescindere dal raggiungimento almeno del pareggio di bilancio.

Se da Roma risaliamo l’Italia e giungiamo nella laboriosa Lombardia, desta interesse il caso di A2A, la multiutility dell’energia nata dalla fusione tra la milanese AEM e la bresciana ASM. Dalla integrazione avrebbe dovuto nascere un colosso. Si è assistito, invece, oltreché a clamorosi fallimenti strategici (il caso Edison è ancora fresco), alla creazione di un disavanzo pari a 420 milioni di euro, all’aumento dei costi per il personale a quota 558 milioni di euro, ma soprattutto a colossali operazioni spartitorie. A2A sta cercando in queste settimane di uscire dalla disastrosa gestione di Giuliano Zuccoli, uomo di fiducia della Moratti, recentemente scomparso. Ma ancora la politica stenta a mettere da parte i propri vizi peggiori. Cosicchè si scopre, come ha riportato anche Linkiesta, che il candidato del Comune di Brescia al ruolo di vicepresidente del consiglio di sorveglianza di A2A, privo com’è di particolari competenze in materia, si candida in quanto “figlio dell’avvocato Amilcare Di Mezzo, professionista ed imprenditore bresciano e di Gnutti Giuliana, figlia di Cesarino Gnutti, capostipite della notissima famiglia di imprenditori della Valle Trompia”. Un caso imbarazzante, insomma, ma che in realtà costituisce in tanti casi di cooptazione una regola d’oro seguita dalla partitocrazia. A citare altri casi simili si riempirebbero pagine e pagine.

Il finale del post non può che essere dedicato alla Sicilia, terra che amo, pregna com’è di storia e di una umanità davvero speciale. Ma la Sicilia è anche la terra delle più sperticate lottizzazioni clientelari. Come quelle che hanno riguardato l’ “Amia”, l’azienda della nettezza urbana di Palermo, che, come ha ricordato recentemente Leoluca Orlando, è stata “negli anni novanta il fiore all’occhiello delle società partecipate del comune di Palermo”. Negli anni successivi, quelli in particolare dell’amministrazione Cammarata, è successo di tutto: l’Amia è passata da 1000 a 3000 dipendenti; sono stati assunti 200 contatombini ed altri 200 sono stati ingaggiati per controllare i conta tombini; le perdite sono salite a più di 200 milioni di euro, al punto che è arrivato un commissario.

Tutto questo accade nel sostanziale silenzio mediatico. Anzi, forse, nella complice silenziosa approvazione di chi, anche dalle colonne dei principali media, si è tanto battuto per la “privatizzazione”, l'apertura al mercato delle ex-municipalizzate. Perché poi le spartizioni locali non fanno notizia. Ma soprattutto perché richiede un bel po’ di fatica ed anche una buona dose di fegato ricostruire e denunciare la trama del potere politico, che si appropria di società e le usa arrogantemente come fossero cosa propria.

Nella consapevolezza che lo snodo con cui gestire ed alimentare il consenso saranno sempre più le ex municipalizzate, più che le esangui casse degli enti locali.

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/blogs/cazza-la- ... z1xIhFWsj2
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Re: la farsa all'italiana delle Autorità "indipendenti"

Messaggioda ranvit il 09/06/2012, 16:14

Questo è il vero scandalo della politica!!!

Una marea di mestieranti della politica che non saprebbero gestire neanche una piccola impresa sono nei Cda o nella dirigenza di medio-grandi municipalizzate!!!

Chi deve intervenire? E perchè non lo fa? :oops: :oops: :oops:

Che dice Bersani? e Vendola? e Di Pietro e Civati?

E' necessario un forte federalismo, una Repubblica semipresidenziale monocamerale ed un sistema elettorale a doppio turno....altrimenti meglio votare M5S!!!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: la farsa all'italiana delle Autorità "indipendenti"

Messaggioda pianogrande il 09/06/2012, 16:45

E' necessario un forte federalismo, una Repubblica semipresidenziale monocamerale ed un sistema elettorale a doppio turno....altrimenti meglio votare M5S!!!
Ranvit

Come combattere la disonestà, gli abusi etc?
Chi far diventare "forte"?
Come equilibrare questa forza?
Non sono il federalismo o il presidenzialismo o la pena di morte che fanno diventare oneste le persone.

