La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

10, 100, 1000 Cortina

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

10, 100, 1000 Cortina

Messaggioda franz il 08/01/2012, 13:10

Gustoso dialogo in campo Liberal, pro e contro l'operazione mediatica a Cortina

Michele Boldrin (Professor and Dept. Chair at Washington University in St. Louis e autore (tra gli altri) di NFA:
) : 10, 100, 1000 Cortina a Capodanno e non solo: Forte dei marmi , Coste smeralde , Portofini a Ferragosto

Mi dispiace per i molti indignati amici "liberali alle vongole", ma l'operazione Cortina, ora che ne ho letto procedure e risultati, mi e' sembrata proprio un'ottima idea. Per svariate ragioni

1) Gli evasori vanno cercati laddove ci sono, ed a Cortina si raggrumano a migliaia in questo periodo. E' un fatto, piaccia o meno a chi, come me, a Cortina ci va spesso - l'evasore che vale la pena di pescare non deve essere solo evasore, deve essere "grande evasore", altrimenti il gioco non vale la candela, QUINDI deve essere molto benestante! Quindi va cercato la' dove i molto benestanti sono e vanno. Voi, a pescare branzini, dove andate? Al lago?

2) Nei paesi, come gli USA tanto per dire, dove l'evasione si persegue seriamente si fanno cose anche piu' pesanti di questa in termini di violazione della privacy. Mi dispiace, figlioli: l'evasione fiscale e' un reato particolarmente complicato da accertare, ma socialmente molto dannoso. O decidiamo che ce ne freghiamo e nessuno paga le tasse (ma allora via ritenuta d'acconto per i dipendenti!!!) oppure decidiamo di violare certi livelli di privacy per far pagare chi non paga. Il resto e' ipocrisia a buon mercato, che offende l'intelligenza di chi la scrive.

3) L'operazione mi e' sembrata un successo, anche mediatico. E quando si combatte una degenerazione socio-culturale tanto pesante e diffusa quanto l'evasione in Italia, anche i successi mediatici contano. Anche qui, evitiamo ipocrisia a buon mercato ... di BS ne abbiamo avuto quanto basta.

4) Mi sembra anche un successo operativo. In meno di 24 ore di lavoro hanno stanato svariate decine di grandi evasori e forzato i nostri cari bottegari, albergatori e commercianti cortinesi (grandissimi evasori e gente mediamente meschina oltre che professionalmente mediocri, almeno in media che lo so che ci sono le solite eccezioni: parlo sulla base di 53 anni di esperienza personale) a rivelare con i fatti il loro livello di evasione abituale: tra i 2/3 ed i 3/4 del ricavato. A meno che, ovviamente, la presenza degli ispettori in negozio, albergo, ristorante o whatever non faccia crescere del 200-400% il tasso di attivita'. Perche', se cosi' fosse il caso, allora sarebbe meglio averne una alla settimana di ispezioni del genere, no?

Morale: 10, 100, 1000 Cortina a Capodanno!
Ultima modifica di franz il 08/01/2012, 13:17, modificato 1 volta in totale.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: 10, 100, 1000 Cortina

Messaggioda franz il 08/01/2012, 13:15

Oscar Giannino, su Chicago Blog

Mi spiace che il mio amico Michele Boldrin scriva e pensi che a protestare per l’operazione antievasione a Cortina siano i “liberali alle vongole”. Le vongole, mai piaciute. Ma nemmeno mi può piacere il pescecane pubblico italiano. E se lo difendi, amico mio, puoi dire tutto ma non di essere un liberale. In sintesi, ecco 7 punti a proposito di “Operazione Cortina”: l’ennesima ottima trovata di comunicazione di chi sa fare il suo mestiere, alla testa dell’Agenzia delle Entrate. L’operazione è stata un successo mediatico clamoroso, infatti. Come molte operazioni “a effetto” contro ricchi e vip dello sport, cinema belcanto et similia, che di quando in quando centrano rumorosamente l’obiettivo di consensi che è compito sacrosanto conseguire se siete alla testa dell’apparato pubblico antievasione. Detto questo, i liberali veri e sinceri servono proprio a vedere oltre il fumo mediatico. E il fumo qui è proprio una grande cortina fumogena, che serve e riesce a far dimenticare a tutti qual è lo sacandalo vero numero uno, in materia di fisco. Lusso alla berlina e Stato in portantina? No grazie, da parte mia. Ecco perché.

A) personalmente ero a Cortina ieri per un dibattito con Ennio Doris e altri, e per scatenare un finimondo in sala è bastato leggere a voce alta brani del pezzo sul Gazzettino in cui l’ufficiale della Finanza competente per territorio si dissocia e afferma che loro non utilizzerebero mai i sistemi adottati su indagini delegate da Agenzia Entrate: assistere ai primi incroci di accuse tra apparati dello Stato impegnati nella sacra crociata antievasione ha dell’esilarante…

B) stamane alla mia trasmissione su Radio24 ho letto pressoché integralmente l’editoriale sulla Stampa odierna di Luca Ricolfi: reazioni del pubblico da entusiasmo puro, il vero problema numero uno è la pressione fiscale reale intorno a 60% di Pil, e total tax rate su imprese al 68%;

C) rispetto le idee di tutti, ma il sacro mantra della lotta all’evasione NON è credibile a mio giudizio finché non si assisterà a governi capaci di aggredire lo scandalo numero uno di cui l’evasione è figlia e non viceversa: lo scandalo numero uno è l’aumento di quasi 25 punti di Pil di pressione fiscale inseguendo il continuo aumento della spesa corrente avutosi in 25 anni, cioè nell’arco di una sola generazione. Siamo ai record mondiali. Mentre i Paesi ad alto prelievo hanno modulato aumenti in un secolo da Bismarck in poi, in cambio di un’efficienza pubblica che da noi manca, e con assai minori fenomeni di nicchie di impresa e mercato protette, che vivono al riparo di prezzi e tariffe e aste falsate governate dal pubblico, il che spiega la dinamica pazzesca dei beni e consumi intermedi della PA nel nostro Paese, solo scalfiti da meccanismi di acquisizione centralizzata tipo Consip, e che regolarmente invece vengono confusi con servizi finali da tagliare al pubblico quando lo Stato centrale impugna la scure lineare come ha fatto quel buontempone di Tremonti. In altre parole BASTA CHIACCHIERE ETERNE SULLE SPENDING REVIEW DA ELABORARE DOMANI: SAPPIAMO BENISSIMO DA ANNI che cosa va tagliato e quanto, il problema è credere di avere consenso politico, capacità tecnica e coraggio leonino necessari PER FARLO! Altro che il disgusto dei signori parlamentari che dicono di essere pagati poco, e degli stenografi parlemantari che guadagnano più del presidente della FED. AGGIUNGO CHE ABBATTERE DI 20 PUNTI di Pil almeno IL DEBITO PUBBLICO TRAMITE DISMISSIONE DI MATTONE DI STATO E’ POSSIBILE E NECESSARIO, E RESTITUISCE FIDUCIA NELL’ITALIA SENZA AMMAZZARE ULTERIORMENTE LA CRESCITA CON TASSE SCHIANTA-PAESE!;

