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La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Veltroni: Basta tabù sull'articolo 18

Messaggioda franz il 19/02/2012, 19:56

L'INTERVISTA
Veltroni: "Basta tabù sull'articolo 18
Non lasciamo Monti alla destra"

Le proposte dell'ex leader democratico. Nel Pd ricette vecchie, bisogna sciogliere tutte le correnti, far ripartire l'iniziativa politica del partito. E mettere a frutto il riformismo di Monti
di CURZIO MALTESE

ROMA - Sciogliere tutte le correnti del Pd, a cominciare dalla sua. Rilanciare l'iniziativa politica del partito sulle riforme, la lotta alla criminalità e alla corruzione politica, mettendo a frutto il riformismo di Monti per avvicinare la "rivoluzione democratica" che deve essere l'obiettivo del Pd. Cambiare subito la Rai ed escludere i partiti da tutte le nomine degli enti pubblici. Le proposte di Walter Veltroni sono sassi lanciati nello stagno della politica commissariata dal governo dei tecnici, destinate a far discutere anzitutto un Pd ancora imbambolato dalla batosta delle primarie genovesi.

Veltroni, non è un po' eccessivo definire riformismo la stagione di Mario Monti?

"No. Sono bastati tre mesi per capire che non si tornerà indietro. Circola nel Pd, ancor più nel Pdl, l'idea che questo sia solo un governo d'emergenza, una parentesi dopo la quale si tornerà ai riti e ai giochi della seconda repubblica o peggio della prima. Qualcuno dà giudizi tali da rischiare il paradosso di consegnare al centro o al nuovo centro destra il lavoro del governo. È un errore grave. Questo governo tecnico ha fatto in tre mesi più di quanto governi politici abbiano fatto in anni. Ha dimostrato non solo di voler risanare i conti, ma di voler cambiare molto del paese e vi sta riuscendo, con il consenso dei cittadini e dell'opinione pubblica internazionale. La copertina di Time o l'ovazione al Parlamento europeo sono un tributo ad un paese che solo qualche mese fa era guidato da Berlusconi e deriso".

È d'accordo con il governo anche sull'articolo 18?
"Sono d'accordo col non fermarsi di fronte ai santuari del no che hanno paralizzato l'Italia per decenni. Il nostro è un paese rissoso e immobile e perciò a rischio. Credo che finora il governo Monti stia realizzando una sintesi fra il rigore dei governi Ciampi e Amato e il riformismo del primo governo Prodi".

Non risponde sull'articolo 18.
"Totem e tabù si intitolava un libro di Freud. Ed è perfetto per definire gran parte del discorso pubblico in Italia. Bisogna cambiare un mercato del lavoro che continua a emarginare drammaticamente i giovani, i precari, le donne e il Sud. Ci vogliono più diritti per chi non ne ha nessuno. Questa è oggi una vera battaglia di sinistra".

Quindi, figurarsi se non è d'accordo con la lotta all'evasione, la revisione delle spese militari, l'Ici alla Chiesa.
"Si diceva che questo era il governo delle lobbies e del Vaticano. Come se queste non pesassero nei governi politici. Fatto sta che Monti ha deciso bene sull'Ici per gli immobili della chiesa, sugli F 35, sta facendo bene nella lotta all'evasione, che potrà portare ad una riduzione di pressione fiscale. I blitz a Cortina, Portofino, Sanremo sono segnali forti e chiari. Come lo è stato far pagare per 16 miliardi i possessori di patrimonio. Devo ricordare che quando al Lingotto proposi la patrimoniale nel mio stesso partito ci fu chi si precipitò a dire che non era la posizione del Pd".

