La crisi morde e ancora di più morderà, mentre la politica rischia di continuare nei suoi teatrini.
No! non ce la leviamo tra un capo del governo e il principale esponente dello schieramento a lui avverso, sempre più nervosi davanti alle preoccupazione e alle urla che salgono dal paese, e davanti alle magre prospettive che potranno gestire, e nemmeno ce la leviamo con le solite trovate del tempo che fu.
Il punto è quello di reagire ad una crisi che rischia di percorrere l’intera filiera dello sviluppo e che rischia di far deragliare l’intero sistema dei diritti individuali e sociali e la grande rete dei servizi pubblici, riducendo il bel paese ad una cartolina negli scenari della globalizzazione mentre i tradizionali meccanismi di tutela e rappresentanza dei diversi gruppi sociali rischiano di saltare.
Occorre ingegno organizzativo, economico e politico, a partire dalle pubbliche amministrazioni, dal mondo delle imprese e dei grandi servizi, e occorre un vero scatto delle coscienze e delle competenze.
Siccome nel PD tutti dovrebbero essere d’accordo sulla assoluta necessità di cambiare rotta davanti alla nuova situazione dimettendo vecchie abitudini e vecchi salottini, non ci rimane che pretendere che l’attività di preparazione del ciclo elettorale dei prossimi due anni sia improntata (per quanto riguarda i programmi e le candidature) a questa filosofia e a questa discontinuità.
Paolo borghi livorno x spillo di www.libertaeguale.eu 16/11/2008