D) ricordo a tutti che il mantra della lotta all’evasione ci ha spinto ormai a misure che non hanno eguali in ALCUN paese avanzato: il limite al contante a 1000 euro non c’è in Germania come non c’è in Uk, in Francia c’è un limite mensile alle operazioni in contanti oltre il quale scatta la segnalazione. Da noi, passando in questo 2012 dalla fotografia statica di conti e saldi bancari alla condivisione in banche dati publiche dell’intera dinamica quotidiana di OGNI OPERAZIONE BANCARIA, consentiamo ad Agenzia delle Entrate e pm il controllo comportamentale profilato di ciascuno di noi. Per dire: un pm sulla successione temporale di operazioni bancarie potrà disporre l’apertura di fascicoli in cui il mero determinarsi di flussi può costituire ipotesi di reato. Se alcuni o molti di voi sono convinti che tutto ciò è utile e giustificabile in nome della lotta all’evasione e al riciclaggio, cioè se pensate come Michele Boldrin che ad avere dubbi e contrarietà fortissime su questa batteria di misure si sia amici di evasori e “liberali alle viongole”, secondo me siete invece o vittime in buona fede della campagna di balle di Stato, oppure siete passati consapevolmente o meno armi e bagagli in campo statal-populista. Personalmente mi ha dato molto da riflettere il libro ultimo del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, che vi invito a leggere - Soldi Sporchi. Mi hanno provocato forti maldistomaco cifre citate da fonti assolutamente non credibili tipo la Loretta Napoleoni che va tanto per la maggiore in Italia (esempio: “le oltre 200 filiali di banche italiane all’estero hanno riciclato 5000 miliardi di dollari” Bum! un terzo del gdp USA? In quanti anni? da dove si prende il dato? chi lo dice? su quali basi? è l’Ocse? è il FMI? è la BCE? E’ bankitalia? ma no, ah beh allora scatta la risata…. a Grasso glie l’ho chiesto in trasmissione, la sua risposta è che a difendere il sistema della libertà assoluta del capitale transnazionale si difende la possibilità della mafia di nascondersi, e che questo è lo stesso scopo delle imprese, nascondere i proventi agli Stati e al fisco, frase che trovate anch’essa testuale nel libro pregevolissimo del signor procuratore… al che ho doppiamente rabbrividito, perché se imprese private uguale mafia allora viva il comunismo e la facciamo finita con le chiacchiere

E) ricordo inoltre a tutti che l’esperienza di questi anni ci dovrebbe aver dimostrato a che cosa porta la sin qui verificata impossibilità di limitare e controllare l’infinito numero di punti di accesso a banche dati unificate tributarie catastali e bancarie e contributive. Il mio povero ex professore di diritto costituzionale Pizzetti, garante della Privacy, può a quattr’occhi chiarirvi quando volete l’impossibilità che egli e la sua esilissima struttura possano svuotare l’oceano con un cucchiaino, per limitare gli abusi. Cinque anni fa i soli punti d’accesso nei Comuni italiani risultavano essere oltre 90mila, e oggi ne restano oltre 20mila, la promessa tracciabilità degli ingressi per effettuare controlli resta sulla carta, perché le password sono condivise. A tali accessi se ne sommano migliaia di altri nell’intero sistema periferico delle quattro agenzie tributarie, Gdf, forze di polizia, polizia giudiziaria etc etc, nei quali la tracciabilità è ancor più sulla carta che nei Comuni, dove un giro di vite venne effettuato dopo lo scandalo relativo agli accessi – centinaia, erano – per controllare Prodi e sua moglie oltre a Berlusconi e famiglia… Dovremmo inoltre tutti ricordare che il mercato nero opaco e parallelo delle security private – di solito funzione affidata nelle imprese italiane non a caso ad ex appartenenti dei corpi dello Stato, vedi Tavaroli – prospera esattamente su dati ricavati illecitamente da punti d’accesso alle banche dati sensibili pubbliche, accessi effettuati da ex colleghi e amici in cambio di piaceri e denaro. Se anche qui mi dite che chi non ha nulla da nascondere non ha niente da preoccuparsi allora è certificato, siete statalisti orwelliani, piantatela di dirvi o pensarvi liberali e iniziate a cantare che l’ignoranza è forza e la privacy l’ombra dietro la quale si nascondono i nemici dello Stato;

F) sempre in materia di lotta all’evasione e di arcifamoso e plurinvocato contrasto d’interessi in materia di scarico dell’Iva, purtroppo si commenta da sola la figura penosa sul Corriere di ieri e autocorrezione di oggi di Giavazzi e di Alesina, trascinato temo dal primo non per la prima volta in argomenti di cui evidentemente sa poco e me ne dispiace, perché ne ho una stima assoluta come stimo l’a volte però troppo acceso Giavazzi. Finché a invoncare la detrazione per tutti sono lettori e ascoltatori che ignorano il diritto tributario, o politici demagoghi, va bene. Altrimenti l’abc del diritto tributario italiano dovrebbe ricordarci due cosette basilari: il divino contrasto d’interessi invocato da anni per far emergere nero fiscale fa dimenticare a molti che IVA NON è imposta generale sui consumi ma appunto sul valore aggiunto, ergo HA PIENA COERENZA che a detrarre siano solo i soggetti – fisici e giuridici – per i quali l’acquisto di beni e servizi intermedi costituisce input rispetto al quale c’è output di beni e servizi offerti a terzi con proprio valore aggiunto. ERGO ANCORA E’ certo ovvio che potremmo – dietro complesso negoziato con Europa, per evitare asimmetrie comunitarie, e la materia posso garantire che è assai spinosa – cambiare natura all’imposta e a quel punto estendere a tutti sia pur diversamente graduate detrazioni, MA A QUEL PUNTO dovremmo abbassare energicamente il prelievo sui redditi perché in caso contrario accresceremmo ulteriormente gli effetti della mancata neutralità del prelievo complessivo;