Che cos'altro si aspetta dal metodo Monti?
"La sua sfida è la crescita, uno sviluppo di qualità sociale, culturale e ambientale. E poi che consideri priorità la lotta alla mafia, che si sta mangiando mezzo paese, dalla Sicilia a Bordighera, da Reggio Calabria a Milano. Bisogna intervenire subito e stroncare le complicità con una nuova e durissima legge contro la corruzione. Il secondo campo è la Rai. Lo dico dal 2008: la Rai deve avere un amministratore delegato e un cda che si riunisce tre volte l'anno. Sento che ora si vuole limitare il numero dei consiglieri d'amministrazione a cinque, ma con alcuni sempre di nomina parlamentare. È sbagliato. I partiti devono smetterla di nominare persone agli enti pubblici, sia la Rai o l'ultima Asl. I partiti servono a fare proposte e programmi, non nomine. Via dai consigli d'amministrazione".

Chi dovrebbe nominare il prossimo consiglio Rai?
"I presidenti di Camera e Senato, scegliendo fra personalità dell'impresa e della cultura con requisiti adeguati. In questo momento c'è bisogno di un servizio pubblico vero, meno show di quart'ordine e più produzione dell'industria culturale nazionale. E più intelligenza, se la parola qualità spaventa".

Ma se Monti e i suoi professori sono tanto bravi, allora lei, voi, il Pd, i partiti in generale, che ci stanno a fare?
"Il Pd ha il merito di aver fatto nascere questo governo. Ora dovrebbe sfruttare questa immensa occasione per rilanciare un grande programma riformista. Dire agli italiani che non torna nulla del passato, compresi i governi rissosi dell'Unione. Ma il riformismo radicale, la modernità equa che devono affrontare una recessione pericolosa dal punto di vista sociale e democratico".

E invece il Pd che sta facendo?
"Si discute di liberismo e di ritorno al socialismo. Invece siamo fuori dal Novecento. Siamo in un passaggio storico inedito. E tornano vecchie ricette e coperte apparentemente rassicuranti. Si parla poco della disperazione sociale e troppo delle alleanze future. Sento dire che dopo Monti si potrà tornare finalmente al tempo dei partiti. Ma quel tempo gli italiani l'hanno conosciuto già. O la politica riforma se stessa e ritrova le sue grandi missioni e il respiro dei "pensieri lunghi" e la coscienza dei limiti ai quali si deve arrestare o prevarranno populismo e tecnocrazia. E poi ci si divide, come si è visto a Genova, col risultato di allontanare i cittadini e di perdere le primarie".

L'invito all'unità del partito non risulta un po' paradossale da parte di uno che litiga con D'Alema da trent'anni?
"Potrei risponderle che con D'Alema si discuteva di cose serie, se fondare un partito democratico o puntare sul modello della socialdemocrazia, se far vivere o morire il governo Prodi. Non litigavamo sulle nomine. Ma lasciamo perdere, quel tempo è passato. Oggi sono il primo a chiedere di sciogliere le correnti, tutte, compresa la mia. Che non si è mai formata per la mia conosciuta idiosincrasia al tema. I partiti devono essere luoghi aperti, non trincee di strutture che diventano pure macchine di potere. Ci vuole più pluralismo e meno correnti. La discussione politica è vitale e bella ma nel Pd le correnti, comprese le numerose componenti della maggioranza di Bersani, stanno allontanando persone che vogliono far vivere le loro idee senza sentirsi chiedere "con chi stai". Fu questa una delle ragioni delle mie dimissioni, proprio tre anni fa'".

Alle elezioni manca ancora un anno. Quali rischi corre il Pd da qui al voto?
"Io vedo le possibilità. La fine del Berlusconismo libera energie e apre spazi immensi. Il profilo di un partito riformista, innovatore, aperto, unito può raccogliere il lavoro di questi mesi e presentarsi come il soggetto di un tempo nuovo. La foto di Vasto fu scattata quando c'era Berlusconi. Ora pensiamo a noi. Non vorrei che Casini facesse, in un nuovo centro destra, l'operazione che noi avevamo immaginato per il centro sinistra e che noi si rifluisca, come nel 94. Perderemmo così un'altra occasione, forse l'ultima, di far conoscere all'Italia una vera e profonda stagione di riforme".

