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La riforma del lavoro

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 28/02/2012, 21:33

chango ha scritto:se non compete alla FIAT richiedere una riforma fiscale che favorisca gli investimenti (eppure mi parrebbe una richiesta più che sensata) non capisco perchè compete all'AD di FIAT chiedere la riforma del welfare e del mercato del lavoro.

Risulta che Marchionne abbia chiesto una specifica riforma del welfare e del mercato del lavoro?
Non mi pare.
Limitiamoci a quelle che chiede Ichino (daglianni 70) che vengono accettate dalla sinistra e dai sindacati con 10-15 anni di colpevole ritardo.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda flaviomob il 29/02/2012, 8:03

“Nella società dello spettacolo, la pubblicità rappresenta l’unica forma di verità” (Guy Debord).
E' apparso doveroso ricorrere alla famosa frase del filosofo situazionista francese, per compiere una breve riflessione su ciò che sta caratterizzando il dibattito italiano sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, sul quale non appare esagerato dire che si sta attuando un vero e proprio caso di 'pubblicità ingannevole' a danno dei cittadini/consumatori.
Chi scrive, giova precisarlo, ha una posizione, come si direbbe, ‘aperta’ sulla questione, sulla quale intende però comprenderne i reali termini di discussione.
Un primo elemento di confusione è che, nella maggior parte degli articoli giornalistici ma anche delle interviste a soggetti più ‘qualificati’, si parla dell'art. 18 come dell’articolo sulla ‘giusta causa’ del licenziamento...Verità del tutto parziale, in quanto l'articolo parla di ben 3 modalità di licenziamento, di cui solo una è definita ‘giusta causa’ (quella più grave, che giustifica il licenziamento ‘in tronco’ del lavoratore per gravi azioni commesse dallo stesso), mentre le altre due fanno riferimento a più blandi casi di 'giustificato motivo', di natura soggettiva (per azioni commesse dal lavoratore meno gravi del primo caso) o di natura oggettiva (per motivi economico/organizzativi dell'azienda). Quindi è sempre bene ricordare che, quando si parla indistintamente di ‘art.18’, si parla sempre di tre forme di licenziamento, molto diverse tra loro per gravità e presupposti.
Inoltre, l’art. 18 viene richiamato (da illustrissimi protagonisti del dibattito, come il Prof. Pietro Ichino e la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia) anche nei casi di ‘licenziamento discriminatoro’, per il quale, tutti dichiarano, la tutela del 18 ‘sarà mantenuta’... Peccato però che i casi di licenziamento discriminatorio non hanno affatto bisogno della tutela dell’art.18, atteso che tali licenziamenti sono radicalmente nulli per contrarietà a norme di Legge, la cui illegittimità esula pertanto dai motivi e dai limiti dell’applicazione dell’articolo dello Statuto... Un altro clamoroso caso, quindi, di ‘pubblicità ingannevole’ nell’impostazione del dibattito.
Altra clamorosa ‘bufala’, è quella per la quale la modifica dell'art. 18 “la pretenderebbe l'Unione Europea”. Anche in questo caso, si gioca artatamente sui diversi significati dell’art.18, e non si specifica che l'U.E. ha effettivamente chiesto quali strumenti l’Italia intendesse adottare per modificare i “licenziamenti per motivi economici” (lettera del novembre 2011 del commissario europeo Ollin Rehn, punti 17-21 del questionario allegato)... Anche in questo caso, dunque, è evidente che la questione sia relativa solo ad uno (licenziamento per giustificato motivo oggettivo) dei tre casi previsti dall'articolo: ma allora perché si parla sempre della modifica, quando non dell’abolizione, dell’art. 18 tutto intero, senza fare alcuna distinzione tra le sue diverse accezioni?
Altra forma di ‘pubblicità scorretta’ è poi quella relativa alla vulgata per la quale la tutela reale non esisterebbe in altri paesi dell'Europa... Che esista pacificamente in paesi come la Francia e la Germania, in Slovenia e nella Repubblica Ceca, appare argomento sufficiente per porre nel nulla questa vera e propria falsa notizia, peraltro di per sé non certo dirimente della questione (anche qualora fossimo gli unici ad avere tale tipo di tutela)?
Se poi passassimo alle motivazioni, diciamo così, ‘economiche’ poste alla base di un possibile intervento di modifica, secondo le quali la presenza dell’art.18 osterebbe ad una maggiore offerta di lavoro da parte delle aziende, sono state anch’esse recisamente sconfessate dal sondaggio Unioncamere - Excelsior del dicembre 2011 (consultabile sul sito Unioncamere.it), in cui è emerso come a malapena l’1% dei centomila imprenditori intervistati ha addotto ‘altri motivi’ di mancata crescita, tra cui potrebbe figurare anche l’applicazione dell’art.18. Al contrario, è emerso invece che il tasso maggiore di assunzione avviene sempre nelle aziende con più di 15 dipendenti, e quindi lì dove viene applicata la tutela dell’articolo incriminato...
Così come, ultimo argomento apparentemente ‘tecnico’ ma del tutto inverificabile, è quello secondo il quale, con la modifica dell’art.18, si avrebbe una tutela più ‘equilibrata’ tra i lavoratori c.d. ‘precari’ (‘poco tutelati’) e quelli con contratti ‘stabili’ (‘troppo tutelati’)… Anche in questo caso, oltre ad un’ennesima valutazione non analitica dei molteplici aspetti dell’articolo, si assiste ad un argomento non solo generico e non verificabile, ma ad un vero e proprio indimostrato ‘assunto’ ideologico, oltre che, lo si permetta, ad un odioso ed irresponsabile fomentare di uno scontro tra categorie di lavoratori di cui, in questi tempi, se ne farebbe volentieri a meno…
La ‘pubblicità ingannevole’ viene rigidamente sanzionata come pratica illegittima all’interno di un sistema di mercato, non tanto per motivi relativi alla ‘correttezza’ o meno di un comportamento contrattuale (principio generale valido in ogni rapporto commerciale), ma soprattutto in quanto è in grado di condizionare – su larga scala - la libera determinazione, e quindi la volontà, nelle scelte economiche dei soggetti destinatari di tale pratica.
Se, all’interno di un importante dibattito economico, culturale e politico, le informazioni che vengono diffuse alla cittadinanza hanno la caratteristica di essere imprecise, parziali, lì dove non palesemente false, lo stesso dibattito sarà falsato, fondandosi su elementi non corrispondenti al vero, come di conseguenza falsate saranno la libera determinazione ed il libero convincimento dei cittadini.
Se si ripulisse, dunque, l’importante dibattito sull’art. 18 dello Statuto dei lavoratori di tutte le ‘imprecisioni’, diciamo così, sopra descritte, si è certi che si compirebbe un importante passo in direzione della necessaria trasparenza per una corretta e consapevole formazione dell’opinione pubblica.
Ma forse il punto è proprio questo: siamo sicuri che tutti ne siano interessati?