G) solo che NESSUNO qui parla più di riequilibrare il sistema per abbassare di molto il prelievo su redditi e impresa a fronte di VERE compressioni di spesa: nell’ambito quantitativo di riferimento di quei quasi meno 7 punti di Pil di spesa pubblica e prelievo che la Germania ha totalizzato dai primi anni 2000 al precrisi. Certo, i tedeschi hanno cambiato il welfare e realizzato grandi contratti aziendali di produttività in tutte le grandi imprese, per accompagnare un simile turnaround pubblico con più produttività privata. E’ quel che si dovrebbe fare. Obiettare alle verità taglienti di Ricolfi accusandole di stantia polemica antimeridionale, inoltre con il mantra della lotta all’evasione, per me equivale a negare che da quelle priorità sacrosante discendono conseguenze politico-economico-fiscali altrettanto sacrosante. Ed è di questa negazione costante, che vive la difesa di un prelievo fiscale rapinoso che cresce cresce cresce, e la difesa di una spesa pubblica vergognosa che si riesce al massimo – nei punti di maggior crisi nazionale come il 2010-2011 e sotto Amato – a fermare per pochissimo nella sua dinamica di costante crescita, ma MAI A invertirne stabilmente il segno per un decennio a venire con misure strutturali. Lo hanno fatto negli ultimi decenni Paesi come Canada e Germania, Australia e Nuova Zelanda, e cito apposta queste democrazie welfariste per evitare di farmi dire che sono solo thatcheriano. Ma viva la Thatcher tutta la vita, per quello che mi riguarda, e vergogna a chi si fa cameriere della rapina di Stato.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: 10, 100, 1000 Cortina

Messaggioda franz il 08/01/2012, 13:18

Luca Ricolfi, su La Stampa

E ora difendiamo chi produce
LUCA RICOLFI
Lo so, ci sono cose che oggi non si possono dire. Non si può parlare dell'articolo 18, non si può dire quel che ha detto Grillo, non ci si può sottrarre alla guerra santa contro gli evasori e gli speculatori, non si possono difendere i ricchi (un clima così pesante e antiliberale da indurre Alesina e Giavazzi a ricordare che la ricchezza non è una colpa). Abbiamo bisogno di certezze e di capri espiatori. La certezza di non perdere quel che abbiamo. I capri espiatori su cui scaricare ogni responsabilità per i tempi duri che viviamo.

Così, una plumbea nuvola di cecità e di conformismo sta lentamente avvolgendo un po’ tutto e tutti.

Il governo sta finalmente, faticosamente e meritoriamente aprendo il dossier delle liberalizzazioni, ma il clima che si respira è di prudenza e di sospetto, specie in materia di mercato del lavoro. Gli altolà e gli avvertimenti scattano automatici, non per quel che uno ha fatto effettivamente, ma già solo per quello che potrebbe aver pensato, o avere in animo di pensare (vedi quel che è successo al ministro Elsa Fornero, rea di aver osato dire che si doveva parlare di mercato del lavoro «senza tabù»).

In un clima siffatto, io vedo il pericolo che, nel dibattito pubblico dei prossimi mesi, si mettano da parte alcuni dati di fondo, che sono cruciali per prendere decisioni sagge, ma appaiono urticanti o «politically taboo» a quasi tutti i soggetti in campo. Quali dati? Il primo dato è che la pressione fiscale sull'economia regolare è la più alta del mondo sviluppato (intorno al 60%), e così il livello di tassazione sulle imprese, il cosiddetto Total Tax Rate (68.6%). Questo è un handicap di fondo dell'Italia, che è stato ulteriormente aggravato dalle manovre finanziarie di Berlusconi, e in misura ancora maggiore da quella di Monti. Questo livello abnorme di tassazione si accompagna da sempre a norme vessatorie nei confronti di qualsiasi violazione (anche solo formale, o di entità irrisoria) delle regole fiscali, per non parlare dei comportamenti arroganti, intimidatori, o semplicemente umilianti degli emissari del fisco, che ovviamente non sono la regola ma di cui esistono purtroppo innumerevoli testimonianze, talora drammatiche e commoventi. Mi spiace doverlo dire, ma mi sono convinto che oggi in Italia un sentimento di paura verso l'Amministrazione pubblica sia ampiamente giustificato anche quando non si sia commesso alcun errore, reato o violazione. E tutto mi fa pensare che, affamato da decenni di spesa pubblica in deficit, lo Stato stia in questi anni accentuando il suo volto rapace e intimidatorio.

Il secondo dato di fondo è la strabica selettività della repressione dell'evasione. Ci sono intere zone del Paese in cui quasi tutto è in nero, si sa perfettamente dove si annidano gli abusi più clamorosi (compreso il caporalato e varie forme di sfruttamento del lavoro degli immigrati che ricordano i tempi della schiavitù), ma si preferisce chiudere ipocritamente un occhio, concentrando l'azione sulle porzioni del Paese in cui l'evasione c'è, ma è molto più contenuta. Pur di salvare il principio astratto che il lavoro deve essere pagato decentemente e iperprotetto, Stato e sindacati tollerano di buon grado che in un quarto del territorio nazionale si possa operare in modo del tutto irregolare, non solo sul versante dei salari ma su quasi tutto il resto (dal mancato pagamento del canone Rai alla violazione di ogni norma igienica, di sicurezza, antinfortunistica, etc.). Il fatto è che se volesse intervenire contro l'illegalità, lo Stato dovrebbe militarizzare circa un quarto del territorio nazionale, e distruggere un paio di milioni di posti di lavoro, che si reggono sui bassi salari.