(19 febbraio 2012) http://www.repubblica.it
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Re: Veltroni: Basta tabù sull'articolo 18

Messaggioda matthelm il 19/02/2012, 22:08

Condivido. Ragionamenti in riga con quello che doveva essere un nuovo partito.
C'è invece chi vorrebbe qualcos'altro.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Messaggioda franz il 20/02/2012, 10:22

La partita del Pd per la premiership
spunta la corrente dei "montiani"

I democratici chiamati a scegliere e si fa strada l'ipotesi di anticipare il congresso. Tensione anche nel Pdl. L'eventuale corsa di "superMario" sul tavolo del vertice dei berlusconiani a Villa Gernetto
di FRANCESCO BEI

ROMA - C'è qualcuno che già lavora per candidare Monti nel 2013? Ecco, siamo di nuovo lì. A quella prima pagina del Manifesto del '95, governo Dini, quando la sinistra si chiedeva "Baciamo il rospo?". Quindici anni dopo c'è Mario Monti a dividere il campo, a destra ma soprattutto a sinistra. Il Pd è attraversato da sospetti, acuiti dall'intervista rilasciata ieri da Walter Veltroni a Repubblica. Il governo ha un profilo "riformista" e sarebbe "un grave errore" regalare Monti alla destra, ha detto l'ex segretario. Attirandosi una violenta scomunica di Stefano Fassina, membro della segreteria e vicino alle posizioni della Cgil. Eppure Veltroni tocca un nervo scoperto. "Ha messo il dito nella piega - ha commentato Casini con i suoi dopo aver letto l'intervista - anche se è più facile parlare quando sei un battitore libero: Bersani, da segretario, deve conciliare le due anime del partito".

Che sia questa - Monti o non Monti nel 2013 - la questione centrale lo dimostra del resto la dichiarazione di sostegno arrivata da Enrico Letta, un altro sponsor del Professore: "Berlusconi tenta di berlusconizzare Monti? Chissà. Nel dubbio fa bene Veltroni a ribadire che non dobbiamo cedere Monti alla destra". Il Pd è chiamato a scegliere, tanto che inizia a farsi strada l'ipotesi di anticipare il congresso - previsto nell'autunno 2013 - a una data più ravvicinata, per sciogliere il nodo delle alleanze e dell'identità del partito. Certo l'ala bersaniana inizia
a vivere con una crescente insofferenza la posizione troppo montiana dei veltroniani. Fassina si rivolge a Veltroni senza diplomazia: "Se la tua valutazione fosse giusta alle prossime elezioni il Pd dovrebbe presentarsi insieme al Pdl, oltre che al Terzo Polo". Dalla segreteria di Bersani anche Roberta Agostini dà voce ai sospetti su Veltroni. Baciare il rospo? "Noi - dice Agostini - siamo con Monti ma oltre Monti. Non penso che il Pd possa candidarlo e, se qualcuno lo pensa, sbaglia i propri conti. Sarebbe una scelta suicida. Fassina interpreta un sentimento di malessere che c'è nel paese per i sacrifici non sempre equi imposti da Monti".

Bersani e l'ala sinistra del Pd temono anche la concorrenza sempre più aggressiva di Sinistra e Libertà. Domani a Roma Nichi Vendola aprirà la direzione di Sel in una settimana decisiva per la trattativa sul lavoro. E le premesse vanno tutte in una direzione, tanto che il presidente della Puglia ha già minacciato una "reazione durissima" se il governo intendesse "stracciare il fondamento della civiltà del lavoro" rappresentato dall'articolo 18. Di fronte a una probabile manifestazione targata Fiom-Sel contro il governo cosa faranno nel Pd?