Neanche Grillo fa diventare oneste le persone.

Lo dico non per rassegnazione, tutt'altro, ma per non perdere di vista il problema.

Ragazzi.
Vogliamo tutti la stessa cosa ma sarà durissima (e lunghissima).

N.B. Sono comunque un sostenitore del doppio turno e del sistema monocamerale.
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Re: la farsa all'italiana delle Autorità "indipendenti"

Messaggioda ranvit il 09/06/2012, 17:44

Non sono il federalismo o il presidenzialismo o la pena di morte che fanno diventare oneste le persone.


Non è questo il problema!
Di persone oneste e non oneste ce ne sono in Italia piu' o meno tante quante quelle di qualsiasi altro Paese al Mondo!

Il punto è la cialtroneria ed il plebeismo che in Italia (un po' piu' al Sud...) abbondano e sono figlie della mancanza di uno Stato istituzionalmente ed eticamente forte. Restando in Europa la Storia ci riporta molti esempi (anche l'Italia del Nord ne ha beneficiato....). I popoli diventano maggiormente rispettosi delle regole quando vi sono "costretti". Noi abbiamo avuto decine di staterelli deboli. Poi la Chiesa cattolica con tutte le sue doppiezze, ambiguità e bizantinismi. I Savoia che dell'Italia se ne fottevano (in particolare del Sud lasciato nella povertà piu' schifosa e quindi fonte di ulteriore servilismo, plebeismo e cialtroneria...del resto indispensabile per sopravvivere) ed infine il fascismo (che pure in parte ha svolto un'azione da Stato forte....c'era allora molto piu' rispetto per le regole almeno a livello popolare...ma è durato poco e soprattutto era eticamente deplorevole con le sue classi dirigenti corrotte e clownesche).

Oggi come oggi le classi politiche di tutti Partiti sono ampiamente pervase di tale cialtroneria e plebeismo: non c'è alcun rimedio! Se non la totale "mandata a casa" di tutti....e questo si potrebbe (....) ottenere, per via democratica, o con una rivoluzione istituzionale (semipresidenzialismo, impianto monocamerale, doppio turno elettorale e un forte federalismo) ad opera di un sussulto decente di alcuni esponenti dei Partiti attuali o con la vittoria di una forza politica "barbara" come il M5S che provocherebbe un totale rinnovo delle classi politiche!
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Re: la farsa all'italiana delle Autorità "indipendenti"

Messaggioda Robyn il 09/06/2012, 18:33

Bisogna cambiare profondamente i partirti esistenti.Sappiamo dove siamo,con il M5S non sappiamo dove finiamo.Il berlusconismo e il leghismo dovrebbe insegnarlo.La lega prometteva mari e monti e poi sappiamo come è finita.Inoltre il fenomeno del parassitaggio non è solo in periferia,ma è anche quello della nascita di nuovi partiti che a poco a poco con il loro populismo erodono i partiti e la democrazia"grillo e Idv per es",per colpa di debolezze strutturali sia delle istituzioni sia dei partiti ciao robyn
Ultima modifica di Robyn il 09/06/2012, 21:33, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda franz il 09/06/2012, 18:43

pianogrande ha scritto:Non sono il federalismo o il presidenzialismo o la pena di morte che fanno diventare oneste le persone.

Abbiamo varie ipotesi:
a) crediamo che una persona sia "geneticamente" disonesta, oppure anche disonesta dalla nascita, per l'ambiente culturale in cui è vissuta. Nulla la puo' cambiare. Nessuna punizione e nessun premio. Nessuna redenzione. Nessun ricupero. Se questo fosse vero, meglio il carcere a vita. Anzi, visto che costa, meglio la pena di morte. Non come deterrente (non funziona) ma per eliminare un inutile rifiuto sociale. Conto che nessuno la pensi in questo modo.
b) riteniamo che la disonestà (o meglio cadere nella tentazione disonesta) puo' essere combattuta in vari modi, essenzialmente modificando (riformando) il contesto in cui la persona tende a comportarsi in modo disonesto in uno in cui la persona tende a non comportarsi in modo disonesto.
Io sono per la soluzione b) e penso che il federalismo possa aiutare a creare quel diverso contesto, almeno per la disonestà politica. Quella sociale invece è determiana da altri fattori, legati alla crescita ed al progresso, quando sono omogenei in tutto il paese, geograficamente e socialmente. Ma anche qui il federalismo aiuta, visto che i paesi federali sono di solito agiati ed hanno minori differenze nella distribuzione della ricchezza e del reddito.