C'è un terzo dato di fondo, che mi pare fondamentale ora che si sta per aprire lo spinoso capitolo del mercato del lavoro: da un paio di anni l'Italia sta riducendo la sua base produttiva. Fallimenti, chiusure volontarie di attività, bassi investimenti, distruzione di posti di lavoro, si stanno susseguendo senza interruzione dal 2008. Un po' dipende da un fatto nuovissimo, e cioè che questa crisi è, dal 1945, la prima in cui si prende in considerazione non solo l'eventualità di un double dip (doppia recessione, la prima nel 2009, la seconda nel 2012), ma anche l'ipotesi che la crescita non tornerà mai più, come ha già tristemente sperimentato il Giappone negli ultimi due decenni. In queste condizioni a molti pare inutile resistere in attesa di una ripresa che forse non ci sarà né l'anno prossimo né mai. Un po', però, dipende anche da un altro dato che ci si rifiuta di vedere, e cioè che lavorare e produrre in Italia sta diventando sempre più proibitivo sul piano dei costi di produzione.

Quando dico costi di produzione, però, non intendo solo le voci che sono al centro della prossima trattativa governo-Confindustria-sindacati. E' chiaro che salari e profitti sono troppo tassati, è chiaro che le imprese medio-grandi hanno troppi vincoli, è chiaro che in Italia si fa troppo poca ricerca, è chiaro che c'è troppo poca concorrenza sul mercato interno, è chiaro che bisogna aumentare la produttività del lavoro. E tuttavia, attenzione, non possiamo esagerare con la colpevolizzazione dei produttori, siano essi le imprese (cui si rimprovera cattiva organizzazione e scarsa innovazione), i lavoratori autonomi (cui si rimprovera di evadere le tasse), o i lavoratori dipendenti (cui si rimprovera di non essere abbastanza produttivi). Come tutti, vedo anch'io diversi furbi e farabutti che evadono spudoratamente il fisco, ma sempre più frequentemente mi capita di incontrare persone per bene, che gestiscono in modo efficiente un'attività, ma si trovano ormai di fronte al dilemma se chiudere o «fare del nero», e per lo più - proprio perché sono persone oneste - scelgono di chiudere.

Il tasso di occupazione, la produttività e la competitività non dipendono solo dai rapporti fra capitale e lavoro, come sembra suggerire l'attuale enfasi sulle relazioni industriali, ma anche da alcune fondamentali condizioni esterne all'impresa: il costo dell'energia, il costo del credito, i tempi di pagamento della Pubblica amministrazione, il costo degli adempimenti burocratico-fiscali, l'efficienza della giustizia civile. E' ingenuo pensare che l'operaio tedesco, che guadagna di più di quello italiano, sia più produttivo essenzialmente perché più stakanovista o meglio attrezzato dal suo datore di lavoro. Il valore aggiunto di un'impresa è la differenza fra il valore della sua produzione e i suoi costi, e lo svantaggio dell'Italia su questi ultimi è abissale. Fatti 100 i costi unitari dei Paesi a noi più comparabili (Germania, Francia, Regno Unito, Spagna), i costi dell'Italia sono circa 120 per la benzina, 170 per il gasolio, 250 per l'energia elettrica, 300 per i tempi di pagamento della Pubblica amministrazione, 400 per il rispetto dei contratti (senza contare gli ulteriori aggravi prodotti dalle recenti manovre «salva Italia»).

Se poi a tutto questo aggiungiamo la tassazione più pesante del mondo sviluppato, la rigidità del nostro mercato del lavoro regolare, l'enorme prelievo sul reddito e sulla ricchezza operato con le ultime manovre, il quadro si capovolge: la domanda non è più perché l'Italia non cresce, ma perché i produttori non hanno ancora gettato la spugna. Da questo punto di vista i governi che si sono succeduti negli ultimi anni mi paiono tutti molto simili. Sotto la pressione dei mercati, non hanno mancato di chiederci dei sacrifici, per «rimettere a posto i conti pubblici». Ma ben poco hanno fatto per abbassare in modo apprezzabile i costi di chi produce ricchezza, quasi a lasciar intendere che il problema della produttività riguardi essenzialmente le parti sociali. Temo sia stato un errore, e che la chiusura di tanti negozi, attività, imprese, che osserviamo così spesso oggi nelle nostre città, ne sia l'amara conseguenza.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: 10, 100, 1000 Cortina

Messaggioda franz il 08/01/2012, 13:20

Replica di Michele Boldrin, su facebook

Grazie per il dibattito sullo specifico di Cortina e l'evasione in generale.

Vorrei poter rispondere in modo articolato - ad Oscar in particolare, a Ricolfi (che non credo abbia me in mente, ma fa lo stesso visto che quanto scrive e' rilevante) ed a tanti altri commenti che hanno contribuito fatti ed argomenti .... al nuovo anarco-veneto Facco che cerca pubblicita' per idee incoerenti mi interessa replicare molto meno, ma faremo anche quello a tempo debito ed a SUO modo ... - ma non posso farlo nell'immediato.

Manca ora il tempo: quanto sto facendo (per lavoro) mi concede solo tempo per fare battute, non ragionare seriamente. Ma lo faro' al piu' presto, domenica 8/1, spero. Il tema lo merita e la confusione sotto il cielo italico mi sembra spaventosa, sintomo della frattura ideologica che massacra il paese.

Troppa ideologia a buon mercato da entrambi i lati. Invece a me sembra tutto molto semplice:

- L'evasione fiscale non giustifica l'oppressione fiscale.

- L'oppressione fiscale non giustifica l'evasione fiscale.

- Coerenza intellettuale ed efficacia economica richiedono combattere ENTRAMBE con la stessa pervicacia e la stessa dura coerenza, senza se e senza ma.

- Chi non dice che spese tagliare non ha diritto di dire che tasse tagliare, e questo toglie di mezzo la vandea disgustosa di PdL+LN.

- Gli insorgenti "libersomething" dovrebbero riflettere sulla straordinaria coincidenza dei loro argomenti e di quelli della banda delinquenziale guidata dal trio BS+Bossi+Tremonti ...

Ed infine, il punto politicamente rilevante, che nessuno sembra cogliere.

Non era per caso che il direttore dell'Agenzia delle Entrate (un funzionario dello stato che guadagna +400mila euro annuali mentre i suoi colleghi in altri paesi guadagnano molto meno, spesso meno della meta') fosse in vacanza a Cortina a Capodanno. Son certo, come sanno tutti quelli che Cortina l'hanno frequentata, che il paese era pieno di colleghi del signore in questione. A Capodanno, come a Ferragosto, a Cortina l'accento piu' diffuso e' quello del burocrate/politico romano. Costoro, ovviamente, non sono gli evasori: essi vivono, lautamente, delle tasse che altri pagano. Pochi (in percentuale) fra coloro che le tasse le pagano al 100% frequentano "Cortina", molti (in percentuale), fra quelli che le tasse le pagano al 25% la frequentano invece. E lo fanno in compagnia di quelli che delle tasse, pagate da coloro che a "Cortina" non vanno, vivono. E qui sta il punto cruciale!