Ma la verità è che la possibile candidatura di Mario Monti e la sua investitura a premier oltre il 2013 minacciano di far saltare anche gli equilibri dentro il Pdl. "Quel che dice Veltroni - ammette Osvaldo Napoli - ha una sua logica. Ma anche nel centrodestra c'è paura che Monti se lo prenda la sinistra. La realtà è che hanno tutti paura di lui". E allora, con Pd e Pdl bloccati, ad avvantaggiarsene potrebbe essere il terzo incomodo. "Non vorrei - osserva infatti Veltroni - che Casini, mettendosi nella scia di Monti, facesse un grande partito di centro, prendendosi anche un pezzo del Pdl e diventando a quel punto il primo polo. A noi ci schiaccerebbero nella foto di Vasto e faremmo la fine della macchina da guerra del '94".

Se il Pd può almeno consolarsi con sondaggi positivi, nel Pdl la questione "Monti sì-Monti no" s'intreccia invece con l'incubo della piena in arrivo con le amministrative di maggio. Che potrebbero far deflagrare definitivamente il partito. L'allarme rosso suonerà stasera alla cena organizzata a villa Gernetto da Berlusconi. Il Cavaliere è il primo a rendersi conto che la situazione è difficile, tanto da non aver ancora programmato alcun comizio in giro per l'Italia proprio per non firmare con il suo nome una sconfitta. Nei suoi piani, oltre alla presentazione di liste civiche, è tornata persino la vecchia idea di recuperare il simbolo di "Forza Italia" per le prossime politiche. Con buona pace dei mal di pancia che questo potrebbe provocare negli ex An.

(20 febbraio 2012)
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Re: Veltroni: Basta tabù sull'articolo 18

Messaggioda franz il 20/02/2012, 11:36

Fassina replica oggi sull'Unità ma essendo l'articolo leggibile solo agli abbonati (alla faccia del finanziamento pubblico che ricevono) non posso per ora inoltrarlo.
Vedremo se arriva qualche sintesi da altre parti o se qualche abbonato tra noi è cosi' cortese da illuminarci.

Intanto penso che spostero' questo thread all'interno di questo viewtopic.php?f=5&t=4547
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Re: Veltroni: Basta tabù sull'articolo 18

Messaggioda Robyn il 20/02/2012, 11:57

La riforma del lavoro và fatta con la legge delega,è cioè il parlamento che delega il governo a legiferare.Ci sono troppi che si fanno gli affari propri come le piccole aziende che non vogliono l'assicurazione obbligatoria o altri che vogliono una riforma squilibrata.L'esecutivo deve tenere in conto solo gli interessi positivi dopo aver discusso con le parti sociali ciao robyn
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Re: Veltroni: Basta tabù sull'articolo 18

Messaggioda franz il 20/02/2012, 12:05

Robyn ha scritto:La riforma del lavoro và fatta con la legge delega,è cioè il parlamento che delega il governo a legiferare.Ci sono troppi che si fanno gli affari propri come le piccole aziende che non vogliono l'assicurazione obbligatoria o altri che vogliono una riforma squilibrata.L'esecutivo deve tenere in conto solo gli interessi positivi dopo aver discusso con le parti sociali ciao robyn

Su questo non ci piove caro Robyn, ma qui si discute di come questo argomento, scottante, viene affrontato nel PD.
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Re: Veltroni: Basta tabù sull'articolo 18

Messaggioda pianogrande il 20/02/2012, 12:44

Va bene.
Basta totem, basta tabù, basta santuari (del no) e chi più ne ha più ne metta.
Fino a qui siamo tutti d'accordo.
Aggiungerei, basta distruggere senza sapere cosa si costruirà.
Se Veltroni volesse completare il discorso dicendo, a costo di non essere capito dai meno preparati, che cosa vorrebbe realizzare in cambio di quello che vuole togliere, glie ne sarei molto grato.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Messaggioda pianogrande il 20/02/2012, 12:53

Ma allora è vero!
L'attuale classe politica è costituita da una massa di incapaci ed impresentabili.
Appena spunta all'orizzonte un Monti, tutti lo vogliono.
Tutti vogliono tenersi la poltrona ma, a fare il lavoro vero, ci deve pensare qualcun altro.
Questi parassiti dalla faccia di bronzo si stanno autocertificando come tali.
A me i soldi, a te il lavoro, diceva uno dei tanti contestatori di un po' di anni fa.