Se qualcuno conosce altri metodi e che fanno diventare oneste le persone ben venga.
Io credo che sia possibile (sono ottimista).
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Re: la farsa all'italiana delle Autorità "indipendenti"

Messaggioda pianogrande il 09/06/2012, 23:40

Sono ottimista anche io perché ci sono persone come Franz e Ranvit che ci credono.
Ce ne sono anche molte altre (mi ci metto anche io).
La mia opinione non è da rassegnato (l'ho detto).
E' solo la sensazione che sarà durissima e che non basta la formula politica per cambiare l'etica delle persone.
Detto questo, sono disposto ad accettare i rischi di cambiamenti anche traumatici purché ci sia del nuovo e purché questi falliti arroganti e sedicenti (passamela Franz) politici se ne vadano a meditare sulla loro meschinità.
Spero solo che il cambiamento avvenga in regime di concorrenza.
I partiti unici, anche se salvatori della patria (grillismo compreso) non ci daranno mai la democrazia.
Il nuovo sarebbe veramente nuovo solo se consentisse di scegliere (tra i nuovi).
Il partito del rinnovamente è una cosa vecchissima.

Mi auguro che dopo le prossime elezioni, la parola d'ordine sia: tenetevi forte!
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Re: la farsa all'italiana delle Autorità "indipendenti"

Messaggioda franz il 10/06/2012, 9:13

pianogrande ha scritto:E' solo la sensazione che sarà durissima e che non basta la formula politica per cambiare l'etica delle persone.

Bene, è chiaro che c'è chi vede nel federalismo una "formula politica" e se ha pochi contenuti allora è pure una formula vuota.
C'è invece chi, per eseprienza diretta da un ventennio e per un po' di studi e di applicazioni pratiche, vede molto di piu' che una semplice formula. E a proposito di concorrenza, nulla di meglio del federalismo, perché A puo' scegliere una soluzione diversa da B, poi si vede nei fatti quale è la migliore. Oppure sono soluzioni diverse per A e B ma ognuna è veramente la migliore per se stessa. Cosi' come A e B possono decidere, se vogliono, di cooperare e di non competere.
L'importante è la base di autonomia impositiva, perché ognuno deve fare le sue cose (buone o cattive, malefatte comprese) con i suoi soldi. E vedrai che se queste sono le condizioni, di malefatte ne avremo sempre meno perché non convengono.
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Re: la farsa all'italiana delle Autorità "indipendenti"

Messaggioda pianogrande il 10/06/2012, 11:46

Mah!
Mi fai venire una riflessione Franz.
Io temo il troppo diretto controllo sociale del federalismo.
Penso alla gente che se non è nella manica del potere locale se la passa veramente male sia per come il potere gli può nuocere che a livello di rapporti sociali condizionati dagli interessi di chi a questo potere è asservito.
Questo pensiero potrebbe nascondere il timore di una lotta più diretta quotidiana ed inevitabile perché il nemico sarebbe più reale ed incombente (più vicino di una foto sul giornale o di una comparsata a porta a porta).
Per me personalmente non ce l'ho questo timore perché sono più che vaccinato.
Presuntuosamente mi considero abbastanza forte .
Al mondo, però, ci sono anche i deboli.
Darò molta importanza a tutta questa riflessione che non è di poco conto.
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Re: la farsa all'italiana delle Autorità "indipendenti"

Messaggioda franz il 10/06/2012, 15:54

pianogrande ha scritto:Mah!
Mi fai venire una riflessione Franz.
Io temo il troppo diretto controllo sociale del federalismo.

In realtà temi il controllo sociale della democrazia, la dittatura della maggioranza.
Rischio presente in ogni ambito democratico.
Questo è un rischio a parte, che va affrontato con opportuni strumenti costituzionali che tutelino le minoranze, anche povere.
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