Avv. Antonello Polito

http://avvertenze.aduc.it/articolo/arti ... _20027.php


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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda chango il 29/02/2012, 11:45

franz ha scritto:
chango ha scritto:se non compete alla FIAT richiedere una riforma fiscale che favorisca gli investimenti (eppure mi parrebbe una richiesta più che sensata) non capisco perchè compete all'AD di FIAT chiedere la riforma del welfare e del mercato del lavoro.

Risulta che Marchionne abbia chiesto una specifica riforma del welfare e del mercato del lavoro?
Non mi pare.
Limitiamoci a quelle che chiede Ichino (daglianni 70) che vengono accettate dalla sinistra e dai sindacati con 10-15 anni di colpevole ritardo.


Risulta che Marchionne, recentemente, abbia indicato come codizioni per rimanere in Italia la riforma del welfare (anzi il ridimensionamento, ed è un indicazione di direzione) e del mercato del lavoro.
sulle troppe tasse sugli utili neanche un cenno.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 29/02/2012, 12:25

Cioè Marchionne dice che dobbiamo fare anche noi riforme come hanno fattto la Germania, la Svezia, Olanda e Danimarca (ed in piccola parte anche la Francia) ed ora anche la Spagna? Bene, chiunque lo dica ha ragione.
Solo un'ottusa sinistra preistorica e una destra sociale antidiluviana possono essere in disaccordo.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda chango il 29/02/2012, 12:57

franz ha scritto:Cioè Marchionne dice che dobbiamo fare anche noi riforme come hanno fattto la Germania, la Svezia, Olanda e Danimarca (ed in piccola parte anche la Francia) ed ora anche la Spagna? Bene, chiunque lo dica ha ragione.
Solo un'ottusa sinistra preistorica e una destra sociale antidiluviana possono essere in disaccordo.


peccato che Marchionne non abbia detto questo e visto l'idea che ha delle relazioni industriali e di competitività quelli sono proprio gli ultimi paesi che ha in mente.
perchè che Marchionne voglia un sistema di relazioni industriali di tipo statunitense (con ciò che ne consegue in termini di mercato del lavoro) piuttosto che tedesco o nord europeo spero che sia almeno chiaro.

il ridimensionamento del sistema di welfare,poi, più che una riforma che modernizzi, ampliando le tutele e gli istituti di sostegno al lavoratore, sembra un'idea di riduzione del sistema di welfare, visto che ridimensionamento nella lingua italiana ha questo come suo principale significato.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda matthelm il 29/02/2012, 14:06

chango ha scritto:peccato che Marchionne non abbia detto questo e visto l'idea che ha delle relazioni industriali e di competitività quelli sono proprio gli ultimi paesi che ha in mente.
perchè che Marchionne voglia un sistema di relazioni industriali di tipo statunitense (con ciò che ne consegue in termini di mercato del lavoro) piuttosto che tedesco o nord europeo spero che sia almeno chiaro.

il ridimensionamento del sistema di welfare,poi, più che una riforma che modernizzi, ampliando le tutele e gli istituti di sostegno al lavoratore, sembra un'idea di riduzione del sistema di welfare, visto che ridimensionamento nella lingua italiana ha questo come suo principale significato.