I posti come Cortina certificano, cementano e rivelano da sempre la VERA infame alleanza su cui si regge l'anomalo equilibrio delle elites italiane. Questa e' l'alleanza storica (la invento' la DC negli anni '50, Craxi prima e BS&Co dopo l'hanno solo perfezionata) fra casta (nel senso esteso del termine, che include anche tutto l'alto apparato dello stato) e borghesia parassitaria dedita alla frode fiscale. Qui occorre usare il cervello invece che lo stomaco ideologico: una parte, minoritaria, della borghesia italiana paga le tasse e compete sui mercati, quindi non appartiene al gruppo appena descitto. Ma e' una parte minoritaria che vive "contigua" a quell'altra che invece e' maggioritaria, non compete ed evade a go-go. Questa parte maggioritaria agisce in settori protetti e nei quali l'evasione fiscale massiccia e' sia possibile che legalmente permessa. Permessa da chi? Ma dalla "casta estesa", ovviamente, che e' quella che sulle tasse gozzoviglia e che la legislazione fiscale scrive ed amministra. Questi due gruppi sociali sono le vere elites italiane che stanno gestendo il paese dagli anni '50 in avanti.



Ora fatevi la domandina: cosa succede in situazioni di crisi? In situazioni di crisi come l'attuale tali alleanze vengono sottoposte a forti tensioni e rischiano di deflagrare perche' gli interessi immediati delle due parti entrano in conflitto. Dove sta il conflitto? Semplice! La casta, per sopravvivere, deve tappare i buchi del bilancio pubblico e, per farlo, deve estrarre imposte anche da quei gruppi che regolarmente non le pagano, oltre che dagli altri che le pagano. La borghesia parassitaria deve cercare di difendere le proprie posizioni di privilegio, minacciate dall'estendersi della crisi economica. Da qui il conflitto. Chiaro e lapalissianamente confermato dalle operazioni "Cortina", da un lato, e dall'opposizione selvaggia ad ogni tipo di liberalizzazione dall'altro. I due alleati storici sono costretti a scannarsi, almeno un po' ...Se si vuole anche solo sperare che l'Italia cambi occorre che anzitutto questa alleanza salti (stava per succedere nel '92-'94, ma ci penso' BS a risaldarla ...) e che, poi, le sue due componenti vengano appropriatamente "massacrate" (in senso socio-economico, nessuna violenza fisica per carita'!) una volta che l'una perda il sostegno dell'altra. Va quindi perfettamente bene che si scannino tra di loro oggi, anzi e' benvenuto.Che si scannino fra di loro le indebolisce entrambe e questo e' altamente auspicabile. Cosciente di questo la banda PdL+LN e' immediatamente scesa in piazza ad inveire, chiedendo che si rispetti l'antica alleanza di cui, da vent'anni, si e' fatta garante. Niente di cui sorprendersi. Il PD ed i suoi alleati non han detto nulla, perche' come al solito non han nemmeno capito cosa succede.Chi vuole invece che il paese cambi in direzione di maggiore concorrenza, maggiore mobilita' sociale, maggiore crescita economica, meno spesa pubblica, meno casta e meno tasse, deve gridare forte: da Taormina a Cortina, passando per Capri e Portofino, 10, 100, 100 Capodanno fiscali!
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: 10, 100, 1000 Cortina

Messaggioda flaviomob il 08/01/2012, 13:42

lo scandalo numero uno è l’aumento di quasi 25 punti di Pil di pressione fiscale inseguendo il continuo aumento della spesa corrente avutosi in 25 anni, cioè nell’arco di una sola generazione.


Lo scandalo numero uno è che questo aumento lo hanno dovuto sostenere quasi interamente quelli che non possono evadere: lavoratori dipendenti e pensionati.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: 10, 100, 1000 Cortina

Messaggioda franz il 08/01/2012, 15:17

flaviomob ha scritto:
lo scandalo numero uno è l’aumento di quasi 25 punti di Pil di pressione fiscale inseguendo il continuo aumento della spesa corrente avutosi in 25 anni, cioè nell’arco di una sola generazione.


Lo scandalo numero uno è che questo aumento lo hanno dovuto sostenere quasi interamente quelli che non possono evadere: lavoratori dipendenti e pensionati.

Certo, ma ogni medaglia ha il suo rovescio. Quanti pensionati d'anzianità lavorano in nero? Quanti dipendenti (soprattutto pubblici) non possono evadere col primo lavoro ma lo fanno col secondo e col terzo?
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

"Operazione Cortina": una polemica inutile

Messaggioda franz il 08/01/2012, 15:27

Andrea Moro, su NFA: http://noisefromamerika.org/articolo/op ... ment-82906

7 gennaio 2012 • andrea moro

Imperversa sul web un'assurda polemica sulla "Operazione Cortina", il blitz dell'Agenzia delle Entrate presso albergatori e commercianti nel capoluogo delle Dolomiti, consueta destinazione invernale delle elites nostrane. Polemica inutile, anzi dannosa: hanno ragione tutti, o quasi.

Da una parte c'è chi, come Michele su Facebook, plaude allo sforzo della polizia tributaria ed etichetta i protestanti come "liberali alle vongole". Dall'altra, Oscar Giannino su Chicagoblog, e (con toni meno critici) Luca Ricolfi sulla Stampa che invitano a pensare al vero problema: la dannosa ed oppressiva pressione fiscale del sistema tributario. Infine, una variopinta Facebook-crowd che condivide una tabella di dati sull'evasione ripartiti per provincia.

Hanno ragione tutti, dicevo, ma qualche precisazione è doverosa.

1) Il sistema fiscale è eccessivamente oneroso verso chi le tasse le paga. Non abbiamo bisogno di ricordarlo perché lo menzioniamo a ogni occasione. Questo però non significa che l'evasione sia una scelta obbligata, o giustificabile. Se si vuole promuovere un'azione di disobbedienza civile, lo si faccia con gli opportuni ed appropriati criteri. Ma l'evasione fiscale non è disobbedienza civile.