Di questo passo e con questa gente, torneremo, irrimediabilmente, a far ridere il mondo.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Veltroni: Basta tabù sull'articolo 18

Messaggioda Giovigbe il 20/02/2012, 13:23

matthelm ha scritto:Condivido. Ragionamenti in riga con quello che doveva essere un nuovo partito.
C'è invece chi vorrebbe qualcos'altro.



Eppure molti ieri avranno visto il programma serale di rai tre su come si fà apparire decotta una azienda che macinava utili, che ha speso oltre duecento milioni di euro per ingrandirsio negli USA e per la quale i lavaoratori ogni anno superano le vendite previste dal budget.

Non è difficile spostare utili e debiti da una azienda ad una altra; in particolare ieri spostavano anche i brevetti studiati in italia sulla consociata svizzera.

Di fronte a questi casi di già oggi (come si vede) i lavoratori sono poco tutelati, domani lo sarebbero ancora meno se passare la possibilità di licenziare per motivi economici (creati ad arte)


Dal sito del "Fatto Quotidiano
Svelata dal fisco la finta crisi della Sigma Tau
Dure contestazioni dell'Agenzia delle Entrate. Per gli ispettori della tasse l'azienda farmaceutica avrebbe spostato i profitti nelle casse di una consociata nel paradiso fiscale di Madeira. E intanto 570 lavoratori sono a rischio licenziamento. La vicenda sarà raccontata stasera a Presadiretta su Rai3
Ricordate i dipendenti della Sigma Tau che hanno fermato il pullman della Roma calcio facendo scendere Francesco Totti? La ricerca di visibilità alla vertenza, dopo che l’azienda ha aperto la procedura di cassa integrazione per 569 dipendenti, era il frutto della rabbia e della disperazione di chi ha sempre contestato che i conti fossero in rosso e che l’azienda non potesse rilanciarsi seriamente. A confortare quella radiografia provvede ora il “Processo verbale di constatazione” che l’Agenzia delle Entrate ha redatto nella sede della società farmaceutica, la seconda per importanza in Italia, il 30 luglio 2010 e che sarà oggetto stasera dalla trasmissione Presadiretta di Riccardo Iacona in onda alle 21,30 su Rai 3 (l’inchiesta è stata curata da Rebecca Samonà e Elena Stramentinoli). Un documento poderoso, 117 pagine, e nel quale gli ispettori del fisco contestano alla Sigma Tau una procedura di evasione fiscale non solo particolarmente sofisticata, per quanto comunemente diffusa, ma tale da pregiudicare i bilanci del gruppo e giustificare, così, la cassa integrazione.
Ultima modifica di Giovigbe il 20/02/2012, 14:08, modificato 1 volta in totale.
Ci sono uomini che usano le parole all'unico scopo di nascondere i loro pensieri. VOLTAIRE
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Re: La partita del Pd per la premiership: spuntano i "montiani"

Messaggioda franz il 20/02/2012, 13:35

Non metterei sullo stesso piano il problema dei licenziamenti collettivi o della delocalizzazione, con le tutele precVste dall'art 18. Fanno parte di un problema complessivo che fa scappare imprese dall'Italia (non solo fa scappare le straniere ma anche le italiane) e non attraggono quelle straniere (impreditori e capitali).
In ogni caso oggi ammortizzatori seri non ci sono mentre se ci fossero sarebbe molto meglio per i lavoratori, piu' che per le imprese.
Ma il problema qui non è questo (del merito stiamo provando a discutere in altri thread (*)) ma è capire quale sia la posizione del PD.

(*)
viewtopic.php?f=17&t=4543
viewtopic.php?f=17&t=4541
viewtopic.php?f=17&t=4420
viewtopic.php?f=17&t=4472
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