Perché Camusso & landini & fiom vogliono un sistema di relazioni industriali tedesco o nord europeo? Cosa mi tocca leggere.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda chango il 29/02/2012, 14:34

matthelm ha scritto:
chango ha scritto:peccato che Marchionne non abbia detto questo e visto l'idea che ha delle relazioni industriali e di competitività quelli sono proprio gli ultimi paesi che ha in mente.
perchè che Marchionne voglia un sistema di relazioni industriali di tipo statunitense (con ciò che ne consegue in termini di mercato del lavoro) piuttosto che tedesco o nord europeo spero che sia almeno chiaro.

il ridimensionamento del sistema di welfare,poi, più che una riforma che modernizzi, ampliando le tutele e gli istituti di sostegno al lavoratore, sembra un'idea di riduzione del sistema di welfare, visto che ridimensionamento nella lingua italiana ha questo come suo principale significato.


Perché Camusso & landini & fiom vogliono un sistema di relazioni industriali tedesco o nord europeo? Cosa mi tocca leggere.


se gli offri la co-gestione è probabile che la prendano.
perchè non provare?
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda franz il 29/02/2012, 15:00

chango ha scritto:il ridimensionamento del sistema di welfare,poi, più che una riforma che modernizzi, ampliando le tutele e gli istituti di sostegno al lavoratore, sembra un'idea di riduzione del sistema di welfare, visto che ridimensionamento nella lingua italiana ha questo come suo principale significato.

Perché? Cosa credi sia successo in Svezia e Germania?
se gli offri la co-gestione è probabile che la prendano.

Soldi? Ovvio che li prendano. Ma in cambio cosa danno?
Per co-gestire devi essere in grado di fornire un'intelligenza gestionale. :o
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda chango il 29/02/2012, 15:12

franz ha scritto:
chango ha scritto:il ridimensionamento del sistema di welfare,poi, più che una riforma che modernizzi, ampliando le tutele e gli istituti di sostegno al lavoratore, sembra un'idea di riduzione del sistema di welfare, visto che ridimensionamento nella lingua italiana ha questo come suo principale significato.

Perché? Cosa credi sia successo in Svezia e Germania?
se gli offri la co-gestione è probabile che la prendano.

Soldi? Ovvio che li prendano. Ma in cambio cosa danno?
Per co-gestire devi essere in grado di fornire un'intelligenza gestionale. :o


Hanno riformato dei sistemi di welfare decisamente abbondanti, modernizzandoli.
prova a ridimensionare il sistema di welfare italiano e poi vediamo se ottieni la stessa cosa.
perchè l'Italia, se vuole un sitema di welfare decente, di risorse ne deve aggiungere non togliere.

la co-gestione non sono soldi, ma la possibilità di decidere sull'organizzazione interna all'azienda.
per quanto riguarda l'intelligenza gestionale, potrebbe essere la sua prima apparizione in molte aziende italiane.
ripeto, potrebbe.
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Re: La riforma del lavoro

Messaggioda Robyn il 29/02/2012, 16:42

De Benedetti dice:vorrei il divieto di discriminazioni anche per le piccole aziende.De Benedetti non sà che questo già esiste,il divieto di discriminazione è a prescindere dal numero di dipendenti.La differenza tra le piccole e le grandi è il giustificato motivo oggettivo.La giusta causa e il giustificato motivo soggettivo sembrano confondersi.La giusta causa può riguardare il caso in cui un dipendente commette un reato oppure ha un tasso alcolemico superiore al normale e qui la giurisprudenza non ammette infrazioni.Il giustificato motivo soggettivo può riguardare le assenze ingiustificate la falsa malattia oppure mancata esecuzione di una prestazione di lavoro.Qui sono le parti che possono regolare.Infatti il gms dice espressamente che le infrazioni devono essere notevoli"avuto riguardo delle parti".La giusta causa non và toccata perche le infrazioni fatte dal lavoratore possono essere la conseguenza di un comportamento persecutorio dell'azienda.Infatti servirebbe la legge antimobbing.Le vessazioni possono indurre il dipendente a dare le dimissioni,ma se si danno le dimissioni non ci sono gli ammortizzatori.Allora esiste la possibilità di dare le dimissioni per giusta causa per non perdere gli ammortizzatori ciao robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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