2) Con un lieve eccesso di semplificazione, i dati confermano che si evade più al Sud che al Nord, come abbiamo documentato in un post di Alberto Lusiani del lontano 2007. Ma questo non significa che gli evasori stiano solo al Sud né che si debba concentrare gli sforzi antievasione esclusivamente al Sud. Non occorre essere esperti di teoria degli incentivi per capire che, ogni tanto la strategia ottimale richiede di andare in cerca degli evasori anche a San Candido, a Cortina, e nel bar di periferia. Piuttosto, sempre i dati rivelano che l'evasione al Sud non sembra facilmente risolvibile dalla polizia tributaria: assume infatti i tratti di un problema di ordine pubblico, da affrontare con interventi ben più pesanti che qualche blitz dei finanzieri.

3) L'operazione di Cortina ha certamente avuto l'impatto mediatico voluto da chi lo ha deciso. Se lo scopo era segnalare un cambio di regime operato dal nuovo governo, quale miglior mezzo? Onerosità della pressione fiscale o meno, non riesco a simpatizzare né col jet-set imprenditorial-vacanziero né con l'albergatore a 5 stelle o venditore di pellicce cortinese. Trovo del tutto ipocrite le lamentele di chi si appella alla crisi, paventando la fuga dei grassi milionari dalle vette dolomitiche verso altre destinazioni d'oltralpe. La crisi non si risolve chiudendo uno o due occhi sui controlli fiscali. La riduzione della pressione fiscale (il cui non essere mai realizzata è certamente una delle concause del prolungarsi della crisi italiana) va operata con una riforma fiscale, non concedendo congedi straordinari alla Guardia di Finanza.

4) Se la Guardia di Finanza opera con metodi nazisti e se le leggi tributarie sono ininterpretabili, beh, neppure questo giustifica l'evasione. La GdF va riformata, le leggi vanno precisate. Questo auspichiamo sia il dovere di un governo che vuole mandare un segnale di fermezza. La lotta all'evasione si fa per garantire la certezza del diritto, che va di pari passo con la chiarezza delle norme ed i diritti degli investigati. Il blitz mediatico serve, ma ad esso devono accompagnarsi norme precise.

5) Invece di polemizzare inutilmente, i commentatori, liberisti o meno, farebbero bene a spingere su un punto cruciale: la lotta all'evasione deve accompagnarsi ad una riduzione della pressione fiscale per chi le tasse le paga. Per troppo tempo l'opinione pubblica si è lamentata auspicando maggiori sforzi sulla lotta all'evasione, senza capire che essa si traduce in un aumento della pressione fiscale, già troppo alta. Questo, però (e con questo torno al punto 1), non significa che la lotta all'evasione debba essere sospesa. La diminuzione della pressione fiscale operata chiudendo un occhio o due nei confronti di chi evade genera non pochi danni all'efficienza del sistema produttivo. Crescita e benessere non si ottengono senza un clima di fiducia ed onestà degli operatori del mercato, convalidate da un efficiente sistema di repressione per chi sgarra.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: 10, 100, 1000 Cortina

Messaggioda flaviomob il 08/01/2012, 18:42

Evasione record, grandi aziende
pagano meno tasse
Società di capitali e grandi imprese sono quelle che evadono di più. Se si esclude economia sommersa e criminale. Lo rivela una ricerca commissionata dall'Asscoaizione contribuenti italiani. Lombardia e Veneto le regioni dove l'evasione è cresciuta di più
di AGNESE ANANASSO

Nel 2011 sono entrati nella casse dell'Erario oltre 180 miliardi in meno di imposte, con una flessione del 13,4 per cento rispetto all'anno precedente. Al Nord il triste record dell'evasione fiscale, con una diminuzione delle imposte dovute del 15 per cento circa. A rivelarlo una ricerca di KRLS Network of Business Ethics per conto dell'Associazione Contribuenti Italiani. Ma l'aspetto più interessante della ricerca è lo screening condotto dai ricercatori sulle aree economiche che hanno evaso di più. Bene, tolte le aree illegali - ossia economia sommersa e criminale - la palma d'oro dell'evasione va a società di capitali e big company, le più abili, a quanto pare, a trovare stratagemmi e trucchetti per pagare, o non pagare affatto, le tasse.

L'economia sommersa. I lavoratori in nero sfiorano quota tre milioni, spesso sono cinesi o extracomunitari. Ma in questa categoria rientrano anche 850 mila lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Qui l'evasione d'imposta stimata ammonta a 34,3 miliardi di euro. Si parla sempre di stime, perché è difficile quantificare un fenomeno "invisibile".

L'economia criminale. È quella delle grandi organizzazioni mafiose italiane e straniere (Russia e Cina soprattutto) che, nel nord Italia è cresciuta nel 2011 del 18,7 per cento. Anche qui si parla di stime: l'evasione d'imposta sarebbe di 78,2 miliardi di euro l'anno.

Le società di capitali. Il 78 per cento circa delle società di capitali italiane (800 mila) dichiara redditi negativi o meno di 10 mila euro l'anno o non versa le imposte. Molte di queste imprese chiudono nel giro di cinque anni per evitare accertamenti fiscali. Oppure utilizzano "teste di legno" tra i soci o amministratori. Queste aziende "evitano" di pagare circa 22,4 miliardi di euro l'anno.

Le big company. E qui arriva la vergogna: un terzo delle grandi aziende italiane ha chiuso il bilancio 2011 in perdita e non ha pagato le tasse. Inoltre il 94 per cento di esse abusa del "transfer pricing" per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo, trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove non vi sono controlli fiscali. Con questo giochetto sottraggono al Fisco italiano quasi 38 miliardi di euro l'anno. Solo nel 2011, le 100 big company italiane hanno pagato il 14,2 per cento in meno delle imposte dovute.

Lavoratori autonomi e piccole imprese. L'evasione stimata in questo caso ammonta a 8,2 miliardi di euro l'anno: mancata emissione di scontrini, ricevute e fatture fiscali sono i principali metodi adottati.

La geografia. Lombardia e Veneto sono le regioni dove l'evasione è aumentata di più nel 2011 (+15 per cento circa), l'Umbria quella dove l'incremento è stato più basso (7 per cento). Tra le categorie più "furbette" industriali (33,2 per cento), bancari e assicurativi (30,7 per cento), seguiti a lunga distanza da commercianti (11,8 per cento), artigiani (9,4 per cento), professionisti (7,5 per cento) e lavoratori dipendenti (7,4 per cento).

Per Vittorio Carlomagno, presidente dell'Associazione Contribuenti Italiani "bisogna riformare il fisco italiano introducendo la tax compliance, come avviene nei principali paesi europei che hanno ridotto le aliquote fiscali, migliorato la qualità dei servizi pubblici ed eliminato gli sprechi della pubblica amministrazione", sottolinenado come l'accertamento con adesione rischi di diventare "un vero e proprio condono permanente. E si premieranno sempre i grandi evasori fiscali, che preferiscono pagare le tasse a forfait e con il massimo sconto".

http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... ef=HRER1-1


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: 10, 100, 1000 Cortina

Messaggioda franz il 08/01/2012, 19:18

Strano articolo, questo di repubblica.
Sembra che non si sia resi conto che il 2011 è un anno di crisi (anche se era iniziato bene, nei primi tre o quattro mesi) e quindi è decisamente verosimile che moltissime aziende (1/3 delle big, si dice) abbia chiuso in perdita. Mi sembra un dato non sconvolgente ma prematuro, visto che normalmente i bilanci delle big vengono chiusi ufficialmente in primavera, prima delle assemblee che di solito si fanno in giugno.

Il fatto che vengano a mancare 180 miliardi di gettito (mi sembra un dato esagerato, sbagliato di qualche zero e non trovo alcuna notizia del fatto su Internet, ma ci torno dopo) non è per forza indice di evasione o elusione ma puo' essere indice della crisi, che questo anno si è portata via il 25% della quotazione di borsa a Milano.

Per fortuna l'articolo si salva alla fine con il saggio consiglio di Carlomagno, che mi sento di sottoscrivere pienamente e quindi ripeto: "bisogna riformare il fisco italiano introducendo la tax compliance, come avviene nei principali paesi europei che hanno ridotto le aliquote fiscali, migliorato la qualità dei servizi pubblici ed eliminato gli sprechi della pubblica amministrazione". Corretto anche lo spunto sull'accertamento con adesione ed il condono permanente.

Ma torniamo alla sparizione di 180 miliardi di gettito. La notizia non è cosa da poco e cercando in rete il mistero si infittisce perché non se ne trova traccia. Unica traccia una reuters del 15 dicembre 2011 che dice il contrario:


http://it.notizie.yahoo.com/italia-entr ... 50993.html
Italia, entrate tributarie gennaio-ottobre 2011 a 310,6 miliardi

ROMA (Reuters) - Nel periodo gennaio-ottobre 2011 le entrate tributarie erariali si sono attestate a 310,645 miliardi di euro (+4,508 miliardi) in crescita tendenziale dell'1,5%. In lieve flessione, nel dettaglio, le imposte dirette.

E' quanto si legge in una nota del dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia.

La nota commenta che "nel complesso i risultati del gettito dei primi mesi del 2011, con un tasso di variazione positivo dell'1,5%, confermano la buona tenuta delle entrate tributarie".

Nel dettaglio le imposte dirette fanno registrare una lieve flessione dello 0,3% (-508 milioni di euro)rispetto al corrispondente periodo del 2010.

Il gettito Ire cresce dell'1,4 % (+1.773 milioni di euro) sostenuto dalla dinamica positiva delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente pubblico e privato (+1,4%) e di quelle sui redditi di lavoro autonomo (+1,4%) che ha compensato la riduzione del gettito dell'autoliquidazione.

Il gettito Ires passa da 21.098 a 20.347 milioni di euro registrando la sostanziale tenuta del gettito al netto dell'effetto del venir meno delle imposte sostitutive introdotte con la Legge Finanziaria del 2008. La flessione del gettito Ires si è ulteriormente ridotta rispetto a quella rilevata nei mesi precedenti per effetto delle entrate legate ai versamenti dei contribuenti con esercizio non coincidente con l'anno solare.

Le imposte indirette fanno registrare un aumento del 3,5% (+5.016 milioni di euro) rispetto al corrispondente periodo del 2010.

Il gettito Iva aumenta del 2,4% (+2.118 milioni di euro) trainato, in larga parte, dal prelievo sulle importazioni (+21,4% pari a +2.528 milioni di euro) che riflette il rialzo dei prezzi dell'energia nei primi dieci mesi dell'anno.

Le entrate relative ai giochi segnano una crescita complessiva del 12,7% (+1.287 milioni di euro) sostenuta, in particolare, dai proventi del lotto (+36,7% pari a +1.532 milioni di euro) e dalle entrate degli apparecchi e congegni di gioco (+6,3% pari a +188 milioni di euro).

Positivo il gettito dell'imposta di consumo sul gas metano (+10,4% pari a +370 milioni di euro) che a causa del meccanismo di calcolo dell'imposta riflette l'incremento dei consumi registrato nel 2010.

In crescita anche il gettito dell'imposta sugli oli minerali (+1,3% pari a +201 milioni di euro) che riflette l'aumento dell'aliquota deliberato per aumentare le dotazioni del fondo per fronteggiare le emergenze umanitarie.

Il gettito delle imposte sulle transazioni è in linea con quello dell'analogo periodo dell'anno precedente, al netto di un'entrata eccezionale registrata nel mese di febbraio 2010.

Prosegue l'andamento positivo degli incassi da ruoli relativi ad attività di accertamento e controllo che hanno fatto registrare un incremento del 24% (+990 milioni di euro).



In pratica pare che questi 180 miliardi spariti siano da addebitare ai postumi mangerecci e beverecci delle feste natalizie.
Peccato per Repubblica, che è messa male se fa simili errori, ma in fondo ci ho messo 5 minuti a verificare la palla dei 180 miliardi (il 58% del gettito italiano dei primi 10 mesi). Non ci voleva tanto.
Dovremmo imparare a capire se le cose scritte sono verosimili e varificare prima di postare.
Ultima modifica di franz il 08/01/2012, 19:31, modificato 1 volta in totale.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: 10, 100, 1000 Cortina

Messaggioda Stefano'62 il 08/01/2012, 19:30

La lotta all'evasione non è un mantra (spregiativo) come dice il giannino.
Il fatto che pezzi di istituzioni si dissociano dall'operazione non ne dimostra l'inadeguatezza,ma piuttosto la forza delle lobbies italiane favorevoli ad una zona franca da esse.
Debito pubblico e tasse schianta paese sono una cosa....la lotta all'evasione è un'altra cosa e non ha nessuna attinenza dato che stanno su processi differenti nella fisiologia delle Istituzioni.
Per lo stesso motivo non ha senso dire che la lotta all'evasione deve fermarsi temporaneamente finchè non si sistema il sistema tributario.
Questa cosa mi ricorda qualcosa detto da qualcuno,non trovate ?
Cacciati questi concetti dalla porta,non pemettiamo ai lobbisti di farli tornare dalla finestra !!!!
Le successive elucubrazioni di Oscar Giannino sono un evidente depistaggio dal nocciolo della discussione,svicolando su questioni da applausi facili ma che nulla c'entrano con la lotta all'evasione.
Un pò come parlare della cioccolata per dimostrare che le banane sono cattive.
E questo sarebbe un giornalista ?
La sparata finale del viva la Tathcher,il peggior premier europeo del dopoguerra (dopo san silvio),la dice lunghissima.


Leggendo poi Ricolfi e Moro mi viene da puntualizzare alcune cose:
la frase "la ricchezza non è una colpa" andrebbe corretta con "non sempre lo è",dato che chi lavora,spesso non ha tempo per fare i soldi.
Le tasse alte non sono il motivo per cui si evade.
Se domani le tasse venissero riformate in modo oggettivamente equo,diminuirebbe soltanto l'evasione di sopravvivenza,ma resterebbe invariata la grande evasione,per la quale le tasse alte non sono un motivo ma solo il ditino.
Per eliminarla l'equità da sola non basta,servono le manette e una sana spettacolarità,come negli Stati Uniti (uno per educarne cento).
Non esiste nessuna selettività degli interventi tributari come dice il ricolfi.
Selettivi sono solo i giornalisti come lui quando parlano di questo ma non di quello.
Selettivo è il silenzio della stampa sugli interventi tributari burocraticamente ciechi e cinici che hanno fatto guadagnare a equitalia le pallottole.
Selettivo è difendere equitalia dal Grillo troppo parlante "incauto e pericoloso",ma poi sparare ad alzo zero appena tocca l'evasore vero.
Il punto è che ognuno spedisce le pallottole che ha,queste sono firmate "Gucci" o "Fendi",ma sempre pallottole sono.
Poi anche il ricolfi si perde per la tangente,evidentemente restare nel merito dei controlli a chi se li merita,e delle sanzioni dove si trovano i riscontri,risulta troppo imbarazzante pure a lui.
Tra l'altro questo starnazzare di signore ingioiellate con capelli viola e coda di paglia non ha senso.
Non è che hanno preso e multato a casaccio.
Hanno fatto i controlli in base alla puzza,e le sanzioni quando motivate.
Chi si inalbera lo fa unicamente per via di una coscienza sporchissima.
Poi io sto proprio vicino a cortina,e quello che dice il Boldrin è più che vero,e da queste parti siamo in parecchi a ghignare e a gustarci gli ipocriti distinguo del sindaco e dei commercianti.

Michele Boldrin ha scritto:
"L'operazione mi e' sembrata un successo, anche mediatico. E quando si combatte una degenerazione socio-culturale tanto pesante e diffusa quanto l'evasione in Italia, anche i successi mediatici contano."

Forse è sfuggito ai più,ma questo è il vero motivo della fibrillazione determinata dall'operazione.
Il successo mediatico,
che indispettisce molto ma molto più concretamente di una manciata di milioncini recuperati qui e la.
Perchè distrugge definitivamente il "lei non sa chi sono io" resuscitato e sdoganato dal berlusconismo,con cui si pretende di ammantare di virtù la protervia arrogante e la bassa furbizia di gente non abbastanza intelligente da prosperare restando nei limiti della legalità.......specchio fedele e indecente della moderna "razza padrona".

Chiudo facendo copia e incolla di ciò che ho postato su facebook dopo i controlli :

Oggi provo invidia per i cortinesi onesti.

Non quelli che sono indignati per i controlli,ma quelli felici di essersi liberati di una massa di volgari e arroganti ladri che danneggiavano l'immagine della loro cittadina,millantando di essere crema quando sono soltanto puzzolente pus.

Li invidio perchè pure io provengo da un notissima e “ricca” località turistica del nord,frequentata d'estate da troppa feccia ben vestita.
Gli evasori li riconosci da lontano,sono rumorosi e fastidiosi,anche perchè invece che nascondersi come parassiti quali sono,spesso ostentano con arrogante superiorità e con i loro ”dico-non dico” una furbizia illusoria quanto patetica,dato che è solo la parente povera della vera intelligenza.

Se domani un controllo li spazzasse via e me lo auguro davvero,io che non ho la coda di paglia non mi sentirei offeso,anzi sarei enormemente grato a chi ha fatto pulizia a casa mia levandomeli dai piedi,e magari andrei persino a trovarli dietro alle sbarre per fargli una sonora pernacchia.

Quindi quello che oggi sputtana Cortina non è il fatto che alcuni bravi funzionari,invece che accanirsi con metodi da usuraio contro poveracci che hanno evaso qualche inezia magari per sbaglio,o per bisogno o in modo casuale,stavolta invece hanno gettato le reti nel posto giusto.

Quello che sputtana oggi Cortina è esattamente la indegna levata di scudi in difesa della massa di cialtroni che l'hanno invasa.

E quando questa levata di scudi oltrepassa i confini e approda in Parlamento,oltre a farmi fare delle grasse risate di pura soddisfazione per il nervosismo di un'altra bella massa di cialtroni dalla coda di paglia,allora so che pure lì alberga qualcuno cui starebbe bene una bella controllatina.

E se qualche altra coda di paglia straparla di controlli ideologici,allora significa che probabilmente quel qualcuno approva ancora il vecchio adagio feudale che legittimava le tasse solo ai poveri,in onore al concetto che i soldi devono restare nelle tasche dei ricchi perchè li sanno usare,e devono essere tolti ai poveri perchè loro invece non se li meritano.
Ultima modifica di Stefano'62 il 08/01/2012, 19:42, modificato 3 volte in totale.
Stefano'62
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1814
Iscritto il: 20/12/2008, 14:36

Prossimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 21 ospiti